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Visualizza Versione Completa : differenza tra gatti domestici e gatti randagi


sandro
14-09-2023, 16:30
Secondo l etologia il gatto randagio ,nato e vissuto in strada nn si perderà mai durante la conquista di nuovi territori....perciò escursione fuori dal suo territorio..è come se avesse un gps in testa, sa perfettamente orientarsi verso casa .
A questo punto mi chiedo lo stesso gps nn ce l hanno i gatti domestici quando scappano da casa?
Se il randagio può cambiare tana nel suo vasto territorio perchè ha trovato nuovi agi da un altra parte e abbandonare quella parte del territorio ....uguale nn si può dire del domestico che vive tra sofà, letti e poltrone accuditi e nutrito al caldo..... di meglio al freddo, tra asfalto e auto nn può trovare....perchè allora nn torna a casa? perchè perciò si perde il gatto domestico? cosa nn funziona nel suo gps?

leucio
14-09-2023, 16:53
Le esigenze di un gatto che vive in appartamento non si limitano al mangiare e trasferirsi pigramente da un sofà ad un divano, da un letto ad una poltrona.
Ha bisogno di molto di più.
Deve poter esplorare liberamente il territorio, saltare, arrampicarsi e vivere la dimensione verticale (per lui fondamentale) muovendosi in un ambiente anche senza toccare per lungo tempo il suolo.
Ha bisogno di essere stimolato, di giocare, per testare e sviluppare le sue caratteristiche psicofisiche e per rinsaldare e sviluppare il rapporto con l'umano con cui divide il territorio.

A troppi gatti che vivono prevalentemente fra le mura domestiche, è precluso il soddisfacimento di molte di queste esigenze "di base".
Da qui, oltre che da eventi traumatici di vario tipo (es. l'introduzione in casa di un secondo gatto), il micetto può decidere di averne abbastanza.
E se ne ha l'occasione, decide di cambiare territorio. Che è la scelta più naturale che un gatto possa fare quando non si trova bene da qualche parte.

Se il tentativo di evasione riesce, il gatto andrà alla ricerca di un nuovo territorio.
Si avventurerà quindi in un'esplorazione di uno spazio nuovo, e il gps gli servirà per costruirsi nuove mappe di nuovi territori.
Ben difficilmente lo utilizzerà per tornare indietro.

sandro
14-09-2023, 18:08
Le esigenze di un gatto che vive in appartamento non si limitano al mangiare e trasferirsi pigramente da un sofà ad un divano, da un letto ad una poltrona.
Ha bisogno di molto di più.
Deve poter esplorare liberamente il territorio, saltare, arrampicarsi e vivere la dimensione verticale (per lui fondamentale) muovendosi in un ambiente anche senza toccare per lungo tempo il suolo.
Ha bisogno di essere stimolato, di giocare, per testare e sviluppare le sue caratteristiche psicofisiche e per rinsaldare e sviluppare il rapporto con l'umano con cui divide il territorio.

A troppi gatti che vivono prevalentemente fra le mura domestiche, è precluso il soddisfacimento di molte di queste esigenze "di base".
Da qui, oltre che da eventi traumatici di vario tipo (es. l'introduzione in casa di un secondo gatto), il micetto può decidere di averne abbastanza.
E se ne ha l'occasione, decide di cambiare territorio. Che è la scelta più naturale che un gatto possa fare quando non si trova bene da qualche parte.

Se il tentativo di evasione riesce, il gatto andrà alla ricerca di un nuovo territorio.
Si avventurerà quindi in un'esplorazione di uno spazio nuovo, e il gps gli servirà per costruirsi nuove mappe di nuovi territori.
Ben difficilmente lo utilizzerà per tornare indietro.
Troppo facile detta così...un gatto d appartamento è abituato ad essere nutrito e a stare al caldo...dopo un evasione credo che la fame in primis lo farebbe tornare nei luoghi dove ha tutto...nn è abituato a dormire di notte all aperto e nn è abituato a lottare con gatti per il territorio ...credo che ad un certo punto se potesse tornerebbe sui suoi passi ...credo si perda

