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Il comportamento dei vostri a-mici Se avete dubbi, domande o esperienze sul comportamenteo dei vostri a-mici postate qui.

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Vecchio 25-12-2023, 10:27   #1
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Aletto
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Predefinito Trauma, i suoi effetti

L’inassimilabilità del trauma consiste nella sua natura della ripetizione del reale che si innesca grazie al potere della rappresentazione in questo caso acquisita –e qui dovremmo sapere quali, quante, e come sono suddivise le rappresentazioni. Ti prego di risparmiarmi un riassunto di pagine e pagine e di esempi su esempi-.
Ciò che nel trauma si ripete non ha, infatti, la natura interpretativa dell’insistenza di una circostanza che aspetta di essere decifrata – come quella di un messaggio sospeso – ma è una ripetizione che esige unicamente la sua riproduzione inesorabile e necessaria.

Un trauma è ciò che non può essere rimosso e, dunque, risulta impossibile da dimenticare.


Finora ho attinto dalla filosofia e dalla psicologia e dalla zooantropologia, passo ad altro:

Detta così, praticamente siamo fottuti perché non si riesce ad assimilare e scegliere la via lunga (ricordi?)
Mi chiedo allora: il trauma ha un solo epilogo, quello di restare nell’unità organismo-mente-ambiente? E chiedo non solo a te ma anche a chi leggerà questo post di non commettere l’errore di Cartesio perché non è più possibile scindere l’entità indissolubile corpo-mente-ambiente.
Trauma psichico e fisico vanno a braccetto, non posso dualizzarli di nuovo, non solo perché sarebbe irrazionale, ma anche perché verrei bocciata con un gran calcione sul di dietro

Come schiodo allora l’animale, quindi noi inclusi ovviamente, da una strada senza biforcazioni alternative salvifiche?

Penso questo: che il trauma è un evento di solito, direi quasi per definizione, inaspettato e violento, mentre lo stress è l’esposizione graduale e continua ad un evento.
Le ripercussioni possono essere diverse e variabili da individuo a individuo pur restando circoscritte nell’ambito del trauma

Se durante l’evento stressogeno protratto l’organismo risponde con l’espressione del gene FKBP51 che provoca, tipo effetto domino, il cortocircuito ipotalamo-ipofisi-surrene, l’evento traumatico cosa provoca? E c’entra anche lo stress post traumatico? In che misura?

Questo penso sia utile da sapere quando chi dà in affidamento un gatto o un cane con stress o traumi pregressi con troppa faciloneria, spesso per ignoranza/non sapere, e si vede rispedito al mittente un essere senziente perché considerato ingestibile facendo accumulare stress su stress e trauma su trauma al malcapitato, che, se fortunato, viene sottoposto all'attenzione di un comportamentalista bravo ed esperto.

Non so se entrerà in ballo anche la parte cognitiva perché non conosco quella dottoressa che comunque sarà affiancata da un educatore con approccio cognitivo zooantropologico SIUA.
Credo che il webinar miri a far capire il sottostante biologico che poi si presenta a noi come comportamento. Ci sarà però sicuramente descritto per filo e per segno il trattamento quotidiano dei tre soggetti traumatizzati che mira ad una sua riabilitazione ed una qualità di vita assai migliore.
Ma allora questo sarebbe in discordanza con quanto ho asserito sopra: il trauma è impossibile da dimenticare, è ciò che non può essere rimosso.
Staremo a vedere


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 25-12-2023, 17:33   #2
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Iska
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Predefinito Re: Trauma, i suoi effetti

Penso che il trauma non si possa rimuovere e non si possa dimenticare; anche se non ci pensi, lui è sempre inesorabilmente lì, dentro di te, magari nascosto sotto lo scorrere della vita, fosse anche fatta di soli momenti belli.
Poi all'improvviso, senza motivo contingente, dal nulla riemerge in tutta la sua potenza e ti fa tornare indietro a quei momenti, rendendoli presenti, dolorosi, nell'impossibilità di cambiarli, perché quel che è stato è stato e indietro non si torna, annullando il tempo trascorso, gli anni, i decenni e l'illusione di esserti lasciato tutto alle spalle.
Ed è lì di nuovo, sai che non c'è, ma hai una paura folle che un domani possa ripetersi realmente.
Questa sofferenza della psiche diventa anche sofferenza del fisico e del comportamento.
Penso sia la stessa cosa per umani, gatti e altri animali.

