Visualizza Versione Completa : Crocchi medicati o crocchi normali?
GeorgiaGee
28-04-2018, 16:15
Ciao a tutti.
Come sapete da 4 anni sto facendo una terapia (integratori) al mio gatto con Irc di stadio lieve/moderato. Proprio per questo, dato che sta bene, mangia e non ha sintomi, non sto facendo un'alimentazione 100% medicata (anche perché leggo sempre piu spesso pareri sul fatto che un'alimentazione totalmente medicata si dovrebbe dare solo in caso di stadio avanzato.
Gli do pappe Adult e Senior ma anche medicate.
Per le pappe adult mi oriento su Animonda, Prolife, Lily's Kitchen, Catz finefood e Feringa.
I crocchi invece non li ho mai cambiati e sono i Royal Canin Renal Special.
So che i crocchi andrebbero proprio levati, ma lui ne mangia solamente 15 gr in tutto il giorno al massimo, sono più lì per piccoli spuntini invece che aprire una scatoletta solo per qualche boccone.
Mi chiedevo però se non potessi magari passare a un buon crocco adult, tipo le Lily's o le Canagan?
Tanto per quel poco che mangia secco, oppure meglio restare sui crocchi medicati?
Ciao,
le lily's non le conosco ma penso siano "buone", le Canagan sono anche loro molto proteiche
Il fatto è che passeresti da una crocca costituita principalmente da carboidrati, a crocche prevalentemente proteiche. Senti il vet, anche se la quantità è molto piccola
Oppure chiedi se quei 15 gr potrebbero essere sostituiti da cibo essiccato. E' vero che costa una fortuna, ma almeno sai cosa mangia. Io lo acquisto on line, anzi, ordino direttamente per telefono alla signora che le fa. Costosissimo, ma Buio lo adora e lo lascio come snack
Perché dici che i crocchi andrebbero proprio levati, se comunque sono medicati?
Comunque sai che i veterinari sono divisi su questo argomento, pochi giorni fa leggevo sul gruppo SOS GATTI, dove rispondono diversi veterinari, una signora chiedeva se avrebbe potuto fare la Barf col suo micio IRC e un vet ha risposto "Sì. se vuol far finire prematuramente i suoi giorni".
Ci sono scuole di pensiero opposte riguardo alla barf per gatti con IRC.
Io posso solo dire che grazie all'alimentazione cruda la mia Susy è arrivata a 25 anni compiuti; se avessi continuato con i cibi cosiddetti "medicati" sui quali insisteva il veterinario, sarebbe morta diversi anni prima, era diventata letteralmente pelle e ossa, pesava 1,7-1,8 ma con il crudo il peso è risalito oltre i 2,5 e sono cessati anche i quotidiani vomitini di schiumetta bianca.
La stessa cosa era successa anni prima con Valerio; oramai era avviato verso il ponte, anche lui un mucchietto di pelle e ossa e vomitini schiumosi.
Cambio di alimentazione, solo crudo; ha ripreso appetito e peso ed è vissuto ancora 2 anni.
Con questo non intendo certo consigliare di fare come ho fatto io, perché non conosco il gatto di Georgia; nessuno conosce un gatto meglio del proprietario.
Ho solo inteso portare la mia esperienza.
GeorgiaGee
29-04-2018, 19:09
Il Mister non vuole ne carne cruda ne cotta, le ho provate tutte. Non voglio fare una Barf piena, mi basterebbe che mangiasse qualche pezzo di carne fresca ogni tanto, anche per pulirsi i denti (che sono sempre in gengivite e tartaro) e perché mi piacerebbe vederlo contento di mangiare carne vera.
Per i crocchi mi chiedevo se quei 20 gr al giorno, visto che devono esserci 'per forza', è meglio siano medicati piuttosto che 'normali', dato che in molti pensano che andrebbero tolti, insomma magari medicati sono il male minore.
Oppure non fa differenza dato che non è sotto alimentazione strettamente renal.
20 gr. di crocchette non sono proprio ininfluenti, visto che corrispondono a circa 80 gr. di umido. Lui quanto umido mangia, al giorno?
Credo che la risposta alla tua domanda cambi a seconda del punto di vista che ritieni valido.
Se sei del partito "sì medicati", allora secondo me le crocche grain free sono troppo proteiche, visto che per il resto non mangia strettamente renal e quei crocchi gli piacciono, meglio continuare renal.
Se invece sei del partito "no medicati" allora meglio proteine di alta qualità e quindi grain free, visto che i crocchi renal contengono parecchie proteine vegetali.