Aletto
14-09-2023, 18:46
Secondo l etologia il gatto randagio ,nato e vissuto in strada nn si perderà mai durante la conquista di nuovi territori....perciò escursione fuori dal suo territorio..è come se avesse un gps in testa, sa perfettamente orientarsi verso casa .
A questo punto mi chiedo lo stesso gps nn ce l hanno i gatti domestici quando scappano da casa?
Se il randagio può cambiare tana nel suo vasto territorio perchè ha trovato nuovi agi da un altra parte e abbandonare quella parte del territorio ....uguale nn si può dire del domestico che vive tra sofà, letti e poltrone accuditi e nutrito al caldo..... di meglio al freddo, tra asfalto e auto nn può trovare....perchè allora nn torna a casa? perchè perciò si perde il gatto domestico? cosa nn funziona nel suo gps?

Tu confondi il welfare col well being. Prova ad ascoltare e vedere questo link che dura anche poco
https://m.youtube.com/watch?v=pX2-Pk3u4Gw&autoplay=1

Dov’è scritto che un gatto che ha la pappa, il calduccio e l’accudimento da parte nostra ha tutto?
Chi è per te il gatto domestico? Probabilmente non sai -e non è colpa tua- che cosa siano la socializzazione primaria è quella secondaria
I gatti liberi spesso e volentieri hanno solo socializzazione primaria e scarsa o esperienzilamnene negativa socializzazione secondaria
Dove leggi nozioni di etologia che ti portano a scrivere ciò che hai scritto?

Hai molta buona volontà, impiegala bene e ne verrai a capo

leucio
14-09-2023, 18:51
In effetti, le probabilità di sopravvivenza di un gatto "casalingo" in un ambiente esterno non sono elevatissime. A decidere in un senso o in un altro possono essere tanti fattori, soggettivi ed oggettivi.

I fattori soggettivi sono riassumibili nell'istinto predatorio del gatto, ovvero su quanto sia ancora sveglio e reattivo dopo una vita trascorsa fra quattro mura.
E quindi sulla sua capacità, il suo istinto di cacciare.

Del resto, i gatti hanno campato, e bene, per qualche migliaio di anni da soli.
In genere si data il loro avvicinamento alle società umane intorno al 3.000 a.c., con lo sviluppo dell'agricoltura, e la costruzione dei primi depositi alimentari.
L'insidia maggiore per i primi contadini era costituita dai piccoli roditori che predavano allegramente granaglie e altri prodotti agricoli. I gatti, che si cibavano proprio di questi piccoli animali, erano naturalmente attratti dai granai primordiali, perché lì potevano trovare le loro prede preferite. E' stato un incontro di reciproca utilità, quello tra uomo e gatto, che non è (ancora?) sfociato in una piena domesticazione (come nel caso del cane) perché le caratteristiche e gli stili di vita dei gatti sono tali da non facilitare un processo complesso come la domesticazione.

E questo spiega anche perché, nel mondo antico, il gatto fosse oggetto di venerazione, fino ad essere considerato una vera e propria divinità, come dagli antichi egizi.
O perché sulle navi mercantili che trasportavano generi alimentari lungo tutti i domini dell'impero romano, era normato per legge il numero di gatti che dovevano essere tenuti a bordo per proteggere il carico dai topi.

I fattori oggettivi, dipendono dalle possibilità di sopravvivenza che offre il territorio, sia in termini di potenziali prede che, banalmente, di immondizia in cui razzolare o di umani di buon cuore che provvedono al suo nutrimento.

Spesso capita che un gatto che ha vissuto in appartamento venga ritrovato e riconsegnato ai "legittimi proprietari" perché molto spesso questi gatti sono iscritti all'anagrafe canina (paradossalmente si chiama così, ma ci si iscrivono anche i gatti) che ogni regione istituisce.
Funziona così: si porta il gatto dal veterinario e questi applica un microchip sottocutaneo al gatto, in cui sono contenuti tutti i suoi dati anagrafici e quelli del "proprietario".
Infine, il vet. provvede a lasciare un segno sul gatto, in genere un leggero taglio su un orecchio, in modo tale da consentire ad un altro vet. di capire che il gatto è registrato.
Così spesso capita che quando qualcuno prende un gatto dalla strada, e lo porta a visita per controllare il suo stato di salute, il veterinario si accorge del microchip, estrae i dati del proprietario, e lo contatta per annunciargli il ritrovamento del gatto.

