Franziska
22-12-2016, 15:44
Salve a tutti, spero di non sbagliare sezione, mi piacerebbe chiedere alcuni consigli riguardo il modus operandi da adottare con dei mici giovani, ma “grandini” che non hanno avuto contatto umano (o comunque scarso), prima dei 3 mesi circa. Come avevo anticipato nel mio thread di presentazione sono una persona “cresciuta” con i gatti, sin da quando io ne abbia memoria ma, nonostante questo, non ho mai avuto a che fare con gattini non socializzati e messi in casa, come sta succedendo adesso, perché tutti i cuccioli che ho avuto erano fondamentalmente “nati in casa” (mia o di conoscenti ), mentre i trovatelli che ho adottato erano tutti sostanzialmente adulti (molto presumibilmente ex gatti di casa) o semi-selvatici ormai abituati alla “vita scapestrata”.
Ma, andiamo in ordine…
Attualmente in casa dei miei (abbiamo un “contratto di convivenza con gatti congiunto” :p finché la nuova casa mia e dell’amabile consorte non sarà pronta; quindi fra un bel po’) si trovano:
Mrs. Murple, la “vecchietta storica” che è, purtroppo, l'ultima rimasta di una cucciolata di 3 gatti “svezzati in casa” a causa di dipartita precoce della mamma che aveva partorito nel nostro capanno degli attrezzi. Mrs Murple è dolcissima e buonissima, coccolona da morire, ma al contempo era anche la più indipendente dei 3 fratelli (gli altri due erano appiccicosi quasi fino allo stalkeraggio :D dei “molestatori di umani”, probabilmente anche per il fatto che sono stati cresciuti da surrogati di mamme umani, ma io li amavo per questo). Da lì anche il nome Mrs Murple, perché al confronto con i suoi due fratelli diciamo che era quella un po’ più distaccata, raramente ti viene a cercare, le piace stare per conto suo (non per questo meno adorabile), ma parte a dispensare numerose fusa con contorsionismi e strusciamenti appena le fai una carezza, non si sottrae mai a una coccola, se sei tu a cercarla. A volte mi viene paura che sia un po’ trascurata, essendoci stati prima i suoi due fratelli talmente “appiccicosi” che forse le hanno sottratto un po’ le attenzioni. E poi Scatto e Muffin, più giovani, casinisti, “presenti” mettiamola così, e lei ormai “vecchiarella”. Infatti spesso andiamo a scovarla nei suoi nascondigli per coccolarla un po’ (ma il dubbio di non fare abbastanza è sempre tanto). Non ha mai accettato del tutto Scatto e Muffin, ma li tollera. Scatto le dava il tormento, perché voleva assolutamente un compagno di giochi (e di certo lei non era la micia adatta); lei gli ringhiava se si avvicinava troppo, a volte gli ha dato qualche arpata, ma lui rispettosamente non ha mai reagito. Però ha continuato a farle agguati e a provare a giocare con lei finché non è arrivata Muffin con cui “sfogarsi”.
