Visualizza Versione Completa : Inserimento gattino con residente paurosa
Ciao a tutti :)
Ho letto già le discussioni presenti sull'argomento e ne ho fatto tesoro, ma vorrei esporre la mia situazione e ricevere qualche vostro prezioso consiglio che faccia al caso mio.
Non è il primo inserimento che faccio, ma è il primo con l'attuale gatta residente e mi trovo un po' in difficoltà.
La gatta ha 5 anni e mezzo (Zoe, siamese thai) e fino a gennaio è cresciuta serenamente con il nostro gattone già adulto (inserimento andato piuttosto bene, con un po' di soffiate e zampate nelle prime settimane di contatto, ma lui aveva tutt'altro carattere e lei era cucciola e negli anni è cambiata!). Purtroppo il vecchione è venuto a mancare all'inizio di quest'anno e Zoe ne ha sofferto inizialmente la perdita, ma poi si è abituata alla sua solitudine. E' una gattina dolcissima e si è attaccata a me in maniera quasi morbosa, anche se è molto espansiva anche con i miei genitori e con chi conosce da tempo. Tuttavia, tende ad essere molto timorosa verso tutto ciò che è nuovo (è naturale, credo) e ha bisogno dei suoi tempi per entrarci in confidenza, se proprio deve (es. se ci sono ospiti in casa che non ha mai visto tende a nascondersi sotto le coperte o uscire in giardino finchè non vanno via, altre volte invece è subito amore). Nonostante l'esperienza idilliaca con il gattone di casa, ha un pessimo rapporto con i gatti del vicinato che la aggrediscono e la spaventano, ma nell'ultimo anno ha imparato a farsi valere e adesso risponde a tono e trova comunque il coraggio di uscire e farsi le sue giratine finchè non viene interrotta e si rifugia in casa.
Arrivando al punto, mia mamma ha sofferto tanto la perdita del maschio anziano e ha voluto a tutti i costi prendere un altro piccoletto. Alla fine abbiamo portato a casa un nuovo micio di quasi 3 mesi (Tommy, siamese thai anche lui), che è arrivato domenica. Lo abbiamo messo nella sua stanzina con tutto ciò che gli serve e al momento li stiamo tenendo separati. In questi primi giorni abbiamo fatto annusare tutta la casa ad entrambi, in sessioni ovviamente separate. Lui già ambientato è un uragano vorrebbe uscire dalla stanza e stare libero, al momento è in un'altra stanza con mia mamma perchè non vuole stare solo. Zoe non ha avuto reazioni aggressive all'odore, ha utilizzato la lettiera del piccolo e mangiato dalla sua ciotolina quando ha ispezionato la sua stanza. Oltre a diffidenza e un po' di tensione (soprattutto nel sentire i miagolii del piccino) non sembrava mostrare segni di aggressività e ieri sera abbiamo (forse ennoreamente, ma il veterinario ha detto "porte aperte, vedrai che troveranno il loro equilibrio da soli!") fatto incontrare i due per pochissimo tempo. Non è andata molto bene. Lei ha subito soffiato e iniziato a emettere i classici suoni gutturali che fa con i gatti dei vicini e pure lui le ha ringhiato tutto ingobbito! Era come un botta e risposta, ma mi sono un po' spaventata perchè appunto mi ha ricordato la reazione che lei ha con i gatti del vicinato e il mio timore è proprio che lei ormai sia traumatizzata da ogni gatto, piccolo o grande che sia. Visto che non era aria li ho separati immediatamente e al momento sto continuando con il mescolare gli odori e cercare di farla sentire a suo agio il più possibile.
Vorrei quindi chiedere a voi come è meglio procedere a questo punto. Lei non sembra avere grossi problemi con gli odori, per questo ho erroneamento pensato di poter passare allo step dell'incotro visivo. Stamattina ha pure giocato con un giocattolo del piccolo, sentito l'odore della sua pipì e per qualche minuto si è accoccolata sulla mia felpa dove aveva dormito lui poco prima e si è lasciata accarezzare, poi ha annusato meglio e si è spostata. Ho notato che è un po' tesa e "sugli attenti" perchè sa che c'è un intruso, ma penso sia normale e tutto sommato sta comunque passando la giornata in casa seppur a debita distanza dalla stanza di lui.
Al momento non so davvero come procedere! Continuo solo con gli odori? Provo a farli mangiare con una porta in mezzo? (anche se lei non mangia nemmeno i suoi snack preferiti se è tesa) Come capisco quando passare di nuovo al contatto visivo? perchè lei non mostra alcuna curiosità verso la stanza dove è lui e se ne sta sulle sue. E' solo il terzo giorno e so che ci vuole tempo e sicuramente tanta pazienza, ma il primo approccio non mi ha rassicurata molto e vorrei sapere come sarebbe meglio procedere con l'inserimento per non commettere errori irrecuperabili.
Soprattutto vorrei un po' di speranza, se c'è, perchè non riesco a interpretare la reazione di Zoe che sembra intimorita ma non al punto da scappare e anzi quando lo ha visto ha appunto reagito in modo aggressivo (o forse sono io che interpreto male ed è normale, anche con questo primo approccio aggressivo c'è speranza? chiedo il vostro aiuto per questo!). I miei genitori sono sereni e fiduciosi e dicono di dare tempo al tempo, che le altre volte ce la siamo sempre cavata con gli inserimenti, ma ho paura che sottovalutino il carattere di Zoe. So che dal suo punto di vista le abbiamo fatto un gran dispetto, ma secondo voi con una gatta col suo carattere e un maschietto così energetico c'è speranza per raggiungere un punto almeno di reciproca tolleranza?
Non voglio riempirmi di paranoie non necessarie e sono sicura che le vostre parole mi tranquillizzeranno e aiuteranno a portare avanti questo inserimento. Che sia stato un errore o meno, ormai lui è con noi e dobbiamo cercare di aiutare entrambi a raggiungere quantomeno un equilibrio nel miglior modo possibile!
Vi ringrazio in anticipo per eventuali risposte e scusare per la lunghezza.