Altre volte, gatti fuggiti da un appartamento vengono raccolti per strada da volontari, e finiscono in gattili gestiti dalle varie associazioni, dove conducono una triste esistenza in attesa di una adozione.

sandro
14-09-2023, 19:12
In effetti, le probabilità di sopravvivenza di un gatto "casalingo" in un ambiente esterno non sono elevatissime. A decidere in un senso o in un altro possono essere tanti fattori, soggettivi ed oggettivi.

I fattori soggettivi sono riassumibili nell'istinto predatorio del gatto, ovvero su quanto sia ancora sveglio e reattivo dopo una vita trascorsa fra quattro mura.
E quindi sulla sua capacità, il suo istinto di cacciare.

Del resto, i gatti hanno campato, e bene, per qualche migliaio di anni da soli.
In genere si data il loro avvicinamento alle società umane intorno al 3.000 a.c., con lo sviluppo dell'agricoltura, e la costruzione dei primi depositi alimentari.
L'insidia maggiore per i primi contadini era costituita dai piccoli roditori che predavano allegramente granaglie e altri prodotti agricoli. I gatti, che si cibavano proprio di questi piccoli animali, erano naturalmente attratti dai granai primordiali, perché lì potevano trovare le loro prede preferite. E' stato un incontro di reciproca utilità, quello tra uomo e gatto, che non è (ancora?) sfociato in una piena domesticazione (come nel caso del cane) perché le caratteristiche e gli stili di vita dei gatti sono tali da non facilitare un processo complesso come la domesticazione.

E questo spiega anche perché, nel mondo antico, il gatto fosse oggetto di venerazione, fino ad essere considerato una vera e propria divinità, come dagli antichi egizi.
O perché sulle navi mercantili che trasportavano generi alimentari lungo tutti i domini dell'impero romano, era normato per legge il numero di gatti che dovevano essere tenuti a bordo per proteggere il carico dai topi.

I fattori oggettivi, dipendono dalle possibilità di sopravvivenza che offre il territorio, sia in termini di potenziali prede che, banalmente, di immondizia in cui razzolare o di umani di buon cuore che provvedono al suo nutrimento.

Spesso capita che un gatto che ha vissuto in appartamento venga ritrovato e riconsegnato ai "legittimi proprietari" perché molto spesso questi gatti sono iscritti all'anagrafe canina (paradossalmente si chiama così, ma ci si iscrivono anche i gatti) che ogni regione istituisce.
Funziona così: si porta il gatto dal veterinario e questi applica un microchip sottocutaneo al gatto, in cui sono contenuti tutti i suoi dati anagrafici e quelli del "proprietario".
Infine, il vet. provvede a lasciare un segno sul gatto, in genere un leggero taglio su un orecchio, in modo tale da consentire ad un altro vet. di capire che il gatto è registrato.
Così spesso capita che quando qualcuno prende un gatto dalla strada, e lo porta a visita per controllare il suo stato di salute, il veterinario si accorge del microchip, estrae i dati del proprietario, e lo contatta per annunciargli il ritrovamento del gatto.

Altre volte, gatti fuggiti da un appartamento vengono raccolti per strada da volontari, e finiscono in gattili gestiti dalle varie associazioni, dove conducono una triste esistenza in attesa di una adozione.

Al nord c'è questa organizzazione di gattili e volontari...da noi nn ci sono manco i gattili , si fa fatica a catturare i cani randagi e tante volte si sono registrati attacchi mortali sugli uomini di quest ultimi è solo allora sono stati catturati ....da noi anche se chiami un associazione tipo enpa nn viene...que il randagismo sia gattile che canile regna sovrano....il comune nn cura campagne di sterilizzazione e ci sono una marea di gatti....che però sono fantasmi come dico io....sono intanati vedi dove difficilmente soprattutto nelle ore centrali li vedi...qln all'alba ...tutto il giorno invece tantissimi cuccioli di gatto....

sandro
14-09-2023, 19:31
Tu confondi il welfare col well being. Prova ad ascoltare e vedere questo link che dura anche poco
https://m.youtube.com/watch?v=pX2-Pk3u4Gw&autoplay=1

Dov’è scritto che un gatto che ha la pappa, il calduccio e l’accudimento da parte nostra ha tutto?
Chi è per te il gatto domestico? Probabilmente non sai -e non è colpa tua- che cosa siano la socializzazione primaria è quella secondaria
I gatti liberi spesso e volentieri hanno solo socializzazione primaria e scarsa o esperienzilamnene negativa socializzazione secondaria
Dove leggi nozioni di etologia che ti portano a scrivere ciò che hai scritto?

Hai molta buona volontà, impiegala bene e ne verrai a capo

l'ETOLOGA SONIA CAMPA

leucio
14-09-2023, 19:32
Guarda, che io vivo Pozzuoli, provincia di Napoli.
Non abito nel Profondo Nord.
Eppure, anche qui ci sono gattili, e associazioni di volontariato, spesso invisibili più dei gatti della tua zona.
Tra internet, qualche veterinario e un pochino di buon, vecchio sano passaparola, qualcosa dovrebbe pure venir fuori (a proposito di volontari e associazioni).

Il piccolo Sandro, comunque, è nato libero, e vive libero (se ho capito bene).
Dovrebbe essere in grado di cavarsela egregiamente da solo.
Anche con il piccolo grande aiuto di persone gentili e sensibili come te.

Suerte

:)

leucio
14-09-2023, 20:04
Il video che ti ha linkato Aletto è davvero chiaro come pochi altri interventi che abbia visto su internet.
Ascoltalo attentamente.
Il relatore (Roberto Marchesini, uno dei massimi etologi italiani) riesce a spiegare in modo molto semplice concetti complessi, che Aletto sintetizzava con espressioni inglesi ed io invece mi provavo a rendere con molta meno chiarezza e profondità di analisi.

Un consiglio, non richiesto, ma che credo sia utile per tutti.
Visto che, alla fine dei conti, tutte le questioni che stai ponendo aprendo ogni volta una nuova discussione, ruotano attorno alla vicenda di Sandro, direttamente o tangenzialmente, tienine aperta una sola e lascia al loro destino le altre.
In questo modo, si evitano inutili ripetizioni, confusione fra una discussione e l'altra, e tutto diventa più semplice e chiaro.

Sia per te, sia per noi che vogliamo con tutto il cuore darti una mano.

:)

Aletto
15-09-2023, 06:56
l'ETOLOGA SONIA CAMPA

Bene, una mia docente, tra le più complete, ma dietro quel che dice c’è molto di più. C’è una laurea in etologia di animali da affezione ed un’esperienza tra le più complete qui in Italia arricchita da conoscenza profonda, direi viscerale di ammirazione ed amore per i gatti e cani. Ci sono anni di studio appassionato
Cerca di non estrapolare e reinterpretare l’estrapolato.
Ricordo che tra gli esempi che fece c’era quello di una gatta di casa -mi sembra a Siena- la cui compagna umana era preoccupatissima perché sparì. La Campa disse di star tranquilla, e fu dimostrata la seconda vita della gatta che se la spassava piacevolmente in giro per la città perfettamente a suo agio.

È una questione di competenze acquisite tramite piani di esperienza prossimali, il gps veniva bellamente ignorato perché quella gatta stava bene così.

Uso termini inglesi per contestualizzare al volo i fatti, altrimenti nel well being potrebbe essere inclusa la situazione finanziaria di chissà chi, e per questo ho messo quel link di Marchesini nel quale è ben sviluppato il concetto.
Per lo stesso criterio si usa il termine inglese “exaptation” per contestualizzare una condizione evolutiva, e non il termine italiano “esattazione” che può essere confuso con qualcosa di esatto o anche con qualcosa che riguarda le l’esattoria.

Tra gli accademici da poco è entrato (raramente) in uso il termine esattazione. Ma appunto, sono accademici.

