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Visualizza Versione Completa : Non lasciamoli soli


Malinka
11-09-2018, 21:46
"I veterinari svelano cosa fanno gli animali negli ultimi istanti di vita e qual è l'errore che i padroni commettono sempre"

https://www.huffingtonpost.it/2018/09/11/i-veterinari-svelano-cosa-fanno-gli-animali-negli-ultimi-istanti-di-vita-e-qual-e-lerrore-che-i-padroni-commettono-sempre_a_23523771/?ncid=yhpf

Titolo che però non rispecchia appieno il contenuto del pezzo; "sempre" proprio no, e infatti nell'articolo si indica un 90%.
Però non riesco a definirlo un errore; semplicemente c'è chi si sente di restare vicino al proprio animale fino all'ultimo respiro e chi proprio non ce la fa.

King of Pain
11-09-2018, 22:44
Se mi avessi conficcato un'accetta nel cranio m'avresti fatto meno male. A mio fratello pure peggio. C'è bisogno di un thread come questo?
Imploro di chiuderlo subito... FA MALE. MALE. MALE.

iw1dov
11-09-2018, 23:02
Ecco; ma perchè ho voluto dare un'ultima occhiata prima di andare a dormire?

Non riuscirò a chiudere occhio, questa notte.

:micimiao53: :micimiao53: :micimiao53:

Malinka
11-09-2018, 23:31
Mi spiace ragazzi, non ho aperto questo thread per far star male voi o chiunque altro, ma semplicemente perché è una notizia che mi ha colpito molto e che non sono andata a scovare nelle più recondite profondità del web per chissà quale contorto pensiero, ma molto più semplicemente era lì ben in vista su yahoo, continuava su huffingtonpost e poteva essere notata facilmente da chiunque.

Chissà quanti proprietari di animali in perfetta buona fede preferivano non assistere pensando di fare la cosa migliore per il loro amico!
Ciò che è stato è stato, indietro non si torna, però magari sapendo, se si trovassero nuovamente in quella situazione farebbero una scelta differente.
Solo la conoscenza può renderci pienamente consapevoli e spingerci a cambiare le nostre scelte, anche a costo di soffrire ancora di più, perché in quei frangenti non c'è mai un solo attore principale, ce ne sono sempre due, l'umano e l'animale, legati a doppio filo perché hanno condiviso una parte del cammino su questa terra.

Leggendo ciò che ho scritto prima e dopo il link però era chiaro a cosa si riferisse l'articolo.
E nel forum non vige l'obbligo del click...abbiate pazienza, ma è stata una vostra scelta...non ve la prendete con me!

Aletto
12-09-2018, 08:11
Se fossimo consapevoli dell'intensità della loro vita avremmo un altro atteggiamento al momento della loro fine

Dobbiamo abituarci a considerare che non esiste solo la nostra emotività, ma che anche loro hanno una vita emotiva intensa e la vivono come noi. Tanto nella gioia e spensieratezza quanto nella tristezza e nel dolore

Che non solo loro sono tanto belli e ci tengono compagnia nel bene e nel male, ma che anche noi per loro siamo tanto belli e gli teniamo compagnia nel bene e nel male.

La sottovalutazione dell'intensità della loro vita emotiva porta a questo tipo di derive.

E i veterinari, lasciati soli a compiere l'ultimo atto nei confronti di un paziente hanno, anche per questo motivo, un alto tasso di suicidi

Riri
12-09-2018, 08:22
Ho letto l'articolo con le lacrime agli occhi, avendo conferma di quello che ho sempre pensato e temuto.
E mi maledico una volta di più per non essere stata presente il giorno della morte della mia Kalé, a cui mio fratello tenne la zampina fino alla fine. E io non sapevo, non sapevo e non c'ero.
Ora capisco meglio anche il moto istintivo che mi ha fatto scegliere i miei attuali veterinari cessando la mia ricerca continua, il giorno in cui, era ferragosto e per di più sabato, vennero a fare l'eutanasia alla mia gatta storica di ormai più di vent'anni direttamente sul letto in cui dormiva abitualmente.
Detto questo non mi sento di dare giudizi, il rapporto con la morte, umana e animale, è molto personale e difficile da affrontare per chiunque, e questo indipendentemente dall'amore e dai legami che ci hanno tenuti uniti in vita. Io non temo di dover stare acanto a chi mi è caro fino alla fine, ma non biasimerei chi compisse la scelta opposta.