Attendo i vostri preziosi consigli e pareri :)
Ciao, sicuramente ti risponderanno tante altre persone con consigli precisi, ma secondo me stai facendo tutto nel modo giusto. Zoe ha avuto una reazione normalissima vedendo Tommy, si sono soffiati a vicenda, è assolutamente normale. Sono dello stesso parere del tuo veterinario e dei tuoi genitori:D
Certo è vero che i Thai hanno un carattere forte e deciso, ma non credo proprio che sia stato pregiudicato l'inserimento. Sono passati solo 3 giorni e un po' di tempo è necessario, Zoe si stava abituando a vivere come gatta unica e chiaramente ora c'è un "intruso" nel suo territorio. Sono anche gatti però che amano la compagnia dei propri simili, se ben socializzati e intendo fin dalla loro nascita, provenienti da allevamenti seri che selezionano bene non solo in salute e aspetto, ma anche il carattere.
Il tuo timore è che Zoe possa avere paura e difficoltà con qualunque gatto perché ha vissuto delle brutte esperienze (scrivi che è stata aggredita e spaventata più volte) con i gatti del vicinato. Certo questo per me non ha di certo facilitato la situazione, questo però indipendentemente dall'arrivo del piccolino in famiglia. Io metterei in sicurezza il giardino in modo da impedire a gatti estranei di entrare in contatto con Zoe. (E' vaccinata per la felv visto che esce?) Con uno spazio esterno messo in sicurezza potrà uscire senza timori e senza dover rientrare velocemente perché infastidita dagli altri gatti, e così anche Tommy quando sarà più grande potrà godersi lo spazio all'esterno;)
Il tuo timore è che Zoe possa avere paura e difficoltà con qualunque gatto perché ha vissuto delle brutte esperienze (scrivi che è stata aggredita e spaventata più volte) con i gatti del vicinato. Certo questo per me non ha di certo facilitato la situazione, questo però indipendentemente dall'arrivo del piccolino in famiglia.
Esatto, il mio timore è proprio quello. Non vorrei che Zoe ormai fosse talmente impaurita dai gatti dei vicini (indipendentemente dalla sua esperienza positiva con il precedente gatto di casa) da non avere speranze che possa accettare neanche un cucciolo, anche se dovesse volerci tanto tempo. Vorrei soltanto capire se è questione di pazienza e non è detto che non lo accetti prima o poi. Quindi secondo te il suo rapporto con gli altri gatti non significa necessariamente che avrà lo stesso tipo di rapporto anche con un compagno di casa? Magari con il tempo capirà che non è una minaccia e anche se "fa il grosso" è solo un cucciolo che vuole giocare e non è come gli altri?
Io metterei in sicurezza il giardino in modo da impedire a gatti estranei di entrare in contatto con Zoe. (E' vaccinata per la felv visto che esce?) Con uno spazio esterno messo in sicurezza potrà uscire senza timori e senza dover rientrare velocemente perché infastidita dagli altri gatti, e così anche Tommy quando sarà più grande potrà godersi lo spazio all'esterno;)
Purtroppo abbiamo provato di tutto ma essendo giardini comunicanti non c'è ostacolo che tenga i gatti alla larga. C'è anche da dire che Zoe era abituata a farsi difendere dal gattone anziano, che praticamente metteva in riga tutti, perciò quando si è ritrovata sola ha dovuto imparare a difendersi e adesso è cpmunque molto meno impaurita rispetto a prima. Anzi spesso è proprio lei a prendere l'iniziativa e cacciare gli intrusi dal giardino se si avvicinano troppo. Sotto questo punto di vista la trovo molto cambiata rispetto a mesi fa.
Comunque oggi le ho messo dei croccantini appetitosi nella cuccetta dove dorme lui e li ha mangiati nonostante l'odore. Continua ad annusare casa un po' confusa e quando la accarezzo a volte è un po' tesa. Sto cercando di farle associare l'odore di Tommy a qualcosa di positivo. Nonostante sia ancora titubante e non sia al cento per cento a suo agio con gli odori ha comunque passato la notte con me, come suo solito, dopo che ero stata un'oretta nella stanza col piccino, quindi anche questo mi sembra un segno positivo. Non saprei a questo punto dovrei provare a farli incontrare di nuovo? Quale sarebbe il metodo migliore? Perchè anche al riguardo ho letto molti pareri diversi: fessura della porta, plexiglass, cancelletto, incontro diretto.. noi abbiamo una porta a vetri in cucina, magari può essere una soluzione iniziale?
Altra domanda: il fatto che al primo incontro si siano non tanto soffiati, ma proprio ringhiati a vicenda come fa con i gatti del vicinato è comunque normale? Anche qui, è possibile che con il tempo questa aggressività dettata dalla paura reciproca possa affievolirsi o mi devo preoccupare e cercare un rimedio?
Sono troppo apprensiva nei confronti della mia gattina, ma non voglio assolutamente trasmettere la mia ansia anche a lei e vorrei trovare una serenità interiore per aiutare entrambi a convivere senza peggiorare le cose. Forse ho solo bisogno di incoraggiamento e di fiducia, senza partire con la paura che possa andare tutto storto solo perchè il primo incontro mi ha spaventata.
Ringrazio ancora per la risposta e ringrazio in anticipo se qualcun altro risponderà :)
Ciao Madda,
“…… Zoe ne ha sofferto inizialmente la perdita, ma poi si è abituata alla sua solitudine…..”
Sì, Zoe, come voi, si è dovuta adattare all’assenza di un consimile che le rendeva piacevole e forse anche stimolante e rassicurante la vita in famiglia.
Tua madre è stata particolarmente ferita dalla morte del vostro gatto al punto che avete deciso si farle in regalo un gattino per mitigare la sua sofferenza. Intento nobile provare a dare felicità/distrazione ad una madre.
Purtroppo, per il momento, Zoe non è pronta e più che altro non aveva necessità di un consimile in famiglia. Inoltre faccio un esempio: ti è morto un amico? Te ne metto un altro in casa. Non funziona così neppure per noi
“…. si è attaccata a me in maniera quasi morbosa,….”
Sembra un gatto insicuro, a disagio nell’approccio con l’ambiente. Il rapporto con l’ambiente implica l’interazione emozioni-motivazioni-rappresentazioni e se anche una di queste tre è alterata, coinvolge obbligatoriamente le altre due. Un gatto morbosamente attaccato non va bene. Non conosciamo il suo passato, né come lo ha vissuto, né tantomeno le sue strategie per risolvere le situazioni. Ammesso che siano state ben risolte.