Io per l'IRC avevo scelto di affidarmi in toto al mio vet perché pur non essendo un nefrologo credo che sia bravo nella cura dell'IRC, nelle lunghe sedute in sala flebo ho incontrato tantissimi gatti vecchietti che convivevano con questa patologia da tanti anni.
Lui era del partito sì medicati e quindi seguivo quella strada.
Ricordo che dal punto di vista renale il tuo gatto è ben seguito, e siccome il cibo secco è comunque dannoso per molti motivi, lo eliminerei
Se per assicurare l'alcalinizzazione e il basso contenuto di fosforo questo cibo gli funziona, d'altro canto con quella quantità gli dai praticamente un pasto contenente queste cose in % non dichiarata (almeno su zooplus)
"riso, proteina del maiale (essiccata)*, farina di mais, mais, grasso animale, glutine di mais, cellulosa del legno, proteina animale (idrolizzata), minerali, glutine di frumento, fibra di cicoria, olio di pesce, olio di soia, frutto-oligosaccaridi, psyllium (tegumento e semi), farina di fiore di Tagete (fonte di luteina). " Oltre agli additivi nutrizionali
Dici:"Il Mister non vuole né carne cruda né cotta,...."
ma in realtà la carne cotta la mangia perché sta nell'industriale, solo che contiene appetizzanti ai quali lui è ormai abituato
Consulterei il vet e se la sua opinione non ti soddisfa, consulterei un nutrizionista perché anche se il tuo gatto mangia esclusivamente l'industriale, potrebbe darti delle dritte
Se per assicurare l'alcalinizzazione e il basso contenuto di fosforo questo cibo gli funziona, d'altro canto con quella quantità gli dai praticamente un pasto contenente queste cose in % non dichiarata (almeno su zooplus)
In realtà il fosforo è indicato su zooplus, è lo 0,41%. Quindi basso, se consideriamo ad esempio che le crocchette GF Orijen Cat&Kitten lo hanno al 1.1%.
Più che ad un nutrizionista, per un gatto con IRC mi rivolgerei ad un nefrologo, poi magari sarà lui ad indirizzarmi dal nutrizionista. L'alimentazione è senz'altro importante in molte patologie, ma il nutrizionista, che adesso va tanto di moda, non è sicuramente lo specialista d'elezione in questo caso.
Immagino però che anche i necrologi siano delle due diverse scuole di pensiero, e qui mi viene una domanda, che forse meriterebbe un post apposta: potendolo fare (penso soprattutto alla situazione geografica, ad esempio un paesino sperduto come il mio offre molte meno possibilità di una città) scegliamo il veterinario in base alle nostre idee su come curare il gatto?
O accettiamo cure e consigli che vanno contro le nostre convinzioni?
........
Se per assicurare l'alcalinizzazione e il basso contenuto di fosforo questo cibo gli funziona, d'altro canto con quella quantità gli dai praticamente un pasto contenente queste cose in % non dichiarata (almeno su zooplus) :
"riso, proteina del maiale (essiccata)*, farina di mais, mais, grasso animale, glutine di mais, cellulosa del legno, proteina animale (idrolizzata), minerali, glutine di frumento, fibra di cicoria, olio di pesce, olio di soia, frutto-oligosaccaridi, psyllium (tegumento e semi), farina di fiore di Tagete (fonte di luteina). " Oltre agli additivi nutrizionali....
Avendo purtroppo dimenticato di mettere quei due punti, che neppure ora si vedono bene nonostante siano in rosso, in mio post non era chiaro ma spero che si sia comunque inteso il senso
Non penso che il nutrizionista per animali sia di moda, è egli stesso un veterinario, visto che della sua professione da tempo si servono per esempio anche gli zoo. Solo che la sua professione non è più solo privilegio di animali particolari e si è estesa per fortuna anche ai pelosi che vivono con noi. Se c'è bisogno di farmaci li prescrivono, se c'è bisogno di uno specialista ci indirizzano da questo piuttosto che da quello.
@Aletto: il tuo pensiero era già chiarissimo anche prima dell'aggiunta dei puntini rossi!
Per come la vedo io il nutrizionista per animali non è una moda.
Tutt'al più potrebbe esserci qualche proprietario che vi si approccia come fosse una moda.
Per gli umani è accertata l'importanza di una corretta nutrizione; la relazione che intercorre tra ciò che mangiamo e il nostro stato di salute è risaputa e strarisaputa e penso che chiunque sia consapevole del fatto che il nutrizionista sia uno specialista di fondamentale importanza.
Perché dunque non dovrebbe valere in ugual misura lo stesso principio se al posto di un animale-umano ci fosse un animale-non umano?
Estrapolando e parafrasando una celebre frase di Ludwig Feuerbach possiamo tranquillamente dire che "Il gatto è ciò che mangia".
GeorgiaGee
01-05-2018, 12:00
Il Mister è già stato dal nutrizionista Bettio, aveva una dieta personalizzata, ma non volendo saperne di carne cruda o cotta (ho provato a cucinargli anche l'hamburger perché quello di Mcdonald's lo attirava, ma non l'ha voluto, dato che mancava appunto sale, o appetizzanti vari) non ho potuto seguirla, anche se non so se avrei seguito una dieta 100% Barf, il Mister è un gatto estremamente difficile e mangia praticamente di continuo, non ne vuole sapere di mollare le scatolette.
Per quanto riguarda un veterinario nefrologo, qui a Milano pur essendo una grande città, non ne trovo uno che abbia questa specializzazione.
Ci sono i dentisti, oculisti, dermatologi, dietisti etc etc ma il nefrologo non lo trovo. Nemmeno nelle cliniche che hanno praticamente tutti gli specialisti.
Avevo infatti chiesto tantissimi consulti online a veterinari nefrologi americani, tedeschi, francesi. Ognuno di loro seguiva piu o meno l'approccio italiano, mi consigliavano comunque dieta Renal, o al massimo cibo di qualità con poco fosforo (per la scuola di pensiero che pensa non siano le proteine il problema ma il fosforo e la qualità delle proteine). Mentre nessuno di loro mi ha mai consigliato una dieta cruda...:disapprove:
Per ora lo segue una veterinaria di medicina interna della Clinica Gran Sasso, una dentista specializzata, e l'esperto di oftalmologia.
Mi piacerebbe trovare un nefrologo.
Secondo i veterinari (a parte il nutrizionista ovviamente) il Mister dovrebbe mangiare Renal, secco incluso. Sono stata io che dopo essermi informata meglio, ho deciso di non dargli una dieta solo Renal ma anche normale cibo di qualità per non levargli le proteine. E la veterinaria mi ha detto che va bene.
Vorrei comunque avvicinarlo alla carne vera, anche se solo per qualche volta la settimana.
Per quanto riguarda un veterinario nefrologo, qui a Milano pur essendo una grande città, non ne trovo uno che abbia questa specializzazione.
Scusami, Georgia, hai provato a guardare all'Università di veterinaria di Milano? Spulciando online, ho trovato il cv di questa dottoressa che annovera tra i suoi interessi anche nefrologia e urologia canina e felina: http://www.unimi.it/chiedove/cv/paola_scarpa.pdf
Io proverei a sentire anche lo specialista dei reni (cioé lei o un altro), perché effettivamente è piuttosto difficile per un profano capire se e fino a che punto una barf (che poi esistono milioni di barf, a seconda dell'animale e del veterinario che la prescrive) può essere indicata per un micio con IRC, anche se incipiente come quella del Mister.
Tutt'al più potrebbe esserci qualche proprietario che vi si approccia come fosse una moda.
In effetti, questo descrive più chiaramente il fenomeno.
Ci sono in giro in questo momento sedicenti medici nutrizionisti che fanno leva sulla "moda", derivata credo da quella umana, di approccio naturale/olistico/new age, ma che non hanno nel loro curriculum di studi nessun master o specializzazione. E non uso "moda" in senso dispregiativo, perché in realtà corrisponde ad un bisogno umano di ritorno alla natura, superamento dei limiti della medicina e tanto altro credo.
Se portassi il mio gatto da un nutrizionista mi aspetterei di vedere almeno un master in alimentazione sul suo curriculum, un percorso di studi. Come prima di portare Mia da Buracco ho letto il suo curriculum sul sito dell'Università.
Ma fondamentalmente, porterei un gatto sano da un nutrizionista, se avessi intenzione di sperimentare una nuova dieta. Un gatto malato in prima battuta tenderei a portarlo da uno specialista della patologia.
Sull'argomento in sé, cioè alimentazione nel renal, ho letto parecchio avendo convissuto con IRC per 4 anni e sospendo il giudizio. Quasi tutti gli studi che ho letto propendono per un alimentazione a basso regime proteico, ma non escludo che in futuro le cose possano cambiare.
Finché 8 veterinari su 10 mi dicono che è meglio un alimentazione di quel tipo, non essendo propensa alla sperimentazione, seguo il loro parere.
