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Vecchio 01-03-2017, 18:57   #9
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SerenaF
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Predefinito Re: Allevatori, benessere del gatto e zooantropologia

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Originariamente inviato da morghi Visualizza Messaggio
Serena scusami.... c'è una cosa che però continuo a non capire....
Tu parli di "razza preferita" e poi dichiari di essere sempre contraria alle scelte allevatoriali.
Non voglio assoultamente fare polemica ma volevo solo capire meglio qual è il tuo punto di vista... forse i paroloni che usi non mi aiutano ragionando io come un metodico ingegnere certe cose mi sfuggono...
E' una domanda perfettamente legittima, Elena (ti chiami Elena, vero?) e proverò a esplicitare meglio la mia posizione; parto col dire che io non mi riconosco né nell'antispecismo, né nella zooantropologia perché concordo con quello che scrivi tu e cioé che la zooantropologìa al giorno d'oggi non è assolutamente applicabile se non lasciando i gatti per strada liberi di fare quello che vogliono... e soprattutto non credo che al di fuori di questi orizzonti non vi possa essere un rapporto corretto e rispettoso con un altro animale (qui parliamo di gatti, ma giusto per citare quello che è stato il mio primo amore, cioé i cavalli, non credo che impostare un rapporto non utilitaristico con loro voglia dire ad esempio non montarli mai e tenerli esclusivamente come animali da compagnia liberi di pascolare e di galoppare senza nessuno che gli salga in groppa).
Riguardo ai gatti, come sai non ho mai avuto un gatto di razza; ciò non mi impedisce, con una dose non piccola di incoerenza (lo ammetto), di avere le mie preferenze in fatto di estetica felina (tieni conto che non conoscendo dal vivo nessuna razza, mi sfugge totalmente un aspetto rilevante delle varie razze, cioé la loro indole. Per me il gatto di razza è quello che vedo su internet ). Il tipo felino che mi piace di più è il gatto di stazza grande a pelo semilungo con una preferenza per il mantello brown/red tabby o nero solido (ne consegue che, da un punto di vista prettamente estetico, le razze che si avvicinano di più alle mie preferenze sono il Norvegese delle Foreste, il Siberiano e il Maine Coon- con il Maine Coon piazzato in cima alla classifica-, seguiti ad una certa distanza dal Birmano, dal Ragdoll e dall'Angora Turco). E' in questo senso che parlo di razza preferita. Un altro gatto che mi fa impazzire per il suo aspetto è il Bengala (che, per ironia della sorte, non assomiglia nemmeno un po' a quelli che ho citato prima), ma trovo che il modo in cui sia stato selezionato sia ampiamente criticabile (cioé non approvo per niente gli incroci tra gatti domestici e felini selvatici per ottenere gatti dall'aspetto più "selvaggio").
Venendo alla questione dell'allevamento e delle razze, il fatto di selezionare determinate caratteristiche, soprattutto fisiche, per compiacere un determinato gusto lo trovo moralmente discutibile, soprattutto quando certe caratteristiche sono a conti fatti delle deformità o si associano ad esse (vedi il prognatismo dei Persiani ed Exotic ipertipici, le zampette corte dei Munchkin, l'assenza di pelo degli Sphynx, le orecchie a bottone degli Scottish Fold, in quanto spesso il gene è correlato a disturbi cardiaci, o quelle rovesciate degli American Curl). Però non faccio di tutta l'erba un fascio, sia perché ci sono allevatori seri che mettono in primo piano la salute e il benessere fisico e psichico dei loro animali, sia soprattutto perché l'allevamento può avere anche una funzione positiva, ovvero quella di salvaguardare il patrimonio genetico di alcune razze naturali (lo Skogkatt, cioé il bisnonno del Norvegese, il Maine Coon, il Singapura) o di razze antiche (il Certosino, l'Angora Turco, ecc...). Nella mia ignoranza, una cosa che mi fa amare il Maine Coon è che si tratta di una razza naturale, frutto dell'adattamento ad un certo ambiente e a certe condizioni di vita, per cui la funzione dell'uomo è stata originariamente quella di salvaguardare le caratteristiche che il gatto aveva già e non di crearle a tavolino, sfruttando magari una mutazione casuale, anche se credo che un trentennio abbondante di selezione sulle due sponde dell'oceano abbia contribuito a modificarne l'aspetto.

Il motivo per cui mi aveva sorpreso (devo dire in negativo) quel sito di cui Viola ha giustamente editato il link, è che la titolare dell'allevamento era Sonia Campa che in altre sedi aveva bollato l'allevamento come un'attività strettamente antropocentrica che mette i bisogni dell'uomo in primo piano, talvolta sacrificando certe motivazioni dell'animale. Non capivo come potesse essere di questo avviso e nello stesso tempo avere lei stessa un allevamento di Maine Coon. La risposta me l'ha data Aletto, facendomi osservare che quella cattery è chiusa dal 2008 e che la Campa, nel momento in cui ha maturato questi punti di vista, ha coerentemente smesso di allevare, sia pure in maniera seria e responsabile come aveva fatto fino a quel momento.

Scusa il poema: spero di aver chiarito la mia posizione, anche se, come ho detto sopra, in certi punti rimane ambigua e contraddittoria.
SerenaF non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima