PDA

Visualizza Versione Completa : Romeo irrequieto, come capire cosa non va


d3ntin
27-06-2024, 15:55
Buongiorno a tutti..!
chiedo lumi per il povero Romeo...
Ultimamente lo vediamo irrequieto...precisamente, da quando siamo tornati dal viaggio di nozze, inizio giugno.
Le cose che ci danno pensiero sono essenzialmente tre...
La prima, bulleggia un pó la Minú (femmina sterilizzata della sua stessa etá, adottata da piccola un paio di mesi dopo di lui). Ma non Oliver (l'ultimo arrivato, ha 8 mesi ora, è un anno e mezzo piú giovane dei due, sterilizzato). I bulleggiamenti non sino una novitá, ma fino a poco tempo fa avevamo capito che era per fame...Romeo e Minú erano sotto dieta urinary, Oliver gastrointestinal, e dovendo loro dare cibo specifico, non glielo lasciavamo sempre disponibile. A volte Romeo rincorreva Minú, ma avevamo capito che lo faceva per fame e, dando loro da mangiare un pó piú spesso, la cosa sembrava essersi risolta...ora peró ha ricominciato, e non riusciamo a capirne la causa. Cibo è molto improbabile, dalla fine delle diete abbiamo cambiato tutto, ora mangiano umido (una novitá introdotta con la dieta, le crocchette faticavano a mangiarle) due volte al giorno con crocchette sempre disponibili, e abbiamo cambiato marche scegliendone di buone...e tutti e tre apprezzano.
Secondo, ultimamente sembra avere una voglia matta di uscire. Ogni volta che sente una porta aprirsi, si alza e si avvicina, qualunque cosa stia facendo. Ed è giá scappato fuori un paio di volte. Osserva i vasistas cercando un modo di uscire...Romeo è nato "libero", all'aperto, e cosí ha vissuto i primi due mesi prima che lo adottassimo. E, da piccolo, a volte lo portavamo fuori tenendolo sotto controllo, ma abbiamo smesso dopo che abbiamo rischiato di perderlo nel campo di mais. Ora, stiamo pensando di costruire un catio e lasciarli uscire, quindi questo aspetto lo risolveremo...
Terzo, ha iniziato ad aggredire anche noi. Nulla di che per ora, ma tipo ieri sera, dal nulla, ha attaccato mia moglie che leggeva nel letto...un tocco e via, nulla di che, ma la cosa mi preoccupa un pó.
E sí che abbiamo cambiato l'alimentazione per dargli roba buona e di qualitá, giochiamo con loro tutte le sere (e Romeo è lí a giocare), teniamo le lettiere (tre) lustre...a parte il discorso uscire, non capiamo cosa possa stressarlo al punto di attaccarci.
Vorrei quindi chiedervi consiglio, dato che sto ancora imparando a capire il linguaggio dei gatti...a cosa devo stare attento, per capire dove sta il problema? quali sono i segnali che il gatto mi manda per dirmi cosa c'è che non va? giá di per sè l'attacco è abbastanza grave e lo so, ma ci sono altri segni piú piccoli e meno evidenti che posso osservare?

Aletto
28-06-2024, 12:07
Forse è stato un errore sperare che la pancia un po' più piena sarebbe stata sufficiente a depistare il vero desiderio.

Cominciamo a pensarli non solo come gatti, pet, bellissimi, ecc ecc, ma a vederli come esseri desideranti. Su questo punto l'etologo Marchesini insisteva molto.

E' il desiderio a muovere la vita, non la necessità.
Perché poi, quando la necessità è stata appagata, resta da appagare il desiderio che vediamo bussare alla loro porta con insistenza.
L'aggressione è la conseguenza piuttosto logica ad una impossibilità di esprimere ciò che è rimasto non solo inespresso ma anche soppresso.

Spero che il catio possa risolvere.
Lui ha vissuto i primi due mesi come gatto libero. Sono pochi? Rapportati all'età evolutiva umana sì, ma alla vita di un gatto o qualunque altro animale no -eccezion fatta per i primati e pochi altri-.

d3ntin
28-06-2024, 15:07
Aletto, forse mi sono espresso male: il cambio di alimentazione non è stato un tentativo di depistare...lo abbiamo fatto per amor loro, perchè ci siamonresi conto che una dieta di sole crocchette, e sempre quelle, non era adatta a loro...