Per studi seri non intendo la testimonianza singola "il mio gatto", ma studi comparativi, come questo ad esempio:
https://www.vetjournal.it/item/207-modificazione-dietetica-nel-gatto-nefropatico.html
[...]Ci sono in giro in questo momento sedicenti medici nutrizionisti che fanno leva sulla "moda", derivata credo da quella umana, di approccio naturale/olistico/new age, ma che non hanno nel loro curriculum di studi nessun master o specializzazione.[...]
Purtroppo è un fenomeno disceretamente diffuso, anche in campo umano; oramai si sono quasi tutti reinventati nutrizionisti.
[...]Ma fondamentalmente, porterei un gatto sano da un nutrizionista, se avessi intenzione di sperimentare una nuova dieta. Un gatto malato in prima battuta tenderei a portarlo da uno specialista della patologia.
Anch'io.
Sull'argomento in sé, cioè alimentazione nel renal, [...]
Finché 8 veterinari su 10 mi dicono che è meglio un alimentazione di quel tipo, non essendo propensa alla sperimentazione, seguo il loro parere. [/U]
Mah, io non ne faccio una questione di numeri; per me vale per tutti i campi, non è che siccome la maggioranza la pensa in un certo modo, ai miei occhi diventi automaticamente più attendibile.
Certo se non ho mezzi sufficienti per valutare l'attendibilità, seguo i consigli che mi dà il veterinario; è ciò che avevo fatto prima con Valerio e poi con Susy, e naturalmente siccome la maggior parte dei veterinari è pro renal e in particolare pro renal secco, quello avevo comprato.
Quando però ho constatato che non solo non c'erano miglioramenti, ma addirittura si peggiorava, ho cambiato approccio e ho fatto di testa mia, anche perché nel frattempo avevo capito quanto deleterio fosse il cibo secco e ancor di più quelle roba da galline...che anche le mie galline rifiutavano e che mi aveva consigliato il veterinario.
Per studi seri non intendo la testimonianza singola "il mio gatto", ma studi comparativi, come questo ad esempio:
https://www.vetjournal.it/item/207-modificazione-dietetica-nel-gatto-nefropatico.html
Certamente; infatti la mia testimonianza come ho detto in precedenza è solo una mia personale esperienza che ha coinvolto due dei miei gatti e che non ha nessunissima pretesa di assurgere a validità scientifica, questo è fuor di discussione!
A me fondamentalmente interessa il benessere dei miei animali e se lo raggiungo con metodi che non hanno nessunissima validità per la scienza attuale, fosse anche considerata roba da ciarlatani, per me va più che bene, anzi va benissimo, visto che ho raggiunto lo scopo a cui tendevo.
Premesso che la patologia di Buio era diversa da quella del Mister, non lo portai dallo specialista.
Se consultare o no uno specialista in quella data branca della medicina, è una decisione che spetta al proprietario sulla base delle sue cognizioni e convinzioni. A me verrebbe spontaneo rivolgermi ad un nefrologo in caso di malattia renale, ma non voglio assolutamente dire che il mio approccio sia l'unico possibile, né il più corretto o sensato.
Comunque, visto che GeorgiaGee lamentava che a Milano, nefrologhi se ne trovano pochi, ho ritenuto di segnalarle il nominativo di questa docente universitaria (quanto sia brava non so), così, se vuol sentire anche la sua campana, può farlo.
Secondo me gli specialisti possono essere utili, in quanto come dice il nome stesso sono specializzati in un certo ambito, quindi se c'è un problema specifico la loro competenza in quel settore supererà sicuramente quella del vet generico.
Si parlava di moda della barf; io per conto mio vedo due mode/trend opposti al giorno d'oggi: il naturale/barf/olistico vs lo specialista. E' vero che è molto di moda la barf, come il cibo bio, l'approccio "olistico" (qualunque cosa ciò voglia dire), l'omeopatia, le cure "alternative" ecc.. ma è anche vero che sono molto di moda gli specialisti. Una volta per dare la carne al gatto non si leggevano libri e non ci si faceva una cultura su quanti topi un gatto mangi in natura; alo stesso modo, non si andava dal nefrologo, cardiologo, dermatologo, ecc... a meno di rare eccezioni.
Secondo me questi due trend (che poi sono gli stessi che si stanno diffondendo anche per la salute umana), se seguiti in modo estremo, possono diventare pericolosi. Pensare che un approccio "naturale" o una dieta "ancestrale" possano guarire tutti i problemi, o che tutti i problemi derivino dall'alimentazione industriale, o affidarsi completamente ad un naturopata senza sentire l'altra campana, può andare bene in un gatto sano, ma se ci sono patologie gravi in atto, si rischia di compromettere in modo serio la salute del gatto.
