Visualizza Versione Completa : Prendere un micio dal gattile, come funziona?
Salve a tutti, è da un bel po' che non entro nel forum ma finalmente eccomi qua.
Vi scrivo perché vorrei tanto poter regalare un fratellino a Klimt e vorrei convincere mia madre a prendere un gatto dal gattile o, qualora l'anno prossimo andassi a vivere da sola con Klimt, prenderlo di mia iniziativa.
Non sono mai neanche entrata in un gattile, non ho nemmeno idea di quale sia il più vicino nella mia zona, ma prima di prendere qualsiasi tipo di iniziativa vorrei avere un' infarinatura generale su come funzionino le adozioni. Ci vogliono dei particolari requisiti minimi necessari per poter adottare un gatto? Qualche volontario viene ad ispezionare il luogo in cui il micio dovrà vivere?
E riguardo le cure mediche? Ho sentito che in alcuni gattili tutte le spese mediche sono a carico loro e quindi se si prende un micio piccino provvederà il gattile alle sue vaccinazioni di base e alla futura sterilizzazione; oppure se si prende un micio adulto spesso è già sterilizzato e vaccinato e il gattile provvederà ai richiami annuali (anche se mi sembra strano). Quindi volevo sapere se funzioni davvero così in quasi tutti i gattili o se ho capito male e magari sono solo rari i gattili che offrono questo servizio.
È una cosa abbastanza importante perché momentaneamente i miei genitori non possono permettersi di pagare vaccini e sterilizzazione per un altro micio e io, non lavorando ancora, nemmeno.
Se avete avuto esperienze dirette con i gattili sarei molto curiosa di sentirle, mi piacerebbe molto provare a prendere un gatto da lì è fare questa nuova esperienza.
Prima convinci tua madre, ma dev'essere convinta convinta, stra/super/mega convinta. Poi ne riparliamo.
Scusa il tono brusco, Leny, ma da quello che ci hai raccontato, tua madre non stravede per gli animali: prima ha confinato la cagnetta in terrazza, poi, quando Klimt ha iniziato a fare pipì in giro, ha minacciato di rinchiuderlo nel casotto in giardino e ha iniziato a tenere le porte aperte nella speranza che uscisse (e forse non tornasse più). No, Leny, a meno che le cose siano cambiate radicalmente, ti sconsiglio fortemente di adottare un altro animale, anche perché Klimt potrebbe iniziare a manifestare nuovamente segni di disagio. Aspetta finché sarai andata a vivere da sola.
Quoto e straquoto Serena: non solo creeresti un disagio a Klimt, (che ne ha già abbastanza per i fatti suoi...), ma daresti un ulteriore colpo ad un micio già provato abbastanza dalla vita. Aspetta. Attendi di essere economicamente autosufficiente, (il micio può avere bisogno di cure anche a distanza di mesi e non stiamo parlando di un oggetto che alla peggio riporti in negozio e te lo fai sostituire/riparare), attendi di poter offrire sia Klimt che un nuovo compagno/a una situazione affettivamente adeguata alle LORO esigenze, attendi di avere una casa tua e di poterne disporre come meglio credi... Vedi, fosse per me, adotterei cani, gatti, galline, maialini... Ma a 42 anni suonati vivo ancora con i miei -che mal sopportano me e ancor meno la presenza di Lenny, impostogli da mio fratello, il figliol prodigo per eccellenza....-, non sono ancora economicamente indipendente, (900E di stipendio non garantiscono la sopravvivenza, te l'assicuro), e continuo ad abitare in condominio. E' questa la MIA realtà e a questa devo adeguare i miei desideri. Il tuo sarebbe un gesto bellissimo e sono certa che proviene dal profondo del tuo animo, ma... aspetta. Non è ancora il momento.
babaferu
02-04-2017, 11:19
Ho accompagnato una signora che voleva un gatto al gattile della mia città. Lei aveva qualche problemino economico e le hanno consigliato di orientarsi su un giovane adulto, sterilizzato e vaccinato (i cuccioli erano da sterilizzare a spese dell'adottante). comunque considera che un gatto che esce dal gattile ha bisogno di un bel giro dal veterinario perché vivono comunque in un ambiente collettivo e per quanto li tengano bene qualcosa sfugge, questo gatto se non ricordo male aveva gli acari (e comunque il richiamo dei vaccini da fare di lì a breve). Nessuna richiesta particolare né controlli ore o post affido.
Concordo con chi ti dice di andare cauta ed aspettare tempi migliori.... Per 2 motivi:
- non è detto che Klimt voglia un fratellino.... Prendere un secondo gatto è un desiderio tuo, non suo! Non è detto che andranno d'accordo, ci saranno sicuramente momenti complicati, pipì in giro etc, l'atmosfera in casa dev'essere tranquilla e accogliente, puoi garantirglielo?
-Purtroppo garanzie sulla salute di un gatto preso al gatto non ce ne sono....
Un bacio, ba
......
Concordo con chi ti dice di andare cauta ed aspettare tempi migliori.... Per 2 motivi:
- non è detto che Klimt voglia un fratellino.... Prendere un secondo gatto è un desiderio tuo, non suo! Non è detto che andranno d'accordo, ci saranno sicuramente momenti complicati, pipì in giro etc, l'atmosfera in casa dev'essere tranquilla e accogliente, puoi garantirglielo?
-Purtroppo garanzie sulla salute di un gatto preso al gatto non ce ne sono....
Un bacio, ba
Concordo con questi 2 punti ben chiariti da ba
Ciao Leny, in generale è impensabile prendere un gatto a cui non si possono garantire economicamente le cure più basilari e di routine
linguadigatto
03-04-2017, 08:20
ciao Leny, bello risentirti. Klimt sta bene?
anche io concordo con gli altri. quasi certamente un compagno felino per Klimt significherà turbamenti e rinnovate pipì in giro, anche se poi dovessero andare d'amore e d'accordo. fossi in te aspetterei di essere indipendente, dal punto di vista economico e abitativo. nel frattempo, perchè non vai a fare un giro per i gattili della zona? potresti fare un po' di volontariato, è un ottimo modo per conoscere persone e stare coi mici senza scombussolare la vita di klimt. quando poi sarai indipendente, avrai già tutte le conoscenze e l'esperienza del gattile a guidarti se vorrai adottare un altro micio.
violapensiero
03-04-2017, 10:23
Di che zona sei? Posso indirizzarti almeno per guardare qualche oasi o gattile di zona.
ciao Leny, bello risentirti. Klimt sta bene?
anche io concordo con gli altri. quasi certamente un compagno felino per Klimt significherà turbamenti e rinnovate pipì in giro, anche se poi dovessero andare d'amore e d'accordo. fossi in te aspetterei di essere indipendente, dal punto di vista economico e abitativo. nel frattempo, perchè non vai a fare un giro per i gattili della zona? potresti fare un po' di volontariato, è un ottimo modo per conoscere persone e stare coi mici senza scombussolare la vita di klimt. quando poi sarai indipendente, avrai già tutte le conoscenze e l'esperienza del gattile a guidarti se vorrai adottare un altro micio.
