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Aletto 12-11-2023 21:20

Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
Gli educatori cinofili lo sanno da un pezzo, ora forse anche i vet e i pet mate lo capiranno, ma la strada è ancora lunga.
Copio e incollo dalla pagina fb Senza Collare.

Gli scienziati veterinari stanno esortando i veterinari a ripensare i vecchi metodi di sterilizzazione.

"Ci sono sempre più prove che la castrazione chirurgica dei cani non possa portare tutti i benefici precedentemente assunti. Anche i tempi sono cambiati, e veterinari e clienti si chiedono sempre più se la castrazione di routine debba continuare ad essere considerata la migliore pratica. "

Ecco alcuni titoli di Veterinary Record che è la rivista ufficiale del @TAG, che è la più grande comunità di appartenenza alla professione veterinaria nel Regno Unito.


https://bvajournals.onlinelibrary.wi...1002/vetr.3609

https://bvajournals.onlinelibrary.wi...1002/vetr.3608

Iska 14-11-2023 00:20

Re: Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
Esprimo un parere da non conoscitrice dei cani.
Sono dell'idea che il cane non dovrebbe essere castrato, né quello libero, né quello di famiglia.
In quanto animale sociale, forse ancor più di altri animali deve poter contare su tutti i mezzi di comunicazione propri della specie.
Nella mia ignoranza canina mi chiedo come un cane intero considera un suo simile castrato.
Di certo capisce che non è femmina, ma anche che non è maschio al 100%
E nel branco di cani liberi quale posto gerarchico, quale posizione può ricoprire?

Il cane castrato che di certo sa di essere maschio, cosa prova a non esserlo a tutti gli effetti e a non riuscire ad esprimersi come vorrebbe?
Penso che ne risenta decisamente a livello psichico e accumuli un notevole stress.
Un po' come urlare senza riuscire ad emettere suoni.

La castrazione metterà magari al riparo dal rischio di sviluppare alcune neoplasie, ma di sicuro non al 100%
Esattamente come per la sterilizzazione femminile.
Forse però se si ponesse maggior attenzione all'alimentazione sarebbe di notevole importanza ai fini della prevenzione e questo sia per i maschi che per le femmine.

Aletto 14-11-2023 11:23

Re: Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
Penso che il punto sia un alleggerimento delle responsabilità da parte del pet mate: lo faccio castrare o sterilizzare, lo rendo più idoneo alla socializzazione con i suoi consimili. Il che non è affatto vero.
Ipotetico pensiero: "eh, ma l'ho fatto castrare e più di così non posso fare, sto a posto con la mia coscienza."
"Il suo cane ha morso il mio
Strano, è castrato!"

I cani più fortunati approdano ad un educatore cinofilo bravo, e questo si vede arrivare un cane che emotivamente è uno straccio. Per esempio vedono che quel cane è da uomo e non da cane, quindi la sua socializzazione con altri cani, già precaria in partenza, con la castrazione è peggiorata.
Come fanno ad accorgersene? Semplice (per loro e non per me che ne capisco veramente poco): fanno scorrazzare il cane in grande recinto dove sono già stati altri cani ed osservano le interazioni con le marcature. Al di fuori ci sono sia uomini (pochi) che cani (un paio direi) ed osservano la mimica facciale e la marcatura in seguito al contatto visivo. E l'educatore ci dice: vedete qui il cane che fa?
Io ovviamente non vedo nulla di strano :disapprove:

Questo avviene, deve avvenire, prima di un'eventuale adozione consapevole.

Anche il gatto lancia messaggi sociali ma in modo opposto: qui ci sto io, gira alla larga.

Quello che mi dà da pensare è che noi li adoriamo, ma non accettiamo in toto la loro vita perché non accettiamo i loro figli, li vediamo come un impiccio da dare via.
E' un po' come quando il datore di lavoro assume una donna e dice chiaramente: niente figli, e se il caso vuole che la signora/ragazza assunta ad un certo punto aspetti un bimbo, parte il mobbing.

Questo è molto avvilente tanto nei confronti della nostra specie quanto nei confronti delle specie che sosteniamo di amare. Non si accetta in toto la loro vita, il loro diritto alla vita.
Dopo questa mia triste considerazione, immagino i commenti sì ma poi, eh ma poi. E' una mia considerazione.

