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Visualizza Versione Completa : Strano carattere 🥺


Elos
10-10-2024, 10:19
Ciao a tutte e tutti,
a settembre 2023 il mio povero amato micio di 16 anni se n'è andato per malattia. Eravamo una cosa sola, due migliori amici, due compagni di vita. Ho cambiato 7 case, sempre io e lui, lui che dormiva sopra la mia testa, con cui ci guardavamo negli occhi per ore, che quando stavo male stava male, quando stavo bene stavo bene, l'uno il territorio dell'altro (me l'aveva detto anche il veterinario dopo alcune cose accadute). Anche chi ci conosceva lo considerava speciale, era davvero come un essere umano. Indipendente ma socievole, affettuoso, in una fase di grande depressione ha passato tutto il tempo con me a letto a farmi la pasta o a starmi sopra il petto a fare le fusa, veglia a su di me. Abbiamo preso treni insieme, viaggiato insieme, oppure mi ha aspettato quando sono stata ricoverata e quando tornavo mi stava più vicino che mai. Era un rapporto perfetto, un amore puro, lo porterò sempre con me nel mio cuore. Dopo qualche mese dalla sua scomparsa, per reagire al lutto mi è stato consigliato di prendere un altro gattino a cui dare amore, e l'ho fatto. Aveva quasi 4 mesi, e l'ho "salvato" da un padrone terribile, che quando me l'ha mostrato, col fratellino, li ha scaraventati dal trasportino per terra. La madre era una scottish fold, anche lui aveva le orecchie piegate, mi ha fatto comunque pagare solo i vaccini (che poi ho scoperto nemmeno aveva fatto). Voleva sbarazzarsi dei maschi per tenersi le femmine per accoppiamento, e con quelle darci i soldi, suppongo.
All'inizio ovviamente era timidissimo, ma sono bastati pochi giorni per salire con me sul divano, stare sulla copertina e fare le coccole. Non faceva il pane, ed era la prima volta per me avere un gattino che non lo faceva, ma ho letto che non è l'unico a non farlo. Poi pian piano, la notte ha cominciato a dormire ai piedi del divano dove formo, e poi ha smesso. Vi scrivo perché sono un po' demoralizzata e mi sento sola. Ormai è passato un anno. Non è assolutamente un gatto che non vuole coccole, anzi, non fa che sdraiarsi a terra per riceverne ed essere accarezzato, ma lui non viene mai da me, non si accoccola mai vicino o sopra, è come se...il gatto fossi io, che gli fa il pane e lo accarezza, ma lui non mi dimostra mai affetto. C'è anche una differenza rispetto a un tempo, l'ho preso quando stavo convivendo col mio ragazzo, mentre prima avevo sempre vissuto da sola col mio cucciolo precedente. Ma anche i gatti che ho avuto quando ero ragazzina, in famiglia, comunque venivano da me ad accoccolarsi, a fare il pane e star sopra il corpo. I primi tempi ho pensato (e ancora non l'ho capito) che avesse preso il mio ragazzo come padroncino. Sapete che dei membri di una famiglia scelgono sempre e solo uno in particolare. In questo caso sembra la cosa sia paritaria, ma nonnposso capirlo perché sono comunque sempre io a farlo giocare o ad andare a terra quando si gira di pancino per essere accarezzato (fosse per lui vorrebbe passare il giorno ad essere accarezzato, e quando lo chiede lo faccio, anche prima di mangiare, miagola, vuole carezze, solo poi mangia). Insomma, non posso certo dire che è un gatto che detesta il contatto umano, anche se di estranei ha subito paura e si nasconde, mentre da piccolo no. Però vuole solo sia io o il mio ragazzo ad accarezzarlo, lui a me non dimostra affetto. Questo mi fa sentire ancora di più la mancanza del mio compagno di vita per quei lunghissimi e speciali 16 anni. E anche questo non è un bene perché ho paura che possa "sentirlo". Mi chiedo se all'inizio ho sbagliato qualcosa, se proprio il fatto che mi mancasse tanto G. io lo cercassi sempre sperando nella sua vicinanza, e che questo l'abbia allontanato. Però, appunto, non mi spiego perché lui comunque le coccole le voglia. Addirittura non mordicchia mai, anzi. Tutti i gatti, a dispetto dei luoghi comuni, hanno caratteri diversi, lo sappiamo. Ma quel contatto fisico ricevuto mi manca tanto tanto, e a volte mi viene quasi da piangere. Di solito, quando i gatti sono refrattari al contatto fisico lo sono anche nel ricevere carezze, lui no. Oppure sono molto indipendenti, e anche questo non gli appartiene perché se il mio ragazzo passa qualche giorno via per lavoro, lui si nasconde sotto il letto. O la prima volta in cui siamo stati via due giorni, tornati ha miagola per ore. Quando sono stata via io non si nascondeva, però al telefono, se lo chiamavo per nome faceva le fusa. Forse ha scelto il mio ragazzo e semplicemente le attenzioni gliele dò io, quindi è difficile capirlo? Sicuramente vederlo andare in depressione e nascondersi perché lui non c'era mi fa supporre sua così. Non lo do davvero. Non riesco ad entrare in vero contatto con lui, e ormai ha più di un anno, il suo carattere è formato. Mi è stato detto come ipotesi che, mentre G. Mi ha conosciuto quando stavo bene, si è legato a me, e invece D. Mi ha conosciuto malata e non vuol stare vicino a me per questo. Ciò mi addolora tanto, mi sento in colpa per non star bene di salute, e di avergli fatto pensare che da me è meglio stare distante 😔. Secondo voi è possibile? Qualcuno di voi ha mica che chiedono carezze ma "non le danno"?