Il veterinario ha detto che troveranno da soli il loro equilibrio. Certo, ma a quale equilibrio si riferisce? E quale sarà il prezzo emotivo per entrambi?
Di solito si fanno gli inserimenti graduali così come state facendo voi, per rispettare i tempi necessari ad una specie che si è evoluta per vivere benissimo come solitaria, senza estinguersi. Gli odori indicano la presenza che può anche essere anche considerata casuale, un passaggio, così come Zoe sente gli odori ed i feromoni dei gatti del vicinato, ne conosce l’esistenza…..finché non li vede ed allora il passaggio da emozione olfattiva a visiva può cambiare totalmente la percezione della realtà.
“……ha un pessimo rapporto con i gatti del vicinato che la aggrediscono e la spaventano, ma nell'ultimo anno ha imparato a farsi valere e adesso risponde a tono e trova comunque il coraggio di uscire e farsi le sue giratine finchè non viene interrotta e si rifugia in casa….”
Deve affermare e rivendicare la sua presenza. Nulla di strano. Si stanno antipatici o non permettono irruzioni nel territorio. Lei ha imparato a imporre la sua presenza ma fino ad un certo punto, e torno al suo attaccamento morboso verso di te che la scherma dall’ambiente.
“……ha utilizzato la lettiera del piccolo e mangiato dalla sua ciotolina quando ha ispezionato la sua stanza….”
Sono segnali di affermazione competitiva della sua presenza anche in quella stanza. Niente di preoccupante ma da non scambiare con segnali di accettazione. Lascerei perdere di farli mangiare separati da una porta, non aggiunge né familiarità, né convivialità, né tolleranza.
“…..ma il primo approccio non mi ha rassicurata molto e vorrei sapere come sarebbe meglio procedere con l'inserimento per non commettere errori irrecuperabili….”
Il primo impatto lascia una traccia emotiva importante che spesso – non sempre quindi- si trascina nel tempo trasformandosi in risposte tra le più disparate e spesso non visibili e non decodificabili da noi.
Continua a tenerli separati finché non noti in Zoe una sana curiosità perché un conto sono i gatti del vicinato, un altro è un gatto dentro casa. Il piccolo si comporta normalmente ma l’impatto con Zoe contribuirà alla sua formazione come individuo. Con le dovute accortezze, sono fiduciosa come i tuoi genitori.
Facci sapere.
Ciao Madda,
“…… Zoe ne ha sofferto inizialmente la perdita, ma poi si è abituata alla sua solitudine…..”
Sì, Zoe, come voi, si è dovuta adattare all’assenza di un consimile che le rendeva piacevole e forse anche stimolante e rassicurante la vita in famiglia.
Tua madre è stata particolarmente ferita dalla morte del vostro gatto al punto che avete deciso si farle in regalo un gattino per mitigare la sua sofferenza. Intento nobile provare a dare felicità/distrazione ad una madre.
Purtroppo, per il momento, Zoe non è pronta e più che altro non aveva necessità di un consimile in famiglia. Inoltre faccio un esempio: ti è morto un amico? Te ne metto un altro in casa. Non funziona così neppure per noi
“…. si è attaccata a me in maniera quasi morbosa,….”
Sembra un gatto insicuro, a disagio nell’approccio con l’ambiente. Il rapporto con l’ambiente implica l’interazione emozioni-motivazioni-rappresentazioni e se anche una di queste tre è alterata, coinvolge obbligatoriamente le altre due. Un gatto morbosamente attaccato non va bene. Non conosciamo il suo passato, né come lo ha vissuto, né tantomeno le sue strategie per risolvere le situazioni. Ammesso che siano state ben risolte.
Il veterinario ha detto che troveranno da soli il loro equilibrio. Certo, ma a quale equilibrio si riferisce? E quale sarà il prezzo emotivo per entrambi?
Di solito si fanno gli inserimenti graduali così come state facendo voi, per rispettare i tempi necessari ad una specie che si è evoluta per vivere benissimo come solitaria, senza estinguersi. Gli odori indicano la presenza che può anche essere anche considerata casuale, un passaggio, così come Zoe sente gli odori ed i feromoni dei gatti del vicinato, ne conosce l’esistenza…..finché non li vede ed allora il passaggio da emozione olfattiva a visiva può cambiare totalmente la percezione della realtà.
“……ha un pessimo rapporto con i gatti del vicinato che la aggrediscono e la spaventano, ma nell'ultimo anno ha imparato a farsi valere e adesso risponde a tono e trova comunque il coraggio di uscire e farsi le sue giratine finchè non viene interrotta e si rifugia in casa….”
Deve affermare e rivendicare la sua presenza. Nulla di strano. Si stanno antipatici o non permettono irruzioni nel territorio. Lei ha imparato a imporre la sua presenza ma fino ad un certo punto, e torno al suo attaccamento morboso verso di te che la scherma dall’ambiente.
“……ha utilizzato la lettiera del piccolo e mangiato dalla sua ciotolina quando ha ispezionato la sua stanza….”
Sono segnali di affermazione competitiva della sua presenza anche in quella stanza. Niente di preoccupante ma da non scambiare con segnali di accettazione. Lascerei perdere di farli mangiare separati da una porta, non aggiunge né familiarità, né convivialità, né tolleranza.
“…..ma il primo approccio non mi ha rassicurata molto e vorrei sapere come sarebbe meglio procedere con l'inserimento per non commettere errori irrecuperabili….”
Il primo impatto lascia una traccia emotiva importante che spesso – non sempre quindi- si trascina nel tempo trasformandosi in risposte tra le più disparate e spesso non visibili e non decodificabili da noi.
Continua a tenerli separati finché non noti in Zoe una sana curiosità perché un conto sono i gatti del vicinato, un altro è un gatto dentro casa. Il piccolo si comporta normalmente ma l’impatto con Zoe contribuirà alla sua formazione come individuo. Con le dovute accortezze, sono fiduciosa come i tuoi genitori.
Facci sapere.