Romeo ha iniziato recentemente a mostrare questo desiderio in maniera chiara...non so cosa sia cambiato durante il viaggio (2 settimane lontani sono troppo?), a questo punto poco mi interessa, cercheremo di soddisfare il suo desiderio senza sacrificare anche la sua sicurezza.

l'aggressione...in questi giorni lo sto osservando un pó di piú. Mi viene il dubbio che possa essersi trattato di iperstimolazione (avevano smesso di giocare con mia moglie da poco). Per questo la mia domanda...sto ancora imparando a leggere i loro messaggi, e ho il dubbio che, oltre all'aggressione e al bulleggiamento, mi stia comunicando altro che non vedo o non so leggere...

Spero che il catio serva, che aiuti lui e gli altri due a migliorare un pó la loro vita...

Aletto
28-06-2024, 15:38
Cit d3ntin:
”A volte Romeo rincorreva Minú, ma avevamo capito che lo faceva per fame e, dando loro da mangiare un pó piú spesso, la cosa sembrava essersi risolta...ora peró ha ricominciato, e non riusciamo a capirne la causa”
Io avevo letto quello che hai scritto. I cambiamenti successivi di dieta non importano.
L’iperstimolazione al gioco equivale ad un allenamento tanto fisico quanto mentale e fa leva sulle motivazioni di specie.
Speriamo nel catio.

straycat2
28-06-2024, 16:34
e forse lui vorrebbe continuare a giocare..

a volte l'aggressione la fa anche la mia, ma io non ci faccio caso + di tanto mettendomi nei suoi panni è come se dicesse"io sono un gatto e voglio giocare alle 22.00 di sera, tu non ti puoi addormentare, devi giocare con me"

e quindi penso sia una questione di tempo ossia quanto tempo si dedica al gioco?

al contrario del tuo che vuole uscire, la mia non ci pensa proprio e se vorrebbe potrebbe ho fatto installare una rete di sicurezza per tutto il balcone l'anno scorso e lei non è mai uscita..

d3ntin
28-06-2024, 16:52
Cit d3ntin:
”A volte Romeo rincorreva Minú, ma avevamo capito che lo faceva per fame e, dando loro da mangiare un pó piú spesso, la cosa sembrava essersi risolta...ora peró ha ricominciato, e non riusciamo a capirne la causa”
Io avevo letto quello che hai scritto.


Allora mi sono espresso male io...
La situazione che descrivo si era venuta a creare durante il periodo delle diete: Oliver con gastrointestinal, Romeo e Munù con urinary; per evitare di mescolare le cose non gli lasciavamo più le crocchette sempre a disposizone: gli davamo da mangiare 3-4 volte al giorno, e quando finivano ritiravamo le ciotole. Romeo però aveva iniziato a rincorrere la Minù, e ci siamo resi conto che aveva semplicemente fame: aumentando a 5-6 volte al giorno. il problema si era praticamente risolto...solo che ora è tornato, però, come dicevo, non credo sia dovuto al cibo: oltre ad aver iniziato a dargli l'umido con regolarità (e lo mangiano di gusto, la sera lo aspettano proprio), gliene diamo di più e hanno le crocchette sempre a disposizione.

Gli ultimi episodi di bullismo devono aver a che fare con altro. Quel che mi viene in mente è proprio il discorso uscire, per le osservazioni che ho descritto nel post di apertura. Ma non sono certo di aver letto bene o completamente i messaggi che mi manda Romeo...magari c'è dell'altro che io non so vedere...


L’iperstimolazione al gioco equivale ad un allenamento tanto fisico quanto mentale e fa leva sulle motivazioni di specie.

non sono sicuro di aver afferrato questo punto :confused:


e forse lui vorrebbe continuare a giocare..

a volte l'aggressione la fa anche la mia, ma io non ci faccio caso + di tanto mettendomi nei suoi panni è come se dicesse"io sono un gatto e voglio giocare alle 22.00 di sera, tu non ti puoi addormentare, devi giocare con me"

e quindi penso sia una questione di tempo ossia quanto tempo si dedica al gioco?

Ci ho pensato anche io a dire il vero...normalmente giochiamo con loro una mezz'oretta alla sera, a volte anche qualche minuto in pausa pranzo...probabilmente ha solo voglia e bisogno di un pò più di gioco...terrò a mente per il prossimo episodio..!

Una domanda, tra parentesi: quando Romeo attacca Minù, da parte nostra cosa è corretto fare? separarli?