D'altra parte gli specialisti tendono a focalizzarsi solo sul loro settore di competenza, e a ritenersi meglio dei vet generici, tendono a seguire in modo pedissequo i protocolli, senza valutare l'individuo che hanno davanti... questo può anche portare a degli "eccessi di zelo" per cui alla fine si cura il sintomo ma non l'individuo nel suo complesso. (Il famoso caso dell'oncologo che vuole a tutti i costi eliminare il tumore, ma fa morire il paziente a furia di chemioterapie estreme, oppure fa sopravvivere il paziente, ma con una qualità della vita esecrabile. Non dico che tutti gli oncologi sono così eh, per carità, queste sono le eccezioni, però bisogna dire che ci sono anche questi, e non solo i nutrizionisti/omeopati ciarlatani, che pure esistono).
Quindi per finire, secondo me lo specialista va consultato, ma l'importante è che poi, alla fine, avendo il parere di uno o più specialisti, ci sia un bravo vet che conosce bene il gatto che tragga le conclusioni globali, che sia in grado di coordinare tutti i vari input e capire cosa è meglio fare per QUEL gatto. Questo lo dovrebbe fare il vet generico (come per gli umani, il medico ASL), che conosce la storia del gatto e tutta la sua evoluzione, altrimenti si rischia che rivolgersi allo specialista sia un po' un lavarsi le mani da parte dei vet generici...
E non dimentichiamo che i più specialisti di tutti, sul nostro gatto, siamo noi. Siamo noi che lo conosciamo meglio, conosciamo le sue patologie così come il suo essere in salute, il suo carattere, le sue motivazioni... questo di solito ad uno specialista non interessa, lui vede il problema renale di quel gatto comparato a tutti i problemi renali che ha visto e studiato, noi vediamo il nostro gatto come individuo, a 360°, nel complesso, (e fra le tante altre cose, anche il suo problema renale).
A me fondamentalmente interessa il benessere dei miei animali e se lo raggiungo con metodi che non hanno nessunissima validità per la scienza attuale, fosse anche considerata roba da ciarlatani, per me va più che bene, anzi va benissimo, visto che ho raggiunto lo scopo a cui tendevo.
Dipende se facciamo una discussione generale o se raccontiamo le nostre esperienze, Malinka, perché cambia di molto.
Quando a Mia era stato diagnosticato 4 anni fa il carcinoma alla zampa, ho seguito tutte e due le strade, specialistica e "fai da te". Nel senso che, fatto tutto quello che la medicina poteva fare per lei, quando ha dovuto interrompere la chemio e la sua speranza di vita era stata data a un anno, le ho dato l'aloe. Chiedendo prima sia al mio vet che alla sua oncologa e avendo la risposta "non serve a niente, ma se vuoi darlo...".
Dato per quasi due anni, il carcinoma non si è ripresentato. Il sarcoma che me l'ha portata via è tutto un latro tipo di tumore.
La conclusione è che l'aloe previene le recidive del carcinoma dei tessuti molli? Se ci basiamo sull'esperienza "un gatto, cioè Mia" la risposta è sì. Se ci basiamo su 20, 40, 100 gatti la risposta è no. Perché non sappiamo in realtà perché nel suo caso non ha recidivato. Perché ci sono altri gatti che non hanno preso l'aloe ma non hanno recidivato, il suo è stato un caso raro ma non unico.
Quindi, ad un utente che si presentasse con lo stesso problema, direi vai dall'oncologo, fai la chemio, se poi rivolgerti all'alternativa ti fa sentire meglio fallo, ma non al posto della chemio.
Il gatto di Giorgia ha l'ira sotto controllo con l'alimentazione che sta seguendo? Io, personalmente, continuerei, senza sperimentare la strada più proteine, perché non ancora scientificamente abbastanza provato.
Si parlava di moda della barf; io per conto mio vedo due mode/trend opposti al giorno d'oggi: il naturale/barf/olistico vs lo specialista.
No, alimiao. Io non ho assolutamente nulla contro la BARF in sé. I motivi per cui non la faccio sono diversi ma non perché non la ritenga una dieta valida, se fatta con tutti i crismi.