Ti ringrazio per la tua risposta Aletto, ci tenevo molto al tuo parere e ai tuoi consigli e ne farò tesoro. :)
Sono d'accordo con te, sicuramente anche con un inserimento diretto troverebbero prima o poi il loro equilibrio ma non voglio creare in nessuno dei due traumi evitabili e se esistono metodi più "soft" non credo ci sia niente di male nel provarli. Ci vuole solo più pazienza, lo capisco. Per il momento continuerò a tenerli separati e lasciare che Zoe continui a sentire la presenza del piccolo nella casa, sia con l'olfatto che con l'udito (fa ovviamente un gran baccano quando viene lasciato solo, impossibile non notarlo! hahaha). Potrebbe funzionare a farle capire che Tommy non è solo di passaggio?
Diciamo che per adesso lei non ha mostrato interesse verso la stanza dove si trova lui e appena lo sente miagolare o se ne va o resta a debita distanza, ma sembra più diffidente che incuriosita. La vedo molto confusa, ma penso sia normale e non dovrei scoraggiarmi.
Come hai detto giustamente tu, è una gattina piuttosto insicura, anche se non ha problemi a cercare il contatto con ciò che le è familiare. E' possibile che proprio per queste sue insicurezze non arrivi mai a mostrare alcuna sana curiosità verso la stanza dove si trova il piccolino? In questo caso devo darmi qualche "scadenza" di tempo e poi cambiare approccio per farli incontrare nuovamente?
So che ancora è presto e non dovrei partire con mille dubbi perchè nessuno può prevedere il futuro, ma appunto vorrei procedere tutte le dovute accortezze e sapere quali queste siano, per il bene di entrambi. Siamo solo al quarto giorno e lui può continuare a stare ancora chiuso tra la sua stanza e la mansarda dove lavora mia madre durante il giorno (che sono luoghi poco utilizzati da Zoe) per non stare sempre solo e familiarizzare sia con noi che con l'ambiente, ma prima o poi arriverà il momento di lasciare anche al piccolino la possibilità di utilizzare tutti gli spazi della casa..
babaferu
30-09-2020, 13:46
Lluvia ci ha messo un anno prima di uscire da sotto le coperte dopo l'inserimento di Miccia ed Abebe. 4 giorni non sono niente..... Segui aletto senza piani b.
Per curiosità, ti chiedo come li hai fatto incontrare.
Baci, ba
Quello che dovresti ottenere, perché soprattutto è la migliore soluzione per loro è
1) la crescita esperienziale del piccolo in armonia con le sue motivazioni tipiche della sua specie di appartenenza, va da sé che non può e non deve essere confinato a lungo,
2) la sicurezza di Zoe, e per sicurezza intendo renderla padrona e consapevole dei suoi talenti tanto quanto lo sarà poi Tommy.
Lei non può rimanere indietro continuando a filtrare la realtà attraverso il suo attaccamento a te. Prima aveva l’altro gatto di casa ora ha te. Si è abituata così, ma deve emanciparsi.
Sono dell’idea che lei sappia perfettamente che Tommy non è di passaggio, Tommy non è come i gatti del vicinato e per questo la sua mente fa dei salti dallo stato emotivo a quello elaborativo. Questo succede sempre, ma ora in particolare lei è focalizzata su questo nuovo ed inaspettato evento.
“ E' possibile che proprio per queste sue insicurezze non arrivi mai a mostrare alcuna sana curiosità verso la stanza dove si trova il piccolino? In questo caso devo darmi qualche "scadenza" di tempo e poi cambiare approccio per farli incontrare nuovamente?...”
Lei ora sta lavorando col TOTE (Test Operate Test Exit) ed oscillerà tra il secondo Test e Operate varie volte per trovare la soluzione (Exit) qualunque essa sia. Quindi non ti devi dare nessuna scadenza ma rispettare il suo lavoro mentale.
Il problema per voi consisterà nel conciliare i tempi preziosi che Tommy sta “sprecando” con tempi di elaborazione di Zoe.
Il confronto visivo tra loro sarà inevitabile e le conseguenze saranno un’incognita. La loro vita è nelle loro mani. Credo che possa andare tutto bene.
Procedi col soft e osserva sia lui che lei, nessuno dei due deve rimanere indietro
Lluvia ci ha messo un anno prima di uscire da sotto le coperte dopo l'inserimento di Miccia ed Abebe. 4 giorni non sono niente..... Segui aletto senza piani b.
Ciao babaferu, grazie per la risposta! Ho letto anche la tua esperienza con Lluvia nelle varie discussioni sugli inserimenti e infatti so che Zoe potrebbe anche avere un reazione del genere quando arriverà il momento di liberare il piccolo, quindi anche i tuoi consigli sono più che preziosi. Con una gatta con un carattere simile dovrò portare tanta tanta tanta pazienza ed essere molto delicata, senza scoraggiarmi se le cose non funzionano subito. Seguirò i consigli di Aletto e lascerò a Zoe i suoi tempi per mostrare interesse nell'approcciarsi al piccolo, se mai lo farà.
Per curiosità, ti chiedo come li hai fatto incontrare.
Baci, ba
Purtroppo mi sono lasciata incoraggiare troppo dal consiglio del veterinario ("Porte aperte! Se la vedono loro stai tranquilla!") e purtroppo ci siamo anche lasciati influenzare dal metodo utilizzato negli inserimenti passati, che non sono stati diretti diretti ma già dopo qualche giorno di isolamento cercavamo di tenerli in sala con noi per un po' e lasciarli "sbrigarsela da soli" incrementando i tempi dei loro incontri finchè le soffiate e i ringhi non sono diventati coccole e giochi (a volte anche dopo tre settimane). Quindi mentre il piccolo era in sala al piano di sotto abbiamo portato Zoe sui gradini più bassi delle scale di modo che potesse vederlo da lontano e appena lui si è avvicinato (senza salire, ma erano comunque vicini a un metro di distanza più o meno) hanno iniziato a soffiare e ringhiarsi a vicenda. Dopo pochi secondi (non ho lasciato che arrivassero al contatto) ho visto che non era aria e mia mamma ha allontanato il piccolo nascondendolo dalla vista di Zoe, che è risalita di qualche gradino e si è subito calmata. La reazione di lei è stata la stessa che ha con il più giovane dei gatti del vicinato quando le si avvicina troppo: si ringhiano, a volte si azzuffano e lei si ritira sul davanzale in alto perchè sa che lì non la raggiunge.
Per questo mi sono spaventata e mi rendo conto di aver fatto un grosso errore con questo primo incontro afrettato e me ne assumo responsabilità e conseguenze. Mi sento in colpa perchè sono stata ingenua a pensare di poter usare i vecchi metodi anche con lei. Zoe è molto delicata rispetto al gatto che avevamo prima (lui era affettuoso ma aveva un carattere molto dominante e metteva tutti in riga) e avrei dovuto aspettare molto di più. Devo adottare una linea più soft e seguire quella e basta. Adesso sono due giorni che non si vedono e Zoe è più tranquilla, anche se continua ad annusare dappertutto un po' insicura, senza alcun interesse verso la stanza dove si trova il piccolo.
Come ha detto Aletto - ahimè, avrei dovuto saperlo prima - il primo incontro spesso può aprire ferite nella loro memoria difficilemente rimarginabili e se potessi tornare indietro agirei diversamente, ma purtroppo si può solo andare avanti. In ogni caso d'ora in poi voglio essere molto cauta e pronta a dare loro il tempo che serve, sperando di non aver fatto un danno troppo grande o irrecuperabile.
Ho voluto scrivere qui proprio perchè ho visto che avete molta più esperienza di me e potete darmi dritte per capire al meglio come portare a termine questo inserimento delicato. E le vostre parole mi confroteranno di sicuro, che forse è altrettanto importante ai fini dell'inserimento, perchè sono certa che anche il mio stato d'animo attuale non faccia altro che influenzare in modo negativo la situazione.
Grazie ancora davvero, di cuore!
Quello che dovresti ottenere, perché soprattutto è la migliore soluzione per loro è
1) la crescita esperienziale del piccolo in armonia con le sue motivazioni tipiche della sua specie di appartenenza, va da sé che non può e non deve essere confinato a lungo,
2) la sicurezza di Zoe, e per sicurezza intendo renderla padrona e consapevole dei suoi talenti tanto quanto lo sarà poi Tommy.
Lei non può rimanere indietro continuando a filtrare la realtà attraverso il suo attaccamento a te. Prima aveva l’altro gatto di casa ora ha te. Si è abituata così, ma deve emanciparsi.
Sono dell’idea che lei sappia perfettamente che Tommy non è di passaggio, Tommy non è come i gatti del vicinato e per questo la sua mente fa dei salti dallo stato emotivo a quello elaborativo. Questo succede sempre, ma ora in particolare lei è focalizzata su questo nuovo ed inaspettato evento.
“ E' possibile che proprio per queste sue insicurezze non arrivi mai a mostrare alcuna sana curiosità verso la stanza dove si trova il piccolino? In questo caso devo darmi qualche "scadenza" di tempo e poi cambiare approccio per farli incontrare nuovamente?...”
Lei ora sta lavorando col TOTE (Test Operate Test Exit) ed oscillerà tra il secondo Test e Operate varie volte per trovare la soluzione (Exit) qualunque essa sia. Quindi non ti devi dare nessuna scadenza ma rispettare il suo lavoro mentale.
Il problema per voi consisterà nel conciliare i tempi preziosi che Tommy sta “sprecando” con tempi di elaborazione di Zoe.
Il confronto visivo tra loro sarà inevitabile e le conseguenze saranno un’incognita. La loro vita è nelle loro mani. Credo che possa andare tutto bene.
Procedi col soft e osserva sia lui che lei, nessuno dei due deve rimanere indietro
Grazie Aletto, questo messaggio mi ha aperto gli occhi e mi hai dato un po' di fiducia.
Per quanto io sia affezionata a Zoe, riconosco che è stato un mio errore lasciare che entrambe trovassimo conforto l'una nell'altra per elaborare la perdita del gatto con cui siamo letteralmente cresciute tutte e due, e questo è andato solo a scapito della sua crescita come gatta indipendente.
Hai per caso delle dritte da darmi per aiutarla a emanciparsi?
Per ora lascerò trascorrere altri giorni e spero che sia lei a mostrare interesse verso la stanza di Tommy, così da capire che è "pronta" e non forzarla. Cercheremo di affiancare i suoi tempi a quelli di cui necessita il piccolo per crescere, consci del fatto che anche lui avrà bisogno di incontrarla e crescere in questa casa con la presenza di un altro gatto. E' difficile trovare una soluzione, ma per ora credo che questa situazione di "stallo" possa continuare ancora per qualche giorno, nella speranza che Zoe si faccia coraggio!
Grazie infinite, mi state aiutando un sacco e ne avevo proprio bisogno
.....Hai per caso delle dritte da darmi per aiutarla a emanciparsi?....
No perché secondo me noi non possiamo intervenire, siamo una specie che vive in società quindi se si trattasse di cane potremmo avere un ruolo più attivo, ma col gatto no.
Possiamo solo aiutare come presenza costante nel territorio e null'altro perché anche se non cambiamo comportamento nei loro confronti, loro mica sono scemi!
Zoe, come tutti i gatti sottoposti a cambiamento radicale -Tommy incluso-, ha un problema da risolvere, ed il gatto in questo è molto bravo.
Quindi penso che il lavoro che sta facendo a causa dell'inaspettato che la sta mettendo sotto scacco la aiuterà molto. Per gestire lo scacco deve mettere in atto delle competenze che sono rimaste chiuse in un cassetto, sono come un coltellino svizzero mai aperto. Una volta trovata la soluzione, aumenterà la sua autostima e comincerà ad emanciparsi.
Valuterà rischi e opportunità, perché capendo di essere sotto scacco, il suo cammino individuale le sta permettendo di porsi un problema, definirà un differenziale di crescita che le darà una forma alla sua identità in modo singolare.
N.B. lo scacco per la crescita è positivo anche se la sua risposta sarà considerata negativa da noi
Tommy ha tre mesi, ha bisogno di un ventaglio di stimoli adeguati. Idem, per lui sarà importante saper usare il suo coltellino svizzero :)
babaferu
30-09-2020, 16:28
Mi permetto di suggerirei la miscela Transition, di bush flower, che aiuta a superare il cambiamento. Esiste anche la formulazione Pet per animali.
