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Vecchio 06-02-2018, 19:30   #20
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Malinka
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Predefinito Re: Sostenibilità ambientale del pet food

Quando un produttore dichiara di utilizzare carne per alimentazione umana o che si rifornisce presso allevatori selezionati per fornire carni di qualità per uso umano, non si intende certo che ci sono allevamenti particolari destinati al pet food, ma piuttosto che le carni provengono da allevamenti controllati e hanno superato i controlli sanitari previsti per essere dichiarati umanamente commestibili.

Non mettono di certo il filetto di vitello o il roastbeef nelle scatolette, ovvio che ci vanno quelle parti non gradite alla maggioranza degli umani, ma che non vengono utilizzate per esempio carni stantie o pink slime.
Non dimentichiamo che in qualsiasi allevamento c'è una quota di animali malati, ce ne sono che muoiono prima della macellazione, ce ne sono che non ottengono il via libera al consumo umano perché presentano "difetti" apprezzabili visivamente oppure perché gli animali sono stati sfruttati per anni e le loro carni sarebbero tigliose e sgradite agli umani.

Tutti questi animali "scartati" non vengono certo mandati tutti e sempre all'inceneritore, nonostante spesso dovrebbero esserlo.
Veterinari e organi di controllo compiacenti e collusi ce ne sono sotto ogni cielo; lo smaltimento ha un costo notevole, il riciclaggio illecito tramite il pet food consente invece lauti guadagni e per assurdo permette ai produttori disonesti di inserire in etichetta ai primi posti la carne e i derivati.
Non oso pensare cosa entri nella composizione del pet food o dei semilavorati importati da certi Paesi, dove la legislazione in materia di sicurezza alimentare umana è poco più di un optional...

Tornando alla sostenibilità, oggi non esiste nessun tipo di allevamento completamente sostenibile e non potrà mai esistere.
Questo non tanto per mancanza di buona volontà nel perseguire questo fine, ma semplicemente perché il nostro pianeta è ampiamente sovrapopolato, noi umani siamo in troppi e per giunta abbiamo le case "piene" di pet e anche loro devono giustamente mangiare e visto che non si vive di aria...
Aggiungiamoci l'ingordigia umana che specialmente nei Paesi occidentali ed oramai anche in parte in quelli cosiddetti "emergenti" fa sì che si mangi in maniera quantitativamente vergognosa e altrettanto vergognosamente si sprechi il cibo.
Quanto allo spreco, da ricerche è emerso che la quota maggiore di ciò che finisce in discarica (circa il 75%) non è imputabile ai produttori o ai negozianti, bensì ai consumatori, che acquistano molto più del necessario, non mangiano più ciò che è avanzato dal pasto precedente, lasciano gli alimenti a deteriorarsi nel frigo e infine gettare tutto allegramente in pattumiera.
Ci vorrebbe un po' di carestaia per far comprendere il valore del cibo e ridimensionare la presunzione umana, poi forse si potrebbe arrivare a una parvenza di sostenibilità.
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