Vi metto il link ad una breve intervista ad una delle più accreditate veterinarie comportamentaliste

https://www.youtube.com/watch?v=uTfmviHV_pw

Iska 14-11-2023 23:31

Re: Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
Quote:

Originariamente inviato da Aletto (Messaggio 2178243)
Quello che mi dà da pensare è che noi li adoriamo, ma non accettiamo in toto la loro vita perché non accettiamo i loro figli, li vediamo come un impiccio da dare via...Questo è molto avvilente tanto nei confronti della nostra specie quanto nei confronti delle specie che sosteniamo di amare. Non si accetta in toto la loro vita, il loro diritto alla vita.
Dopo questa mia triste considerazione, immagino i commenti sì ma poi, eh ma poi. E' una mia considerazione.

Purtroppo è come dici.
Ma è altrettanto vero che per noi è impossibile accettare che possano figliare, perché poi come si fa?
Ti figuri se le nostre gatte non fossero sterilizzate e avessero la possibilità di uscire, cosa succederebbe?
Con minimo 2 gravidanze all'anno quanti gattini mediamente nascerebbero?
E poi? Ci riempiamo la casa di gattini che diventeranno adulti, figlieranno e avanti così?
Ovviamente no.

C'è chi lascia figliare la gatta e poi dà in adozione i cuccioli, ma è utopia pensare che tutti possano farlo; più prima che poi le case e i giardini sarebbero sature di gatti.
Personalmente non lascerei mai figliare una mia micia con la prospettiva di portarle via i gattini quando sarà il momento.
Questo per diversi motivi: non si sa mai in che mani andranno a finire, perché non tutto quel che luccica è oro; ne conosco di persone a parole amanti dei gatti, quei tipi tutti pissi pissi, pucci pucci, che alla fine si rivelano assai poco affidabili.
Ma c'è anche un altro motivo, a dire il vero il principale, per cui non separerei mai una madre dal figlio.
Una sola volta mi sono trovata in questa situazione; avevo adottato una gatta a cui era rimasto un solo figlio; avevo già concordato con una persona che avrebbe adottato il piccolo una volta raggiunta l'età giusta; di gatti ne avevo già e non volevo ingrandire la famiglia.
Quando li ho avuto sotto gli occhi per giorni e giorni e ho visto il rapporto madre-figlio, l'amore reciproco di questa mamma e del suo piccolo, già cresciutello e svezzato, non me la sono sentita di separarli e non ho rispettato l'accordo.

Non è neppure pensabile di tenere in casa una gatta in calore per impedirle di avere rapporti con i maschi; a prescindere dall'innegabile disturbo per le nostre orecchie, che sofferenza dev'essere per la povera micia?
L'unica soluzione a tutti questi problemi è solo una: gli animali dovrebbero poter fare la loro vita libera e noi umani non dovremmo interferire in nessun modo, neppure procurando il cibo.
Sarei disposta a rinunciare a condividere la vita con una animale? Francamente no.

(Dopo guardo il video, non ho ancora avuto tempo)

Aletto 15-11-2023 10:51

Re: Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
@ Iska
E’ proprio la questione morale che cozza contro la questione pratica perché i loro figli, non c’è nulla da fare, ci sono d’ impiccio. Ed è per questo che la pratica ha la meglio sull’autodeterminazione del percorso biologico. Questo mi intristisce molto e mi fa porre domande scomode alle quali però dovrò dare una risposta coerente con la mia percezione ed il rispetto della vita degli altri animali. O li si accetta o non li si accetta, non posso accettarne solo una parte far condurre loro la vita io vorrei.
Ho avuto una gatta non sterilizzata che ha vissuto fino a circa 18 anni, e per tutti quegli anni le mie orecchie e quelle di mia figlia sono state disturbate anche dai concerti dei maschi che venivano sotto casa. Ha anche avuto dei magnifici figlioletti che ho ceduto a persone di mia conoscenza. Certo che la sua biologia ormonale richiedeva con decisione un esito che ha avuto una sola volta.