Un abbraccio, ba
No perché secondo me noi non possiamo intervenire, siamo una specie che vive in società quindi se si trattasse di cane potremmo avere un ruolo più attivo, ma col gatto no.
Possiamo solo aiutare come presenza costante nel territorio e null'altro perché anche se non cambiamo comportamento nei loro confronti, loro mica sono scemi!
Zoe, come tutti i gatti sottoposti a cambiamento radicale -Tommy incluso-, ha un problema da risolvere, ed il gatto in questo è molto bravo.
Quindi penso che il lavoro che sta facendo a causa dell'inaspettato che la sta mettendo sotto scacco la aiuterà molto. Per gestire lo scacco deve mettere in atto delle competenze che sono rimaste chiuse in un cassetto, sono come un coltellino svizzero mai aperto. Una volta trovata la soluzione, aumenterà la sua autostima e comincerà ad emanciparsi.
Valuterà rischi e opportunità, perché capendo di essere sotto scacco, il suo cammino individuale le sta permettendo di porsi un problema, definirà un differenziale di crescita che le darà una forma alla sua identità in modo singolare.
N.B. lo scacco per la crescita è positivo anche se la sua risposta sarà considerata negativa da noi
Tommy ha tre mesi, ha bisogno di un ventaglio di stimoli adeguati. Idem, per lui sarà importante saper usare il suo coltellino svizzero :)
Bellissime parole Aletto, mi hai davvero aperto un mondo e mi sono quasi commossa! Per quanto sia sempre cresciuta con gatti in casa mi rendo conto di avere ancora molto da imparare e le tue parole mi hanno fatto capire molto bene come non si possa assolutamente dare interpretazioni umane al comportamento felino. Zoe ha mostrato più volte di essere in grado di trovare le sue soluzioni - con i suoi tempi, ma nessuna fretta! - (come il passaggio dal subire passivamente gli attacchi degli altri gatti all'iniziare a farsi valere), quindi sono fiduciosa che possa continuare il suo percorso di crescita verso l'emancipazione e riuscire a una soluzione anche a questa novità inaspettata. D'altra parte ha perso il suo amico solo otto mesi fa e lo ha rimpiazzato con me, quindi il suo percorso da sola è praticamente agli inizi.
Il fatto che questa possa essere per Zoe un'opportunità per aumentare la propria autostima e non necessariamente un trauma che potrebbe portarla a chiudersi mi incoraggia e mi dà nuove prospettive positive per questo inserimento. Addirittura il mio terrore iniziale era che potesse scappare di casa dalla paura, ma per ora mi sta dimostrando che non lascia mica casa sua solo perchè c'è un intruso! Dovrei darle più fiducia, sono sicura che ce la farà.
Ovviamente non trascureremo anche gli aspetti legati alla crescita del piccolo Tommy, ci impegneremo su entrambi i fronti!
Grazie grazie grazie di tutto
Mi permetto di suggerirei la miscela Transition, di bush flower, che aiuta a superare il cambiamento. Esiste anche la formulazione Pet per animali.
Un abbraccio, ba
Avevo letto qualcosa al riguardo, ma non conoscendone le controindicazioni non ho indagato più di tanto. Se può essere un tentativo innocuo, che al massimo non fa niente, proverò di sicuro!
Grazie mille del consiglio, un abbraccio anche a te
Bellissime parole Aletto, mi hai davvero aperto un mondo e mi sono quasi commossa! Per quanto sia sempre cresciuta con gatti in casa mi rendo conto di avere ancora molto da imparare e le tue parole mi hanno fatto capire molto bene come non si possa assolutamente dare interpretazioni umane al comportamento felino. Zoe ha mostrato più volte di essere in grado di trovare le sue soluzioni - con i suoi tempi, ma nessuna fretta! - (come il passaggio dal subire passivamente gli attacchi degli altri gatti all'iniziare a farsi valere), quindi sono fiduciosa che possa continuare il suo percorso di crescita verso l'emancipazione e riuscire a una soluzione anche a questa novità inaspettata. D'altra parte ha perso il suo amico solo otto mesi fa e lo ha rimpiazzato con me, quindi il suo percorso da sola è praticamente agli inizi.
Il fatto che questa possa essere per Zoe un'opportunità per aumentare la propria autostima e non necessariamente un trauma che potrebbe portarla a chiudersi mi incoraggia e mi dà nuove prospettive positive per questo inserimento. Addirittura il mio terrore iniziale era che potesse scappare di casa dalla paura, ma per ora mi sta dimostrando che non lascia mica casa sua solo perchè c'è un intruso! Dovrei darle più fiducia, sono sicura che ce la farà.
Ovviamente non trascureremo anche gli aspetti legati alla crescita del piccolo Tommy, ci impegneremo su entrambi i fronti!
Grazie grazie grazie di tutto
Non sono io ad averti commossa, ma sono loro. Comprenderli è meraviglioso. Anche io non smetto mai di commuovermi.
Zoe è in gamba! Rispetta le sue scelte.
Non sono io ad averti commossa, ma sono loro. Comprenderli è meraviglioso. Anche io non smetto mai di commuovermi.
Zoe è in gamba! Rispetta le sue scelte.
Giusto il tempo di leggere la tua risposta e proprio poco fa Zoe era davanti alla porta di mansarda dove si trovava Tommy!
Si sono visti attraverso lo spiraglio della porta, proprio un centrimetro, e noi non abbiamo fatto niente se non osservare le loro reazioni.
Questa volta lei non ha emesso alcun suono, non ha neanche soffiato. Ha guardato il piccoletto che era tutto impaurito e ringhiava, lo ha un po' studiato e poi si è allontanata scendendo qualche gradino, senza fughe o reazioni aggressive.
Sta volta è stato lui l'unico a ringhiare e ha continuato a mugolare per un po' anche senza vederla, ma si è preso un bello spavento perchè pensava di uscire quindi si è precipitato verso la porta tutto contento e invece ha visto lei attraverso il buco. E' pur sempre un'estranea e non penso sia vero che tutti i cuccioli cerchino sempre di giocare fin da subito anche con gli sconosciuti, quindi la considero una reazione normale e da trattare allo stesso modo di Zoe. Tempo, pazienza e costanza. Assecondando le necessità di entrambi.
