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Visualizza Versione Completa : Capriolo salvato e poi ucciso


Mialuce
14-04-2015, 20:33
Lo scrivo qui perché magari qualcuna di voi sa come funzionano queste cose.
http://www.ivg.it/2015/04/cane-salva-capriolo-storia-a-lieto-fine-a-calizzano/

Qua si racconta cosa è successo, ma il titolo purtroppo non rispecchia la realtà.
In breve, il cane dei vicini di casa di una mia amica ha dato l'allarme e ha permesso di ritrovare questa giovane femmina di capriolo, ferita e che non riusciva a muoversi.
La mia amica ha chiamato il 118 veterinario, hanno soccorso il capriolo e l'hanno portato via, la mia amica pensava all'ENPA.
Oggi, dopo varie telefonate per sapere come stava l'animale, ha scoperto che come animale selvatico non era di competenza dell'ENPA ma dell'ATC(ambiti territoriali di caccia). Il veterinario ha detto che il capriolo a causa dell'infezione non sarebbe sopravvissuto e hanno proceduto all'eutanasia :(. Io credo che non abbiano neppure provato a curarlo.
Chi l'ha soccorso si è pentito di aver chiamato il 118 e non aver provato a curarlo privatamente, si poteva anche fare una colletta, ma alle rimostranze l'ATC ha risposto che non sarebbe stato legale, che l'animale era proprietà dello stato.
Quindi la gioia di ieri per aver salvato un giovane capriolo si è trasformata in grande tristezza.

violapensiero
14-04-2015, 20:50
Ma perchè?:cry:

ElenaRolfi
14-04-2015, 21:49
Guarda, io sono biologa e forse qualcuno potrebbe pensare che sono di parte. Sto frequentando proprio in questi giorni uno Stage per il recupero della fauna selvatica presso un centro di recupero certificato C.R.A.S., che collabora con altri enti come l'ENPA per esempio. Ti posso dire che il salvataggio degli animali che arrivano a questi centri prevede il rilascio dell'animale rimesso in sesto nel 49% dei casi. Il 30% degli animali muore naturalmente nel giro delle prime 48 ore da quando arriva nel centro di recupero. La restante parte degli animali è in condizioni talmente gravi che il veterinario non può fare nulla, nè per alleviargli le sofferenze del momento, nè per garantirgli (sempre se l'eventuale operazione vada a buon fine) una vita secondo natura e autonoma.
Sono scelte che spesso le persone non comprendono, perchè appunto dicono "ma come, io ti ho portato un capriolo per salvargli la vita e tu lo uccidi?"..ma credetemi che i veterinari non si divertono a praticare eutanasia, è semplicemente la soluzione "migliore" per quanto riguarda appunto il dolore provato dall'animale e i disagi futuri dopo l'eventuale intervento.

NekoRika
15-04-2015, 08:32
Io personalmente non lo trovo giusto. Se un animale è in fin di vita, non si può fare nulla per lui o comunque ci si ritrova davanti ad una situazione irrecuperabile è un conto, ma fare l'eutanasia ad un animale perché non lo si può rimettere in natura in seguito o per eventuali complicazioni post-operatorie è assurdo. Esistono i giardini zoologici, le riserve, e sono sicura che esista anche qualche privato che se ne prenderebbe cura se potesse. Uccidere un animale perché non lo si può rimettere in natura subito dopo, con la scusa del "è selvatico e proprietà dello stato", mi sembra solo una crudeltà e un non volerci neanche provare seriamente. Prima si dovrebbe operare e adoperarsi perché l'animale rimanga in vita, e poi pensare se si può reintrodurre o se è il caso di pensare ad altre soluzioni.

ElenaRolfi
15-04-2015, 09:02
Io personalmente non lo trovo giusto. Se un animale è in fin di vita, non si può fare nulla per lui o comunque ci si ritrova davanti ad una situazione irrecuperabile è un conto, ma fare l'eutanasia ad un animale perché non lo si può rimettere in natura in seguito o per eventuali complicazioni post-operatorie è assurdo. Esistono i giardini zoologici, le riserve, e sono sicura che esista anche qualche privato che se ne prenderebbe cura se potesse. Uccidere un animale perché non lo si può rimettere in natura subito dopo, con la scusa del "è selvatico e proprietà dello stato", mi sembra solo una crudeltà e un non volerci neanche provare seriamente. Prima si dovrebbe operare e adoperarsi perché l'animale rimanga in vita, e poi pensare se si può reintrodurre o se è il caso di pensare ad altre soluzioni.