Iska
15-09-2023, 10:50
Premetto che questo è un post senza alcun intento polemico e giusto per sgombrare il campo dai soliti equivoci, che saltano fuori di quando in quando, specifico che non vuole affatto essere una risposta a un utente che scrive un'inesattezza.
E' solo un chiarimento che ritengo doveroso per evitare la diffusione di notizie non corrette, indipendentemente da chi le abbia scritte.
L'ho fatto anche in passato e sempre e unicamente per lo stesso semplicissimo motivo.

Mozzare la punta di un orecchio o praticare il taglietto a "V" (come anche tatuare l'interno del padiglione auricolare) è una pratica utilizzata su gatte libere o di colonia quando vengono catturate e sterilizzate.
A questi sistemi ricorrono il servizio veterinario pubblico e le associazioni che si occupano di questi animali tramite l'assistenza sanitaria di veterinari privati convenzionati.

La marchiatura è fatta unicamente sulle femmine per il semplice motivo che non si può escludere che l'animale venga nuovamente catturato nel corso delle periodiche attività di sterilizzazione e castrazione.

È facilissimo capire se un maschio sia già castrato, è sufficiente guardare sotto la coda.
È invece impossibile capire dal solo esame visivo se una femmina sia sterilizzata oppure no.
Il rischio era quindi quello di operare la gatta, salvo accorgersi dopo l'accesso alla cavità addominale che le ovaie non erano più presenti.
Inaccettabile.

Pochissime Regioni italiane hanno emanato (assai eterogenee) norme per l'obbligo del microchip nei gatti, ma purtroppo manca una legge nazionale e la stragrande maggioranza delle Regioni resta adagiata nell'immobilismo più totale.
Dove vige l'obbligo del microchip le precedenti pratiche sono state abbandonate.

In ogni caso non avrebbe alcun senso marchiare per indicare che il gatto è registrato (e quindi ha il microchip).
Quando avviene la cattura di un qualsiasi gatto, maschio o femmina che sia, la prima cosa che si fa è accertare la presenza del chip con l'apposito lettore che oramai hanno sia i veterinari che le associazioni.

sandro
18-09-2023, 17:45
Le esigenze di un gatto che vive in appartamento non si limitano al mangiare e trasferirsi pigramente da un sofà ad un divano, da un letto ad una poltrona.
Ha bisogno di molto di più.
Deve poter esplorare liberamente il territorio, saltare, arrampicarsi e vivere la dimensione verticale (per lui fondamentale) muovendosi in un ambiente anche senza toccare per lungo tempo il suolo.
Ha bisogno di essere stimolato, di giocare, per testare e sviluppare le sue caratteristiche psicofisiche e per rinsaldare e sviluppare il rapporto con l'umano con cui divide il territorio.

A troppi gatti che vivono prevalentemente fra le mura domestiche, è precluso il soddisfacimento di molte di queste esigenze "di base".
Da qui, oltre che da eventi traumatici di vario tipo (es. l'introduzione in casa di un secondo gatto), il micetto può decidere di averne abbastanza.
E se ne ha l'occasione, decide di cambiare territorio. Che è la scelta più naturale che un gatto possa fare quando non si trova bene da qualche parte.

Se il tentativo di evasione riesce, il gatto andrà alla ricerca di un nuovo territorio.
Si avventurerà quindi in un'esplorazione di uno spazio nuovo, e il gps gli servirà per costruirsi nuove mappe di nuovi territori.
Ben difficilmente lo utilizzerà per tornare indietro.