Aletto
28-06-2024, 17:24
Mezz’ora di gioco, che di solito è quello predatorio, è troppo perché in natura l’atto predatorio è composto da: perlustrazione, avvistamento o percezione olfattiva, appostamento paziente, valutazione della probabilità di successo, ed infine l’attacco.
Noi invece saltiamo le fasi precedenti e li facciamo focalizzare solo sull’attacco finale per troppo tempo e così si allenano all’attacco e poi, facendolo anche solo una volta al giorno per molti giorni diventa come per noi andare in palestra per sviluppare solo i bicipiti, ne esce un energumeno ma solo per quanto riguarda i bicipiti perché il resto è stato trascurato.

Quando lui attacca Minù sarebbe meglio prevenire la fase di attacco.
È abbastanza facile perché si capisce che aria tira dal modo di avvicinarsi, da quello che ha vissuto poco prima che poi rinforza ciò che ha vissuto il giorno prima, il mese prima e via dicendo.
Lo puoi distrarre con qualcosa di allettante che non riguardi il gioco predatorio. È difficile perché in realtà sarebbe solo un rimandare alla prossima volta, e nel gatto, dal secondo mese di vita il gioco è finalizzato alla predazione.

d3ntin
19-07-2024, 19:56
Purtroppo capire quando sta per attaccare non è per nulla facile...quasi tutte le volte lo fa mentre noi stiamo facendo altro, e non riusciamo ad osservare...quelle poche volte che ci riesco, non mi sembra mai di vedere atteggiamenti tipici di ostilitá: niente orecchie all'indietro, schiene inarcate o pelo dritto, nè soffi o ringhi...è sempre Minú che, subendo, soffia e ringhia a Romeo. Tanto che mi è venuto il dubbio che sia un tentativo di gioco troppo "oltre". A supporto di questo sarebbe anche Oliver: a volte anche lui vuole giocare con la Minú, peró forse lo fa in modo troppo "irruento" e la Minú risponde con un paio di sberle, al limite una soffiata, e lo rimette al suo posto...ma con Romeo è diverso...

Anche perchè, normalmente, Romeo e Minú non mostrano problemi..si sfiorano, si annusano, persino si leccano a vicenda...

E poi c'è la questione degli attacchi a noi umani. Sto avendo difficoltá ad associarli a qualcosa. Stasera, ad esempio, mentre ero al computer è salito sulla scrivania mordendomi una mano, poi è sceso e si è messo a fissarmi...aveva le pupille un pó dilatate, gli ho allungato una mano e sinè attaccato con artigli e denti, mordendo forte...si è staccato, ha fatto due passi ed è tornato all'attacco...io sono rimasto immobile finchè non ha finito (ha fatto male, ma nulla di insopportabile). Il tutto poco dopo un attacco a Minú..per separarli l'ho chiamato con voce tranquilla e sono andato verso di loro, ha smesso (ormai lo ha capito)..

Sono andato a vedere le ciotole, c'erano una manciata di crocchette (che per loro è equivalente di ciotola vuota), per cui anche in questo caso l'indiziata principale è la fame. Gli ho messo crocchette e dato la loro razione di umido, e ora sembra essersi calmato...che sia solo quello? fame?

A proposito di cibo, da inizio giugno abbiamo cambiato tutto, nuove marche di crocchette e inserimento dell'umido 2 volte al giorno. Abbiamo preso confezioni di prova per un paio di settimane e abbiamo capito quali gli piacciono...in piú, umido mattina e sera, circa 70 grammi a testa al giorno (una lattima da 200). Da quando diamo l'umido ho notato che mangiano molte meno crocchette, che magari è normale...puó essere che Romeo stia esprimendo insoddisfazione dal cibo?

Aletto
20-07-2024, 10:29
Secondo me non siamo abituati all’osservazione comportamentale tanto quanto lo siamo all’osservazione della salute, in quanto quest’ultima salta di più all’occhio. Il comportamento si manifesta in continuazione e quindi anche mentre stiamo facendo altro. Del resto non possiamo avere l’attenzione inchiodata h24. Ma come il cibo riguarda la salute, l’ambiente riguarda il comportamento e di conseguenza può anche riverberare sulla salute.
Eppure loro ci osservano sempre, sentono ogni passo, capiscono dove andiamo e che scopo ha andare verso il pc o verso la cucina o verso le lettiere.
Loro aderiscono in toto al territorio che ci include. Noi in questo, è come se fossimo più superficiali

Gli attacchi agli umani hanno la stessa matrice degli attacchi ai consimili, non c’è da cercare un’associazione diversa.
E’ necessario un po’ di allenamento, ma ad un certo punto capiremo anche noi quello che hanno intenzione di fare, così come loro –fin da subito- capiscono ciò che noi abbiamo intenzione di fare.
Se gli attacchi improvvisi risulteranno una strategia vincente per distoglierci da quello che ci teneva occupati, loro la ripeteranno consolidando quel comportamento.

Hai ragione quando pensi che Romeo voglia giocare. Hai provato a capire se anche quello verso gli umani è un codice di invito al gioco? Ossia quale potrebbe essere lo stato emotivo sottostante? Spesso, per loro filogenesi, gioco e attacco si intersecano, nel senso: per sommi capi, i predatori giocano in un modo e gli erbivori in un altro.
Non penso che la qualità del cibo abbia a che fare con tutto ciò, piuttosto penso che ci sia una concatenazione di eventi che lo hanno portato alla competizione, rafforzata dalle sezioni di gioco un po’ troppo lunghe. Quindi quello sa fare e quello fa, perché il resto è stato messo da parte durante il periodo formativo, o durante fase di "acclimatazione" all'ambiente dell’individuo.

d3ntin
20-07-2024, 12:24
Grazie Aletto, mi stai dando qualcosa di abbastanza cooncreto su cui lavorare.

In primis, per evitare che consolidino l'associazione attacco riuscito = gioco, dovremmo ignorarli. Ed ovviamente premiarli quando il loro approccio non è aggressivo. E poi, giochi meno "di attacco". Giusto?

nella mia ignoranza, però, fatico a percepire i segnali di invito di Romeo, oltre che a quando morde...ci devo lavorare. So che ogni gatto è diverso, ma ci sono dei modi "comuni" per così dire? qualcosa da cui iniziare?

Un'altra domanda...la mia veterinaria, quando gli ho sottoposto la questione, ha detto che secondo lei è perchè è un maschio "alfa" e quindi ha tendenza a voler rimarcare la cosa. Ma, a parte che verso Oliver ad esempio non fa nulla, ed Oliver è maschio anche lui, non spiegherebbe gli attacchi a noi...e poi, mi pare che proprio tu, Aletto, in un altro thread avevi detto che così non può essere perchè i gatti non hanno un concetto sociale come, ad esempio, i leoni...

Aletto
20-07-2024, 15:27
....

In primis, per evitare che consolidino l'associazione attacco riuscito = gioco, dovremmo ignorarli. Ed ovviamente premiarli quando il loro approccio non è aggressivo. E poi, giochi meno "di attacco". Giusto?
Nonononono-No: L’espressione che un animale manifesta in un comportamento è sempre frutto di uno stato mentale e non l’esito deterministico di un automatismo.
Quindi non sarà un banale premio a ricompensarlo di un apprendimento, non dobbiamo mirare ad ottenere da lui un automatismo comportamentale, la ricompensa sarà un nuovo strumento, ossia l’ampliamento del proprio bagaglio cognitivo al quale Romeo avrà accesso, una maggior scelta di esprimersi.


nella mia ignoranza, però, fatico a percepire i segnali di invito di Romeo, oltre che a quando morde...ci devo lavorare. So che ogni gatto è diverso, ma ci sono dei modi "comuni" per così dire? qualcosa da cui iniziare?

Un'altra domanda...la mia veterinaria, quando gli ho sottoposto la questione, ha detto che secondo lei è perchè è un maschio "alfa" e quindi ha tendenza a voler rimarcare la cosa. Ma, a parte che verso Oliver ad esempio non fa nulla, ed Oliver è maschio anche lui, non spiegherebbe gli attacchi a noi...e poi, mi pare che proprio tu, Aletto, in un altro thread avevi detto che così non può essere perchè i gatti non hanno un concetto sociale come, ad esempio, i leoni...
E' normale fare un po' di fatica ad individuare i segnali di invito, spesso inconsapevolmente preferiamo fraintendere, per es, con un "ha fame". Preferisco, non conoscendo Romeo, non consigliare né di ignorarlo né di provare a rispondere all'invito. Però ti faccio l'esempio di Berenice che quando passo vicino a lei mi uncina ed io allora la accarezzo: lei accetta coccole intervallate da finte aggressioni da parte di entrambe.
Sì, ero assai probabilmente io, perché considero fuorviante applicare l'etichetta di "alfa",
Purtroppo i vet, ma anche alcuni addestratori, ricorrono spesso all’abuso del termine alfa/dominante che peraltro prende due piccioni con una fava: liquida lo stato dei fatti in due secondi, e arriva facilmente al nostro cervello perché la nostra è una società gerarchica.

Il concetto di dominanza o alfa è stato sostituito da quello di leadership che comunque non riguarda i piccoli felini.
Alfa è tuttora conservato in alcune specie soprattutto durante la stagione degli accoppiamenti perché in realtà un alfa protegge il suo gruppo e territorio permettendo la discendenza del proprio patrimonio genetico.
Nei primati poi è ancora diverso, sebbene il primatologo F. de Waal purtroppo recentemente scomparso, si sia autoincolpato per la disinvoltura con cui aveva usato il termine alfa favorendo una falsa cultura ed abbia pubblicato anche un video "Debunking alpha male"
se hai voglia di vedere, riguarda i primati:
https://www.youtube.com/watch?v=inx2dMobzYs

d3ntin
20-07-2024, 16:45
Nonononono-No: L’espressione che un animale manifesta in un comportamento è sempre frutto di uno stato mentale e non l’esito deterministico di un automatismo.
Quindi non sarà un banale premio a ricompensarlo di un apprendimento, non dobbiamo mirare ad ottenere da lui un automatismo comportamentale, la ricompensa sarà un nuovo strumento, ossia l’ampliamento del proprio bagaglio cognitivo al quale Romeo avrà accesso, una maggior scelta di esprimersi.


Perdonami Aletto, fatico a seguirti...stai dicendo che dovremmo lavorare sullo stato mentale del gatto, in modo che i comportamenti risultanti siano "diversi"? e in che senso la ricompensa sarà un nuovo strumento nel suo bagaglio cognitivo?
Perdonami, la mia mente ha bisogno di stare più sul pratico...

Aletto
20-07-2024, 17:07
Perdonami Aletto, fatico a seguirti...stai dicendo che dovremmo lavorare sullo stato mentale del gatto, in modo che i comportamenti risultanti siano "diversi"? e in che senso la ricompensa sarà un nuovo strumento nel suo bagaglio cognitivo?
Perdonami, la mia mente ha bisogno di stare più sul pratico...

Per stato mentale si intende come il soggetto vive quel momento, che memoria conserva di altri momenti simili e di conseguenza quale comportamento assume.
Poi, per fare un esempio pratico, immaginiamo di avere un coltellino svizzero con alcuni accessori (strumenti) e di poterne aggiungere uno o più per renderlo più completo. I risultati saranno diversi perché abbiamo avuto la possibilità di aggiungere uno strumento che esiste ma quel coltellino, anche se lo spazio c’era, non lo aveva.
Seguendo questo paragone tra coltellino e mente animale (perché non la possiamo ignorare):
bagaglio del coltellino arricchito=bagaglio cognitivo arricchito, e lo stato mentale è lo stesso ma è arricchito di opportunità.

Aletto
20-07-2024, 17:35
P.S.
può anche succedere che il famoso coltellino abbia altri strumenti che, siccome non sappiamo bene a cosa servono, non li usiamo e ce la caviamo con gli altri, che sappiamo usare magistralmente ma ne facciamo un uso improprio.

d3ntin
20-07-2024, 22:01
Aletto perdonami, mi sono espresso male. Ho capito il ragionamento del coltellino. La mia fatica non è nel seguirti a livello concettuale, ma nel concretizzare questi concetti nella vita reale...ad esempio: la prossima volta che Romeo si attacca con i denti alla mia mano, come posso comportarmi?
In che modo pratico io posso arricchire il bagaglio cognitivo del micio?

Abbiamo comunque deciso di iniziare a dargli qualche assaggio del mondo di fuori, visto che bene o male tollera la pettorina...la sera lo porteremo un pò all'aperto, nell'attesa del catio (che se tutto va bene, entro una settimana sarà pronto). Inoltre, stasera abbiamo iniziato a giocare nascondendogli i croccantini sotto ai bicchieri, invece del solito topo legato allo spago...