straycat2
10-10-2024, 12:17
convivere con un gatto per 16 anni e poi lasciarlo andare è difficilissimo (io ne so qualcosa) ci vuole tempo

l'affetto si dimostra in tante piccole cose o comportamenti, il problema credo che sia stato troppo presto per adottare un altro micino.

ogni gatto è speciale ed ha una sua individualità e un suo carattere

la mia non fa la pasta su di me e neanche su mio marito, ma su un piumone che è posto dietro al mio cuscino, le coccole le pretende a qualsiasi ora del giorno e della notte e lei fa le coccole a tutte e due alla sua maniera e non alla nostra..

Aletto
10-10-2024, 12:34
Ciao,
subire una perdita affettiva è tremendo, è un lutto.
Il micio che hai adottato è diverso dal tuo amore precedente, non può essere che così perché è un altro individuo che al momento, e forse mai, ti farà dimenticare il micio che ti manca.
Secondo me è giusto che sia così, ma se cerchi in lui ciò che l’altro ti dava, al poveretto fai involontariamente un torto perché gli affetti non si sostituiscono, gli affetti cambiano, evolvono. La morte ci porta via l’individuo ma non può portarci via il forte legame che avevamo e che conserviamo intatto per sempre.
Noi poi pensiamo e ragioniamo in termini umani, ma trasferire l’umanità ad un’altra specie la depaupera del suo bene più prezioso, l’identità.
Non vuole carezze e non accarezza come l’altro, non ti cerca, ok, ma il suo starti vicino anche solo quando e se ne ha voglia equivale ad una carezza. Quando si mettono vicino a noi senza altri gesti è un momento bellissimo, un dono, al quale a volte non riusciamo ad attribuire il valore che meriterebbe.
Ogni volta che lo cerchi e lo stimoli è come se inconsapevolmente gli chiedessi: dai forza, fai come l'altro, diventa come l'altro.

Credo che sia un micio fantastico al quale è toccata la sorte di essere il secondo.

Redmaine
10-10-2024, 12:36
Certamente il micio che non hai più era speciale.
Non esiste uno che uno che sia uguale ad un altro. E anche quello che sta con te adesso è speciale ma lo devi ancora capire, lui è lui, non è l'altro ed è inutile avere aspettative uguali.
Se c'è una possibile causa di un'apparente anafettività è da riferire al periodo in cui non stava con te, tanto più da come descrivi il precedente proprietario. I primi 3 mesi sono fondamentali per la socializzazione. Ho avuto una micia che era quasi anaffettiva, me l'avevano portata a 40 giorni d'età perchè era morta la madre, non ha mai avuto un bel carattere.