Bellissimo discorso, ma purtroppo non è cosí che funziona. La quantitá di animali che arriva ai centri è davvero esorbitante rispetto alle disponibilitá di spazio, di personale adeguato, di soldi per il mantenimento. É successo recentemente di dover eutanasizzare una civetta rimasta cieca in un incidente. Purtroppo, per quanto a chi non è del mestiere possa sembrare tenera e carina, la civetta é un rapace notturno e senza la vista non può tornare a cacciare autonomamente. Sarebbe finita in una voliera di 2x2 metri quadri, alimentata a quaglie morte. Sai quanti km può percorrere in natura una civetta durante il volo? É come se ti facessero passare il resto della vita legata a una corda alimentata a omogeneizzati. Certo, sarebbe bellissimo avere centri con voliere di km quadrati, e avere i soldi per comprare topi e altri piccoli mammiferi vivi da dare in pasto ad animali del genere. Forse, dico forse, sarebbe un po'meglio. Non è così però, e non sarebbe comunque paragonabile a una vita in natura. E le civette non si prestano a diventare animali da compagnia e a ricevere le coccole e le attenzioni che riserviamo a gatti e cani.

NekoRika
15-04-2015, 10:02
tu che sei dell'ambiente di certo ne sai più di me e io alla fine parlo da ignorante (quello che so lo so tramite documentari e affini), ma la cecità non mi sembra un motivo di soppressione... Un rapace cieco non penso si sognerebbe di volare per km, una voliera (ovviamente grande) non mi sembrava una brutta soluzione, almeno per provare e vedere come va. È vero che così facendo l'animale non sarebbe più stato libero, ma per i rapaci l'addomesticamento non è impossibile. Più difficile senza la vista, ma un tentativo si poteva fare. Magari sono io a vedere le cose in modo utopico, ma del resto quanti animali selvatici vivono in cattività? Nei giardini zoologici ci sono volatili nelle voliere, volatili che in natura vivrebbero liberi e percorrerebbero chilometri e chilometri eppure vivono anche lì, magari perché nati in cattività o per altri motivi. Anche i criceti nelle nostre case in natura vivono liberi nelle steppe eppure in casa li teniamo in gabbie di un metro o meno quando va bene (non entro nel discorso della cattiva gestione, mi limito a parlare di animali tenuti bene), e anche se non sono addomesticabili al 100% vivono bene, amati e con tutto quello che possiamo dar loro a disposizione. Perché una civetta no? Ci sono stati casi di animali selvatici soccorsi in situazioni molto gravi, posso citare nutrie e ricci. Una nutria con la spina dorsale rotta verrebbe soppressa subito se portata alla forestale, invece curata privatamente è ancora viva e vegeta, felice e munita di carrellino per sopperire alla mancanza di non poter muovere le zampe posteriori. So che una nutria è di facile addomesticamento rispetto ad un rapace, è un animale mite e la si può tenere in casa libera come un coniglio e mangia verdure ed erba, ma non è male almeno provarci valutando da caso a caso... Che poi sia illegale detenere animali selvatici è relativo, se non sbaglio la legge dice che in rari casi in cui un animale non possa essere reintrodotto in natura in modo definitivo chi lo ha soccorso e se ne è occupato (e c'è quindi stato un addomesticamento) se ne può prendere le responsabilità e tenerlo con sé, se non sbaglio

ElenaRolfi
15-04-2015, 11:05
tu che sei dell'ambiente di certo ne sai più di me e io alla fine parlo da ignorante (quello che so lo so tramite documentari e affini), ma la cecità non mi sembra un motivo di soppressione... la cecitá è un elemento fortemente invalidante per qualsiasi predatore naturale. Un predatore che non riesce a cacciare è destinato a morire ben presto, appena rilasciato in natura. La soppressione subentra ogniqualvolta l'animale una volta rimesso in sesto, sempre che si possa fare, non sia più autonomo e non possa piú esercitare la sua natura.