Aletto
21-07-2024, 08:46
Per stato mentale si intende come il soggetto vive quel momento, che memoria conserva di altri momenti simili e di conseguenza quale comportamento assume.....
In questo commento avevo risposto alla tua precedente domanda che cito:
Perdonami Aletto, fatico a seguirti...stai dicendo che dovremmo lavorare sullo stato mentale del gatto, in modo che i comportamenti risultanti siano "diversi"? e in che senso la ricompensa sarà un nuovo strumento nel suo bagaglio cognitivo?
Perdonami, la mia mente ha bisogno di stare più sul pratico...]

Ora c'è la tua legittima richiesta di azione pratica per fronteggiare correttamente un comportamento, la cito qui sotto:
Aletto perdonami, mi sono espresso male. Ho capito il ragionamento del coltellino. La mia fatica non è nel seguirti a livello concettuale, ma nel concretizzare questi concetti nella vita reale...ad esempio: la prossima volta che Romeo si attacca con i denti alla mia mano, come posso comportarmi?
In che modo pratico io posso arricchire il bagaglio cognitivo del micio?

Abbiamo comunque deciso di iniziare a dargli qualche assaggio del mondo di fuori, visto che bene o male tollera la pettorina...la sera lo porteremo un pò all'aperto, nell'attesa del catio (che se tutto va bene, entro una settimana sarà pronto). Inoltre, stasera abbiamo iniziato a giocare nascondendogli i croccantini sotto ai bicchieri, invece del solito topo legato allo spago...
Premesso che forse inconsapevolmente stai chiedendo info ad una comportamentalista CZ (approccio Cognitivo Zooantropologico), io non posso non considerare la mente animale e la relazione uomo-animale.
La tua relazione con Romeo, come quella con gli altri gatti che vivono con voi, non la conosco, e quindi leggo solo che stai chiedendo al forum una soluzione pratica ed immediata ad un tuo problema di relazionarti a Romeo in quei frangenti senza andare troppo per il sottile.
La mia risposta è circoscritta quindi ad un solo momento della vita di Romeo, senza abbracciare la sua vita precedente e futura, e senza considerare la relazione tra voi.
Eccola, due opzioni:
quando ti morde la mano tieni immediatamente pronto un giochino da proporgli senza che l'intervento risulti invasivo, oppure accarezzalo e vediamo se con uno di questi due tuoi interventi si riesce a mitigare lo stato di arousal che aveva dato la risposta comportamentale.
La seconda opzione è più "pericolosa" sia per chi te la consiglia (quindi la sconsiglio a chi non conosco) sia per te che la dovresti mettere in atto perché se lo stato di eccitazione è alto, lui potrebbe anche oscurare tutto il resto, non per aggressività ma per difficoltà di ritrovare un equilibrio emozionale.
Il tentativo, qualunque sia, va ripetuto.

d3ntin
23-07-2024, 09:59
Premesso che forse inconsapevolmente stai chiedendo info ad una comportamentalista CZ (approccio Cognitivo Zooantropologico), io non posso non considerare la mente animale e la relazione uomo-animale.
La tua relazione con Romeo, come quella con gli altri gatti che vivono con voi, non la conosco, e quindi leggo solo che stai chiedendo al forum una soluzione pratica ed immediata ad un tuo problema di relazionarti a Romeo in quei frangenti senza andare troppo per il sottile.

Si, avevo intuito fossi una persona preparata. Così come capisco che dare consigli precisi senza conoscere il gatto nè la relazione che c'è tra noi e lui non sia facile, o forse nemmeno possibile.

Però mi spiace che sia passato il messaggio che sto cercando una soluzione pratica e spiccia per quei soli frangenti. Il fatto è che so che Romeo sta esprimendo un disagio. Ma, per usare il tuo esempio del coltellino, mi trovo in una situazione in cui sono io a non avere gli strumenti per comprenderlo, o a non saperli usare. E quindi a non riuscire a migliorare il suo stato.

Ad esempio, da ignorante in materia io penserei che ignorarlo porti a tentativi più "duri" da parte sua, o alla rassegnazione al fatto che non riesce a cambiare nulla. D'altra parte, se gli dò il gioco o lo accarezzo, ho paura che potrebbe associare l'attacco all'ottenere quello che vuole e ripeta la cosa.

Quel che sto cercando non è "cosa faccio se mi morde", ma "in che modo posso capire perchè lo fa". Se ci sono cose che dovrei osservare nelle ore che condivido con lui, al di là delle orecchie ripiegate o dei movimenti della coda nei momenti precedenti l'attacco. Suggerimenti su cose da provare, strade da seguire...ad esempio: mi dicevi che mezz'ora di gioco ad attaccare spaghi è troppo, e lo ha "allenato" ad esprimersi in quel modo...quindi, dovremmo ridurre il tempo? cambiare tipo di gioco?
Da quando ho Romeo, Minù e Oliver mi sono reso conto di sapere pochissimo sul loro conto (nonostante abbia sempre convissuto con gatti dai miei genitori), e sto cercando di imparare qualcosa di più, anche grazie al forum qui...