Anche il mio micione non richiede il contatto fisico, ma è sempre con me. E' un gatto meno carnale e più spirituale.
Accetta tutte le mille coccole ma difficilmente dà una testata o si sfrega.

Spesso se lo prendo in braccio si allunga e si abbandona in segno di totale fiducia.

Nel contatto fisico conta anche il clima ho notato, d'estate è davvero mal tollerato da lui.
Capisco il discorso del contatto fisico, ma i gatti ci aiutano a crescere, questo è sicuro.
Non cercare l'altro in lui e apprezza il suo modo di manifestare l'affetto che sicuramente c'è ma è diverso.

Migiap
10-10-2024, 13:59
Mi dispiace per la tua perdita ... 16 anni sono tanti ma d'altronde lo possono essere anche molto meno ... non esiste una sorta di cronometro per i sentimenti.
Non credo tu abbia sbagaliato qualcosa con il nuovo arrivato, nel senso che non credo che tu abbia infuenzato negativamente il suo carattere. Anche perchè non ha uno "strano carattere", è semplicemente diverso dall'altro e lo devi accettare ed amare per la sua individualità :)
Piuttosto che bastardo il precedente proprietario ! Meno male che adesso è con te !

Elos
12-10-2024, 09:40
Carissimi,
siete stati tutti gentili a rispondermi, e certo quando dite che non devo cercare il mio precedente amico nel nuovo gattino avete perfettamente ragione. Ma in realtÃ*, vuoi anche perché scrivendo dal cellulare di notte ho fatto un po' un casino, forse per alcune cose non mi sono spiegata bene. La mia reale paura fondamentalmente qual è? Che non mi voglia bene. E inoltre ho paura "di perderlo". Ho cominciato ad un certo punto (quando ha cominciato a distaccarsi fisicamente - cioè a non dormire più ai miei piedi o non accoccolarsi su di me, quindi circa dopo un mesetto che stava qui) a svegliarmi nel cuore della notte, come in preda al panico, pronunciando il suo nome, come se, in uno stato di dormiveglia, fossi spaventata da una sua sparizione. Forse è in questo che si vede che il lutto è ancora attivo, lo dico perché questa paura di "perderlo" forse dice che ho paura di perdere anche lui.
Il titolo del topic non si riferisce al fatto che lui sia diverso da G. Ogni gatto ha un suo carattere, e avendo avuto anche tanti gatti da ragazzina, ognuno di loro ne aveva uno diverso. Non ho infatti mai pensato che D. potesse essere un sostituto di G. Sarebbe stato impossibile e anche in giusto, per D, per G. per me. Vale anche per gli umani, nelle amicizie, nelle coppie: nessuno è sostituibile con nessuno.
Forse sapete qual è il vero problema? A parte da piccina in famiglia, io non avevo mai "condiviso" un micetto con qualcun altro, e questo mi destabilizza. Quando per una settimana d'estate sono stata via solo con lui, lui anche era diverso. Non diverso nel senso che improvvisamente faceva la pasta o che si stendeva sul mio corpo, ovvio, ma c'era come una fiducia reciproca, un'unione sottile. Lui stava sul divano ma anche vicino a me al computer mentre lavoravo, e quando andavo a dormire, eccolo che arrivava e saltava sul letto per dormire con me, cosa che qui a casa non fa mai. Non era affatto spaventato di essere in un'altra casa sconosciuta (a parte le prime ore di esplorazione del territorio, ovvio), e mi sentivo finalmente serena anch'io con lui, non mi sentivo più respinta, anzi. Poi siamo tornati qua, e tutto è di nuovo cambiato. Qualcuno ha scritto "è un dono quando si avvicina anche solo un po' e sta lì fermo", infatti lo sarebbe anche per me, solo che non accade mai. Eppure, ed è per questo che ho scritto strano carattere, non è assolutamente refrattario al contatto con l'umano (mio e del mio compagno), perché, come vi scrivevo, se non dorme, si stende sul tappeto a pancia in su in attesa di essere accarezzato, e lÃ* fa le fusa, se si toglie la mano la guarda come a dire: continua. Ma, appunto, non si