Malinka
12-09-2018, 09:35
Da troppo tempo viviamo in una società che cerca di esorcizzare la morte nascondendola, in una sorta di illusoria negazione.
Conosco adulti che non hanno mai visto una persona o un animale morti.
Uno dei miei primi ricordi di bimba risale a quando non andavo ancora all'asilo e mia nonna si occupava di me mentre i miei genitori erano al lavoro.
E' stato allora che ho avuto la mia prima esperienza con la morte; era deceduta Pina, l'anziana sorella di un vicino di casa, amica di mia nonna, e lei era andata a porgere le condoglianze e mi aveva portata con sè; mi aveva anticipato che Pina era volata in cielo e che che lì c'era solo la sua forma.
Io non capivo, però quando l'ho vista e l'ho toccata, ho pensato che sembrava proprio una bambola e ho compreso cosa voleva dire mia nonna.

E' un ricordo che ho molto vivido e non mi ha mai disturbato, e grazie a nonna il mio primo e precoce impatto con la morte è stato molto naturale e penso sia stata la scintilla che mi ha permesso di affrontare senza cercare vie di fuga le inevitabili e dolorose perdite nella vita; il che però non mi ha messo al riparo dal soffrire, tutt'altro...
Io ci sono sempre stata fino all'ultimo, con i miei animali sia nell'unico caso in cui ho fatto ricorso all'eutanasia, sia tutte le altre volte, qui in casa, dove sono morti quando l'hanno deciso loro.
Ci sono stata anche con mia nonna, quando avevo oramai 12 anni, e con mia sorella un paio di anni fa e mi dispiace immensamente di non esserci stata con papà e mamma, perché è successo inaspettatamente e io ero lontana.

[...]Io non temo di dover stare acanto a chi mi è caro fino alla fine, ma non biasimerei chi compisse la scelta opposta.
Neppure io lo biasimerei.

E non sentirti in colpa Riri, se tu avessi immaginato, saputo, sono certa che avresti fatto tutto il possibile per accompagnare Kalé sul Ponte, invece è andata com'è andata, però pensa che lei non è stata sola, c'era tuo fratello e i fratelli sono parte di noi stessi (l'ho capito quando ho perso mia sorella), quindi lì con Kalé c'era anche un po' di te.

Riri
12-09-2018, 10:10
Malinka mi hai tolto le parole di bocca, la società in cui viviamo tende a nascondere la morte in ogni sua forma.
Il racconto della tua infanzia, peraltro molto toccante, mi porta alla mente un esempio opposto: quando Kalé fu investita e mio fratello, parenti e vicini accorsero per vedere cosa intervenire passò una donna con un bambino e gridò di levare subito dalla strada quella "cosa oscena", che suo figlio altrimenti sarebbe rimasto traumatizzato.
Quando l'ho saputo ho pensato che il bambino sarebbe certamente rimasto traumatizzato dalla morte, ma non per le terribili condizioni in cui versava Kalé, che non sto qui a descrivere, quanto piuttosto per la reazione isterica della madre.
L'approccio con cui veniamo introdotti alle situazioni durante l'infanzia è importantissimo, posso solo essere grata ai miei genitori per non avermi mai nascosto nulla a riguardo, nemmeno quando si trattava di animali domestici a me cari e pianti e dolore erano assicurati. Il dolore del lutto fa parte della vita, ed è bene imparare anche questo.
Per il resto ti ringrazio, ancora ratico a pensare alla morte di Kalé senza piangere. Mi rincuora che fosse in coma e, come il veterinario ha sottolineato più volte anche nei giorni successivi parlando con me e mia madre, difficilmente ha avvertito dolore e meno che mai la presenza o assenza di persone a lei care, ma difficilmente riuscirò a perdonarmi per aver lasciato una così grande responsabilità in mano al mio fratello minore, nei confronti del quale sono molto rpotettiva e che per la prima volta, in quella circostanza, si è trovato di fronte a un'importante e grave decisione da prendere.
P.S.: chiedo scusa per il papiro, mi sembra quasi di aver monopolizzato la discussione con la storia della mia micia.

iw1dov
12-09-2018, 10:41
non ve la prendete con me!

Nessuno se la prende con te, Malinka, te l'assicuro.

Le tue intenzioni erano ottime e lodevolissime, si capisce; è che certe ferite basta un niente per riaprirle... e infatti a me è bastata la tua introduzione, non ho avuto bisogno di leggere l'articolo.

