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Vecchio 15-03-2017, 11:59   #134
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SerenaF
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Predefinito Re: alcune riflessioni sparse sui gatti di razza

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Originariamente inviato da flor Visualizza Messaggio
Personalmente da brava europea che invece alle certificazioni ci tiene mi piace molto il modello francese almeno nella teoria, perché nella pratica non conosco l'opinione degli allevatori: in Francia già da qualche anno la certificazione genealogica che da noi è in mano alle associazioni lì è direttamente gestita da un organo statale il LOOF che rilascia anche l'autorizzazione ad allevare a persone che abbiano superato un corso. Questi allevamenti hanno un numero di registrazione che deve essere obbligatoriamente riportato anche negli annunci online! Giochetto semplice ed efficace. Se in Francia vogliono fare dei controlli fanno alla svelta, prendono tutti gli annunci che non riportano i dati dell'allevamento e fioccano multe!

Bello il modello francese: in effetti ci sarebbe da prendere ispirazione e, visto che siamo in Italia, rendere obbligatorio per i siti di annunci (Kijiji, Subito, Bakeca, ecc...) verificare che ci sia questo codice di identificazione dell'allevamento in tutti gli annunci (che prevedano o no un pagamento in denaro, perché un allevatore potrebbe benissimo, per ragioni che non mi vengono in mente su due piedi, decidere di regalare cuccioli o esemplari adulti del suo allevamento) in cui compare la dicitura "gatto di razza X". Forse questo servirebbe a scoraggiare un po' gli scucciolatori, perché toglierebbe loro un canale per piazzare i loro cuccioli.
Sempre per la serie "siamo in Italia", in America c'è anche meno disonestà o propensione a fare i furbetti (in compenso c'è anche molta più volontà di stupire e leggerezza nel pasticciare allegramente con la genetica, quindi se c'è in giro un gatto strambo, al limite del mostruoso, quasi di sicuro l'hanno creato loro), perciò se ti dicono che quel gatto è un Ragdoll, è un Ragdoll senza bisogno di esibire certificazioni o pedigree: in Italia, se si facesse così, venderebbero qualunque gatto di strada abbia una vaga traccia di colorazione point come siamese di altissima genealogia. C'è anche da dire, però, a mio parere che, per quanto restrittive e punitive possano essere le leggi, per evitare fregature, la parte del leone la deve fare l'acquirente: come uno che abbia appena appena un po' di sale in zucca, sente puzza di bruciato, quando gli arriva la mail che gli dice che è appena stato sorteggiato per ricevere un Iphone 7 gratis, allo stesso modo dovrebbe farsi qualche domanda se un cucciolo da compagnia (non per expo e men che meno da riproduzione) in un allevamento costa minimo 600 Euro (poi ci sono razze che costano anche di più, ma mettiamo una base di 600 Euro che non mi sembra completamente fuori mercato) e un privato glielo cede a 250; dove sta la fregatura? Se poi vuole risparmiare a tutti i costi, è una scelta sua, purché sia consapevole che i 350 Euro che sta risparmiando al momento dell'acquisto potrebbe spenderli un domani con gli interessi dal veterinario.
Credo anche purtroppo che quello della vendita illegale di cuccioli "di razza" senza pedigree sia al fondo delle priorità della polizia: prima vengono i macelli clandestini dove finiscono anche i cavalli iperdopati dei circuiti illegali di corse e scommesse, poi l'abuso di antibiotici e ormoni stimolatori della crescita negli allevamenti di animali da carne, poi magari il bracconaggio di specie protette, i combattimenti clandestini tra cani e molto molto dopo gli scucciolatori di cani e gatti che quindi possono dormire sonni relativamente tranquilli.

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non è per nulla normale bacarsi il cervello sulla distanza che c'è tra le orecchie e sullo spessore della coda del proprio gatto riproduttore. Il fatto è che quando lo sento dire dagli altri mi suona assurdo ... ma io faccio uguale! Per questo sono malata ed incoerente. Mi basta sapere che non ne facciano le spese i miei gatti
Invece, per come la vedo io, sarà sintomo di incoerenza, ma anche di salute mentale: un allevatore non può prescindere dagli standard di razza che ti dicono che il gatto deve avere una certa corporatura (più o meno massiccia o longilinea a seconda appunto della razza), il profilo del muso più o meno bombato, dritto o con stop tra naso e fronte, l'attaccatura delle orecchie così e non cosà, gli occhi disposti nella tal maniera, ecc... Non saprei dire, non facendo parte del mondo degli allevamenti, se il fatto che ci siano questi standard sia un bene o no, nel senso che magari mette un freno alla fantasia di certi allevatori che, se potessero, accartoccerebbero le orecchie al Maine Coon sul modello dell'American Curl oppure gli allungherebbero il muso sulla scia del Siamese moderno o invece a volte avalla certi estremismi, nel senso che incoraggia la ricerca del prognatismo facciale nel Persiano.
Detto questo, cioé preso atto dell'imprescindibilità degli standard per un allevatore serio (sennò, nella migliore delle ipotesi, siamo davanti ad un back yard breeder), meno male che ci sono allevatori come te che ogni tanto si interrogano se la cosa non stia magari andando un po' troppo in là, se non ci impedisca di vedere il gatto, qualunque gatto, ma anche quelli di razza, nella sua bellezza globale (e a questo proposito, vi racconto poi un aneddoto sempre sul mio vicino di campagna) e che senso abbia stare a rincitrullirsi sul diametro della coda. Ci vorrebbe più gente così e meno allevatori ossessivi che magari pensano, faccio un esempio assurdo: "Oddiomio, la distanza tra le orecchie nel Korat dev'essere pari alla lunghezza del naso moltiplicata per 1,5. Nella mia ultima cucciolata invece il rapporto è 1,3. E mo', che faccio?". Da profana mi scappa da ridere (o da piangere, a seconda della prospettiva).

Aneddoto sul vicino di campagna buonanima (patitissimo del siamese moderno, come ben sapete): l'anno in cui abbiamo trovato Chiquita, io gliel'avevo portata a vedere tutta orgogliosa (all'epoca lei aveva 3 mesi circa), chiedendogli- domanda retorica, ma lui non l'aveva intesa così- se non era una micina meravigliosa. E lui, con aria perplessa, la prende in braccio e le mette la coda lungo il corpo (un miracolo che Chiquy non si sia rivoltata e non gli abbia staccato una mano perché è assolutamente il tipo di gatto che fa queste cose), facendomi notare che la coda avrebbe dovuto arrivare almeno fino all'attaccatura delle scapole, nel caso di Chiquita arrivava sì e no a metà del tronco, quindi di certo non era un gatto da expo (per lui bello=da expo, anche se oggettivamente parlando il gatto era una chiavica). Forse nei Siamesi sarà così (intendo: la coda dovrà avere la tale lunghezza), chissà, comunque sulle prime ci ero rimasta malissimo, adesso, ripensandoci, faccio fatica a trattenere le risa.
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