buonasera Guinness,
innanzitutto, tutta la mia solidarietà più sincera. Stai affrontando una situazione al limite della follia.
Se persino Aletto, che è una zooantropologa e una (quasi) etologa di prim'ordine, si limita a descriverti la stessa situazione vissuta da lei come "un'incubo", penso ci sia davvero poco da fare, nel senso che ci vorrebbe la bacchetta magica perché le tue gatte si quietassero in una situazione generatrice di stress multipli come quella che stanno affrontando adesso.

E non credo, sinceramente, nemmeno che basterà il semplice ripristino della situazione precedente, perché avranno bisogno dei loro tempi per riprendersi serenamente il loro spazio, il loro territorio violato da troppi estranei.
Per cui, finiti i lavori, temo che ci vorrà ancora tanta pazienza da parte tua.

L'unica idea che mi viene in mente, ma è un palliativo, non una soluzione, insomma un tentativo di possibile "riduzione del danno", è di tentare per quanto possibile uno spostamento dell'attenzione.
Cerca di aumentare, nei limiti delle tue concrete disponibilità di tempo, i momenti che riesci a dedicare loro. Più che quantitativamente, qualitativamente. Punta sugli elementi di forza del rapporto che hai con loro, cerca di distrarle (per quanto possibile), di giocarci di più, offrendole i passatempi che prediligono.

Se andrà bene, riusciranno a ridurre almeno un pò lo stress e limitare le manifestazioni di disagio più clamorose.
Altrimenti, ti resterà la magra soddisfazione, data la mia "fissa" con il gioco come via per la riduzione o la soluzione di molti problemi relazionali, di burlarmi parafrasando il tormentone del dottor Purgon ne "Il malato immaginario" di Moliére: "Un clistere praticare, poi si deve salassare, infin convien purgare”.
Me lo sarò meritato tutto.
Ma francamente, non so cos'altro suggerirti.

Suerte,
dal profondo del cuore.