Un rapace cieco non penso si sognerebbe di volare per km purtroppo, o per fortuna, gli animali non sono coscienti del tutto riguardo al loro stato. Per cui una civetta seppur cieca tenderá sempre a espletare il suo istinto, cioè quello di volare per grandi distanze. Il non poterlo fare sarebbe sicuramente molto frustrante [/QUOTE]

una voliera (ovviamente grande) non mi sembrava una brutta soluzione, almeno per provare e vedere come va. È vero che così facendo l'animale non sarebbe più stato libero, ma per i rapaci l'addomesticamento non è impossibile. Più difficile senza la vista, ma un tentativo si poteva fare. addomesticamento da parte di chi? Ripeto, nei cras non c'è abbastanza spazio, personale e soldi. Un privato a maggoor ragione non credo sarebbe in grado di occuparsi adeguatamente di un rapace, o di un capriolo..più facile ovviamente per un riccio.

ma del resto quanti animali selvatici vivono in cattività? Nei giardini zoologici ci sono volatili nelle voliere, volatili che in natura vivrebbero liberi e percorrerebbero chilometri e chilometri eppure vivono anche lì, magari perché nati in cattività o per altri motivi. infatti io non condivido le voliere nei parchi e bioparchi. Il resto degli animali, SE nati in cattivitá, non soffre come potrebbe soffrire un animale catturato.

Anche i criceti nelle nostre case in natura vivono liberi nelle steppe eppure in casa li teniamo in gabbie di un metro o meno quando va bene (non entro nel discorso della cattiva gestione, mi limito a parlare di animali tenuti bene), e anche se non sono addomesticabili al 100% vivono bene, amati e con tutto quello che possiamo dar loro a disposizione. forse parli dei cani delle praterie? Dei criceti domestici penso si possa parlare di selvaticitá allo stesso livello del gatto attuale, cioè quasi zero....

Perché una civetta no? Ci sono stati casi di animali selvatici soccorsi in situazioni molto gravi, posso citare nutrie e ricci. Una nutria con la spina dorsale rotta verrebbe soppressa subito se portata alla forestale, invece curata privatamente è ancora viva e vegeta, felice e munita di carrellino per sopperire alla mancanza di non poter muovere le zampe posteriori. So che una nutria è di facile addomesticamento rispetto ad un rapace, è un animale mite e la si può tenere in casa libera come un coniglio e mangia verdure ed erba, ma non è male almeno provarci valutando da caso a caso... secondo me non è una cosa fattibile. Per le nutrie sicuramente di più. Poi curata privatamente cosa significa? Portarlo dal proprio vet di fiducia che abitualmente tratta cani e gatti? A spese di chi? La gente che porta gli animali al cras il 90% dei casi sparisce subito dopo.

ElenaRolfi
15-04-2015, 11:31
Ho risposto un po'velocemente perchè ero a lezione. Non volevo imporre la mia opinione a nessuno, e spero di non passare per una fautrice di assassinii...spiace anche a me sentire che un animale è stato eutanasizzato, ho cercato di spiegare le motivazioni e la casistica in cui questa pratica viene svolta.

Mialuce
15-04-2015, 11:51
Io mi rendo conto che in certi casi probabilmente non si possa fare altrimenti.
Ma...lei, era questa:
http://i597.photobucket.com/albums/tt51/Yvelise/Gatti/Capriolo.jpg

foto fatta mentre aspettavano i soccorsi. Ferita ad una zampa, non pareva messa così male da non poter essere curata. Qui è zona di vera campagna, molti hanno cascine con terreni cintati.
La mia parrucchiera ad esempio ha un capriolo, trovato cucciolo vicino alla madre morta...solo che è stata così accorta da non chiamare il 118, l'ha curato da solo, sta in un terreno con delle caprette nane, con lei è quasi un cagnolino.
Avessero almeno chiesto, prima di sopprimerla, se c'era qualcuno disposto a farsene carico. Si sarebbe trovato, mio suocero ad esempio ha una cascina con tantissimo terreno cintato...è in mezzo ad un bosco, certo non è la vita in natura ma poteva essere una vita degna.
La mia amica aveva lasciato il suo numero, ovviamente nessuno l'ha richiamata ed è stata lei ad interessarsi poi della sorte del capriolo.
Inutile dire che per chi l'ha trovata e chi, come me, ha seguito in diretta la vicenda questa storia fa male.