Ma non è tanto questo, quanto la domanda: li accetto così come sono o faccio in modo che siano come non sono? Questa è per me una frattura importante da risolvere.
Si può condividere la vita in modi non convenzionali, perché se ti voglio bene o ti accetto mi dovrebbe bastare che tu sia qui nei dintorni per incrociare i nostri sguardi di tacita intesa. Come quando vedo sul tetto qui di fronte la micia libera che ho nutrito quando partorì in garage con grande orrore di alcuni condomini che fecero di tutto per chiuderla dentro ed impedirle di entrare ed uscire per nutrirsi e per nutrire i suoi piccoli che ancora gironzolano qui intorno. Storia lunga.

Vabbè, anche questa mia riflessione sul tema sarebbe lunga

Guarda con calma il video che è interessante e breve

Iska 18-11-2023 14:43

Re: Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
È un dilemma lacerante.
Accetto i loro figli, ma al tempo stesso mi rendo conto che non è sempre possibile, anzi, per com'è impostata la vita di quasi tutti noi umani, è davvero difficile; non posso (e non voglio!) mettere in piedi uno zoo o un allevamento.
Il cuore e la ragione, quale dei due ascoltare?

Fin da quando sono nata, i gatti hanno fatto parte della mia vita.
Avevamo sempre maschi, perché non partoriscono.
Nonostante questo, arrivò anche una femmina, che fece cucciolate due volte l'anno per tutta la vita.
Stranamente però i gattini sparivano il giorno stesso della nascita; mi dicevano che erano stati rubati...
Poi capii che era stata una balla per tenermi buona...ed era l'unico sistema di controllo delle nascite di un tempo lontano.

Invece a casa di mia zia, nella campagna veneta, c'erano sempre maschi, femmine e cucciolate; tranne che per un po'
di latte dopo la mungitura, per il resto i gatti si arrangiavano cacciando ( a volte anche qualche pulcino!).
La selezione naturale ne manteneva costante il numero, un po' come succede qui, per i gatti liberi che vivono nei pressi di baite e depositi di attrezzi agricoli sperduti in qualche radura nei boschi.

Ma dove le case, nonostante ci sia tanto verde, sono tutto sommato non molto lontane fra di loro, è (quasi) impossibile non intromettersi.
Quando Iska ha partorito, avrei accettato i suoi piccoli, però una cosa non l'avrei fatta: provvedere al loro sostentamento; non trovando cibo, se ne sarebbero andati. O almeno quella sarebbe stata la mia speranza.
La mia vicina però li scoprì prima di me e la faccenda prese un'altra piega.
Certo mi ero anche posta l'interrogativo sul futuro che attendeva Iska se non fosse stata sterilizzata e su quello delle numerose cucciolate che avrebbe messo al mondo e questo pensiero mi angosciava non poco.

Quote:

Originariamente inviato da Aletto (Messaggio 2178249)
...Si può condividere la vita in modi non convenzionali, perché se ti voglio bene o ti accetto mi dovrebbe bastare che tu sia qui nei dintorni per incrociare i nostri sguardi di tacita intesa.

Verissimo, sono perfettamente d'accordo.
Però c'è sempre il problema di cui sopra, purtroppo.

Ho guardato il video e da incompetente in fatto di cani mi vien da pensare che condividere la vita con loro nelle nostre case deve essere tremendamente difficile, se vogliamo rispettarli davvero.
Ho l'impressione che molte persone adottino un cane con troppa leggerezza, senza adeguata preparazione, senza sapere cosa significa "essere cane".
Sono magari attenti ai suoi bisogni primari e pensano, erroneamente, che insieme alle coccole siano garanzia di benessere psicofisico.

Mi ha colpito quella cosa dello sguardo del cane, che nell'animale libero è all'altezza di quello dei suoi simili, mentre nel cane di casa tende in alto, verso gli occchi del suo pet mate.
Mi è venuto in mente quanto mi raccontò mio fratello lo scorso anno, quando aveva incrociato un tizio con un border collie al guinzaglio, che non staccava gli occhi dal volto del suo umano.

I presenti, compreso mio fratello, ne rimasero affascinati: un cane desiderabile, così affettuoso, così obbediente, così dipendente dal suo umano.
Un cane snaturato.

Forse è meno difficile convivere con i gatti, perché in quanto animali solisti a socialità facoltativa non sono "plagiabili" come i cani, tranne forse nel caso di "gatto unico"?

