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Vecchio 12-02-2021, 09:16   #13
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Aletto
Supergatto
 
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Predefinito Re: Ma la mia gatta mi porta rancore?

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Originariamente inviato da Pentothal Visualizza Messaggio
Perché parliamo di gatti che vivono nelle nostre case, ambienti artificiali e privi di stimoli, e si trovano loro malgrado a essere totalmente dipendenti da noi non solo per il cibo ma anche per gli stimoli.

Dunque il buon "padrone", si occupa non solo di offrire cibo ma anche di offrire stimoli.

Nella stessa maniera in cui un gatto miagolante per la fame non si lamenta più dopo essere stato sfamato, un gatto annoiato e frustrato non si lamenta più e non "disturba" più quando viene adeguatamente stimolato.

Esistono vari tipi di stimoli da offrire, dall'arricchimento ambientale ai giochi, e fra questi esiste anche la tecnica che ho descritto, ovvero quella di fare un gioco attivo e movimentato per 10 o 15 minuti. Stabilire il tempo per me è sempre stato utile e non lo ritengo una forma di abuso: nella stessa maniera in cui scelgo di dare 200 grammi di cibo della migliore qualità, ogni tanto scelgo di dare loro 10 o 15 minuti di gioco sfrenato, con da parte mia totale attenzione e partecipazione al gioco.

Mi sono già chiarita ulteriormente nel messaggio precedente, ma a quanto pare non in maniera sufficiente, se sembra che in questi giochi io non lasci ai gatti la libertà di prendere fiato. Sinceramente non capisco come sia possibile trovare qualcosa di storto in una cosa così divertente, sana e giusta come giocare con i gatti per 10 o 15 minuti, ma evidentemente sono io che non capisco, sarà un mio limite!
Non sapevo tutte queste cose.
Non sapevo cosa si intendesse per "buon padrone".
Non sapevo che la self-ownership potesse essere telecomandata con successo anche per chi è telecomandato.
Non conoscevo la differenza tra un animale gestito ed un animale libero di essere.
Non sapevo che i 200g di cibo ed 15 minuti di gioco -che come ha detto ba, sono veramente molti- facessero di lui un animale libero di essere, aggiungendo all'artificialità dell'ambiente l'artificialità della stimolazione ottenendo una risposta per lui consolatoria ma per noi decisamente appagante.

Questo è l'animale cartesiano. O l'animale povero di mondo di Heidegger.
L'animalità cade nel determinismo: l'animale come somma dei suoi automatismi.

Pensare che a muovere l’animale sia uno stimolo, non rende giustizia alla tensione proattiva della sua soggettività.
Anzi, la soggettività non viene riconosciuta, chiudendo l'animale nello schema pavloviano o, se gli va bene, skinneriano.


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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