Mi sembra un ottimo suggerimento; tra l'altro, sempre quando abiterai da sola (perché, parliamoci chiaro, la tua situazione economica e familiare- non che tu ci possa far molto per carità- sconsiglia vivamente l'adozione di un altro animale), potresti prendere in considerazione l'opzione dello stallo (sempreché si usi anche al sud, ma non vedo perché non dovrebbe essere così): tu ti rendi disponibile ad accudire e ad ospitare un micio in cerca di adozione, vedi come va con Klimt, se va tutto bene e se riesci a gestire logisticamente, economicamente, ecc... 2 gatti, puoi fare richiesta di adozione, sennò lasci che il micio in stallo vada a stare presso un'altra famiglia adottiva. Per tutto il tempo che il gatto "nuovo" è in stallo, le spese veterinarie (ma bada bene: non quelle legate al cibo e alla lettiera) dovrebbero essere a carico del gattile o dell'associazione, dopo che sarà diventato tuo, però sarai tu a dovertene occupare da ogni punto di vista e, mi spiace dirtelo, ma la valutazione delle disponibilità economiche rientra nei criteri di selezione dell'adottante da parte dell'ente (gattile/associazione/oasi...) affidatario. Non devi essere un nababbo, ma garantire la possibilità di affrontare le cure di routine (una visita all'anno con vaccino per due gatti: costo 70 Euro totali, 150 se ci aggiungi quello per la Felv) più sterilizzazione se è un cuccioletto. Queste spese le devi sostenere tu, se hai adottato il gatto, non puoi pensare che vi faccia fronte il gattile.
babaferu
03-04-2017, 10:45
potresti prendere in considerazione l'opzione dello stallo (sempreché si usi anche al sud, ma non vedo perché non dovrebbe essere così): tu ti rendi disponibile ad accudire e ad ospitare un micio in cerca di adozione, vedi come va con Klimt, se va tutto bene e se riesci a gestire logisticamente, economicamente, ecc... 2 gatti, puoi fare richiesta di adozione, sennò lasci che il micio in stallo vada a stare presso un'altra famiglia adottiva. .[/U]
scusa serena, ne abbiamo già parlato, mi ripeto, io questo lo trovo crudele, si decide in partenza se accogliere un gatto per sempre oppure temporaneamente, ci sono accorgimenti diversi da prendere se si introduce un gatto o se lo si tiene in stallo, mai e poi mai lo farei....
scusa serena, ne abbiamo già parlato, mi ripeto, io questo lo trovo crudele, si decide in partenza se accogliere un gatto per sempre oppure temporaneamente, ci sono accorgimenti diversi da prendere se si introduce un gatto o se lo si tiene in stallo, mai e poi mai lo farei....
Pienamente d'accordo. E' poi secondo me è una considerazione piuttosto superficiale di un essere vivente, anzi due.
Non è una televendita, anzi teleaffido e restituzione entro tot giorni al centro resi. Triste reificazione, mamma mia!
@ Babaferu e Aletto: sì, ne avevamo già parlato, e già allora avevo espresso la mia posizione che ribadisco qui. Lo stallo è per definizione una sistemazione temporanea, ben lungi dall'essere una soluzione ideale, ma senz'altro migliore per il gatto della strada o della gabbia di un veterinario (con tutti i rischi sanitari associati) e anche di un gattile. Lo stallo richiede consapevolezza ed impegno, non va certo affrontato alla leggera per la serie "Ma sì, se mi stufo, lo ridò indietro", ma rispetto ad un'adozione in piena regola, secondo me è ancora una situazione ibrida che consente un passo indietro e può essere un test per capire se davvero concretamente ho la possibilità (economica, ma anche in termini di tempo) di prendermi cura di 2 gatti o no. Se non ci sono le condizioni, lo stallo resta stallo, cioé resta una soluzione temporanea, e non si trasforma in qualcosa di definitivo ovvero in un'adozione.
Riguardo agli accorgimenti, non so quale sia la vostra esperienza, ma, in base alla mia (peraltro non molto ampia), posso dirvi che non è all'atto pratico molto diversa dall'adozione di un gatto: si tratta di tenerli separati per qualche tempo (io in genere faccio una settimana/10 giorni) scambiando giochini e cucce perché si abituino gli uni all'odore dell'altro (o altri), di avere gatti vaccinati anche per la Felv ( anche per questo non ho mai sgarrato dall'appuntamento annuale con le befane), di fare un giro preventivo di antiparassitario a tutti. Finito questo periodo di assestamento, il gatto ospite ha sempre vissuto in casa mia con libero accesso a tutto, esattamente come Edhel e Chiquita, interagendo con loro. Mi sono fatta carico ovviamente di vitto, alloggio e antiparassitari, con polemiche perché non mi sembrava dovessero toccare a me di farmaci (colliri, antibiotici, fialette per aerosol, svermanti...), mentre le visite veterinarie e i test (feci/malattie virali) le ha pagate l'associazione. Chiaramente ogni accordo di stallo ha condizioni diverse che si pattuiscono al momento tra affidante e affidatario.
linguadigatto
03-04-2017, 11:34
ma Klimt manifesta in qualche modo noia o altro che possa farti pensare che una compagnia felina gli sarebbe gradita?
per lo stallo la penso abbastanza come Serena, ovvero: se uno fa uno stallo, e vede che i mici vanno molto d'accordo, perchè non può proporsi per l'adozione? i motivi che spingono a stallare un gatto possono essere puramente altruistici o puramente egoistici - vedi gli stalli di gatte incinte da parte di chi vuole proprio assistere una cucciolata - ma al gatto poco importa, al gatto importa di vivere in un ambiente decente e il gabbione di certo non lo è.
babaferu
03-04-2017, 11:40
ma Klimt manifesta in qualche modo noia o altro che possa farti pensare che una compagnia felina gli sarebbe gradita?
per lo stallo la penso abbastanza come Serena, ovvero: se uno fa uno stallo, e vede che i mici vanno molto d'accordo, perchè non può proporsi per l'adozione? i motivi che spingono a stallare un gatto possono essere puramente altruistici o puramente egoistici - vedi gli stalli di gatte incinte da parte di chi vuole proprio assistere una cucciolata - ma al gatto poco importa, al gatto importa di vivere in un ambiente decente e il gabbione di certo non lo è.
quello che contesto è il contrario, pensare: per fare un test economico e di sociologia gattesca, prendo un gatto in stallo poi al massimo se non vanno d'accordo cerco una nuova famiglia.
credo che un gatto stallato, spesso stressato e convalescente, debba stare tranquillo e non subire forzosamente un inserimento per "vedere come va".
baci, ba
violapensiero
03-04-2017, 11:45
Ho visto diversi stalli diventare adozioni forzate perché nessuno adottava il micio, attenzione...
babaferu
03-04-2017, 11:48
Ho visto diversi stalli diventare adozioni forzate perché nessuno adottava il micio, attenzione...