Aletto 18-11-2023 19:05

Re: Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
Hai ragione, dilemma lacerante che, se non sarà troppo OT, sottoporrò a Sonia Campa nel webinar a fine mese….o….sai che ti dico? se non sarà possibile in quel contesto, glielo sottoporrò in privato e non se parla più. In parte già potrei avvicinarmi alla sua risposta per il solo fatto di essermi posta il problema.
Penso che a lei basti questo per capire come il suo interlocutore, io in questo caso -ma anche tu con Iska- percepisca gli altri animali.

Ascoltare il cuore o la ragione? nessuno dei due, penso. Bisogna ascoltare l’altro animale, anche se come disse Nigel, non penseremo mai come pensa un pipistrello.

Ogni tanto ascolto i dopocena live e qualche webinar sui cani, penso sia importante provare a capirli. Capire il branco e capire l’individuo nel branco. Capire il cane con noi, che per sua filogenesi, fa squadra attivamente senza essere snaturato.
La filogenesi delle due specie è completamente diversa, e fu Morettini a dire ad un certo punto: ora dimenticate tutto quello che avete studiato, e vivete il cane.

Il cane non è plagiabile, vuole un compagno di vita accreditato. Altrimenti ci prende per deficienti inaffidabili e ci tollera per quel che siamo: deficienti e inadeguati.
Aspetterà la squadra perché è nella sua indole di specie, forse con un’altra persona e saremmo gelosi di quell’intesa anche se torna a casa con noi.

Per esempio di squadra: un cane al guinzaglio strepita perché gli stai antipatico/a (vai a sapere come lo hanno cresciuto), ma se il pet mate molla il guinzaglio e si allontana due passi a quel punto vediamo il cane smettere di strepitare ed abbassa la coda. Certo non deve essere un cane da difesa, ma se è un cane normale, smetterà di avere un atteggiamento aggressivo.

Non penso sia più facile vivere con un gatto, lo sappiamo bene. È facile se pensiamo ai bisogni primari.

Si adottano sia cani che gatti con molta leggerezza, spesso rendendoli infelici e neanche ce ne accorgiamo .
Ma in fondo hanno pappa e cure, che altro vogliono?

Ricorderò sempre Marcchesini , a proposito del cane, disse: se non facciamo squadra, ma solo tante carezze e affetto sarebbe come invitare qualcuno a cena con una bella tavola imbandita e alla domanda cosa c’è per cena? noi rispondessimo: un c@..o

Iska 18-11-2023 23:39

Re: Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
Quando una specie animale è altra da noi in effetti è difficile, se non impossibile, sapere cosa pensa quel certo soggetto, ma credo che tutti vorrebbero vivere la loro vita secondo il principio di autodeterminazione, vorrebbero essere come sono e non come un'altra specie, nel caso specifico noi umani, vorremmo che fossero.

La riproduzione ai fini della continuazione della specie è il motore che muove il mondo animale, di cui facciamo parte anche noi umani.
Pensiamo di essere gli unici animali che non si accoppiano semplicemente, ma si amano, con tutte le sfumature e le implicazioni, ponendoci così un gradino sopra tutti gli altri esseri viventi, ma anche solo osservando le scimmie vediamo che amare non è nostro esclusivo appannaggio.
E chi ci dice che a modo loro non possano amarsi anche gatti, cani e via dicendo? Io penso di sì.
E che non possano, come noi, desiderare oppure no di mettere al mondo dei figli?
Certo non faranno pensieri fotocopia dei nostri e proprio per questo non possiamo escludere nessuna possibilità.
Ho notato in varie occasioni che le gatte che hanno avuto figli sono più sicure di sè rispetto a quelle che non hanno avuto questa possibilità, così come ho notato in queste ultime, per dirla in termini umani, un sorta di senso di inferiorità rispetto alle prime.
Ma forse sto antropomorfizzando troppo.

Un aspetto del cane di cui non mi capacito è come possa sopportare i maltrattamenti da parte del suo umano, come possa non fuggire quando ne avrebbe la possibilità, come possa non ribellarsi ai soprusi, come possa obbedire, direi ciecamente, all'uomo, come possa fare squadra con un umano bastardo.
Per questo dicevo che è plagiabile, perché non comprendo come gli sia possibile non odiare il suo persecutore e ribellarsi con tutto se stesso.
Prova a maltrattare, a tradire un gatto una sola volta e non lo vedrai più, forse perché il gatto sa badare a se stesso, non ha bisogno del branco per vivere, perché è un solista?
Mentre il cane non concepisce di vivere al di fuori di una comunità, fosse pure solo quella piccolissima formata da lui e dal suo umano, perché è un animale sociale?

