diego
29-06-2015, 10:54
Sono passati esattamente 11 anni da quando se n'è andato il mio primo micio.
Aveva probabilmente un mesetto o poco più, ce lo portò un signore vicino di casa che venne dalle nostre parti per una breve vacanza.
Ci raccontò di aver trovato, al rientro da una cena, un topino nero nel suo giardino. Era notte e faceva caldo, decise di lasciarlo lì sperando che i miagolii richiamassero mamma gatta. Invece al mattino era ancora lì, in un angolino del suo giardino stanco e affamato. Per qualche giorno se ne occupò lui fin quando un rientro di svariate ore lo portò a chiedere consiglio a noi.
Ti guardai panterotto, piccolo quanto il pugno di un tredicenne, morbido e con due occhioni che non dimenticherò mai. Facesti breccia pure nel cuore di mio padre che con gli animali non va affatto d'accordo "io non ne voglio sapere niente, sia chiaro" e poi la sera tornava con pappette e giochini per farti contento.
Ti chiamai Baghera perché un micio nero è solo una pantera in miniatura e perché mi seguivi ovunque. Una mattina decidemmo di andare in piscina, preparammo la tua cesta e venisti con noi. Ricordo che pure i proprietari si innamorarono di te e ci lasciarono una stanzetta fresca dove farti riposare nelle ore calde. Ti piacque un sacco camminare nell'erbetta all'ombra dei pini senza mai allontanarti troppo dalle mie gambe e dalla pappa, brutto mangione che eri!
Ci abituammo tutti a te, ormai avevi le tue cosine, le pappine nelle ore stabilite, gli spuntini iniziavo ad essere di pappa vera ma un giorno verso le tre del pomeriggio notai che non stavi bene; mogio più del solito faticavi a camminare e a mangiare. La vet apriva alle 4, nella breve attesa nessuno si sarebbe aspettato quello che successe: ti trasformasti in una fogliolina d'autunno pronta a lasciare il tuo albero.
Non mi staccai un attimo da te, non me lo permettevano le tue fusa forti come un trattore, ti portai addirittura in braccio per quei 100metri che ci separavano dalla dottoressa.
Purtroppo non c'era niente da fare, eri troppo piccolo per fare indagini approfondite e le probabilità erano contro di noi. La diagnosi era certa al 90%, purtroppo non ricordo la malattia ma era un morbo scoperto da qualche tedesco.
Non ricordo se ci furono dei tentativi o se l'unica via era la punturina, ricordo solo che anche quando te la fece tu eri tra le mie braccia e non ti ho staccato fin quando non si sono spente le tue rumorosissime fusa.
Quest'inverno, tanti tanti tanti anni dopo è arrivata un'altra piccola trovatella, aveva poche probabilità anche lei ma mi sono informato di più, ho cercato tanti veterinari per aiutarla, non ho dormito la notte per darle pappe e medicine, mi sono iscritto in questo forum spulciando tutti i consigli e trucchi che con te non ho usato piccolino.
Spero tu sia stato felice in quelle poche settimane di vita micino mio, perché io ho imparato tantissimo da te e ti ricordo sempre!
Aveva probabilmente un mesetto o poco più, ce lo portò un signore vicino di casa che venne dalle nostre parti per una breve vacanza.
Ci raccontò di aver trovato, al rientro da una cena, un topino nero nel suo giardino. Era notte e faceva caldo, decise di lasciarlo lì sperando che i miagolii richiamassero mamma gatta. Invece al mattino era ancora lì, in un angolino del suo giardino stanco e affamato. Per qualche giorno se ne occupò lui fin quando un rientro di svariate ore lo portò a chiedere consiglio a noi.
Ti guardai panterotto, piccolo quanto il pugno di un tredicenne, morbido e con due occhioni che non dimenticherò mai. Facesti breccia pure nel cuore di mio padre che con gli animali non va affatto d'accordo "io non ne voglio sapere niente, sia chiaro" e poi la sera tornava con pappette e giochini per farti contento.
Ti chiamai Baghera perché un micio nero è solo una pantera in miniatura e perché mi seguivi ovunque. Una mattina decidemmo di andare in piscina, preparammo la tua cesta e venisti con noi. Ricordo che pure i proprietari si innamorarono di te e ci lasciarono una stanzetta fresca dove farti riposare nelle ore calde. Ti piacque un sacco camminare nell'erbetta all'ombra dei pini senza mai allontanarti troppo dalle mie gambe e dalla pappa, brutto mangione che eri!
Ci abituammo tutti a te, ormai avevi le tue cosine, le pappine nelle ore stabilite, gli spuntini iniziavo ad essere di pappa vera ma un giorno verso le tre del pomeriggio notai che non stavi bene; mogio più del solito faticavi a camminare e a mangiare. La vet apriva alle 4, nella breve attesa nessuno si sarebbe aspettato quello che successe: ti trasformasti in una fogliolina d'autunno pronta a lasciare il tuo albero.
Non mi staccai un attimo da te, non me lo permettevano le tue fusa forti come un trattore, ti portai addirittura in braccio per quei 100metri che ci separavano dalla dottoressa.
Purtroppo non c'era niente da fare, eri troppo piccolo per fare indagini approfondite e le probabilità erano contro di noi. La diagnosi era certa al 90%, purtroppo non ricordo la malattia ma era un morbo scoperto da qualche tedesco.
Non ricordo se ci furono dei tentativi o se l'unica via era la punturina, ricordo solo che anche quando te la fece tu eri tra le mie braccia e non ti ho staccato fin quando non si sono spente le tue rumorosissime fusa.
Quest'inverno, tanti tanti tanti anni dopo è arrivata un'altra piccola trovatella, aveva poche probabilità anche lei ma mi sono informato di più, ho cercato tanti veterinari per aiutarla, non ho dormito la notte per darle pappe e medicine, mi sono iscritto in questo forum spulciando tutti i consigli e trucchi che con te non ho usato piccolino.
Spero tu sia stato felice in quelle poche settimane di vita micino mio, perché io ho imparato tantissimo da te e ti ricordo sempre!