Aletto
23-07-2024, 18:19
Non so perché vi aggredisce, se è noia, se è carenza di appagamento motivazionale o forse anche un goffo desiderio di attenzione, o chissà cos’altro. Non posso saperlo.
Il comportamento va sempre a braccetto con l’ambiente (sia interno che esterno) e con la storia personale dell’individuo, compresa appunto, la sua capacità di gestire e dare forma alle emozioni (ambiente interno=quali neurotrasmettitori si attivano).
La posizione delle orecchie e i movimenti della coda hanno conseguenze diverse a seconda delle situazioni. Neppure lo scodinzolare del cane ha sempre lo stesso significato.

Uno strumento che potete usare entrambi potrebbe essere la tua reazione quando morde. La tua/vostra reazione potrebbe essere una nuova soglia di contatto, una specie di sliding door, se gli parlate con calma, come nulla fosse. Ma bisogna fare attenzione ed evitare che questo si trasformi in un rituale.
Avete rituali con i gatti con cui vivete?
I rituali sono abitudini quotidiane intraprese per incontrarsi, scandire il tempo, ottenere reciproco beneficio da azioni prevedibili la cui conseguenza è scontata e, di solito, piacevole.
Avevo letto che avevate cambiato un po’ il modo di intrattenerlo, un qualcosa sotto ad un bicchiere, che va benissimo, e accorciare di molto il gioco predatorio che al momento sembra il suo pezzo forte.
Per il resto, anche lasciare che in casa faccia anche quel che vuole va benissimo, purché non sia devastante :). E per devastante intendo in senso letterale del termine.

Sapere di non sapere è già un potente strumento che al momento non sai come usare. Ci vuole pazienza*. L’importante è averlo individuato. Molti non sanno di non sapere perché vivono con i gatti da sempre e questo dovrebbe bastare.
*….e trovare quella soglia giusta per incontrarli.
Con calma.

d3ntin
23-07-2024, 22:43
Si, abbiamo iniziato a fare qualche gioco più di intelligenza e abilità. Al momento, lo sfidiamo mettendo un bocconcino sotto a un bicchiere di carta rovesciato, in modo che debba ribaltarlo per avere il premio. Oliver sta già capendo il gioco, ma Romeo fa ancora fatica: mi sono reso conto che, in effetti, non ha una soglia di attenzione e una pazienza molto sviluppate...ci prova qualche volta e poi demorde. Ma è interessato, e questo basta. Con calma, imparerà...e poi gli complicheremo un pò il gioco :devil: :D
Nel frattempo, cerchiamo di portarlo fuori un paio di volte al giorno, per 10-15 minuti, con la pettorina, così da fargli conoscere un pò l'ambiente attorno a casa.

Rituali? aoltre al cibo mattina e sera, mi viene in mente solamente il ritorno dal lavoro, in pausa pranzo e la sera...la maggior parte delle volte loro accorrono alla porta, così da prendersi una grattata dietro le orecchie, ma per ora non abbiamo altro.


Per il resto, anche lasciare che in casa faccia anche quel che vuole va benissimo, purché non sia devastante . E per devastante intendo in senso letterale del termine.

lo fa già, gli unici momenti in cui ci facciamo sentire sono quando bullizza la Minù o sale sul tavolo da pranzo o sul piano della cucina..per il resto, il gatto è libero in casa...


Ma bisogna fare attenzione ed evitare che questo si trasformi in un rituale.

ecco, è un pò la mia paura...in che modo lo evitiamo?