avvicina mai lui. Né se sto seduta sul divano, né se vado a letto, né se sono in piedi, mai. Non è tanto fare la pasta, che appunto ho letto che non tutti lo fanno, dipende molto da quando sono stati svezzati, ma che proprio non si avvicini mi dÃ* da pensare. Anche prima di mangiare vuole carezze, quando ci si alza per colazione. Lo faccio sempre io, ma sento che potenzialmente le stesse attenzioni che richiede, se date da qualcun altro, dal mio compagno, ad esempio, sarebbero accolte allo stesso modo. Allora il punto qual è? Che ho paura che semplicemente io sia "conosciuta" da lui, si fida, ma che sia io o qualcun altro non faccia alcuna differenza. Ho paura che non mi voglia bene, che non si sia affezionato, magari appunto per qualcosa che ho sbagliato io quando era piccino, anche se da piccino invece lo faceva. Il mio compagno lo considera il mio micetto perché tutto è partito da me, e lui fra l'altro non aveva mai avuto gatti, ma è ovvio che D. non sceglie un essere umano in base al fatto che sia l'altro ad averlo adottato. Io gli dò molte attenzioni, lo pettino anche perché gli piace tanto e impazzisce di fusa, lo accarezzo quando fa il suo versetto prr prima di mangiare e gironzola attorno alla ciotola finché non lo si accarezza. Lo faccio io, ma come faccio a sapere se lo farebbe con "qualsiasi altro umano", o se - cosa molto più credibile visto che altri umani non li vede, preferirebbe lo facesse il mio compagno? Averlo visto così giù nei giorni in cui è stato via per lavoro mi fa propendere per questa cosa. Allora non è tanto il trasferire l'immagine di G in D, perché G resterÃ* sempre nel mio cuore, sono due cose diverse, due anime e due amori diversi. Quello che mi manca è avere la sicurezza di avere un legame unico con un micetto, anche perché presto mi dovrò trasferire da sola, e non so cosa sia meglio per lui: come faccio a capire se preferisce stare con il mio compagno o con me? Secondo voi, ad esempio, il fatto che dopo il pranzo o la cena, o a colazione, lui salga sul tavolo e poi di solito, anche se il mio compagno sta guardando il cellulare (del cibo per umani non gli importa), si avvicina e si struscia sulla sua testa è forse questo il segno che "ha scelto lui"? Non è tanto una questione di gelosia, G lo lasciavo spessissimo con lui quando io non potevo esserci, anche per molto tempo, e quando gli si avvicinava e andava a fargli la pasta ero contenta. Ma forse trovavo tutto naturale perché comunque il rapporto era saldo e di bene reciproco. Invece in questo caso è diverso. Come faccio realmente a capire "chi ha scelto", se comunque quando vuole le carezze sono io a dargliele, o il cibo, o altro? Perché forse quello "strano carattere" è solo una mia strana proiezione della paura che in realtÃ* non sia davvero legato a me. Forse dovrei fare la prova ad andare via per un po' di tempo, da sola, e vedere come reagisce. Se resterebbe tranquillo senza demoralizzarsi come si era invece demoralizzato quando per soli due notti il mio compagno era stato via. Lo devo capire anche in base alle future scelte, perché non vorrei forzare la mano, portarlo via con me, quando invece non sono io il suo punto di riferimento. E, in quel caso, col cuore spezzato, forse dovrei prendere in considerazione di lasciarlo a lui. (non ci stiamo separando, eh, questioni lavorative).

Redmaine
12-10-2024, 10:02
La tua delusione forse ha qualche sfumatura di rifiuto. Se questa si accentua è meglio che stia con il tuo compagno e non con te.

Elos
12-10-2024, 11:46
Che io rifiuti lui?? Assolutamente no, ci bado come a un fratellino o una mamma. Mi sveglio con la paura che non ci sia, ci penso sempre e sin da quando era piccolino lo facevo giocare. Io non sono affatto delusa, come si può essere delusi da un cucciolo? Ho solo paura non mi voglia bene.

Elos
12-10-2024, 11:50
Quello che mi spaventa è stato quando una persona mi ha detto: forse è perché ti ha conosciuta già malata (soffro di epilessia). E mi sento terribilmente in colpa per questo, se davvero fosse così. Sento di essere sbagliata io, non lui, povero.

Aletto
12-10-2024, 11:52
Se questa estate eravate soli e constatavi che la relazione era cambiata, forse forse e forse, è perché il vostro ambiente interno (stato d’animo e relative emozioni) era cambiato, e scrivi che eri più serena.

Penso che l’unica cosa che sbagli sia temere che, non esprimendosi come il micio che hai perso, lui non sia affezionato a te. Ma non tutti hanno la stessa modalità di espressione. Il tuo timore ti fa pensare ed agire –credo- in modo apprensivo, lui lo sente, forse in qualche modo sente anche di essere inadeguato rispetto ai tuoi desideri, ed entrate in un loop disfunzionale al procedere e al maturarsi della relazione.
Per un gatto il punto di rifermento è l’ambiente esterno, chiamiamolo col suo nome: territorio, e noi siamo inclusi in quell’ambiente.
Quando partiamo col gatto lui parte con pezzo considerevole del suo territorio, la vita. Ovvio che debba riambientarsi, ma non avrà necessità di riambientarsi con la nostra vita, dove per vita intendo essere ciò che siamo.

Che poi ci possano essere delle incompatibilità reciproche, è vero e lo sottoscrivo, ma questo non mi sembra affatto dalla tua descrizione dell’estate appena passata.

Elos
12-10-2024, 12:05
Forse hai ragione, Aletto, quando parli del loop. Più io sono apprensiva e spaventata dalla sua separazione, più lui lo sente e, per quanto non mi abbia mai graffiato o morso nemmeno quando quando giochiamo e si mette col Pandino in su a farsi fare la pasta :), forse ha scelto il mio compagno perché meno apprensivo, più "fancazzista" coi gatti, è più indifferente e questo magari lo fa sentire più al sicuro. Boh, spero sia una fase un po' così per me, forse anche perché nuovamente ho spesso problemi di salute, sono demoralizzata e vedo tutto nero. Là dove dovrei vedere il suo colore del suo pelo morbidoso. Mi sa che ne sono diventata dipendente. A qualcuno è capitato, dopo la perdita di un gatto con cui si è passato tanto tempo, di vivere nell'ansia di un possibile abbandono da un micio arrivato poi? Perché mi chiedo anche questo, se per caso ho avuto talmente tanto un crollo disperato quando purtroppo ho dovuto fare l'eutanasia a G. ormai già praticamente incosciente, che vivo di sensi di colpa per essere stata artefice io della sua perdita (ad esempio di non averlo curato adeguatamente, anche se ho fatto tutto quel che mi diceva il veterinario, oppure perché purtroppo l'ultima notte l'ha passata in una clinica di gente che poco empatica è dir poco. Mi ha aspettato, il giorno dopo, ma ancora soffro di sensi di colpa per lui. Volevo restare la notte in clinica ma non me l'hanno permesso)

Redmaine
12-10-2024, 12:33
sono demoralizzata e vedo tutto nero
ecco, forse hai quasi centrato il punto. Potrebbe essere depressione.
Se le cose stanno così anche le cose belle che accadono ogni giorno non sono intercettate, oppure le intercetti ma riesci a dare una sfumatura grigia anche a quelle.
Se è così il focus sei tu e non il gatto e forse è meglio farsi aiutare da uno specialista anche se si tratta solo di un momento transitorio.

straycat2
13-10-2024, 16:42
Che io rifiuti lui?? Assolutamente no, ci bado come a un fratellino o una mamma. Mi sveglio con la paura che non ci sia, ci penso sempre e sin da quando era piccolino lo facevo giocare. Io non sono affatto delusa, come si può essere delusi da un cucciolo? Ho solo paura non mi voglia bene.

se tu gli dai da mangiare certo che ti vuole bene,perchè non dovrebbe?
in qualsiasi rapporto sia sentimentale che amicale o tra gatto e umano il bene si manifesta strada facendo vivendo insieme a contatto,
penso che ti fai delle strane idee mentre il micio vuole bene sia a te che al tuo compagno..