Non serve a niente pensare che il povero Isidoro si è aggravato improvvisamente a metà dicembre, e che quindi quando è stato ricoverato si andava già verso natale [dal 2016 per me ha perso la maiuscola]; nè giova pensare che quando è arrivato all'ultimo atto era il 24 - il 25 ha dato un timido segno di ripresa, ma il 26 è arrivato al tracollo.

Ma noi tutto questo lo abbiamo saputo solo per telefono dalla vet, che ovviamente in quei giorni faceva solo servizio "di guardia", mentre la collega era in ferie, e lo studio di fatto era chiuso.

Tra gli innumerevoli sensi di colpa ho anche quello di averlo lasciato solo... mi dico che se fossi stato vicino a lui forse sarebbe stato con noi ancora un po', ma in quel momento anche nostro zio stava malissimo, e quello è stato l'ultimo natale passato insieme; bisognava stare con la famiglia e nessuno credeva veramente che Isi ci avrebbe lasciato - nessuno ci voleva credere, anche se quando l'ho portato dal dottore e l'ha ricoverato, me lo sentivo che non l'avrei rivisto...

Ecco, il tuo post ha risvegliato tutto questo ed altro ancora, ma naturalmente non è affatto colpa tua. Tra l'altro Isi doveva aleggiare in casa, ieri sera, perchè già da quando sono entrato in casa ho sentito, più forte che mai, la fitta della sua mancanza.

Dopo cena mi sono consolato facendo un po' di coccole a Lina, la quale non è scappata via dopo pochi secondi come suo solito (sapete com'è: sul terrazzo fa più fresco, poi ci sono i giocattoli volanti...) e quando ho spento la luce sono arrivati tutti e due e mi si sono stretti contro...

Smetto, se no mi metto a piangere qui in ufficio.

Riri
12-09-2018, 11:59
Iw1dov ti capisco, è esattamente così che mi sono sentita anche io nel leggere l'articolo. Non hai nessuna colpa, non ne abbiamo, anche se una cosa è dirselo razionalmente, un'altra è venirci a patti.
Per quel che può valere, ti mando un abbraccio.

Pawsie
12-09-2018, 13:23
Tutte le vostre esperienze mi hanno commosso tantissimo, vi abbraccio ragazzi, capisco ogni singola parola di ciò che scrivete e sentite. :cry:
Iw1dov il tuo "natale senza maiuscola" è stata una freccia al cuore, perché anche per me dall'anno scorso questa ricorrenza non è più la stessa. Ho perso Remus a Ottobre, ed è stata una perdita devastante, di quelle che levano il respiro e fanno male dappertutto, e avevo ancora il cuore a pezzi quando a Dicembre anche Polli ci ha lasciati.
Mi ritengo "fortunata", perché in entrambi i casi ho avuto la possibilità di stare vicino a loro fino alla fine, e non dimenticherò mai lo sguardo di Polli che mi guardava con una dolcezza disarmante mentre si addormentava per l'ultima volta... ritengo l'eutanasia l'ultimo atto di amore, sia che ci sentiamo di essere presenti, sia chi invece non se la sente, come avete già detto non biasimo nemmeno io chi decide di non esserci. Anche quella non è una decisione facile dopotutto... anche se dopo aver letto questo articolo il cuore si stringe parecchio.
Nemmeno per i veterinari è facile, a volte capita quando andiamo dal mio che lo troviamo corrucciato e con l'aria buia, e una volta gli chiesi "Michè che è successo?" mi rispose "oggi ho già soppresso due cani. Brutta giornata", da allora quando lo vedo così non chiedo più, già si capisce dal suo volto ciò che è successo e ogni volta viene da piangere anche a me.

Riri
12-09-2018, 13:39
Concordo Pawsie, il vero atto d'amore, e di coraggio, è la scelta dell'eutanasia quando necessario, indipendentemente dal riuscire poi a essere presenti.
E questo senza voler assolutamente dare alcun giudizio nei confronti di chi pur di non far sopprimere il proprio animale farebbe qualsiasi cosa, anche quando ormai sa perfettamente che tutto è inutile.
Le sensibilità, come sempre, sono tante quante sono le persone.

Malinka
12-09-2018, 14:06
Hai proprio ragione iw1dov, basta un niente a riaprire le ferite, anche le più vecchie.
Dicono che il tempo guarisce, ma non è vero, per me è solo un'illusione, non guariranno mai, sono sempre lì, pronte a sanguinare come la prima volta e anche peggio.