NekoRika
15-04-2015, 12:17
Ho curato di tasca mia diversi gatti, mi sono messa in casa un gatto fiv+ con sintomi, che costa... E lo rifarei, così come per un gatto anche per un animale selvatico. E ci sono altre persone che lo hanno fatto o lo faranno... Ovviamente nei limiti delle proprie possibilità, perché un capriolo (per chi non ha gli spazi) è un conto, un riccio o qualsiasi altro animale piccino è un altro. Ci sono tante persone che mollano gli animali a veterinari, guardie forestali, canili e non lasciano nemmeno un euro ma non tutti sono così, e io penso che in alcuni casi, come appunto quello del capriolo, la questione fosse risolvibile in un modo diverso dalla'eutanasia affrettata. Ormai è inutile parlarne perché il povero capriolo non c'è più, ma non condivido, specialmente non per un animale che dopo essere stato curato poteva essere sistemato a casa di qualcuno. Senza contare che una telefonata a chi lo aveva soccorso non sarebbe stata male... Capisco che ognuno ha il suo punto di vista, ma che tristezza... Alla fine da questi discorsi quello che ne esce è che chi ha soccorso l'animale e lo ha portato a sue spese da un veterinario esperto in esotici (o ha cambiato 4-5 veterinari fino a trovare quello giusto), con un po' di fortuna lo ha salvato. Portarlo a chi dovrebbe occuparsene, se le cose sono un po' più complicate del previsto, può significare ucciderlo. Una ferita alla zampa, anche se grave o infettata... Un animale vive anche con tre zampe, proprio male male che vada :(

laura
15-04-2015, 13:25
un paio di anni fa ho trovato un leprotto ferito...aveva una zampetta rotta e quindi per lui sarebbe stato difficile sopravvivere cosi ho chiamato l'enpa di Milano...l'ho portato li fiduciosa...pensando che so...che avrebbero tagliato la zampetta ma che poi magari sarebbe stato recuperato in un luogo idoneo...
il giorno dopo ho chiamato e lo avevano soppresso con la motivazione che non si poteva rimettere in natura.....sono rimasta malissimo se avessi saputo avrei aspettato e mi sarei informata meglio perché intanto lo stavo tenendo nel mio bagno di casa, ho poi scoperto che c'erano altri centri in cui avrei potuto portarlo..........mi dispiace molto per il capriolo...capisco le tante motivazioni ma a volte credo siano un po' troppo frettolosi nel liberarsi del problema....opinione personale ehh

devash
15-04-2015, 15:43
:cry::cry::cry:

ElenaRolfi
15-04-2015, 17:57
Mi dispiace non essere riuscita a trasmettervi lo spirito con cui vengono affrontate queste dinamiche dal personale addetto. Ognuno si tenga le sue opinioni, ben venga il confronto.

spritz
15-04-2015, 18:53
Mi dispiace non essere riuscita a trasmettervi lo spirito con cui vengono affrontate queste dinamiche dal personale addetto. Ognuno si tenga le sue opinioni, ben venga il confronto.

Io ho seguito il tuo discorso, e lo trovo triste ma giusto. Credo anche che a volte i veterinari (le esperienze che ho sentito sono relativi a vet privati per cani e gatti ma credo valga in generale) ci vadano un po leggeri con l'eutanasia.
Però capisco che sia un problema di costi e di gestione e del fatto che la maggior parte della gente se ne frega degli animali e che quindi i veterinari partano un po prevenuti.

iottisan
16-04-2015, 11:34
Qua da noi fortunatamente c'è il Centro Recupero Fauna Selvatica "Il Pettirosso".
In caso di segnalazioni al 118 la chiamata viene dirottata direttamente a loro, 24 ore su 24 e l'animale viene portato nella loro struttura e lì curato. Di solito i volontari prestano i primi soccorsi e, se il caso è grave, viene chiamato il veterinario.
Ogni anno vengono liberati tantissimi animali dopo averli recuperati, solitamente in parchi naturali o in oasi, dove poi non possano venir cacciati.