Scatto: il mio “tasto dolente” (si fa per dire). Praticamente il primo micio ad arrivare in casa intorno ai 3mesi senza prima aver avuto quasi contatti con le persone. Preso tramite un’associazione di volontariato che ci ha messo in contatto con una ragazza le cui 3 gatte avevano partorito tutte insieme dando una marea di gattini. Erano davvero tanti, per cui la proprietaria - seppur cercando di instaurare un contatto con tutti - non ci era riuscita. Scatto era pochissimo socializzato, anzi direi proprio per niente. Era terrorizzato dalle persone: se lo prendevi in braccio stava fermo; poteva sembrare che stesse lì buono a farsi accarezzare, in realtà stava immobile perché era bloccato dalla paura. Col senno di poi forse sarebbe vissuto meglio lì, in quella specie di colonia felina che si era formata, ma c’erano troppe incognite e quella ragazza voleva darli via tutti; ho pensato che uno come Scatto, così pauroso, non lo avrebbero preso. E poi mi faceva una tenerezza incredibile, con quel pelo semi-lungo sparato da tutte le parti, sembrava un pulcino spennato. Sarebbe stato meglio se avessi preso anche uno dei fratellini, perché la “deportazione” non fosse troppo traumatica, ma non ci ho pensato, avevo già diversi pensieri nel come fare con lui. Il giorno in cui è arrivato a casa si è infilato in un angolino fra l’armadio della camera e il muro e ci è rimasto per giorni. “I primi tempi” abbiamo pensato, “teniamolo in camera”. In realtà è stato lui a non voler uscire dalla camera per circa 2 mesi (ci seguiva fino alla porta e poi, quando uscivamo, rimaneva lì sulla soglia a guardarci). Insomma, un micio non proprio facile. Non amante delle coccole, sebbene per i primi suoi 2 mesi in camera stesse sempre in braccio a noi, nel momento in cui è uscito dalla camera, ha smesso di farsi prendere in ogni modo. Adesso è un micione, ma è rimasto estremamente pauroso. Quando arriva qualcuno in casa lui scompare; con le persone che ormai conosce bene e che vengono spesso a casa (come mio fratello), si fa vedere a distanza. Se gli tendono la mano per accarezzarlo, si sposta due passi più in là e si sdraia (sembra proprio che lo faccia per dispetto :p ) a meno che non lo trovino lì che dorme beato da qualche parte, allora accetta volentieri le coccole e si mette a pancia in su. Può sembrare assurdo, visto che ho avuto tanti gatti, ma non ho mai avuto mici che non amavano le carezze (tranne quelli “semi- selvatici” arrivati già adulti) e neanche a cui non piacesse salire sulle ginocchia. Lui invece non sale mai su di te, al massimo ti si mette vicino. Se stiamo camminando, e le nostre traiettorie si stanno incrociando, io allungo la mano per fargli una carezza, e lui svicola di corsa :p (magari poi si struscia alla gamba). A volte, se gli stai dando troppe attenzioni poco delicate (tipo ogni tanto il mio babbo mentre lo accarezza con quelle manone è un po’ “irruento”), te lo fa capire dandoti un morsetto leggero. Insomma, per me un gatto così “bisbetico” come lui è una rarità, ma ovviamente lo amiamo alla follia.
Muffin: l’ultima arrivata, quella in particolare su cui chiedo consiglio. Lei è stata la seconda gatta non proprio socializzata, o molto poco socializzata ad arrivare. Io che sostanzialmente ho una predilezione per i “gatti cozza” direte “ma allora sei di coccio” :D in effetti sì. Ma era una micina disperata giunta, non si sa da dove, nella colonia felina di cui si occupava una mia amica, picchiata da tutti gli altri gatti della colonia (che ovviamente non gradivano intromissioni). Aveva paura delle persone, ma aveva già imparato a chiedere cibo piangendo disperata. Diciamo che non aveva l’aspetto di un gatto che se la sarebbe cavata nella vita selvatica (ovviamente la mia amica si era informata e non era una gattina “persa” da qualcuno, poi il fatto che avesse paura delle persone già rendeva difficile questa possibilità). Insomma, per farla breve: vista e portata a casa. Penso che il più felice di questo nuovo arrivo sia stato Scatto :D (non che noi non ci siamo già affezionati, eh): ha finalmente trovato una compagna di giochi, lei (essendo ancora cucciola) lo segue come se fosse la sua ombra, e anche lui spesso la cerca… anche se è un po’ marrano. Giocano spesso insieme, e finalmente Mrs. Murple è stata lasciata in pace.
Il suo rapporto con noi bipedi però, è ancora molto incerto. Per il momento l’unica che ha fatto progressi sono io. Da me adesso si lascia accarezzare, diciamo che scappa soltanto quando vede che vado verso di lei in modo un po’ troppo brusco (un po’ lo fa anche Scatto, mentre ad es Mrs Murple si fida ciecamente) e mi sembra gradisca abbastanza: tiene la testa bella alta, non la abbassa cercando di sottrarsi (non sempre eh, quando non le gira non le gira), e mi si struscia contro, di solito inizia a fuseggiare abbastanza in fretta. Non si fa prendere, però. Diciamo che con me il miglioramento c’è (con i miei e con il consorte ancora no, ma hanno avuto meno tempo di provarci rispetto a me), però non sono sicura di usare i giusti "metodi". Come ho già detto non ho esperienze di gatti poco socializzati. Magari sono troppo pedante, o al contrario, non le sto abbastanza dietro... Anche con Scatto, non sono sicura di essere stata molto brava… magari è così “scostante” (Scattante, anche :p ) anche per come lo ho allevato io, non saprei.