E non ho nulla contro i nutrizionisti che abbiano seguito degli studi in materia, solo contro quelli che se scorri il loro curriculum non leggi un costo di studio valido in alimentazione nemmeno per sbaglio. Allora pure il mio vet può leggersi due libri e proclamarsi "nutrizionista" tanto per arrotondare.
Sono solo contraria all'idea della BARF come panacea per tutti i mali, idea che si sta diffondendo e che ritengo pericolosa.
Dagli specialisti, non corro ad ogni momento, ci vado quando il mio veterinario di base non ha gli strumenti per risolvere il problema. Nel mio caso specifico, Mia sarebbe morta 4 anni fa e Tigre avrebbe una zampa in meno senza i relativi specialisti.
Sull'argomento "una volta si faceva ecc." ho delle riserve grosse come case :)
Una volta, intanto, non si faceva la BARF. non è che la gente, se non qualche rarissima eccezione, andasse dal macellaio a prendere la carne adatta per il gatto. Mangiavano scarti, pasta, latte, avanzi dei pasti umani con sale e condimenti, una dieta che farebbe rizzare i capelli a qualunque barfista. In campagna, sicuramente integrati da topi e prede naturali.
E no, non stavano meglio. A parte che ho letto diversi studi in cui si dice che la durata vita di cani e gatti negli ultimi 40 anni pare essere praticamente raddoppiata (anche qui, non tiriamo fuori "il mio gatto che ha vissuto 20 anni, basiamoci sui grandi numeri), sono abbastanza vecchia per ricordare i gatti nelle campagne di 30/40 anni fa.
Non stavano meglio, stavano molto peggio.
L'argomento, che è uno dei pilastri di FB come si stava meglio una volta mi fa partire l'embolo :D, ho avuto una nonna del 1907 e mi ha raccontato abbastanza cose da farmi capire che pure gli umani stavano decisamente peggio.
D'altra parte gli specialisti tendono a focalizzarsi solo sul loro settore di competenza, e a ritenersi meglio dei vet generici, tendono a seguire in modo pedissequo i protocolli, senza valutare l'individuo che hanno davanti... questo può anche portare a degli "eccessi di zelo" per cui alla fine si cura il sintomo ma non l'individuo nel suo complesso. (Il famoso caso dell'oncologo che vuole a tutti i costi eliminare il tumore, ma fa morire il paziente a furia di chemioterapie estreme, oppure fa sopravvivere il paziente, ma con una qualità della vita esecrabile. Non dico che tutti gli oncologi sono così eh, per carità, queste sono le eccezioni, però bisogna dire che ci sono anche questi, e non solo i nutrizionisti/omeopati ciarlatani, che pure esistono).
Ah, scusami, questo mi era sfuggito ma mi interessa molto come argomento.
Io (purtroppo) ho avuto a che fare con oncologi e mi è stato spiegato bene che la chemioterapia in veterinaria viene fatta con molta più cautela che in umana. Si salvaguarda molto di più la qualità della vita, perché il paziente non può scegliere, né sopportare gli effetti collaterali nella speranza di una guarigione futura.
Ogni oncologo che agisca diversamente agisce male e non dubito che ci siano cattivi veterinari, ma sono abbastanza convinta che siano più gli animali che non se la cavano e potrebbero perché la chemio fa ancora paura (ne faceva tanta anche a me) che quelli che soffrono per accanimento terapeutico.
Nella mia esperienza, a Torino sono stati onestissimi e professionali: intervento e chemio quando la speranza di vita era concreta e senza disagi eccessivi per il gatto, niente intervento quando si sarebbe rivelato eccessivamente invasivo e non risolutivo.
linguadigatto
02-05-2018, 13:38
con l'irc, che è molto imprevedibile e soggettiva, io sono dell'idea che la squadra che vince non si cambia. se il micio sta bene così, fa i suoi esami regolari e vanno bene, ha buon appetito, in lettiera fa tutto bene... non stravolgerei completamente la sua dieta per un cruccio, sballottandolo tra specialisti e cambi di gusti radicali, col rischio che tutto lo stress annesso lo mandi in crisi.
biri qui stava peggio col renal, e sta molto meglio con l'umido adult che mangiano anche gli altri e che è grain free... semplicemente perchè il renal dopo due o tre pasti consecutivi me lo rifiuta (anche il kattovit bustine che è il assoluto il suo preferito), ed entra nel suo circolo vizioso di nausee, da cui per forza di cose mi toccava farlo uscire a suon di croccantini, snack e gran spolverate di lievito di birra sulle bustine kitekat :o
Dipende se facciamo una discussione generale o se raccontiamo le nostre esperienze, Malinka, perché cambia di molto.[...]