L'eutanasia viene loro praticata solamente se la sofferenza è troppa e se non ci sono possibilità di guarigione.
Gli animali che non possono essere liberati rimangono ospiti in struttura, in appositi recinti dove vengono quotidianamente accuditi dai volontari.

Oltre che di caprioli si occupano di tutti gli animali selvatici, dai lupi e linci fino ai ricci, dai più grandi rapaci agli uccellini cittadini.
Ogni animale viene accolto, curato e se possibile rimesso in natura.
Ognuno può portare un animale trovato ferito o vagante senza dover pagare assolutamente nulla. Può lasciare una donazione se vuole, ma non è obbligatorio.

Io stessa ho fatto volontariato per qualche tempo in quella struttura e ho portato da privato cittadino una decina di animaletti, tra uccellini feriti o caduti dal nido, e un riccio disidratato per il troppo caldo. Tutti gli animali vengono trattati con la stessa misura.

Credo che ogni città dovrebbe avere una realtà del genere.

E mi pare assurdo ciò che si è verificato per il capriolo in questione. Sono allibita. Ma forse perché qua a Modena siamo abituati troppo bene.
Penso però che una vita è una vita, e un capriolo ferito deve avere le stesse possibilità di un cane o un gatto feriti. Così come un uccellino, un riccio o uno scoiattolo.

Mialuce
16-04-2015, 11:48
Però capisco che sia un problema di costi e di gestione e del fatto che la maggior parte della gente se ne frega degli animali e che quindi i veterinari partano un po prevenuti.

Ok, però una telefonata costava veramente poco, visto che la mia amica aveva lasciato il numero, quindi non era il caso di persone che se ne lavano le mani. Non credo ci fosse tutta questa fretta di sopprimerlo.
Poi la poca chiarezza delle informazioni, a chi l'ha trovata hanno detto che sarebbe stata portata all'Enpa, invece è finita tra i cacciatori.
Il vet quando la mia amica ha chiamato stava per liquidarla seccato, poi quando gli ha detto che la storia del ritrovamento era finita sul giornale ha cambiato subito tono.
Insomma, nel complesso una brutta storia, la sensazione che da una parte ci si è dati tanto da fare per salvarla, dall'altra chi l'ha presa in carico se ne è fregato nel modo più assoluto.
Poi siccome della storia qui se n'è parlato parecchio ho saputo che il mio vet se gli porti un capriolo ferito lo cura, alle cose legali pensa dopo. Averlo saputo prima.

ElenaRolfi
16-04-2015, 19:09
Ogni anno vengono liberati tantissimi animali dopo averli recuperati, solitamente in parchi naturali o in oasi, dove poi non possano venir cacciati. essere liberato in realtà non vuol dire finire in un parco naturale o in un'oasi. Dovrebbe voler dire ritornare alla vita selvatica.

L'eutanasia viene loro praticata solamente se la sofferenza è troppa e se non ci sono possibilità di guarigione. è così che avviene sempre!
Gli animali che non possono essere liberati rimangono ospiti in struttura, in appositi recinti dove vengono quotidianamente accuditi dai volontari. benissimo! a poterselo permettere, è una buonissima cosa!!! spero che siano tenuti bene :)


Credo che ogni città dovrebbe avere una realtà del genere. d'accordissimo, anche se un CRAS in piazzale Loreto a Milano (tanto per dire) lo vedo un po' male. purtroppo la città stessa si deve appoggiare alla provincia....

E mi pare assurdo ciò che si è verificato per il capriolo in questione. Sono allibita. Ma forse perché qua a Modena siamo abituati troppo bene.
Penso però che una vita è una vita, e un capriolo ferito deve avere le stesse possibilità di un cane o un gatto feriti. Così come un uccellino, un riccio o uno scoiattolo. Ma è successo proprio quello che hai citato anche tu prima, riguardo all'eutanasia! Non è diverso il discorso, per quel capriolo!

Ok, però una telefonata costava veramente poco, visto che la mia amica aveva lasciato il numero, quindi non era il caso di persone che se ne lavano le mani. Non credo ci fosse tutta questa fretta di sopprimerlo. Fretta?! Ma i veterinari DI FAUNA SELVATICA non giocano mica eh...sanno bene con che problematiche hanno a che fare e quali sono i rischi e gli ostacoli nell'affrontarle. Molto spesso una scelta saggia e responsabile viene interpretata come un "volersene sbarazzare"......quando a loro cosa ne verrebbe in tasca?