Eh oltretutto! Credo che bisogna essere ben attrezzati per sostenere gli stalli!
linguadigatto
03-04-2017, 11:57
ben attrezzati e ben organizzati, sicuramente. Però non è corretto obbligare uno stallatore ad adottare.
E se i mici non vanno d'accordo sarà colpa delle rispettive indoli o dello stallatore che ci si dedica fino ad un certo punto? intanto caso mai resterà comunque uno stallo?
E quanti sanno se il gatto residente sarebbe disposto ad accogliere un altro gatto? E quanti hanno a disposizione dentro se stessi quell'empatia ed umiltà necessarie per capire cosa c'è di giusto o sbagliato di quanto stanno facendo?
Al gatto importa vivere in un ambiente decente secondo lui e non secondo i nostri criteri, e questo non sempre coincide. Certo qualunque cosa è meglio del gabbione, grazie tante :)
Il consulente di relazione felina è una figura che anni fa non esisteva perché i gatti vivevano in un rapporto diverso con l'uomo. Il fatto che sia sorta questa figura professionale ci dice che qualcosa nel come noi viviamo il rapporto uomo-gatto per loro (gatti) non va molto bene e soffrono di problemi comportamentali.
Un gatto vorrebbe essere considerato un individuo, e non sempre le associazioni animaliste sanno qualcosa in più oltre le cinque libertà di Brambell
La ragazza che ha chiesto consiglio è molto giovane, non sarà mai il mio consiglio, né per ora né in futuro, di prendere in stallo un essere vivente e vedere come va. Come va cosa? Va che alla fine anche lei considererà un essere vivente alla pari di un pacco
quello che contesto è il contrario, pensare: per fare un test economico e di sociologia gattesca, prendo un gatto in stallo poi al massimo se non vanno d'accordo cerco una nuova famiglia.
credo che un gatto stallato, spesso stressato e convalescente, debba stare tranquillo e non subire forzosamente un inserimento per "vedere come va".
baci, ba
Nello stallo è implicito il concetto di "dopo tot tempo lo do via", perché è una sistemazione provvisoria in attesa dell'adozione. Di fatto, anche l'adozione è sempre un azzardo, perché come faccio a sapere che il gatto che sto prendendo al gattile andrà d'accordo con il mio? Non lo posso sapere e, nel caso in cui si legnassero allegramente dopo mesi, con annesso spargimento di peli e sangue e stress da parte di tutti, sarebbe una decisione responsabile pensare di trovargli una collocazione diversa. Poi sbaglierò, ma dal mio punto di vista è responsabile anche un discorso del tipo "Mi piacerebbe tanto avere un secondo gatto; non sono però sicura né di poter sostenere economicamente le spese derivanti dalla gestione di 2 gatti- per quanto non sia difficile preventivarle: moltiplichi il costo di pappa, lettiere, spese veterinarie, ecc... per 2-, né che il mio gatto andrà d'accordo con quello nuovo. Cosa mi suggerite? Lo stallo può essere un'opzione per valutare in serenità queste cose?".
Se i responsabili del gattile/dell'associazione la pensano come te e Aletto, diranno di no, quindi respingeranno la proposta di stallo e a quel punto resterà aperta soltanto la strada dell'adozione definitiva. Ma credo che la cosa debbano vedersela Leny e il gattile, noi possiamo esprimere pareri, dare dei suggerimenti (che nel mio caso è quello di aspettare e di assicurarsi prima un minimo di indipendenza economica e abitativa, anche nel caso in cui volesse seguire la strada dello stallo che non è detto che vada in porto), ma saranno poi Leny e il gattile a gestirsela direttamente e a valutare se certe proposte sono sensate e ricevibili.
linguadigatto
03-04-2017, 12:54
quando imponiamo un nuovo occupante nel territorio del gatto, umano o felino che sia, il gatto va in crisi. di questo ci siamo accorti tutti, salvo rare eccezioni di gatti molto curiosi e socievoli. e fin qui siamo d'accordo.
d'altra parte, se trovi un gatto abbandonato, o ti metti in testa di salvare più gatti possibile dal famoso gabbione (che poi di quello si parla, per gli stalli che arrivano dai gattili), che fare?
l'unica cosa possibile, non essendo dotati di palla di cristallo, è "proviamo e vediamo come va". e in questo uno stallo non è diverso da un'adozione, con la differenza che essendo teoricamente temporaneo se non va bene per niente almeno è un disagio transitorio che finisce al momento dell'adozione, e per porre rimedio non si è costretti ad abbandonare il nuovo gatto - questo si, come se fosse un pacco.
ecco, chiusa questa parentesi, nel caso specifico di Leny io eviterei del tutto adozioni e stalli ma mi pare di averlo già specificato... :)
.......l'unica cosa possibile, non essendo dotati di palla di cristallo, è "proviamo e vediamo come va". e in questo uno stallo non è diverso da un'adozione, con la differenza che essendo teoricamente temporaneo se non va bene per niente almeno è un disagio transitorio che finisce al momento dell'adozione, e per porre rimedio non si è costretti ad abbandonare il nuovo gatto - questo si, come se fosse un pacco.
ecco, chiusa questa parentesi, nel caso specifico di Leny io eviterei del tutto adozioni e stalli ma mi pare di averlo già specificato... :)
Per me un gatto libero trovatello ha lo stesso valore di un gatto di razza strapagato, se non di più. Neppure nel caso di gatti di razza abbiamo la palla di cristallo, però siccome è stato pagato allora.....