Certamente, so anch'io che può cambiare di molto.
Solo che come ho già detto e ripetuto in precedenza, ho voluto riportare unicamente la mia esperienza quindi ovviamente senza alcuna intenzione di farla passare per ciò che non è, è infatti avevo detto chiaramente che non era un consiglio per GeorgiaGee (e ovviamente per chiunque avesse un gatto con IRC).
Era, è, e resterà unicamente una mia esperienza.
@Mialuce: sono sostanzialmente d'accordo con quello che dici. Il punto è comunque di seguire il proprio istinto, senza troppi preconcetti pregressi, senza troppe rigidità, fare quello che si ritiene meglio, in base alla propria esperienza.
Ad esempio, io per ora mi trovo bene a seguire un vet naturopata/omeopata/barfista, anche se so benissimo che molti lo ritengono un ciarlatano (e non pensate che anch'io non abbia i miei dubbi, al riguardo), perché il mio gatto, seguendo la sua cura/dieta, è diventato asintomatico, e gli esami del sangue sono perfetti. Ovviamente se avesse un tumore non lo porterei da lui ma da un oncologo, però comunque farei un salto ANCHE da lui per sentire il suo parere, dato che conosce il gatto da più tempo, lo segue, si interessa a lui come individuo (cosa che pochi vet fanno... quanti, prima di ogni visita, aprono il pc e ripassano tutta la storia del paziente? quanti chiedono cose tipo "va ancora in giro a masticare le plastiche?").
Per quanto riguarda il "prima si stava meglio", di per sé è una frase che non vuol dire niente, bisogna sempre contestualizzare tutto.
In precedenza rispondendo a Mialuce ho detto che anch'io, se avessi un gatto malato, mi rivolgerei da subito ad uno specialista.
Non ho però detto cosa io intendo con "da subito".
Per me significa dal momento in cui viene diagnosticata o molto fondatamente ipotizzata una determinata patologia; questa diagnosi o ipotesi logicamente proverrà dal mio veterinario di fiducia, perché anche nel caso in cui io stessa sia in grado di fare una diagnosi corretta, non partirei alla caccia dello specialista, ma mi rivolgerei al mio veterinario.
E' chiaro che a questo punto se la patologia rivestisse una particolare gravità e il veterinario stesso non fosse in grado di intervenire o perché ritiene di non avere tutte le competenze necessarie, o perché sarebbero indispensabili particolari esami e procedure per le quali non è attrezzato, sarebbe lui stesso a consigliarmi uno specialista.
A quel punto spetterebbe unicamente a me decidere, e dovrò tener conto di vari fattori, prima di prendere una decisione...)e non è affatto detto che sia quella di consultare lo specialista).
Finora non mi è mai capitato neppure una volta di farvi ricorso, di qualunque branca potesse trattarsi.
Comprendo bene e non minimizzo l'importanza dello specialista, tuttavia ho l'impressione che oggi il ricorrervi per animali avanzi di pari passo con il ricorrervi per gli umani e francamente mi pare che non sia sempre così necessario, ma si tratti da un lato di una sorta di moda e dall'altro di un ottimo sistema per creare posti di lavoro.
Quanto al nutrizionista, ribadisco che a mio avviso la sua figura è molto importante in determinati casi, se ci sono delle particolari patologie, ma certo non mi ci rivolgerei per farmi dire cosa dovrei dar da mangiare al mio gatto, esattamente come non vado dal mio medico di base, che è specialista in nutrizione, per farmi dire cosa devo mangiare.
[...]D'altra parte gli specialisti tendono a focalizzarsi solo sul loro settore di competenza, e a ritenersi meglio dei vet generici, tendono a seguire in modo pedissequo i protocolli, senza valutare l'individuo che hanno davanti... questo può anche portare a degli "eccessi di zelo" per cui alla fine si cura il sintomo ma non l'individuo nel suo complesso. (Il famoso caso dell'oncologo che vuole a tutti i costi eliminare il tumore, ma fa morire il paziente a furia di chemioterapie estreme, oppure fa sopravvivere il paziente, ma con una qualità della vita esecrabile. Non dico che tutti gli oncologi sono così eh, per carità, queste sono le eccezioni, però bisogna dire che ci sono anche questi, e non solo i nutrizionisti/omeopati ciarlatani, che pure esistono).
La medicina oramai viaggia a compartimenti stagni, purtroppo dimenticando che un individuo è un'unità psico fisica e che il fisico non è composto semplicisticamente da tanti pezzi messi insieme, né più né meno che se fossero i mattoncini Lego.
