Magda
10-01-2016, 12:04
Ore 1:09 a.m.
Il rumore di qualcosa che sbatte violentemente contro del metallo e il lancinante suono di unghie che scivolano luuungo una lamiera, (e per ‘luuungo’ intendo che fanno a tempo ad alzartisi pure i peli incarniti, n.d.M.), irrompe nella silente quiete che avvolge l’intero quartiere.
“O si è buttato dalla terrazza, o è salito sul tetto e adesso sta’ scivolando giù dalla grondaia”.
Quasi buona la seconda.
Esci fuori e te lo trovi lì, con gli occhi sbarrati e tondi come piattini da frutta, a circa due metri dal pavimento, abbracciato al tubo di scarico dell’acqua piovana.
-“Ma che fai?!”
Per una volta abbandona lo sguardo da sufficienza alla “secondo te..??” -ah ah-, ti sta’ supplicando..
A modo suo, ma lo sta’ facendo.
E siccome sei una signora, fai finta di niente e non glielo fai pesare..
-“Ma.. hai trovato.. tipo.. tipo COSA?! Cioè.. ma.. ha le gambe.. SI?? oppure.. Ma tu dici che sar..?!”
La presa comincia a cedere e lui riprende a scivolare.
-“Okayokayokayokay PIANTALA!! HO CAPITOOO!! Ooooh.. Adesso vediamo insieme. Io ti tiro su, e tu controlli che è.. ma con classe. Dignità. E calma.......”
Ma non fai a tempo ad avvicinarti per prenderlo in braccio che ti ritrovi un piede in bocca e l’altro sulla testa, mentre il resto del corpo si è letteralmente “lanciato” contro il muro a caccia di una misteriosa ombra “zampe dotata” .
Ed è un attimo.
E mentre tu stai lì che cerchi di spostargli il piede dai molari incapsulati con la lingua, lui acchiappa Lacosa, balza giù dalla tua testa con un paio un mazzo dei tuoi capelli tra le unghie, e galoppa verso la cucina, con ‘sto coso non meglio identificato in bocca, lanciando alle sue spalle occhiate che trasudano lampi di lucida follia, mentre tu -con la bocca impastata di peli- gli urli dietro stizzita: “..ecccccomunqueee.. sappiiii che io nemmenooo la volevooo, hai capitooo?! Tzè, s.. stron.. –pùtzhù!!- ..zo..”.
(Francamente gli avrei voluto fare presente che sono stata la migliore amica di un sacco di gatti, che in 41 anni ho collezionato cadaveri di passerotti, topi, serpi, pantegane e persino un paio di gazze, e che se solo volessi potrei avere tante lucertole da farci una Kelly e un paio di ballerine da abbinarci ma, siccome sono una signora, mi sono limitata a voltargli le spalle e continuato a pulirmi la lingua col fazzoletto).
Il rumore di qualcosa che sbatte violentemente contro del metallo e il lancinante suono di unghie che scivolano luuungo una lamiera, (e per ‘luuungo’ intendo che fanno a tempo ad alzartisi pure i peli incarniti, n.d.M.), irrompe nella silente quiete che avvolge l’intero quartiere.
“O si è buttato dalla terrazza, o è salito sul tetto e adesso sta’ scivolando giù dalla grondaia”.
Quasi buona la seconda.
Esci fuori e te lo trovi lì, con gli occhi sbarrati e tondi come piattini da frutta, a circa due metri dal pavimento, abbracciato al tubo di scarico dell’acqua piovana.
-“Ma che fai?!”
Per una volta abbandona lo sguardo da sufficienza alla “secondo te..??” -ah ah-, ti sta’ supplicando..
A modo suo, ma lo sta’ facendo.
E siccome sei una signora, fai finta di niente e non glielo fai pesare..
-“Ma.. hai trovato.. tipo.. tipo COSA?! Cioè.. ma.. ha le gambe.. SI?? oppure.. Ma tu dici che sar..?!”
La presa comincia a cedere e lui riprende a scivolare.
-“Okayokayokayokay PIANTALA!! HO CAPITOOO!! Ooooh.. Adesso vediamo insieme. Io ti tiro su, e tu controlli che è.. ma con classe. Dignità. E calma.......”
Ma non fai a tempo ad avvicinarti per prenderlo in braccio che ti ritrovi un piede in bocca e l’altro sulla testa, mentre il resto del corpo si è letteralmente “lanciato” contro il muro a caccia di una misteriosa ombra “zampe dotata” .
Ed è un attimo.
E mentre tu stai lì che cerchi di spostargli il piede dai molari incapsulati con la lingua, lui acchiappa Lacosa, balza giù dalla tua testa con un paio un mazzo dei tuoi capelli tra le unghie, e galoppa verso la cucina, con ‘sto coso non meglio identificato in bocca, lanciando alle sue spalle occhiate che trasudano lampi di lucida follia, mentre tu -con la bocca impastata di peli- gli urli dietro stizzita: “..ecccccomunqueee.. sappiiii che io nemmenooo la volevooo, hai capitooo?! Tzè, s.. stron.. –pùtzhù!!- ..zo..”.
(Francamente gli avrei voluto fare presente che sono stata la migliore amica di un sacco di gatti, che in 41 anni ho collezionato cadaveri di passerotti, topi, serpi, pantegane e persino un paio di gazze, e che se solo volessi potrei avere tante lucertole da farci una Kelly e un paio di ballerine da abbinarci ma, siccome sono una signora, mi sono limitata a voltargli le spalle e continuato a pulirmi la lingua col fazzoletto).