Ma è tutto così soggettivo!
Quello che per me, umana, è un trauma, per altri umani che vivono la stessa esperienza è tutt'al più motivo di stress, quando non addirittura di sollievo, di contentezza.
Mi chiedo il motivo di queste differenze e se succede anche agli animali.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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Vecchio 25-12-2023, 19:38   #3
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Predefinito Re: Trauma, i suoi effetti

Sì, l’esperienza traumatica è soggettiva come lo è la reazione.
Ci sono però traumi che definisco arbitrariamente “classici” che fanno da spartiacque nella vita di un individuo: prima del trauma e dopo il trauma, mettendo a dura prova proprio per il suo ripresentarsi sotto altre forme, le appropriate risposte fisiologiche e cognitive/comportamentali. Come se la memoria del trauma facesse da amplificatore ad un evento di per sé poco significativo.
Studieremo proprio la neurofisiologia del trauma e la risposta di individui che non riescono più a collegare opportunamente mente e corpo.
E di nuovo sì: le risposte sono comuni nei mammiferi, viene detto chiaramente nel video di presentazione. Ovviamente comuni ma specie specifiche, nel senso che io sottoposta a trauma è molto improbabile che mi metta sotto il letto per giorni.

Penso che sia importante per noi sapere se siamo di fronte ad un gatto impaurito, stressato o traumatizzato.
Sembra che l’effetto trauma possa essere ribilanciato anche se annidato da anni, ma la procedura ancora non la conosco


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne

Ultima Modifica di Aletto; 25-12-2023 at 19:41.
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Vecchio 26-12-2023, 19:28   #4
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Predefinito Re: Trauma, i suoi effetti

Longo post tempore, un post scriptum
Tempo fa è stato pubblicata una ricerca: “La mia paura non sarà mai la tua paura”
Avevo anche cominciato a scrivere qualcosa per postarlo qui, ma è decisamente troppo lungo, mi sono fermata al canone di parsimonia cognitivo, non sono più andata avanti per vostra fortuna
Vabbè che al massimo non si legge e si passa oltre.

@ Iska
però vedi che prima o poi tutto torna?


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 05-01-2024, 10:26   #5
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Predefinito Re: Trauma, i suoi effetti

Le lezioni per me sono state così traumatiche da non riuscire, al momento, a trasmettervi qualcosa di costruttivo ed utile dal punto di vista della conoscenza del trauma e dell’imprevedibile effetto domino sulla vita dell’individuo.

Adesso la consapevolezza, tangibile perché osservabile non solo dal comportamento ma anche dalle risonanze magnetiche, di essere di fronte ad esseri senzienti che ragionano ed agiscono con gli strumenti del trauma ha aggravato, caricandola di emozioni ed empatie, la narrazione che “loro sono come noi”, rendendola banale e riduttiva.
Ricordo che ormai anni fa lessi il libro del neurologo Oliver Sacks “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”.
Il titolo fa quasi sorridere, ma quel vissuto no.

Se io vedo un cane che non riconosce che quelle zampe sono le sue zampe e le morde fino all’amputazione delle falangi, il titolo di quel libro non mi fa sorridere più incuriosendomi fino ad acquistarlo e leggerlo.

Devo solo ringraziare che esistono comportamentalisti veterinari e neuroscienziati che lavorano in team e che sono in grado di assistere in dieci persone tutti i giorni con webcam notturna –per verificare anomalie dei ritmi del sonno- per osservare anche un solo individuo per mesi e mesi.
Il trauma, con la T maiuscola c’è e resta, lo si vede dalle alterazioni della risonanza magnetica del loro cervello uguale a quella dei soldati tornati dal Vietnam o Afghanistan e via dicendo, ma non deve essere una gabbia psicofisica per tutta la vita.
Sono a metà corso, ma ho paura ad andare avanti perché non riesco ad avere la giusta distanza che mi permetterebbe di empatizzare e razionalizzare.
La mia paura di essere inadeguata, inutile, è uguale alla loro paura e al oro senso di inutilità della vita.
Aiutare chi ti considera un problema, sia se esisti che se non esisti, è difficile.


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Vecchio 07-01-2024, 00:16   #6
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Predefinito Re: Trauma, i suoi effetti

@ Aletto
Già, prima o poi tutto torna.
Ultimamente riflettevo che però forse non è così totalmente negativo.
Se il ricordo traumatico si ripresenta in un momento di grande difficoltà, ripescare dalla pregressa esperienza riuscendo a estrapolare quanto ci può essere in termini di utilità contingente, può contribuire a levargli quella connotazione così totalmente negativa, che gli avevamo attribuito.
È possibile per noi umani, sarebbe possibile anche per gli animali?

Va' avanti, che non sei per niente inadeguata.
Grazie a te si apre davanti agli occhi un mondo inimmaginabile.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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Vecchio 07-01-2024, 09:04   #7
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Predefinito Re: Trauma, i suoi effetti

Il ricordo del Trauma è innescato da un nonnulla che appare non inerente al qui ed ora, e coinvolge il sistema nervoso autonomo, autonomo appunto, ossia indipendente dalla nostra volontà e coscienza.
La via di scampo c’è ma l’individuo traumatizzato non chiede aiuto, e se glielo offri per lui sei un problema proprio perché è dissociato dalla realtà.
Può mordere, graffiare, aggredire e scapparti da sotto il naso. E glielo devi lasciar fare.
La selezione stessa dei casi deve seguire, per aver dati attendibili, dei criteri molto precisi.
E prima di incontrare il Trauma dell’altro devi aver incontrato e risolto i tuoi traumi, qui volutamente indicati con la T e la t perché mi auguro che nessuno qui abbia incontrato quello con la T.