Quindi per finire, secondo me lo specialista va consultato, ma l'importante è che poi, alla fine, avendo il parere di uno o più specialisti, ci sia un bravo vet che conosce bene il gatto che tragga le conclusioni globali, che sia in grado di coordinare tutti i vari input e capire cosa è meglio fare per QUEL gatto. Questo lo dovrebbe fare il vet generico (come per gli umani, il medico ASL), che conosce la storia del gatto e tutta la sua evoluzione, altrimenti si rischia che rivolgersi allo specialista sia un po' un lavarsi le mani da parte dei vet generici...
Rischio più che concreto per ogni tipologia di medico generico; troppi non vogliono assumersi delle responsabilità.
E non dimentichiamo che i più specialisti di tutti, sul nostro gatto, siamo noi. Siamo noi che lo conosciamo meglio, conosciamo le sue patologie così come il suo essere in salute, il suo carattere, le sue motivazioni... questo di solito ad uno specialista non interessa, lui vede il problema renale di quel gatto comparato a tutti i problemi renali che ha visto e studiato, noi vediamo il nostro gatto come individuo, a 360°, nel complesso, (e fra le tante altre cose, anche il suo problema renale).
Concordo, nessuno meglio di un proprietario attento riesce a capire quando il gatto non sta bene, cogliendo anche le più piccole sfumature, cosa che è impossibile per il veterinario di base che lo vede ogni tanto, anche se regolarmente, in un ambiente come l'ambulatorio, ma non lo vedrà e non lo potrà mai seguire nella sua vita casalinga quotidiana e a maggior ragione risulterà impossibile per lo specialista che il gatto lo vedrà ancor più di rado.
Mi pareva scontato, ma forse è il caso di precisare il mio pensiero:
- c'è un problema, in primissima battuta si va dal veterinario di fiducia e si segue la cura.
- se il problema si risolve, è morta lì.
- se non si risolve, si sente un secondo parere, eventualmente di uno specialista.
- nel caso di una patologia cardiaca si va da un cardiologo ecc., poi semmai se serve una dieta specifica si andrà anche da un nutrizionista.
- quello che non mi piace (e non mi rivolgo a nessuno in particolare, ma a quello che leggo in generale anche su Fb) è consigliare il nutrizionista come se fosse la risoluzione a tutti i problemi, in particolar modo se il nutrizionista in questione non vanta titoli in merito all'alimentazione felina.
Alimiao, Bettio non mi piace per tutta una serie di motivi, ma se avessi un gatto con un problema di cui nessuno viene a capo non escluderei di provare anche con lui.
Io tendo a fare dei discorsi generali, che vanno abbastanza oltre la mia esperienza, che per forza di cose è limitata.
Poi, come dice lingua, in tutto questo ci sta il GATTO. La dieta renal (e non solo quella ) è spesso una serie di prove e compromessi infiniti, Mia mangiava renal, senior, a volte qualche adult con basse proteine, secco o umido a seconda del suo umore, perché è indubbio che il digiuno non faccia bene ad un micio IRC.
Siccome la linea che avevo deciso di seguire era quella "basso contenuto di proteine e fosforo, calcio bilanciato", cercavo di attenermi per quanto lei me lo consentisse.
Mi pareva scontato, ma forse è il caso di precisare il mio pensiero:
- c'è un problema, in primissima battuta si va dal veterinario di fiducia e si segue la cura.
- se il problema si risolve, è morta lì.
- se non si risolve, si sente un secondo parere, eventualmente di uno specialista.
- nel caso di una patologia cardiaca si va da un cardiologo ecc., poi semmai se serve una dieta specifica si andrà anche da un nutrizionista.[...]
Ok, adesso che hai precisato, mi è chiarissimo il tuo pensiero, ma quando in precedenza avevi affermato che...
[...] Un gatto malato in prima battuta tenderei a portarlo da uno specialista della patologia. [...]
...avevo equivocato.
Ok, adesso che hai precisato, mi è chiarissimo il tuo pensiero, ma quando in precedenza avevi affermato che...
...avevo equivocato.
Mi ero in effetti espressa male.
Il passaggio dal veterinario di fiducia lo davo per scontato, perché si parlava della scelta tra il nutrizionista e uno specialista della patologia. A volte quando scrivo certe parti del pensiero restano nella tastiera, cercando di essere sintetica, cosa che mi riesce malissimo :)
vBulletin® v3.8.11, Copyright ©2000-2025, vBulletin Solutions Inc.