Poi la poca chiarezza delle informazioni, a chi l'ha trovata hanno detto che sarebbe stata portata all'Enpa, invece è finita tra i cacciatori. Per chi non lo sapesse, l'ENPA è direttamente in contatto con gli enti di salvataggio della fauna selvatica, e questi ultimi sono sovvenzionati e finanziati proprio dai cacciatori (paradosso dei paradossi, ma è così. I cacciatori pagano circa 500 euro all'anno per esercitare il loro simpatico hobby, e questi soldi vanno devoluti a centri di recupero della fauna con cui loro stessi sono in contatto)

Poi siccome della storia qui se n'è parlato parecchio ho saputo che il mio vet se gli porti un capriolo ferito lo cura, alle cose legali pensa dopo. Averlo saputo prima. Bravissimo il tuo vet, ma siamo sicuri che sappia trattare un capriolo ferito? Se così fosse, non esisterebbero i veterinari specializzati in fauna selvatica, credo.

P.S. Spero che il mio multiquote non risulti antipatico!!!, ma così mi riesce più facile rispondere, altrimenti vado in pappa e mi dimentico le cose che voglio dire!

Mialuce
16-04-2015, 19:32
Elena, il veterinario che ha fatto l'eutanasia non è un veterinario specializzato in fauna selvatica, in questa provincia purtroppo non esiste niente di simile ad un centro di recupero per la fauna selvatica. E' un vet che ha uno studio privato in cui cura cani e gatti e poi avrà una convenzione con l'ATC.
Hanno portato il capriolo al suo studio, ha valutato che non poteva curarlo e l'ha soppresso.
Aveva ragione? Vorrei poter pensare di sì, che almeno il ritrovamento sia servito a risparmiare all'animale ulteriori sofferenze. La sensazione però è che se la mia amica invece di fidarsi delle persone mandate dall'ATC (che poi si è saputo dopo non sono altro che due cacciatori di un paese qui vicino) avesse magari insistito per accompagnarli le cose potevano andare diversamente. Però non conoscendo come funzionano le cose s'è immaginata che l'ENPA avesse appunto un posto dove curare gli animali selvatici.

Neppure il mio vet è specializzato, però ho saputo che ne ha già curati con successo. D'altra parte qui siamo in campagna e non esiste il vet specializzato solo in piccoli animali. Ora lui non va più in giro, va la figlia che si sta facendo le ossa, ma curano anche mucche, capre, ecc.

Io invece faccio casino con i multiquote, quindi rispondo in blocco :)

iottisan
17-04-2015, 07:53
essere liberato in realtà non vuol dire finire in un parco naturale o in un'oasi. Dovrebbe voler dire ritornare alla vita selvatica.

Mi pare di sognare con questi commenti scusa..... Ma hai idea di quello che stai dicendo??? Nel parco naturale gli animali vivono liberi esattamente come se fossero in un altro posto. Non ci sono recinzioni né niente. Hai presente il Parco Naturale del Gran Sasso? O quello dell'Adamello Brenta? Solo per citarne due tra i più famosi. Cosa credi, che siano zone recintate? Sono semplicemente zone in cui non è permessa la caccia, dove non è permesso disboscare e i prodotti della natura possono essere raccolti soltanto dietro regolamentazione, dove non si può costruire cose come condomini di 18 piani o centri commerciali.... posti insomma dove la natura viene salvaguardata.
Cosa facciamo, salviamo il capriolo investito, lo curiamo, lo rimettiamo in salute e poi lo liberiamo nella riserva di caccia?

Io mi auguro che tu ti stia soltanto divertendo a creare un po' di caos in questo 3d, perché altrimenti non hai idea di quello di cui stai parlando.


d'accordissimo, anche se un CRAS in piazzale Loreto a Milano (tanto per dire) lo vedo un po' male. purtroppo la città stessa si deve appoggiare alla provincia....

Ecco come parlare per dare aria ai denti. Ma ti pare sensato quello che dici? Chiaro che una struttura del genere dev'essere in un'area idonea e non può essere in centro città!