Dopo questo poema (chiedo scusa ai coraggiosi che sono arrivati in fondo), avete consigli per aiutarmi con Muffin, o anche per migliorare il più possibile la convivenza fra i tre mici?
Ma, andiamo in ordine…
Attualmente in casa dei miei (abbiamo un “contratto di convivenza con gatti congiunto” :p finché la nuova casa mia e dell’amabile consorte non sarà pronta; quindi fra un bel po’) si trovano:
Mrs. Murple, la “vecchietta storica” che è, purtroppo, l'ultima rimasta di una cucciolata di 3 gatti “svezzati in casa” a causa di dipartita precoce della mamma che aveva partorito nel nostro capanno degli attrezzi. Mrs Murple è dolcissima e buonissima, coccolona da morire, ma al contempo era anche la più indipendente dei 3 fratelli (gli altri due erano appiccicosi quasi fino allo stalkeraggio :D dei “molestatori di umani”, probabilmente anche per il fatto che sono stati cresciuti da surrogati di mamme umani, ma io li amavo per questo). Da lì anche il nome Mrs Murple, perché al confronto con i suoi due fratelli diciamo che era quella un po’ più distaccata, raramente ti viene a cercare, le piace stare per conto suo (non per questo meno adorabile), ma parte a dispensare numerose fusa con contorsionismi e strusciamenti appena le fai una carezza, non si sottrae mai a una coccola, se sei tu a cercarla. A volte mi viene paura che sia un po’ trascurata, essendoci stati prima i suoi due fratelli talmente “appiccicosi” che forse le hanno sottratto un po’ le attenzioni. E poi Scatto e Muffin, più giovani, casinisti, “presenti” mettiamola così, e lei ormai “vecchiarella”. Infatti spesso andiamo a scovarla nei suoi nascondigli per coccolarla un po’ (ma il dubbio di non fare abbastanza è sempre tanto). Non ha mai accettato del tutto Scatto e Muffin, ma li tollera. Scatto le dava il tormento, perché voleva assolutamente un compagno di giochi (e di certo lei non era la micia adatta); lei gli ringhiava se si avvicinava troppo, a volte gli ha dato qualche arpata, ma lui rispettosamente non ha mai reagito. Però ha continuato a farle agguati e a provare a giocare con lei finché non è arrivata Muffin con cui “sfogarsi”.
Scatto: il mio “tasto dolente” (si fa per dire). Praticamente il primo micio ad arrivare in casa intorno ai 3mesi senza prima aver avuto quasi contatti con le persone. Preso tramite un’associazione di volontariato che ci ha messo in contatto con una ragazza le cui 3 gatte avevano partorito tutte insieme dando una marea di gattini. Erano davvero tanti, per cui la proprietaria - seppur cercando di instaurare un contatto con tutti - non ci era riuscita. Scatto era pochissimo socializzato, anzi direi proprio per niente. Era terrorizzato dalle persone: se lo prendevi in braccio stava fermo; poteva sembrare che stesse lì buono a farsi accarezzare, in realtà stava immobile perché era bloccato dalla paura. Col senno di poi forse sarebbe vissuto meglio lì, in quella specie di colonia felina che si era formata, ma c’erano troppe incognite e quella ragazza voleva darli via tutti; ho pensato che uno come Scatto, così pauroso, non lo avrebbero preso. E poi mi faceva una tenerezza incredibile, con quel pelo semi-lungo sparato da tutte le parti, sembrava un pulcino spennato. Sarebbe stato meglio se avessi preso anche uno dei fratellini, perché la “deportazione” non fosse troppo traumatica, ma non ci ho pensato, avevo già diversi pensieri nel come fare con lui. Il giorno in cui è arrivato a casa si è infilato in un angolino fra l’armadio della camera e il muro e ci è rimasto per giorni. “I primi tempi” abbiamo pensato, “teniamolo in camera”. In realtà è stato lui a non voler uscire dalla camera per circa 2 mesi (ci seguiva fino alla porta e poi, quando uscivamo, rimaneva lì sulla soglia a guardarci). Insomma, un micio non proprio facile. Non amante delle coccole, sebbene per i primi suoi 