Io volevo solo dire che stavolta arrivo tardi, ma tutto sommato credo che voi non la pensiate affatto in modo diverso, in realtà:
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Originariamente inviato da SerenaF
credo che negare ad un gatto che dimostri di volerla la nostra affettività (come capita quando Edhel mi si mette nel piatto mentre sono a tavola per reclamare le coccole) o pensare che questo non sia affatto un suo bisogno, ma soltanto una proiezione antropocentrica che ostacola l'emergenza e lo sviluppo delle sue reali disposizioni, sia un misconoscimento della sua individualità non meno grave dell'ignorarne altre necessità.
Per come la vedo io, riconoscere che facciamo parte della sfera affettiva del nostro gatto non è automaticamente pensare che siamo al centro della sua esistenza (questo sarebbe eccessivamente presuntuoso anche riguardo al nostro compagno, a genitori, figli, ecc... che hanno motivazioni ben diverse da quelle di un gatto).
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Scusate se vi quoto random
ma prendo questa frase di Linguadigatto che riassume anche quello che a volte rispondo a mio marito, amante di tutti gli animali - ma che ha una predilezione per i cani - quando mi dice (ovviamente scherzando ed ovviamente con una visione antropocentrica
) che i gatti sono un po' "ingrati" perché non gli interessa il fatto che noi li nutriamo, li teniamo al caldo, gli diamo il nostro affetto, ecc... mentre i cani ci sono riconoscenti
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Originariamente inviato da Linguadigatto
sicuramente i nostri gatti ci vogliono bene, e a mio parere il fatto che lo facciano senza averne realmente bisogno rende il loro affetto ancora più prezioso rispetto a quello del cane, che costituisce a tutti gli effetti per lui una necessità. senza voler sminuire qui il cane.
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Il punto è, almeno secondo me, proprio questo: il cane (di cui non è neanche mia intenzione sminuire assolutamente l'affetto che può provare per un umano, perché non avrebbe proprio senso: sono semplicemente mondi diversi) ha bisogno del branco, sviluppa con l'uomo un legame diverso, cui ad esempio rimane fedele anche se viene maltrattato; perché necessità di identificarsi con il branco, come diceva Aletto, e non può farne a meno.
Il gatto, essendo essenzialmente individualista (tutto sommato un po' come noi, ma evito di fare considerazioni superficiali perché in realtà non ne ho le conoscenze) non "ha bisogno" di nessuno per sentirsi appagato; ma questo non toglie che si possa instaurare un legame con noi, che contribuisce al suo appagamento, credo.
Però questo affetto non è scontato. Certo, probabilmente nella maggiorate dei casi - per via della stretta vicinanza fisica fra noi e loro - alla fine un legame si viene a creare anche nei confronti di quelli che non sono i "proprietari" migliori del mondo, ma sono legami che si rafforzano e si consolidano con la fiducia e il tempo, e il gatto tutto sommato può benissimo toglierci quella fiducia che ci siamo guadagnati (infatti per questo sto tergiversando nel portare Muffin a sterilizzare dal vet
). Poi, non so, sicuramente non avrò capito diverse cose, ma io vedo il fascino del gatto anche in questo, non è scontato farsi voler bene da loro.