Poi è raro che un allevatore prenda indietro un gatto, lo fa anche, ma i motivi devono essere molto seri. Il gatto di razza non si abbandona quasi mai, chissà perché!
Non vanno fatte prove per assecondare l'inesperienza delle persone. Io la penso così e mi sta scoppiando la giugulare :shy:, abbi pazienza linguadigatto
babaferu
03-04-2017, 13:13
quando imponiamo un nuovo occupante nel territorio del gatto, umano o felino che sia, il gatto va in crisi. di questo ci siamo accorti tutti, salvo rare eccezioni di gatti molto curiosi e socievoli. e fin qui siamo d'accordo.
d'altra parte, se trovi un gatto abbandonato, o ti metti in testa di salvare più gatti possibile dal famoso gabbione (che poi di quello si parla, per gli stalli che arrivano dai gattili), che fare?
l'unica cosa possibile, non essendo dotati di palla di cristallo, è "proviamo e vediamo come va". e in questo uno stallo non è diverso da un'adozione, con la differenza che essendo teoricamente temporaneo se non va bene per niente almeno è un disagio transitorio che finisce al momento dell'adozione, e per porre rimedio non si è costretti ad abbandonare il nuovo gatto - questo si, come se fosse un pacco.
Beh lingua se si trova un gatto è ben diverso dall'andare in gattile e proporsi per gli stalli con la reale motivazione di testare per un'adozione....
Anche io quando ho trovato Abebe moribondo l'ho portato a casa senza pensarci 2 volte, e solo in seguito ho deciso di tenermelo. ma l'ho fatto con grande consapevolezza che la Lluvia avrebbe fatto resistenza, e così è stato.... Se avessi dovuto semplicemente "vedere come va", non avrei impegnato un anno a cercare di far funzionare le cose e sostenere la Lluvia che se n'è andata in depressione, sarebbe stato crudele per lui e per la nera sottoporli a tutto ciò solo per capire se economicamente potevo sostenere il terzo gatto.... l'ho deciso in una settimana, prima di quel momento Abebe non aveva neanche un nome.... non per cattiveria, ma per non creare un legame troppo stretto che poi sarebbe stato difficile e crudele rompere. per lui e anche per noi.
linguadigatto
03-04-2017, 13:18
hai ragione, ma io ho dato per scontato che in questo scenario, una volta visto che i gatti vanno bene insieme, si adotterebbe il gatto stallato. se non si hanno i soldi per gestire due gatti, si resta con un gatto. perchè metti che poi i due gatti leghino molto e li devi separare perchè non puoi permetterti di adottare il micio in stallo? che tra parentesi è esattamente il motivo per cui Conrad è rimasto con noi e non gli abbiamo cercato un'adozione, Tesla e lui hanno legato moltissimo e va anche d'accordo con tutti gli altri (miracolo)
E se i mici non vanno d'accordo sarà colpa delle rispettive indoli o dello stallatore che ci si dedica fino ad un certo punto?
Se due gatti non vanno d'accordo, la colpa è loro o dell'adottante che incrementa lo stress agendo in maniera goffa nel tentativo di sedare le liti?
Ripeto: lo stallo non dev'essere affrontato alla leggera, il fatto di poter tornare indietro (ché poi si torna indietro anche da un'adozione definitiva, ma lasciamo perdere di addentrarci in questo discorso) non è una scusa per impegnarsi poco, tanto al limite il gatto lo rimando indietro. Perché allora non ha senso neppure come test per vedere se riesco a gestire i due gatti. O lo si fa con serietà, impegno e coscienza o non sta scritto da nessuna parte che uno debba sobbarcarsi uno stallo, ma nemmeno l'adozione di un secondo gatto.
E quanti sanno se il gatto residente sarebbe disposto ad accogliere un altro gatto? E quanti hanno a disposizione dentro se stessi quell'empatia ed umiltà necessarie per capire cosa c'è di giusto o sbagliato di quanto stanno facendo?
Mi spieghi come facevi a sapere che Buio e Berenice sarebbero andatri d'accordo con Volland prima di prenderlo e portarlo effettivamente a casa? Spiegamelo, perché mancherò di empatia, sesto senso, conoscenze basilari in materia di etologia felina, ma io non sapevo come avrebbe reagito Chiquy all'arrivo di Edhel finché non si sono trovate muso a muso (e per fortuna, devo dire, che è andata abbastanza liscia).
Al gatto importa vivere in un ambiente decente secondo lui e non secondo i nostri criteri, e questo non sempre coincide. Certo qualunque cosa è meglio del gabbione, grazie tante :)
L'alternativa reale (non (e)utopica) al gabbione quale sarebbe? No, perché nessuno dice che lo stallo sia una situazione favolosa per il gatto, ma spesso la scelta è tra quello, il gabbione e la strada, quindi si opta per il male minore. Poi, è ovvio che uno stallo, nel quale per svariati motivi si venga a creare una condizione di stress intollerabile (non le scaramucce dell'inserimento) per i gatti coinvolti, è una situazione che è ben lungi dall'essere non solo ottimale, ma nemmeno decente o accettabile.
Il consulente di relazione felina è una figura che anni fa non esisteva perché i gatti vivevano in un rapporto diverso con l'uomo. Il fatto che sia sorta questa figura professionale ci dice che qualcosa nel come noi viviamo il rapporto uomo-gatto per loro (gatti) non va molto bene e soffrono di problemi comportamentali.
E' una figura che mi lascia perplessa, nel senso che, esistendo già uno specialista del campo (il veterinario comportamentalista), non ne comprendo la ragion d'essere, così come non comprendo la ragion d'essere del counselor filosofico e men che meno perché qualcuno dovrebbe rivolgersi a lui anziché ad un analista o psicoterapeuta.
Un gatto vorrebbe essere considerato un individuo, e non sempre le associazioni animaliste sanno qualcosa in più oltre le cinque libertà di Brambell
Credo che sia un argomento che potresti discutere proficuamente con un'associazione di volontari della tua città (se vuoi ti do i contatti di quella per cui ho fatto volontariato io qui a Torino), per portare ala loro attenzione i bisogni specie-specifici del gatto e, magari, comprendere come mai nella pratica dei gattili e delle colonie si giunga ad una così deplorevole reificazione ed annullamento dell'individualità felina.
La ragazza che ha chiesto consiglio è molto giovane, non sarà mai il mio consiglio, né per ora né in futuro, di prendere in stallo un essere vivente e vedere come va. Come va cosa? Va che alla fine anche lei considererà un essere vivente alla pari di un pacco
Che uno consideri o no un essere vivente come un pacco non c'entra affatto con il proporsi o meno per uno stallo; è qualcosa che attinge molto più in profondità dal sistema di credenze di un individuo. Il mio consiglio in primis era comunque di NON adottare e darsi tempo, perché per ora non ci sono le condizioni per pensare ad un secondo gatto, che sia in stallo o in adozione.