ti devo smentire , oramai mi conosci, sono la gattara di quartiere che porta a casa gatti finchè casa possa accoglierne .
Tra queste gatti , ne ho 1 femmina che presi dal territorio a ben 7 anni , era sfruttata e maltrattata nel palazzo in cui viveva...nel giardino più propriamente.Il suo ruolo era catturare sorci , che nn ce nerano perciò fino a quando nn ne catturava nn mangiava .La tenevano digiuna per giorni, poi la facevano abbuffare con pasta rimasta a pranzo...come sia rimasta sana ,senza ammalarsi è un mistero....quando la scopri io passavo da lei 3 volte al giorno per nutrirla...ovvio il linciamento del palazzo era coeso, ma me ne fregavo la chiamavo e me la portavo a 30 metri da loro...oramai conosceva i miei orari e mi aspettava ..la mia tolleranza fini ,quando vidi che era un altra volta incinta ,il vicinato mi disse che faceva gatti 2 volte l anno....il collo pieno di cicatrici di gatti....un giorno che passai a darle da mangiare la vidi Assediata da tanti gatti....mi fece pena ,la feci mangiare e pensai al da farsi...nn ebbe il tempo quando andai via mi segui fino a casa con i gatti dietro e fece pressione per entrare a casa mia, voleva sfuggire a quei gatti....nn me la sentì di abbandonarla cosi chiudendogli dietro il portone...la feci salire, apri porta di casa mia e si accomodò serenamente ...2 gg dopo la feci sterilizzare e 10 gg dopo finita la terapia antibiotica la rimisi in libertà....fece con me un giro a nutrire i gatti e poi mi venne dietro fino a casa ...voleva tornare dietro...e così andò ...entò ancora a casa mia e nn ha mai avuto voglia di uscirne anche quando lascio la porta aperta lei nn va via...a casa mia ha trovato pace, cibo sempre a disposizione, niente gatti che la molestano ..coperte e cucce calde ....come vedi l'accudimento per molti gatti che hanno sofferto in strada basta...e se ne infischiano di tornare liberi .

Aletto
18-09-2023, 20:15
Dal 10 settembre ad oggi 18 settembre, hai aperto 14 discussioni.
Tutto si può fare tranne capire :)

leucio
18-09-2023, 20:50
@ Sandro

Stavolta, sei tu ad aver letto con una punta di sufficienza.

Io ho scritto che "le esigenze non si limitano" al cibo e ad un ambiente con una buona temperatura. Ma che c'è ben altro di ugualmente necessario e indispensabile perché un gatto conduca una vita soddisfacente per le sue esigenze.
Quella che ho scritto, e tu hai citato, era una semplificazione un pò rozza di quanto hanno appurato finora gli studi di etologia sui gatti, e che ho avuto modo di apprendere, per sommi capi, frequentando il Forum.
Dovunque siano nati e vissuti.

La storia che racconti non contraddice affatto queste teorie.
La gatta che hai preso con te non vedeva riconosciuta in nessuna maniera la sua dignità di vivente.
Vessata e sfruttata da umani e gatti maschi, forse troppo debole per tentare una fuga in solitario, ha sfruttato l'unica occasione che il destino le ha offerto per allontanarsi da quel postaccio per lei invivibile: la tua apparizione.
Da te ci saranno pure problemi di spazio, ma è comunque libera di muoversi, e soprattutto per la prima volta nella sua vita, si sente amata e rispettata come essere vivente.
E non è cosa da poco.

Ti ripeto l'esortazione che ti ho già fatto, che hanno ripetuto Aletto (qui, pochi minuti fa) e babaferu e Alepuffola (in altre discussioni).
Per favore, non aprire nuove discussioni, quando l'argomento di cui si parla, in diverse salse, è sempre lo stesso: Sandro.
Altrimenti, farai impazzire il povero Alepuffola (moderatore del sito) per cercare di raggruppare al meglio queste 14 discussioni che hai aperto in meno di un mese, e farai impazzire anche me (e chiunque voglia discutere serenamente con te) perché la frammentazione della discussione genera dispersione di notizie utili alla comprensione della storia.
:)

sandro
18-09-2023, 21:09
@ Sandro

Stavolta, sei tu ad aver letto con una punta di sufficienza.

Io ho scritto che "le esigenze non si limitano" al cibo e ad un ambiente con una buona temperatura. Ma che c'è ben altro di ugualmente necessario e indispensabile perché un gatto conduca una vita soddisfacente per le sue esigenze.
Quella che ho scritto, e tu hai citato, era una semplificazione un pò rozza di quanto hanno appurato finora gli studi di etologia sui gatti, e che ho avuto modo di apprendere, per sommi capi, frequentando il Forum.
Dovunque siano nati e vissuti.

