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Originariamente inviato da Aletto
I gatti hanno bisogno di poter scegliere, lo vedo anche qui con i miei che hanno possibilità di stare in casa e nei terrazzi. Se vogliono cambiare zona e si trovano, in inverno specialmente, una portafinestra chiusa lo esprimono in tutti i modi a loro possibili, miagolando a squarciagola, grattando la porta, facendo cadere piccoli oggetti dai mobili o anche semplicemente stando seduti davanti a quella porta con lo sguardo fisso.
La libertà di scelta non è secondo me un capriccio che si levano approfittando di una situazione, ma una necessità di specie comune anche alle altre specie, una necessità mossa da un desiderio. O un desiderio mosso dalla necessità, fate voi ![Smile](images/smilies/smile.gif)
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Non sono d'accordo; la libertà di scelta presuppone la conoscenza o la capacità di prevedere in maniera quanto più esatta e precisa possibile le conseguenze dei due bivi dell'alternativa. Certo che il micio ha libertà di scelta, ma sceglie in maniera irriflessa, senza sapere che fuori è bello, è più stimolante che stare a vegetare sul divano, ma ci sono anche mille pericoli (dalle macchine ai cani ad altri gatti che possono veicolare malattie). Se vogliamo ripendere il parallelismo gatto-bambino (e dobbiamo per forza usare come termine di paragone un bambino in età pre-scolare), magari il bambino ha un intenso desiderio di mettere tutto in bocca o di correre fuori dal cancello a giocare, ma secondo me è sacrosanto che il suo desiderio venga osteggiato, perché ci sono rischi che non può comprendere e che, forse, se riuscisse a comprendere, lo porterebbero a fare una scelta diversa (idem il gatto).
Siamo sempre al dilemma "amore come protezione" vs "amore come lasciar liberi e assecondare le scelte dell'altro": non dico che una delle due posizioni sia migliore dell'altra e che chi sceglie diversamente da me sbaglia, ma non ho dubbi per quale delle due optare.
Ah, da filosofa spocchiosa, aggiungo che le osservazioni descrittive su quale sia l'etogramma e cosa combinino i gatti selvatici e i grandi felini non ci aiutano a decidere che cosa sia meglio fare: è l'applicazione della legge di Hume (che dice che da premesse descrittive non si può ricavare una conclusione prescrittiva) ad un problema di vita spicciola, benché non sia mia intenzione sminuirne l'importanza per qualunque gattofilo.