In alternativa allo stallo, visto che tu conosci bene quanto me la situazione di Leny, cosa suggerisci?
@ Babaferu: non ci vogliono attrezzature particolari per uno stallo. Non stiamo parlando di un allevamento, dove le femmine devono stare separate dai maschi, fatto salvo il momento della monta, e tutti quanti non devono importunare le femmine che hanno avuto i cuccioli da poco, e che quindi comporta una gestione molto attenta degli spazi. Spesso basta anche solo un bagnetto in cui mettere il gatto in attesa che si ambienti e che i gatti di casa "digeriscano" l'arrivo dell'intruso. Io ho una casa normale, non una reggia, e un ulteriore gatto in stallo l'ho sempre gestito tranquillamente.
babaferu
03-04-2017, 13:28
Non mi riferisco ad attrezzature particolari.... Mi riferisco ad esperienza, empatia, capacità di far fronte agli imprevisti, economici ma non solo.
Inoltre come dicevo anche se abebe nel bagnetto ci è stato 40 GG in quarantena, lluvia ci ha messo un anno ad accettarlo..... Quindi la decisione di tenerlo è stata mia, e me ne assumo le responsabilità!
nicoletta
03-04-2017, 13:29
Ciao Leny, non voglio scoraggiarti però pensaci bene prima di prendere un altro gatto: ricordo bene i tuoi post e di come tua madre non era favorevole a prendere Klimt, un altro gatto... ecco, almeno da quanto hai raccontato (poi spero che la situazione sia cambiata eh!) non mi sembrerebbe il caso.
Comunque, il mio non l'ho preso al gattile, bensì al canile e non so se le cosen sono simili, comunque sia mi hanno fatto firmare diversi fogli + fotocopia della mia carta di identità+ la promessa di fare periodici controlli che non hanno mai fatto
Non mi riferisco ad attrezzature particolari.... Mi riferisco ad esperienza, empatia, capacità di far fronte agli imprevisti, economici ma non solo.
Inoltre come dicevo anche se abebe nel bagnetto ci è stato 40 GG in quarantena, lluvia ci ha messo un anno ad accettarlo..... Quindi la decisione di tenerlo è stata mia, e me ne assumo le responsabilità!
Ecco, ad esempio nel tuo caso io avrei desistito, nel senso che per me due gatti che dopo 4/5 mesi ancora devono trovare un modus vivendi (che può benissimo essere una reciproca indifferenza e uno spartirsi accuratamente la casa in modo da dover condividere gli spazi il meno possibile) non sono adatti a vivere assieme. In questo caso il tempo ha dato ragione a te e torto a me.
Tornando agli stalli, certo ci vuole esperienza e intuito (bisogna capire fino a che punto il disagio che sta manifestando il gatto, soprattutto quello di casa, è "fisiologico" e dovuto all'arrivo dell'intruso e quando invece diventa cronico o eccessivo). E ci vogliono anche soldi, perché tu in quel momento stai mantenendo un gatto in più, anche se alcune spese sono coperte dall'affidante (sono rarissimi gli stalli in cui il gattile paga anche per pappe e lettiere, non parliamo degli stalli a pagamento che personalmente giudico anche immorali).
Nel caso di Leny, comunque, finché le cose stanno come stanno adesso, nemmeno lo stallo è un'alternativa percorribile perché non ci sono purtroppo le condizioni economiche e perché il suo ambiente familiare non mi sembra favorevole all'arrivo di un nuovo gatto, in qualunque "veste" questo gatto arrivi (come gatto adottato o in stallo temporaneo). Mi spiace, spero che le cose possano cambiare presto per lei.
Nel mio caso, io ho preso Edhel da un'associazione che opera attraverso una rete di volontari stallatori (non ha una struttura come potrebbe essere un gattile) unicamente a Torino e provincia. L'affido del gatto è stato preceduto da un sopralluogo a casa mia (tecnicamente si chiama "controllo preaffido") con tanto di ispezione della casa per verificare che ci fossero le condizioni di sicurezza (tirata d'orecchie perché all'epoca c'era soltanto la retina bassa al balcone, adesso l'abbiamo alzata fino al livello della ringhiera), controllo del libretto sanitario del gatto residente per sincerarsi che fosse a posto con i test e le vaccinazioni (e lo era!) e colloquio per sondare le motivazioni che mi spingevano a cercare un secondo gatto e il consenso degli altri familiari. Superato, con richiamo per la questione della rete ai balconi, questo primo step, lo stallatore è stato avvisato che io ero stata giudicata idonea all'adozione di Edhel di cui mi era stata fornita una breve descrizione del carattere sia via mail durante i contatti preliminari, sia durante il controllo preaffido, e io mi sono messa d'accordo con lui per andarla a ritirare. Con Edhel nel trasportino che si chiedeva se dovessimo metterci a discutere proprio in quel frangente, mi hanno fatto firmare un modulo dove si diceva che 1) la gestione del gatto da quel momento competeva a me (e questo mi è stato ribadito a voce, dicendo che se dopo 1 mese al gatto veniva diagnosticato un tumore, i costi erano interamente da coprirsi a spese mie), 2) che c'era un periodo di 90 o 180 giorni (non mi ricordo più), nel quale entrambe le parti potevano rescindere il contratto di adozione, loro perché a seguito di un controllo postaffido (che nel mio caso non è mai stato fatto) trovavano che io detenevo l'animale in condizioni non idonee, gli facevo mangiare schifezze, ecc..., e io nel caso in cui lei e Chiquita, anche dopo un congruo periodo di inserimento per il quale sono stati prodighi di consigli, tentassero di ammazzarsi a vicenda con spargimento copioso di sangue, 3) se in futuro non avessi più potuto occuparmi del gatto per cause di forza maggiore (problemi gravi di salute, perdita del lavoro, trasferimento in Nuova Zelanda...), dovevo riaffidarlo a loro che avrebbero provveduto a cercargli una nuova collocazione.
Questa è la mia (finora unica) esperienza di adozione di un gatto, perché tutti gli altri li ho trovati per strada.
Se due gatti non vanno d'accordo, la colpa è loro o dell'adottante che incrementa lo stress agendo in maniera goffa nel tentativo di sedare le liti?