Io non so quanti anni tu abbia, ma dai tuoi commenti mi par chiaro che prima di sputare sentenze dovresti vivere un po' nel mondo reale.

iottisan
17-04-2015, 08:52
Ah e aggiungo che se il problema era una brutta ferita, anche infetta, alla zampa... bé, una zampa non è un organo vitale.
Si può vivere benissimo senza una zampa, e gli animali sono capaci di adattarsi molto meglio degli esseri umani alla disabilità.

Leggetevi questo
http://www.geapress.org/altre-news/vicenza-capriolo-senza-una-zampa-in-difficolta-ringrazia-luomo-facendosi-accarezzare/57341

Situazione simile finita in modo ben diverso.

Poi, non essendo presente chiaramente non so della situazione clinica dell'animale soppresso. Certo è che da quello che ho capito è stato tutto moooolto veloce, troppo, credo, per dargli una possibilità.

Non è giusto che a seconda delle mani in cui capitano queste bestie, esse siano destinate a vivere o morire....

NekoRika
17-04-2015, 09:45
Sapete cos'ho capito di sicuro da questo thread? Che se trovo un animale ferito, ho qualche soldo da spenderci e non mi si crea un problema insormontabile (ovvero se ho gli spazi per accoglierlo in caso nessuno possa tenerlo) lo porto da uno, due, tre, quattro privati finché non trovo quello che prova a curarmelo piuttosto che chiamare le istituzioni. Perché dite quello che volete ma la storia del capriolo non mi piace per niente, e neanche quella della lepre citata in basso. Un animale con tre zampe vive tranquillamente, ma anche con due se vogliamo dirla tutta, e sopprimerli per non volersi occupare della ferita e del post-operatorio o con la scusa che non ci sono strutture o perché non è un tipo di ferita da poter operare e rimetterlo in natura il giorno dopo (in una zona dove ci sono persone che hanno casolari e stalle dove farlo stare), lo trovo allucinante. Poi ovvio che non ero presente e il capriolo magari aveva altri problemi, ma magari no, dato che è stato tutto tutt'altro che chiaro a quanto pare. Io trovo che sia più importante che l'animale sia vivo, rispetto che libero/selvatico. Che poi anche lì è relativo perché ci sono casi in cui si potrebbe liberare nuovamente l'animale dopo una o due settimane di degenza.
Se poi si parla solo di soldi, fondi e strutture è tutt'altro discorso, ma fare l'eutanasia ad un animale perché non si sa dove metterlo NON mi sembra un'opzione che chiunque abbia un po' di cuore farebbe.

iottisan
17-04-2015, 10:14
Leggete anche di questi fatti, avvenuti a Macerata nel 2012
http://www.studiocataldi.it/news_giuridiche_asp/news_giuridica_12412.asp

Storia molto, troppo, simile

ElenaRolfi
17-04-2015, 12:54
Mi pare di sognare con questi commenti scusa..... Ma hai idea di quello che stai dicendo??? Nel parco naturale gli animali vivono liberi esattamente come se fossero in un altro posto. Non ci sono recinzioni né niente. Hai presente il Parco Naturale del Gran Sasso? O quello dell'Adamello Brenta? Solo per citarne due tra i più famosi. Cosa credi, che siano zone recintate? Sono semplicemente zone in cui non è permessa la caccia, dove non è permesso disboscare e i prodotti della natura possono essere raccolti soltanto dietro regolamentazione, dove non si può costruire cose come condomini di 18 piani o centri commerciali.... posti insomma dove la natura viene salvaguardata.
Cosa facciamo, salviamo il capriolo investito, lo curiamo, lo rimettiamo in salute e poi lo liberiamo nella riserva di caccia?

Io mi auguro che tu ti stia soltanto divertendo a creare un po' di caos in questo 3d, perché altrimenti non hai idea di quello di cui stai parlando.

Non so di cosa ti occupi nella vita, ma in ogni caso non devi venire a fare la lezione a una biologa. Modera l'atteggiamento perchè mi pare proprio fuori luogo. Per la cronaca, col termine parco avevo erroneamente inteso un bioparco o giardino zoologico. Se un aninale è rimesso in natura comunque non c'è bisogno di portarlo in una riserva o in un parco, va invece reintrodotto nel SUO ambiente originale, con tutti i rischi e pericoli che esso comporta naturalmente. Scusa ma l'esame di Conservazione delle Specie l'ho dato mica a caso, visto che fai tanto la splendida.