Come ha detto Aletto, tra i veterinari c'è un alto tasso di suicidi; penso che per chi è veramente sensibile sia davvero sconvolgente dover continuare a sopprimere animali.
Bisognerebbe essere capaci di mantenersi distaccati, senza lasciarsi coinvolgere emotivamente, ma non credo che sia una cosa che ci si può imporre; dipende da come si è fatti.

Riri
12-09-2018, 19:01
Lo dicevo proprio l'altra sera a mia madre, che a una mia crisi di scoramento sul genere ho sceto la strada sbagliata ecc mi ha detto: "saresti stata un'ottima veterinaria". Assolutamente no, tropppo dolore. Non ho il distacco necessario. Così come non ho avuto il distacco necessario per fare la psicoterapeuta, strada che in tanti mi consigliavano. Non l'ho mai avuto e non l'avrò mai.

baudelaire
13-09-2018, 12:56
Hai proprio ragione iw1dov, basta un niente a riaprire le ferite, anche le più vecchie.
Dicono che il tempo guarisce, ma non è vero, per me è solo un'illusione, non guariranno mai, sono sempre lì, pronte a sanguinare come la prima volta e anche peggio.


Parole sacrosante. Anch'io avevo letto l'articolo e mi ha fatto stare male. Quattro anni sono passati da quando portai Romino (un vecchio gatto semirandagio che la sua gattara, molto anziana, non aveva capito quanto fosse malato e che avevamo in tutti i modi cercato di curare) dal veterinario per l'ultima corsa... Fino all'ultimo mi ero opposto all'eutanasia ma infine mi ero reso conto che non c'era speranza. Ebbene, al momento che scendemmo di macchina non ebbi il coraggio di entrare dal vet e lo affidai a un amico che aveva accompagnato me e mia moglie; appena lo passai fra le sue braccia, Romino alzò la testolina, mi fissò e lanciò un miagolìo che ancor oggi mi risuona nelle orecchie. Mi salutava? mi chiedeva perchè lo stavo lasciando? non lo so. So soltanto che rientrai in macchina e telefonai a mio fratello maggiore e piansi, piansi le lacrime più amare per il dolore e per la mia vigliaccheria. E ancor di più oggi mi tormento pensando a come mi comporterò se dovessi trovarmi in una situazione analoga per i miei mici... prego che ciò non accada...

linguadigatto
13-09-2018, 13:51
romeo è morto aspettando il veterinario, si è come assopito e poi il respiro è diventato sempre più leggero, fino a fermarsi... era immobile, su un fianco, con gli occhi aperti quasi come guardasse lontano. non ha cercato il mio sguardo ma tenevo una mano accanto al suo muso quindi sapeva che ero lì, anche perchè l'olfatto era l'unico senso che funzionasse davvero bene in lui. è stato quasi più commovente che triste vedere quel vecchissimo dinosauro gatto che se ne andava, era davvero la sua ora, a conclusione di una lunghissima vita da gatto sempre amato.
con buscemi e rourke, giovani ma malati, non è stato altrettanto semplice accettare la fine ma se ne sono andati entrambi in una sorta di sonno \ coma.
probabilmente il prossimo sarà biri, avendo ormai 20 anni compiuti anche lui. non sopporterei vederlo soffrire. da quando è morto romeo viviamo in simbiosi quando sono a casa. mi cerca, mi chiama, sta sempre con me e passa la notte appiccicato a me o sulla mia testa, capisco da come dorme e come si muove nel sonno se qualcosa non va.. un sogno, un po di nausea, sete, pipì... e lo accompagno in bagno (ha paura degli agguati degli altri gatti), o lo metto a terra (ha una ciotola dell'acqua personale sotto al mio letto), e lui tutto contento beve... e poi torna ad arrampicarsi sulla mia faccia con la zampa tutta zuppa d'acqua perchè la puccia nella ciotola, facendo mille fusa e arrotolandosi tutto soddisfatto. se sarà necessaria l'eutanasia, sarà sicuramente tra le mie braccia. mi si spezzerebbe il cuore due volte a non essere con lui. il mio piccolo fragile tenero rompiscatole culosecco biri, se ci penso mi viene già da piangere.