Ripeto: lo stallo non dev'essere affrontato alla leggera, il fatto di poter tornare indietro (ché poi si torna indietro anche da un'adozione definitiva, ma lasciamo perdere di addentrarci in questo discorso) non è una scusa per impegnarsi poco, tanto al limite il gatto lo rimando indietro. Perché allora non ha senso neppure come test per vedere se riesco a gestire i due gatti. O lo si fa con serietà, impegno e coscienza o non sta scritto da nessuna parte che uno debba sobbarcarsi uno stallo, ma nemmeno l'adozione di un secondo gatto.
Mi spieghi come facevi a sapere che Buio e Berenice sarebbero andatri d'accordo con Volland prima di prenderlo e portarlo effettivamente a casa? Spiegamelo, perché mancherò di empatia, sesto senso, conoscenze basilari in materia di etologia felina, ma io non sapevo come avrebbe reagito Chiquy all'arrivo di Edhel finché non si sono trovate muso a muso (e per fortuna, devo dire, che è andata abbastanza liscia).
L'alternativa reale (non (e)utopica) al gabbione quale sarebbe? No, perché nessuno dice che lo stallo sia una situazione favolosa per il gatto, ma spesso la scelta è tra quello, il gabbione e la strada, quindi si opta per il male minore. Poi, è ovvio che uno stallo, nel quale per svariati motivi si venga a creare una condizione di stress intollerabile (non le scaramucce dell'inserimento) per i gatti coinvolti, è una situazione che è ben lungi dall'essere non solo ottimale, ma nemmeno decente o accettabile.
E' una figura che mi lascia perplessa, nel senso che, esistendo già uno specialista del campo (il veterinario comportamentalista), non ne comprendo la ragion d'essere, così come non comprendo la ragion d'essere del counselor filosofico e men che meno perché qualcuno dovrebbe rivolgersi a lui anziché ad un analista o psicoterapeuta.
Credo che sia un argomento che potresti discutere proficuamente con un'associazione di volontari della tua città (se vuoi ti do i contatti di quella per cui ho fatto volontariato io qui a Torino), per portare ala loro attenzione i bisogni specie-specifici del gatto e, magari, comprendere come mai nella pratica dei gattili e delle colonie si giunga ad una così deplorevole reificazione ed annullamento dell'individualità felina.
Che uno consideri o no un essere vivente come un pacco non c'entra affatto con il proporsi o meno per uno stallo; è qualcosa che attinge molto più in profondità dal sistema di credenze di un individuo. Il mio consiglio in primis era comunque di NON adottare e darsi tempo, perché per ora non ci sono le condizioni per pensare ad un secondo gatto, che sia in stallo o in adozione.
In alternativa allo stallo, visto che tu conosci bene quanto me la situazione di Leny, cosa suggerisci?............
Ho poca fiducia in chi pensa di conoscere i gatti e di sapere come si fa con loro, perché non parlano mai al singolare ma sono sempre rinchiusi nella categoria gatto.
E neppure io conosco i gatti ma conosco, poco, Berenice, Buio e Volland e gli altri che ho avuto.
Loro sono stati accolti a breve distanza l'uno dall'altro per evitare che Berenice avesse la sensazione di invasione di campo territoriale. Buio è arrivato dopo e avrei voluto che fosse una femmina, me lo avevano dato per femmina, proprio perché almeno le femmine hanno una visione diversa del territorio. Ma era maschio e quando lo capii lo dissi alla volontaria che prontamente si offrì a riprenderlo per sostituirlo con una femmina. Ringraziai ma non accettai. Buio era qui e qui sarebbe rimasto. La mia casa è abbastanza grande con terrazzo e balcone, un po' di spazio per una pacifica convivenza c'è. Poi ho approfondito la mia conoscenza sul piccolo felino a suon di corsi e seminari
A leny ho sconsigliato di prendere il secondo gatto facendo eco agli altri utenti, ed ho scritto che non le consiglio il "sistema" dello stallo
Eh magari la madre si Leny in questi mesi ha scoperto di essere un'amante dei gatti:) io nom ho mai messo piede in un gattile semplicemente perché me li vorrei portare tutti a casa. Ha tutta la mia stima chi fa stalli. Leny prima pensa bene a come la prenderebbero i tuoi e anche Klimt e poi se ne parla di adottare un altro gatto
linguadigatto
03-04-2017, 14:26
Ho poca fiducia in chi pensa di conoscere i gatti e di sapere come si fa con loro, perché non parlano mai al singolare ma sono sempre rinchiusi nella categoria gatto.
ma a volte semplicemente bisogna generalizzare per questioni di lingua. altrimenti seghiamo via tutte le frasi tipo "i bambini fanno questo", "le querce fanno quello" e parliamo solo per singolarità? :eek:
ma a volte semplicemente bisogna generalizzare per questioni di lingua. altrimenti seghiamo via tutte le frasi tipo "i bambini fanno questo", "le querce fanno quello" e parliamo solo per singolarità? :eek:
Sì, secondo me sì, se si parla di eterospecifici la cosa non è da sottovalutare anche perché quando parliamo di bambini parliamo di conspecifici di cui si conosce il linguaggio ed i motivi di comportamento ( a meno di non essere digiuni anche sui nostri simili, il che è possibile). Per le querce e altri esseri viventi di solito ci si affida a chi ne sa più di noi. Io almeno faccio così
Te l'altro mi sono ricordata di una sola volontaria di un gattile qui in città che mi parlò di "quel gatto"
Scusate, ma nei saggi di etologia non si usano mica i predicati al singolare o, se si fa, ci si esprime attraverso una sineddoche, dove l'uso del singolare sostituisce il plurale della generalità; es. inventato a caso "Il cuculo è un uccello opportunista: la femmina depone infatti il suo uovo nel nido di un altro uccello, sostituendolo a quello della covata originaria, lasciando che sia la madre adottiva a covarlo e nutrirlo come se fosse il suo". Solo un autistico (senza voler mancare di rispetto agli autistici) farebbe fatica a capire che il discorso riguarda TUTTI i cuculi, TUTTE le femmine del cuculo e TUTTE le madri adottive, loro malgrado, dei pulcini di cuculo. Non mi sembra che l'uso del plurale o del singolare sostitutivo denoti una mancanza di rispetto verso la specie studiata; se non si fa così, diventa impossibile ogni pensiero astratto, ogni etologia, zoologia, ma anche antropologia (come posso fare affermazioni generali su un conspecifico per cultura e tradizione così diverso da me come un Tikopia?) e psicologia. Ci riduciamo ad un'egologia che diventa prigioniera di sé stessa e tanti saluti.