Continueremo su questa strada finchè entrambi non sembreranno un po' più a loro agio, ma sono stata molto contenta della reazione di Zoe e del suo avvicinamento spontaneo alla stanza. Lavoreremo anche sulla paura del piccolino, ma penso che anche per lui sia solo questione di abitudine e tempo. So che ci saranno alti e bassi, ma già ancora un volta Zoe ha smentito i mie timori quindi sono proprio fiera di lei e fiduciosa anche nei confronti di Tommy!
Grazie a tutti per le risposte e per il supporto, siete stati preziosi :)
.....Questa volta lei non ha emesso alcun suono, non ha neanche soffiato. Ha guardato il piccoletto che era tutto impaurito e ringhiava, lo ha un po' studiato e poi si è allontanata scendendo qualche gradino, senza fughe o reazioni aggressive.....
Ha interrotto un momento di tensione, grande!!!
Aggiornamento per gli interessati:
Piano piano si stanno incontrando un po' più spesso.
Lui tendenzialmente si fa i cavoli suoi e ogni tanto tenta un approccio non aggressivo e nemmeno irruento, ma lei ovviamente in quei casi o soffia o ringhia, senza però passare al contatto.
Finchè non se lo ritrova allo stesso livello e sta su un piano sopraelevato lo osserva, a volte sembra incuriosita ma pur sempre con la sua solita grande diffidenza. Non osa avvicinarsi e non sembra nemmeno intenzionata a farlo e se trova la via di fuga se ne va proprio dalla stanza. Per fortuna lui al momento non la insegue e per di più la ignora. Mi sembra comunque un miglioramento rispetto al primo incontro, in quanto lui è totalmente a suo agio e i soffi/ringhi di lei si lmitano solo ai momenti in cui lui si avvicina troppo. Lo studia da lontano per qualche minuto prima di allontanarsi. Allego foto per farvi vedere l'incontro di stamattina! A me sembrava quasi incuriosita vedendo il suo linguaggio del corpo, ma appena ha potuto è scesa dal tavolo e scappata fuori sul suo davanzale di sicurezza.
A proposito, secondo voi è bene che abbia l'esterno come via di fuga? Non vorrei che facendo così imparasse che l'unico luogo in cui è salva sia fuori di casa e così facendo un giorno potesse non tornare più.. Alla fine abbiamo una casa a tre piani e di spazio per fuggire ne avrebbe anche all'interno..
Comunque eccoli qui:
https://ibb.co/QJXdLBC
https://ibb.co/2q8vqVV
Ciao, mi sembra che tutto rientri nei normali incontri tra consimili filogeneticamente non propensi/adatti alla condivisione di un territorio. Ma è normale se imponiamo loro una forzatura adattativa.
Lascia la via di fuga esterna, dove lei è abituata ad andare, altrimenti veramente potrebbe prendere in considerazione alla prima occasione di stare sempre fuori e tornare in casa occasionalmente.
Per quanto possano essersi adattati alla vita in appartamento, non è quello il loro habitat naturale e per chi ha possibilità di scelta la casa è comunque un'opzione niente male.....se possono anche usufruire dell'esterno.
Va tutto bene, ma ricordati di rispettare le sue scelte che qui da noi sono poco accettate
Ciao, mi sembra che i due mici stiano andando bene e tu procedi alla grande:)
Zoe e Tommy imparano a conoscersi, le foto che hai postato sono molto incoraggianti!
Ti hanno dato tanti consigli, io mi permetto semplicemente di suggerirti di sfruttare al meglio tutto lo spazio che hai dentro casa. Avete 3 piani e posto in abbondanza, le vie di fuga per Zoe non mancano di certo e lo hai scritto anche tu benissimo, la paura che non torni più un giorno...e potrebbe non essere per sua volontà purtroppo. Corre troppi rischi all'esterno, anche se si è abituata, conosce i gatti del vicinato e tutto quanto. Basta un istante, un'automobile che la investe, lei che si allontana troppo perché spaventata da qualcosa, basta davvero un secondo! Hai la possibilità di avere tanto spazio dentro casa, possono vivere benissimo lei e Tommy senza correre rischi, e avere tutti gli stimoli che servono, con giochi, tiragraffi alti su cui arrampicarsi, ecc... e avere sempre le vie di fuga e gli spazi singoli se avranno voglia di isolarsi. Il suo benessere è importantissimo, ma prima viene la sua sopravvivenza, pensaci. E non dimenticare che rischia di ammalarsi venendo a contatto con gatti esterni. Se il giardino fuori è messo in sicurezza, lo stare all'esterno è un ulteriore arricchimento ed è una cosa bella, ma in queste condizioni, deve venire prima la vita di Zoe, dopo si pensa al suo equilibrio e a come imparerà a convivere con il piccolino. Io non penso proprio che la vita ideale per Zoe sia quella di passare quasi tutto il suo tempo fuori casa perché quella è la sua unica via di fuga; capisco che l'arrivo di Tommy l'ha scombussolata ma, non è uscendo in continuazione di casa, che imparerà a conoscerlo e a non viverlo più come l'intruso di casa. Al contrario una convivenza, facendoli incontrare gradualmente, come già facevi, è la soluzione migliore.
Mi spiace se faccio la voce fuori dal coro, ma la loro sicurezza viene prima di tutti i discorsi che possiamo fare dopo. Un gatto morto non avrà bisogni etologici da soddisfare e mi scuso per la crudezza dei termini, ma personalmente non incoraggerò mai il comportamento di chi fa uscire i gatti all'esterno in ambienti non protetti. Con questo non intendo dare il via a polemiche o discussioni, ho solo detto il mio pensiero a @Madda, certo lei è liberissima di seguire le sue idee e come pensa sia meglio agire.
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Mi spiace se faccio la voce fuori dal coro, ma la loro sicurezza viene prima di tutti i discorsi che possiamo fare dopo. Un gatto morto non avrà bisogni etologici da soddisfare......
Non sei una voce fuori dal coro, sei nel coro degli umani che esprimono necessità etologiche umane.