La storia che racconti non contraddice affatto queste teorie.
La gatta che hai preso con te non vedeva riconosciuta in nessuna maniera la sua dignità di vivente.
Vessata e sfruttata da umani e gatti maschi, forse troppo debole per tentare una fuga in solitario, ha sfruttato l'unica occasione che il destino le ha offerto per allontanarsi da quel postaccio per lei invivibile: la tua apparizione.
Da te ci saranno pure problemi di spazio, ma è comunque libera di muoversi, e soprattutto per la prima volta nella sua vita, si sente amata e rispettata come essere vivente.
E non è cosa da poco.

Ti ripeto l'esortazione che ti ho già fatto, che hanno ripetuto Aletto (qui, pochi minuti fa) e babaferu e Alepuffola (in altre discussioni).
Per favore, non aprire nuove discussioni, quando l'argomento di cui si parla, in diverse salse, è sempre lo stesso: Sandro.
Altrimenti, farai impazzire il povero Alepuffola (moderatore del sito) per cercare di raggruppare al meglio queste 14 discussioni che hai aperto in meno di un mese, e farai impazzire anche me (e chiunque voglia discutere serenamente con te) perché la frammentazione della discussione genera dispersione di notizie utili alla comprensione della storia.
:)

Dove li hai visti sti nuovi post ? oramai come un disco rotto ripetete da giorni la stessa cosa .I post sono tutti di osservazioni diverse , poi ovviamente bisogna vedere come avete interpretato .Credevo che il forum servisse per chiedere a chi ha più esperienza , nel mio caso il comportamento dei gatti ...credo che il problema che avete è il moderare i post, perchè poi nn sono uguali per niente...farne solo uno per tutte quelle osservazioni era fare un fritto misto...ovviamente ognuno c ha il suo punto di vista .IN OGNI CASO HO DECISO DI NON APRIRE PIù POST IN QUESTO FORUM....dopo che me lo state ripetendo da gg come un disco rotto , credo che altro nn mi resta di fare .

leucio
19-09-2023, 06:18
Mi dispiace, sinceramente, che tu la prenda come un attacco personale o un insulto.

Ma la dispersione in mille rivoli (discussioni aperte), non aiuta chi vuole sinceramente provare a darti una mano a capire la situazione ed i problemi che stai affrontando con Sandro.
Il suggerimento di proseguire lo scambio di idee a partire da una concentrazione della discussione in due o tre thread era ed è finalizzato a questo, credimi.

Tant'è, che prima di esortarti (credo gentilmente, o almeno ci ho provato), ho affrontato nel merito la questione che ponevi.

Ti chiedevo e ti chiedo solo la cortesia di facilitare la comprensione della situazione a me e a chiunque altro voglia darti un contributo.

alepuffola
19-09-2023, 09:57
Dove li hai visti sti nuovi post ? oramai come un disco rotto ripetete da giorni la stessa cosa .I post sono tutti di osservazioni diverse , poi ovviamente bisogna vedere come avete interpretato .Credevo che il forum servisse per chiedere a chi ha più esperienza , nel mio caso il comportamento dei gatti ...credo che il problema che avete è il moderare i post, perchè poi nn sono uguali per niente...farne solo uno per tutte quelle osservazioni era fare un fritto misto...ovviamente ognuno c ha il suo punto di vista .IN OGNI CASO HO DECISO DI NON APRIRE PIù POST IN QUESTO FORUM....dopo che me lo state ripetendo da gg come un disco rotto , credo che altro nn mi resta di fare .

Sandro, nessuno ti ha vietato di aprire nuovi post. Io ho scritto di proseguire sui post precedenti solo se l'argomento era lo stesso, per esempio la fuga di sandro e il suo ritorno, in un unico post, o l'argomento gatti fantasma anche quello su un unico post, eccetera.

Quando mi iscrissi io, nel 2007, la moderazione era a un altro livello. Prima di aprire nuove discussioni il forumista, nuovo o navigato che fosse, doveva controllare se ce n'erano di già aperte e recenti su quell'argomento anche di altri forumisti. Se apriva altre discussioni uguali senza controllare, alla prima veniva richiamato, poi si beccava un cartellino.
Se poi apriva lui stesso discussioni doppie non ne parliamo.:73::D