Questo secondo il mio modesto parere. E mi scuso per l'OT.
Consiglio vivamente anch'io a Leny di non accogliere un altro gatto, finché non avrà una casa tutta sua e potrà essere economicamente autonoma.
Attualmente le sconsiglio altrettanto vivamente anche lo stallo, per il bene del gatto.
E' vero che l'alternativa di star chiuso nel gabbione di un gattile non è certo un tipo di vita auspicabile, ma un animale non è un oggetto, e prenderlo in prova, se le cose non dovessero andare nel senso voluto, significherebbe riportarlo al gattile e sconvolgergli nuovamente la vita e certo non gli si potranno spiegare i motivi della decisione che lui vivrebbe come un ulteriore abbandono.
Non ho mai preso gatti al gattile e non ne ho neppure mai voluti in stallo, ma se dovessi ipoteticamente accettare uno stallo, mai e poi mai lo riporterei poi indietro; una volta che varca la soglia di casa mia, entra a far parte della famiglia a tutti gli effetti, per tutta la sua vita.
Particolari problemi di inserimento dei nuovi venuti, che fossero piccolini oppure già e anche abbondantemente adulti, grazie a dio..o a non so che altro, non ne ho mai riscontrati.
C'è il gatto che viene accettato e accetta quelli già presenti in famiglia nel giro di un paio di giorni, altre volte è necessario più tempo, ma nel volgere di 2-3 settimane al massimo (e mi sembra tano, ma ognuno ha i suoi tempi e vanno rispettati) tutto si sistema e vivono condividendo gli spazi, gli affetti, le ciotole; la lettiera poi è la prima cosa che condividono già in giornata, immancabilmente seguita dal letto il giorno dopo; almeno per quella che è la mia esperienza, il letto riveste un ruol oimportantissimo nel favorire la di socializzazione.
Certo non si mettono subito a dormire uno addosso all'altro, ma il lettone consente di tenere una certa distanza, studiarsi e capire l'altro, finché un giorno te li trovi a dormire ammucchiati. e se è successo con una selvaticona come Viola, è tutto dire.
L'importante è non pressare mai e poi mai il nuovo venuto e neppure quelli già presenti, forzandoli a socializzare e mai sgridarli se ci sono delle scaramucce; piuttosto è meglio distrarli con qualche giochino, ma solo se le cose stanno degenerando, altrimenti è meglio lasciarli fare; devono risolvere tra di loro le contese.
Una cosa secondo me da evitare è coccolare eccessivamente il nuovo venuto, in presenza degli altri; meglio distribuire equamente coccole e attenzioni; il nuovo deve sentirsi benvoluto, questo lo rassicura, e i vecchi non devono sentirsi messi un po' in secondo piano.
Guarda, Malinka, è tutto giusto quello che dici, ma ti assicuro che ci sono dei casi in cui rimandare indietro il nuovo venuto non vuol dire considerarlo alla stregua di un pacco postale, ma fare il bene di tutti. Ti faccio un esempio di cui sono stata testimone indiretta: conosco una coppia di ragazzi molto carini, a cui faccio tra l'altro da cat sitter, che hanno due gatti loro (di cui uno disabile) e che si sono resi disponibili ad ospitare in stallo uno o due gatti per conto di un'associazione.
Tutto bene, non fosse che i gatti di casa mal tollerano l'arrivo di altri gatti estranei e, come se non bastasse, ho pure l'impressione che i padroni siano un po' ansiosi, il che esaspera le tensioni e rallenta il crearsi di un equilibrio. Una volta la cosa aveva raggiunto punte estreme con la gatta residente (quella "sana") perennemente appollaiata su una mensola, il gatto disabile che si azzuffava (ma di brutto con tanto di ferite profonde!) con il micio in stallo e che alla fine si è pure beccato una cistite da stress. Ora, io penso che per il bene di tutti sarebbe stato meglio interrompere quanto prima quello stallo ed evitare di prenderne altri, ma, va beh, sono soltanto la cat-sitter e loro hanno deciso diversamente, anche perché nel frattempo non si trovava nessuna sistemazione disponibile per l'altro gatto.
Questo per dirti che non sempre "stallo interrotto (o adozione annullata)= gente irresponsabile che pensa che il gatto sia un oggetto".
P.s.: nemmeno io ho mai avuto grandi difficoltà ad inserire gatti, che fossero cucciolini o adulti, ma ero presente una volta che i due gatti di cui ti dicevo sopra hanno litigato e ti giuro che sono rimasta basita. Anche quando se ne stavano "buoni" uno da una parte della stanza e l'altro dall'altra, la tensione era palpabilissima. :disapprove::eek: E questo dopo mesi che convivevano, tanto che l'altro gatto (lo stallato) viveva costantemente chiuso in una stanza perché sennò il micio disabile impazziva. Altro che cistite a quel punto!
Scusate, ma nei saggi di etologia non si usano mica i predicati al singolare............ mi scuso per l'OT.
L'etologia è andata molto avanti
Gli istinti (l'innato) contano per circa un 20%. Tutto il resto è singolarità, soggettività e cioè dove l'appreso di ciascun individuo e le dotazioni di ciascun individuo si fondono in lui per vivere ed imparare. Non c'è più automatismo. Non ci sono più i gatti. C'è quel gatto.
Se volete potete anche far finta che la singolarità non esista, per me non cambia nulla, ma cambia per ogni altro animale la cui vita si incrocia con la nostra
Fine OT :)
....... Ora, io penso che per il bene di tutti sarebbe stato meglio interrompere quanto prima quello stallo ed evitare di prenderne altri, ma, va beh, sono soltanto la cat-sitter e loro hanno deciso diversamente, anche perché nel frattempo non si trovava nessuna sistemazione disponibile per l'altro gatto.
Questo per dirti che non sempre "stallo interrotto (o adozione annullata)= gente irresponsabile che pensa che il gatto sia un oggetto".
P.s.: nemmeno io ho mai avuto grandi difficoltà ad inserire gatti, che fossero cucciolini o adulti, ma ero presente una volta che i due gatti di cui ti dicevo sopra hanno litigato e ti giuro che sono rimasta basita. Anche quando se ne stavano "buoni" uno da una parte della stanza e l'altro dall'altra, la tensione era palpabilissima. :disapprove::eek: E questo dopo mesi che convivevano, tanto che l'altro gatto (lo stallato) viveva costantemente chiuso in una stanza perché sennò il micio disabile impazziva. Altro che cistite a quel punto!