2 mesi in camera stesse sempre in braccio a noi, nel momento in cui è uscito dalla camera, ha smesso di farsi prendere in ogni modo. Adesso è un micione, ma è rimasto estremamente pauroso. Quando arriva qualcuno in casa lui scompare; con le persone che ormai conosce bene e che vengono spesso a casa (come mio fratello), si fa vedere a distanza. Se gli tendono la mano per accarezzarlo, si sposta due passi più in là e si sdraia (sembra proprio che lo faccia per dispetto :p ) a meno che non lo trovino lì che dorme beato da qualche parte, allora accetta volentieri le coccole e si mette a pancia in su. Può sembrare assurdo, visto che ho avuto tanti gatti, ma non ho mai avuto mici che non amavano le carezze (tranne quelli “semi- selvatici” arrivati già adulti) e neanche a cui non piacesse salire sulle ginocchia. Lui invece non sale mai su di te, al massimo ti si mette vicino. Se stiamo camminando, e le nostre traiettorie si stanno incrociando, io allungo la mano per fargli una carezza, e lui svicola di corsa :p (magari poi si struscia alla gamba). A volte, se gli stai dando troppe attenzioni poco delicate (tipo ogni tanto il mio babbo mentre lo accarezza con quelle manone è un po’ “irruento”), te lo fa capire dandoti un morsetto leggero. Insomma, per me un gatto così “bisbetico” come lui è una rarità, ma ovviamente lo amiamo alla follia.
Muffin: l’ultima arrivata, quella in particolare su cui chiedo consiglio. Lei è stata la seconda gatta non proprio socializzata, o molto poco socializzata ad arrivare. Io che sostanzialmente ho una predilezione per i “gatti cozza” direte “ma allora sei di coccio” :D in effetti sì. Ma era una micina disperata giunta, non si sa da dove, nella colonia felina di cui si occupava una mia amica, picchiata da tutti gli altri gatti della colonia (che ovviamente non gradivano intromissioni). Aveva paura delle persone, ma aveva già imparato a chiedere cibo piangendo disperata. Diciamo che non aveva l’aspetto di un gatto che se la sarebbe cavata nella vita selvatica (ovviamente la mia amica si era informata e non era una gattina “persa” da qualcuno, poi il fatto che avesse paura delle persone già rendeva difficile questa possibilità). Insomma, per farla breve: vista e portata a casa. Penso che il più felice di questo nuovo arrivo sia stato Scatto :D (non che noi non ci siamo già affezionati, eh): ha finalmente trovato una compagna di giochi, lei (essendo ancora cucciola) lo segue come se fosse la sua ombra, e anche lui spesso la cerca… anche se è un po’ marrano. Giocano spesso insieme, e finalmente Mrs. Murple è stata lasciata in pace.
Il suo rapporto con noi bipedi però, è ancora molto incerto. Per il momento l’unica che ha fatto progressi sono io. Da me adesso si lascia accarezzare, diciamo che scappa soltanto quando vede che vado verso di lei in modo un po’ troppo brusco (un po’ lo fa anche Scatto, mentre ad es Mrs Murple si fida ciecamente) e mi sembra gradisca abbastanza: tiene la testa bella alta, non la abbassa cercando di sottrarsi (non sempre eh, quando non le gira non le gira), e mi si struscia contro, di solito inizia a fuseggiare abbastanza in fretta. Non si fa prendere, però. Diciamo che con me il miglioramento c’è (con i miei e con il consorte ancora no, ma hanno avuto meno tempo di provarci rispetto a me), però non sono sicura di usare i giusti "metodi". Come ho già detto non ho esperienze di gatti poco socializzati. Magari sono troppo pedante, o al contrario, non le sto abbastanza dietro... Anche con Scatto, non sono sicura di essere stata molto brava… magari è così “scostante” (Scattante, anche :p ) anche per come lo ho allevato io, non saprei.
Dopo questo poema (chiedo scusa ai coraggiosi che sono arrivati in fondo), avete consigli per aiutarmi con Muffin, o anche per migliorare il più possibile la convivenza fra i tre mici?