Aletto
24-07-2024, 10:24
Può in effetti diventare sia un rituale che in questo caso sarebbe da chiudere, sia può essere un suo legittimo comportamento dovuto alle situazioni che descrivevo ieri e non solo.
Pe chiudere questo eventuale rituale nocivo sia a lui che a voi, bisognerebbe aprirne un altro lavorando sullo stato emotivo motivazionale, ossia bisognerebbe offrirgli un’alternativa valida, interessante. Di questi rituali alcuni si instaurano abbastanza velocemente ed altri no, dipende molto dalla relazione tra voi ed il gatto, e dall’interesse che lui dimostra all’alternativa che gli viene offerta.
Il problema è emerso perché Romeo vive in uno stato di tensione ambientale e ce lo dice apertamente, altrimenti avrebbe anche potuto vivere in uno stato di apparente disinteresse e/o rinuncia ed avremmo pensato che tutto andava bene.
I rituali che avete sono un po’ scarni, un po’ quasi “non rituali”. Nell’arco della giornata ci sono rituali di incontro e ricongiungimento?
Qui per es Buio al mattino quando mi metto al pc, sale e si mette tra me e la tastiera ed io lo accarezzo, Volland quando di sera vado a dormire sale sul letto facendo un giro lungo fino a mettersi di fronte a me come per dialogare su quanto è bello ritrovarsi dopo una giornata di attività e godersi il meritato riposo.
Rituale della pappa: sentono il rumore e si mettono su un’altra parte della cucina ed osservano aspettando. Sono piccole cose che rendono piacevole vivere nel territorio.
Berenice è troppo vecchietta, per lei i rituali sono le carezze che le faccio di sfuggita mentre passo vicino a lei e poi osservo e cerco di interpretare i suoi desideri. Berenice ha inoltre, un suo codice di invito al gioco ed è per questo che al mio passaggio continuo ad osservarla.

Qui possono salire sul tavolo da pranzo e sul bancone della cucina perché sono attività di utilizzo della terza dimensione, assolutamente normale ed essenziale per la loro specie
Anche bullizzare Minù è segno di insofferenza di Romeo che contribuisce alla sua irrequietezza, perché anche quando non la bullizza qualcosa comunque bolle in pentola e sapere il motivo e quando è nata questa intolleranza, per chi non ha vissuto il susseguirsi degli eventi, è difficile. Inutile farsi sentire in quei frangenti duranti i quali si comporta da gatto. Romeo andrebbe seguito prendendo in esame il suo percorso di crescita individuale. Ed in linea di massima, mai farsi sentire quando il gatto fa normalissime cose da gatto. Lo spiazzate e lo frustrate inutilmente>la razione alla frustrazione viene alimentata, in questo caso, dal gioco predatorio che si rivolge anche verso di voi.

Occhio a parlare e provare a definire l’intelligenza: cit
"Si, abbiamo iniziato a fare qualche gioco più di intelligenza e abilità. Al momento, lo sfidiamo mettendo un bocconcino sotto a un bicchiere di carta rovesciato, in modo che debba ribaltarlo per avere il premio. Oliver sta già capendo il gioco, ma Romeo fa ancora fatica: mi sono reso conto che, in effetti, non ha una soglia di attenzione e una pazienza molto sviluppate...ci prova qualche volta e poi demorde. Ma è interessato, e questo basta. Con calma, imparerà...e poi gli complicheremo un pò il gioco"

Romeo ha un’attitudine spiccata alla sopravvivenza mediante la predazione piuttosto che alla soluzione di problemi, anche se la predazione comunque i suoi problemi che inavvertitamente gli avete fatto bypassare. La sua, secondo me, è un’intelligenza emotiva (mette in atto la risposta innata) e non emozionale (mette in atto anche l’esperienza). Oliver mette in atto, in questo gioco, il problem solving esperienziale, col tempo lo farà anche Romeo.
Quando ci trova di fronte ad un comportamento, le domande da porsi sono due: come fai quella cosa e perché la fai/qual è il movente (in pratica sono le tue domande iniziali, per questo dicevo che hai un potente strumento che devi imparare ad usare).
Le disposizioni sono i moventi: così come sono messo cosa sono disposto a fare. I moventi più importanti sono le motivazioni di specie e le emozioni.
E qui mi fermo perché l’argomento è lungo ed è già lunga la mia risposta :)

Redmaine
29-08-2024, 17:58
ieri sera, dal nulla, ha attaccato mia moglie che leggeva nel letto...un tocco e via, nulla di che, ma la cosa mi preoccupa un pó.
Per la mia esperienza un comportamento del genere ha prevalenza su queste due possibilità:
- c'era un conto in sospeso e ti dà il resto che era da dare. La sgarbo percepito può anche risalire a più di 10 ore prima.

- richiesta d'attenzione poichè quella data è insufficiente. Meglio mettersi in piedi e vedere se fatto questo il gatto va da qualche parte. Se lo fa seguirlo, potrebbe voler mostrare qualcosa.