Io penso che per il bene di tutti sarebbe meglio conoscere il/i gatti residenti
Nessuno ha mai detto che la singolarità, l'individualità, la specificità, l'unicità, ecc... non esistano, ma penso proprio che, se vogliamo fare un discorso che non sia "Edhel fa così, Conrad fa cosà e Berenice fa nella talatra maniera", e l'ambizione di un saggio di etologia dovrebbe essere quella di descrivere le basi generali del comportamento di determinate specie animali, un minimo di astrazione la si debba fare. Poi possiamo stare benissimo a discutere di come il particolare ecceda l'universale, ma, a parte il fatto che questo topic non è sicuramente la sede adatta, sarebbe un discorso destinato a non avere fine.
Quindi chiudo qua la digressione e, per quanto capisca e in un certo senso apprezzi il desiderio di Leny di dare un compagno/a felino a Klimt, ripeto il mio consiglio di NON prendere nessun gatto almeno per ora. :)
Guarda, Malinka, è tutto giusto quello che dici, ma ti assicuro che ci sono dei casi in cui rimandare indietro il nuovo venuto non vuol dire considerarlo alla stregua di un pacco postale, ma fare il bene di tutti. Ti faccio un esempio[...]
Concordo nel modo più assoluto: ci sono dei casi, come ad esempio quello che hai esposto, nei quali riportare indietro il gatto è un bene per tutti.
Penso anche che sia un bene per il gatto ricorrere allo stallo quando ha problemi di salute e non possa essere adeguatamente seguito al gattile; molto meglio in questi casi l'affido ad una famiglia che possa occuparsene, anche solo temporaneamente, in attesa di un'adozione definitiva.
Non sono invece favorevole allo stallo del gatto sano, perché rischia di essere considerato "un gatto in prova".
Dal momento che accettare lo stallo non significa impegnarsi necessariamente ad una conseguente adozione, purtroppo ci sono persone che compiono questo passo senza aver prima riflettuto a sufficienza.
Nessuno ha mai detto che la singolarità, l'individualità, la specificità, l'unicità, ecc... non esistano, ma penso proprio che, se vogliamo fare un discorso che non sia "Edhel fa così, Conrad fa cosà e Berenice fa nella talatra maniera", e l'ambizione di un saggio di etologia dovrebbe essere quella di descrivere le basi generali del comportamento di determinate specie animali, un minimo di astrazione la si debba fare. Poi possiamo stare benissimo a discutere di come il particolare ecceda l'universale, ma, a parte il fatto che questo topic non è sicuramente la sede adatta, sarebbe un discorso destinato a non avere fine.........
Nei saggi behaviouristi, bypassando questi la presenza della mente animale, c'è solo l'automatismo stimolo-risposta.
In un saggio di etologia classica potrebbe essere come dici tu, per quanto Lorenz stesso già notò che alcuni comportamenti prescindevano l'appartenenza di specie.
Per l'etologia contemporanea, riconoscendo questa la presenza della mente animale, non c'è questa ambizione, ma l'esatto contrario, fermo restando quel 20% circa di filogenetico. Quindi il discorso non deve avere fine.
I mod se lo ritengono opportuno possono spostare questi post nel thread "Terzo millennio......"
linguadigatto
04-04-2017, 08:22
ad esempio, se avessi un gatto Aletto e cercassi di fare un inserimento con un gatto SerenaF... :rolleyes::rolleyes::rolleyes::kisses:
ad esempio, se avessi un gatto Aletto e cercassi di fare un inserimento con un gatto SerenaF... :rolleyes::rolleyes::rolleyes::kisses:
nunsepoffà :249::249:
Tanto di cappello linguadigatto, molto carina, me la sto ridendo nel traffico cittadino
ad esempio, se avessi un gatto Aletto e cercassi di fare un inserimento con un gatto SerenaF... :rolleyes::rolleyes::rolleyes::kisses:
Eeeehhhh, ne vedremmo sicuramente delle belle! :D:rolleyes::rolleyes::p
linguadigatto
04-04-2017, 09:10
Tanto di cappello linguadigatto, molto carina, me la sto ridendo nel traffico cittadino
ho seguito i vostri consigli per l'inserimento: niente sgridate, distrarre i contendenti. :kisses:.
peccato che con ludo non funzioni. è una croce, mi sa che presto riaprirò un post..... :cry:
Ritpetit
04-04-2017, 09:11
ad esempio, se avessi un gatto Aletto e cercassi di fare un inserimento con un gatto SerenaF... :rolleyes::rolleyes::rolleyes::kisses:
Arguta, fine, tagliente ma non offensiva.
Inarrivabile.
Chapeau :)
ad esempio, se avessi un gatto Aletto e cercassi di fare un inserimento con un gatto SerenaF... :rolleyes::rolleyes::rolleyes::kisses:
taaaaanta pazienza e taaanto Feliway.. ma mi raccomando, niente sgridate! ;)
taaaaanta pazienza e taaanto feliway.. Ma mi raccomando, niente sgridate! ;)
:389::389:
violapensiero
05-04-2017, 15:52
Ma l'utente che ha aperto il post si è spaventata e non risponde più..?
linguadigatto
05-04-2017, 16:23
Ma l'utente che ha aperto il post si è spaventata e non risponde più..?
non penso... leny ci conosce ormai, lo sa che siamo un po' pasionarie :o
violapensiero
05-04-2017, 23:49
non penso... leny ci conosce ormai, lo sa che siamo un po' pasionarie :o
Già, ma lei ha bisogno di farsi anche ascoltare...
linguadigatto
06-04-2017, 08:42
Già, ma lei ha bisogno di farsi anche ascoltare...
ho guardato nel profilo, non è più connessa da quando ha postato, magari è occupata in questi giorni
Ma l'utente che ha aperto il post si è spaventata e non risponde più..?
Non lo so, Viola, forse è rimasta offesa dalle nostre parole, ma sarà che stamattina ho deciso di lasciare da parte la diplomazia, con quello che sappiamo della sua famiglia (che, per carità, sono sicuramente delle bravissime persone, ma non mi sembra che siano disposti a tollerare tutto per amore degli animali, soprattutto la mamma), delle discussioni anche drammatiche per far rimanere in casa Klimt quando ha iniziato a far pipì in giro, delle vicissitudini della cagnetta..., ecco dopo tutto questo credo che sarebbe stato irresponsabile e ipocrita da parte nostra nascondere le nostre perplessità o addirittura incoraggiarla a prendere un altro gatto.
Sono d'accordo con te, Serena.
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