Quando dico che forse è più facile vivere con un gatto rispetto a un cane è perché sento maggior affinità con loro; probabilmente perché nonostante io faccia parte di una specie altamente sociale, dentro di me sono più solista che social.

Aletto 19-11-2023 12:21

Re: Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
Questo non lo so. La prima cosa che mi viene in mente è: perché molte donne si fanno maltrattare dai propri compagni? E neppure a questo so dare una risposta.
Quello che so è che il cane non pensa “io” ma “noi”. In questo è diametralmente opposto al gatto.
Chi maltratta i cani, o gli altri animali in generale, compreso l’essere umano ed i bambini, è psicologicamente compromesso.
Se poi prendiamo in considerazione le rappresentazioni primarie e secondarie, le cose si complicano. E se proprio volessi inquadrarle le metterei, appunto, tra le primarie o educative (vita fetale e primo anno di vita) includendo la rappresentazione dell’eterospecifico che diventa la base del sistema cognitivo e dello stile relazionale. Tutte cose ad altissima resistenza al cambiamento. Da qui in poi si apre un a pappardella lunghissima.

Il gatto, non necessitando di alcun appoggio sociale, se vive chiuso in casa e maltrattato nel senso classico del termine, non ha via di scampo. Non può neppure può appellarsi all’inclusione dell’essere umano come base del suo sistema cognitivo e relazionale.

Cit. Iska:
“-E chi ci dice che a modo loro non possano amarsi anche gatti, cani e via dicendo? Io penso di sì.
-E che non possano, come noi, desiderare oppure no di mettere al mondo dei figli?
-Mentre il cane non concepisce di vivere al di fuori di una comunità, fosse pure solo quella piccolissima formata da lui e dal suo umano, perché è un animale sociale?”
-Alla prima domanda risponderei sì
-Alla seconda risponderei non so
Molte coppie di uccelli, per es, lo sono a vita e si reincontrano cercandosi dopo le migrazioni per nidificare. Se uno dei due nel frattempo è morto, per l’altro è un grosso problema
-Alla terza direi che l’umano con cui vive, se per lui è inadeguato come scrivevo ieri, non è per forza il suo umano di riferimento. Può anche essere quello che incontra abitualmente al parco o al bar. Anche se poi torna a casa con l‘inadeguato.

Questo è molto importante perché implica un giudizio al quale il pet mate non può sfuggire.

Musichetta a parte, guarda questo link, è un reel (quindi brevissimo) sui cani liberi ma socializzati con l’uomo. Pubblicato da Stray dogs international project, loro sono bravissimi.

https://www.facebook.com/watch/?v=31...icit&ref=notif

C’è poi un’altra interazione interessantissima: quella tra cani liberi e cani di casa ma abituati a vedere e frequentare quelli liberi. Questo si vede in molti video sempre di Stray dogs international

Iska 24-11-2023 23:20

Re: Castrazione e sterilizzazione, finalmente stanno capendo
 
Una donna che ha un rapporto difficile col mondo animale in genere o con una specie in particolare trasmette la sua avversione al feto?
O piuttosto è a causa del suo atteggiamento che il neonato tende a sviluppare la stessa avversione?
O più probabilmente sono entrambe le cose.

Mi è venuto in mente di una madre che aveva un'antipatia viscerale per i gatti e la figlia è arrivata ad aver letteralmente terrore del pelo.
E un'altra cugina aveva la stessa fobia per il pelo del gatto, ma non per quello del cane.

Le prime esperienze di un bimbo credo siano il fondamento di ciò che sarà da adulto.
Forse chi maltratta gli animali o comunque gli esseri più deboli e indifesi ha avuto un brutto ingresso nella vita, ha avuto esempi negativi, di violenza, sopraffazione, mancanza di empatia nei suoi primi passi nel mondo o anche prima di nascere?
Però anche se fosse così, non può essere una scusante o un'attenuante per certi comportamenti.


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