Per quanto riguarda il resto dei tuoi commenti, per me finisce qua, non sei degna nemmeno della mia considerazione, viste le risposte e il modo in cui ti sei posta.

ElenaRolfi
17-04-2015, 13:11
Sapete cos'ho capito di sicuro da questo thread? Che se trovo un animale ferito, ho qualche soldo da spenderci e non mi si crea un problema insormontabile (ovvero se ho gli spazi per accoglierlo in caso nessuno possa tenerlo) lo porto da uno, due, tre, quattro privati finché non trovo quello che prova a curarmelo piuttosto che chiamare le istituzioni. Perché dite quello che volete ma la storia del capriolo non mi piace per niente, e neanche quella della lepre citata in basso. Un animale con tre zampe vive tranquillamente, ma anche con due se vogliamo dirla tutta, e sopprimerli per non volersi occupare della ferita e del post-operatorio o con la scusa che non ci sono strutture o perché non è un tipo di ferita da poter operare e rimetterlo in natura il giorno dopo (in una zona dove ci sono persone che hanno casolari e stalle dove farlo stare), lo trovo allucinante. Poi ovvio che non ero presente e il capriolo magari aveva altri problemi, ma magari no, dato che è stato tutto tutt'altro che chiaro a quanto pare. Io trovo che sia più importante che l'animale sia vivo, rispetto che libero/selvatico. Che poi anche lì è relativo perché ci sono casi in cui si potrebbe liberare nuovamente l'animale dopo una o due settimane di degenza.
Se poi si parla solo di soldi, fondi e strutture è tutt'altro discorso, ma fare l'eutanasia ad un animale perché non si sa dove metterlo NON mi sembra un'opzione che chiunque abbia un po' di cuore farebbe.


Sono in parte d'accordo col tuo discorso e lo capisco bene, io purtroppo ho "i piedi in due scarpe" e la vedo anche dal punto di vista dei CRAS e condivido per deviazione """"professionale"""" il discorso del mantenimento della selvaticitá.
la cosa da augurarsi davvero è che sempre meno animali finiscano vittime di trappole, spari (quindi anche caccia), reti, e altri elementi di disturbo di derivazione antropica.

Mialuce
17-04-2015, 13:17
Ah e aggiungo che se il problema era una brutta ferita, anche infetta, alla zampa... bé, una zampa non è un organo vitale.


Era esattamente questo, una ferita alla zampa, la mia amica ha detto che quando sono andati per prenderlo si è alzata ed ha fatto qualche passo ed uno dei cacciatori ha commentato che probabilmente aveva qualcosa al tendine.
Però non pareva proprio un animale in fin di vita già fortemente debilitato dall'infezione.
Non so se poteva guarire, ma certamente non ci hanno nemmeno provato a curarlo, è questo che fa tanta rabbia! La storia sembra esattamente come quella che hai postato, iottisan.

La mia amica ha chiamato la forestale, che l'ha dirottata al 118 e qui le hanno detto che mandavano qualcuno, si pensava l'ENPA, solo dopo abbiamo saputo che l'ENPA non è competente, quando lei ha chiamato e le hanno detto che non ne sapevano nulla e che comunque non è a loro che li portano, ma le hanno dato il numero di un signore e da qui con una serie di telefonate si è risaliti al veterinario.

Certo che se dovesse ricaricare come dice Neko mai più chiamare il 118! Se si fosse chiamato subito l'ENPA forse tutto sarebbe stato più chiaro e sarebbe andata diversamente...ma purtroppo con i se non si fa nulla. Continua a farmi rabbia e dispiacere questa storia.

violapensiero
17-04-2015, 13:53
A nome di tutto lo Staff, informo gli utenti che il thread viene chiuso momentaneamente per qualche ora, per raffreddare gli animi. Verrà riaperto.
Nel frattempo, capiamo sicuramente che l'argomento davvero è delicato e scalda molto, ma questo non deve essere la scusa per esprimere le proprie opinioni in modo poco consono. Invitiamo tutti alla calma, purtroppo il capriolo non tornerà in vita, ma è bene sapere come operare in casi del genere, per evitare lo stesso risultato in futuro.