Malinka
13-09-2018, 14:01
Spero con tutta l'anima di non dover mai più ricorrere all'eutanasia, ma se dovesse essere necessario, chiederei al veterinario di venire a casa, non ce la farei più a portare uno dei miei pelosi in un ambiente estraneo per l'ultimo viaggio.
Mimì invece l'avevo portato in ambulatorio e quel veterinario insisteva che io mi accomodassi in sala d'aspetto e lasciassi lì il micio, ma mi sono rifiutata, l'ho tenuto fra le mie braccia mentre gli faceva prima l'iniezione di sedativo e poi il tanax.
Certo quando poi sono uscita in strada con lui nel trasportino non ce la facevo neppure ad arrivare alla macchina; mi sono seduta sul bordo del marciapiedi, fra le auto in sosta e ho pianto tanto che se la strada non è diventata un fiume è stato un miracolo.

violapensiero
13-09-2018, 23:08
Ho letto su facebook, ma non sono riuscita a terminare l'articolo. Troppa sofferenza. E' u periodo di cacca, non ce la faccio nemmeno a guardarmi allo specchio, temo di fare stupidaggini.
Tutte le volte che ho dovuto fare l'eutanasia, i veterinari mi hanno imposto di uscire. Mi sento in colpa solo per Sissi, lei non era morente, anche se aveva un diabete gravissimo. Mi sono fatta convincere dalla veterinaria, ancora le chiedo perdono.
Stella è riuscita a morire da sola, una benedizione. Celestina era in coma.
Rossino è voluto andarsene da solo a morire, sotto il cielo stellato.
Sono forte per gli estranei. Ho visto morire tanta gente in corsia, sono stata loro vicina, ma con i familiari, umani e non, è diverso, ti senti morire, non hai il distacco necessario, la serenità che la morte richiede.
Non sono per nascondere la morte.
Non ho paura della morte. Ma se mi fosse capitato un arresto cardiaco, durante la mia emergenza recente, e non fossi stata sola, vi assicuro che sarei stata molto peggio. Molto più agitata. Ho visto le medicine, le manovre, ho capito, mi sono solo detta, se è la mia ora basta che non soffra. Qualcuno vicino non mi sarebbe stato di aiuto.
Come non sono stata di aiuto io a mio padre, appena l'ho visto con il defibrillatore ho urlato, strepitato, pianto, con tutto il fiato che avevo in gola.
Lo so che lui ha capito, ma non sono stata di aiuto.
Davanti alla morte non si è mai lucidi, mai abbastanza preparati. E' l'evento più serio della nostra esistenza, quello più probabile ma meno prevedibile.
Forse nella loro saggezza di vita, gli animali sono più preparati di noi ad affrontarla. In questo la loro vicinanza, può ancora una volta, esserci di aiuto....

alepuffola
19-09-2018, 08:51
Ho letto su facebook, ma non sono riuscita a terminare l'articolo. Troppa sofferenza. E' u periodo di cacca, non ce la faccio nemmeno a guardarmi allo specchio, temo di fare stupidaggini.
Tutte le volte che ho dovuto fare l'eutanasia, i veterinari mi hanno imposto di uscire. Mi sento in colpa solo per Sissi, lei non era morente, anche se aveva un diabete gravissimo. Mi sono fatta convincere dalla veterinaria, ancora le chiedo perdono.
Sta cosa non sono mai riuscito a capirla, che gli costa avere l'umano del gatto vicino? Capisco che l''atmosfera non sarebbe distaccata e verrebbero coinvolti di più, magari rischiando un errore, ma dall'altra parte non dovrebbero sopportare lo sguardo dell'animale che cerca disperatamente l'umano senza trovarlo, il che mi pare molto peggio.
L' emergenza che hai vissuto sarà stata terribile, mi spiace tantissimo che ci siano state incomprensioni e si possa essere rotto qualcosa. :31:
Io comunque in quei casi non vorrei essere solo, non credo almeno.

Misty
19-09-2018, 09:17
Per fortuna, se così si può dire, la mia Crimy se ne è andata da sola, a casa, vicino a me. Ho sentito il suo cuore fermarsi sotto il mio palmo e il suo respiro cessare. Non ho dovuto prendere una decisione, anche se sapendo la gravità della sua situazione era un pensiero che non mi faceva dormire. E io me lo sentivo che stava per succedere tant'è che "quel" giorno sono rimasta a casa dal lavoro, forse me lo sentivo. Comunque non l'avrei lasciata sola se fosse stato necessario.

alepuffola
19-09-2018, 10:01
Per fortuna, se così si può dire, la mia Crimy se ne è andata da sola, a casa, vicino.. [...] .
Si può dire, si può dire. Fortuna grandissima, io per la mia unica gatta non l'ho potuta avere, ed è morta da sola in ambulatorio, con chissà quale sofferenza.
E non lo farò mai più.