Cosa sono le necessità etologiche? Si tratta in realtà di percorsi filogenetici più che millenari di una specie e in fondo si riducono a poter esprimere ciò che si è.
Se sono umano devo poterlo essere,
se sono ungulato devo poterlo essere e così via.
Quindi se mi devo riassestare su parametri diversi dalla vita di un umano ed adeguarmi alla vita di un ungulato comincio ad avere problemi e seri disagi non percepiti dagli altri ungulati.
Analogamente se facciamo vivere un gatto con noi, dovrà riassestarsi su parametri diversi, senza poter esprimere ciò che è, avrà problemi e disagi non percepiti da noi se non quando li manifesterà in modo così evidente che, o scriviamo qui, o lo portiamo dal vet. Ma quel percorso che lo ha portato al disagio era già iniziato tempo addietro e non ce ne siamo accorti.
Quanto è importante sopravvivere senza vivere?
Facciamo di nuovo finta che devo vivere con sti ungulati, e sopravvivo tra gli ungulati, migro con loro. Penso: in fondo non sono malaccio, di solito vivono in branco più o meno strutturato, non sono dei solitari, sono mammiferi anche loro, in fondo manco tanto dissimili da noi, ma è la mia vita?
Shaun Ellis, ricercatore, ha adottato dei cuccioli di lupo abbandonati insegnando loro ad essere lupo. E’ riuscito a farsi accettare da un branco ed ha vissuto per diciotto mesi col branco di lupi grigi. Poi con altri branchi. Ha mangiato condividendo con loro la carne, e dormito con loro. https://www.youtube.com/watch?v=qwA5DbHp2es. Era la sua vita? Ovviamente no, ma lo era diventata per molto tempo. Non per tutta la vita.
Più conosciuta ai più è forse Jane Goodall, che ci ha permesso di conoscere gli scimpanzé con i quali condividiamo circa il 99% del DNA. La sua vita era tra gli scimpanzé. No, anche se quel 99% di DNA ha il suo effetto. Ma è tornata tra gli uomini, fa la vita di un essere umano
Perché allora un gatto non dovrebbe avere la vita per cui l’evoluzione lo ha selezionato? Perché là fuori la vita è pericolosa? Certo che lo è.
Se oggi esco e uno mi viene addosso con la macchina e muoio non ne risente il mio percorso filogenetico e ontogenetico. Muoio, soffrono i miei cari. L’immagine è speculare a quella di un gatto/cane che muore. Soffrono i loro cari anche senza invocare l’intervento di un veicolo o di una altro predatore. Quando un nostro caro muore, soffriamo da impazzire.
Proteggere la vita di mia figlia per me è una priorità assoluta. Eppure non riuscirò a proteggerla. Idem per i gatti che vivono con me.
Un virus ci sta col fiato sul collo, non è un pericolo? non usciamo?
Ogni tanto un sierologico e pensiamo come nella foresta o nella savana: fino ad ora mi è andata bene. Là fuori è una giungla anche per noi. Eppure continuiamo a fare ciò che la nostra specie ritiene necessario al proprio benessere.
Che significa benessere?
Le malattie esistono, proteggiamo noi ed i nostri gatti con tutte le attenzioni e cautele.
Quando proteggiamo un nostro amico a quattro zampe non facciamo altro che assecondare una delle nostre motivazioni di specie: dare e assicurare cura cibo e affetto assecondando le nostre necessità. Lo stesso facciamo con i nostri figli (“i gatti sono come figli”). Eppure, appartenendo alla stessa specie con i figli riusciamo a capire le necessità individuali ma con i gatti no.
Tutti gli animali vogliono compiere azioni, ma ogni animale vuole compiere azioni diverse.
Noi esprimiamo le nostre necessità di specie, gli animali che hanno avuto un processo di domesticazione -peraltro nel gatto è un percorso ancora in atto, alla fine del quale c’è un grosso punto interrogativo- hanno comunque bisogno di compiere azioni che gli sono proprie. Concetti da tener sempre presenti quando si pensa a come interagire con il proprio compagno di vita.
Niente di più.
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Zampetta16
08-10-2020, 10:58
In pillole, sparse.
Aletto, credo sia una delle migliori descrizioni del modo di porsi umano nei loro confronti, modo che è anche piuttosto recente, direi una decina di anni o poco più.
A volte proteggiamo più noi stessi dalla paura che possa capitare qualcosa, dal dolore della loro perdita, che il gatto stesso, dovremmo occuparci del suo benessere in senso lato, non solo della sua incolumità fisica.
Paragone con genitori-figli umani. Ci sono anche qui gli estremi, da chi sottovaluta i rischi e i danni fisici ed emotivi ai loro figli ai chi invece è iper-protettivo e priva bambini e adolescenti di esperienze importanti, fisiche ed emotive, rendendoli "poveri".
Come al solito, invoco buonsenso, valutazione dei rischi e benefici nella maniera più oggettiva possibile.
Non sempre è facile, per tanti motivi.
@Madda, forza te e forza gatti!
La penso come Aletto, impedire da un giorno all'altro l'uscita all'esterno per me sarebbe contro producente.
@ Zampetta e a tutti noi:
chi sottovaluta i rischi e i danni fisici ed emotivi ai loro figli ai chi invece è iper-protettivo e priva bambini e adolescenti di esperienze importanti, fisiche ed emotive, rendendoli "poveri"
Sono stili di attaccamento* che promuovono danni all'individuo, spesso per tutta la vita.
*perdonate ma per gli stili di attaccamento rimando a Bowlby*, sono libri interi :cry: di cui uno è particolarmente importante e anche citato spesso nei corsi di zooantroplogia: "Una base sicura"
*ripreso da Ainsworth ed applicato per gli studi etologici sull'attaccamento anche per gatti e cani per studiare il legame interspecifico che si è creato tra noi ed il nostro amico.
Come al solito i gatti, non essendo ancora completamente domesticati, sono più sfuggenti ad una classificazione di attaccamento precisa.
....impedire da un giorno all'altro l'uscita all'esterno per me sarebbe contro producente
...e per Zoe sarebbe l'inizio di un attaccamento insicuro all'ambiente
Dai Madda! Dai Zoe e dai Tommy!
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