Iska, io non riuscivo a prendere sonno dopo le lezioni. Eppure eravamo stati avvisati che avremmo dovuto fare dei conti scomodi.

Sì, è possibile che una ferita diventi una feritoia, ma da soli se è quello con la T non ce la facciamo come non ce la fanno gli altri animali.
Se il Sé va in frantumi ogni pezzo diventa una come una scheggia di vetro tagliente, coinvolgendo corpo e mente.

Toccante rilevare che c’è nei professionisti del settore un altro amore tanto profondo per gli altri animali. Un amore empatico che ti fa dire: io così non ti lascio e se non ce la faccio coinvolgo altri umani fino a proteggerti nelle ore di veglia. Poi il sonno viene indotto con particolari metodi/senza farmaci, per recuperare le memorie perse. Toccante la tutela dell’anonimato per proteggere il soggetto traumatizzato da probabili riconoscimenti.

Tutto il resto, almeno per me, è come sottoporsi volontariamente ad una scossa elettrica.


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Vecchio 07-01-2024, 22:24   #8
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Predefinito Re: Trauma, i suoi effetti

Mi auguro anch'io che qui nessuno abbia subito un Trauma.
Con quelli con la t minuscola penso che più o meno quasi tutti ci abbiano avuto a che fare almeno una volta nella vita.
E appunto siccome ogni individuo è unico, unici sono anche i modi di percepirli e affrontarli.
Non oso o per meglio dire non sono in grado di immaginare cosa sia un Trauma, ma certo deve avere un impatto devastante su chi lo subisce e forse anche su chi cerca di portare aiuto.

Perdona la mia ignoranza, ma cosa sono le memorie perse?
Tipo quel cane che si mutila recupera la memoria di sè andata persa e prende coscienza che quelle dita fanno parte di lui, non sono altro da lui?

Tra gli animali dati frettolosamente in adozione per cercare di svuotare canili e gattili chissà quanti di loro hanno subito traumi e Traumi, poi vengono definiti ingestibili e si cerca di sbarazzarsene, aggravando così la loro sofferenza.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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Vecchio 07-01-2024, 22:25   #9
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Avevo inviato per due volte lo stesso messaggio, così l'ho cancellato


Iska la rossa dagli occhi di luna
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Vecchio 07-01-2024, 23:47   #10
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Le memorie perse vanno dalla normale necessità di nutrirsi alla memoria di progressi cognitivi conquistati durante la terapia. Il sonno ci serve quotidianamente anche per questo.
Il cane recupera, aveva anche altre manifestazioni motorie inadeguate e disconnesse dal contesto qui ed ora, hanno capito qual era l’evento scatenante casualmente proprio grazie al fatto che era monitorato a turno da ben dieci persone.
Detta in due parole, l’episodio scatenante attivava il marcatore somatico su un sistema corpo-mente-ambiente frammentato* e dissociato. Pensa che casino.
L’impatto su chi lo ha riabilitato è stato importante. La docente mentre ne parlava ne era consciamente e razionalmente scossa, il che sembra una contraddizione in termini ma è la sensazione che ho avuto assieme al rispetto e al coinvolgimento professionale del dolore del Trauma.
È riaffiorato il ricordo dell’odore pungente di sangue e del ferro che contiene che sentii da piccola quando il cane con cui sono cresciuta si fece male e lo portammo con mio padre dal veterinario, si fece male proprio ad un dito correndo su un terreno dissestato e dal veterinario mi sentii male.

Chi aiuta sa di non essere il benvenuto perché paradossalmente, come in quel caso, il soggetto è come se preferisse provocarsi un dolore conosciuto per toglierne un altro altrettanto conosciuto, piuttosto che cambiare dolore. Per cui lui ti vede come un problema. E sei un problema anche se non ci sei, perché non può ritrovarsi e può solo continuare con la sua non-vita.

Non parliamo di canili e gattili che sbolognano individui, magari catturati sani, traumatizzati poi, e affidati a persone ignare da volontari altrettanto ignari. Ricordo di aver conosciuto un cane catturato e vissuto in canile e poi adottato: non sapeva stare in un altro ambiente, ricercava sempre pareti e reti e si metteva fermo lì per ore. Quelli erano i suoi riferimenti sicuri in casa e in giardino. Cancellata ogni possibilità di spostare concetto di sicurezza, di base sicura, di attaccamento sicuro dal muro/rete all’umano di riferimento. Ecco, smetto altrimenti sclero.

*Per frammentato intendo proprio frammenti di un Sé che l’individuo non ritrova. Sono persi. E se li riincontra sono come schegge taglienti che l’individuo non può usare, in quanto taglienti, e non può ricomporre il Sé intero.


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