Elos
17-10-2024, 07:49
Grazie a tutti quelli che mi hanno risposto. In questi giorni, comunque, deve avermi hackerato l'account di miciomiao e mi ha letto, perché per magia ha ricominciato a dormire o ai piedi del letto o su una seggiolina che tengo accanto tipo comodino...(scherzi a parte, per la sensibilitÃ* che hanno non mi stupirebbe che avesse percepito la mia paura) L'altro giorno è salito a letto mentre ero a pancia in giù a leggere e si è accoccolato vicino alle gambe mettendo le zampine sulle gambe. Per me sono cose indimenticabili, l'ho sentito tanto vicino e questo mi ha tranquillizzata. Forse, come ha scritto qualcuno, sono io che, nei periodi in cui vedo tutto nero ho paura anche della possibilitÃ* che lui non sia affezionato a me e tendo a vedere solo le cose che non ci sono, piuttosto che quelle belle che accadono. Voglio molto bene a questo micetto. I miei sono sensi di colpa perché forse arrivano dai sensi di colpa per aver dovuto lasciare l'ultima notte il mio gatto di una volta in clinica (volevo restare ma non me l'anno permesso), il giorno dopo mi avevano detto di andarlo a prendere alle 3. Sono arrivata un po' in ritardo per il traffico, arrivata mi hanno detto: il suo gatto mezz'ora fa stava morendo per crisi respiratoria, ora è incubato. Mi hanno proposto l'eutanasia. Ero sola, ho chiesto cosa sarebbe accaduto se l'avessi portato a casa (per non farlo morire in quell'orrobile posto in cui l'empatia era sotto le scarpe, ma accompagnarlo qui a casa), mi hanno detto sarebbe morto in auto. Sono stata con lui mentre aveva la mascherina per l'ossigeno. Non saprò mai se, seppur sveglio, mi abbia riconosciuta. Una parte di me si dice: mi ha aspettato. Ma poi, oltre ad assistere all'eutanasua, piangendo disperata, poi mentre firmato le carte, il medico fa: beh, questo gatto non è mai stato curato bene. Poteva vivere molto di più. Non scorderò mai quelle parole. Io ho fatto di tutto, ogni cosa, ogni medicina, la chemioterapia senza però voler fare accanimento terapeutico ingiusto, e poi, dopo l'eutanasia uno sconosciuto mentre piangevo mi dice così. Mi porto questo groppo in gola di sensi di colpa, e li trasferisco anche col nuovo micetto per cui ho grande amore e ho paura di sbagliare qualcosa sempre e "perderlo:. Tutta roba inconscia. Nei suoi modi, seppur diversi ovviamente, lui mi sta accanto, e io accanto a lui. L'affetto c'è, solo ho tanta paura di commettere errori e di farlo allontanare. Comunque, ragazzi, non so voi, ma vi sembra una frase da dire dopo l'eutanasia? Vi giuro, e credo con voi non ci dia bisogno di dirlo, che avevo fatto tutto il possibile negli ultimi due anni di tumore. E quello che il mio veterinario mi proponeva l'ho fatto. Si riprendeva, sospendevamo la chemio ogni tot per non stressarlo, poi riprendevano, poi si facevano pause, lui ingrassata di nuovo, tornava vivace e coccolo come al solito, poi ha avuto quel tracollo in un giorno (peraltro non legato al tumore). È stato straziante, e non mi perdono di essermi lasciata convincere a portarlo in quella clinica perché lÃ* erano robot senza cuore, una macchina da soldi, come scrivono nelle recensioni su google. Ha passato solo l'ultima sua notte, non so se mi abbia riconosciuto mentre lo accompagnavo nel ponte dell'arcobaleno. E poi mi è stato detto che l'ho curato male. Vedete, oltre al lutto c'è stato questo. Forse è il motivo per cui ho sempre paura di sbagliare in tutto con D.

Migiap
17-10-2024, 08:07
Ma ovviamente non era una cosa da dire!!!! Ma che gente!!!!
Ammesso anche che secondo il suo discutibile parere fosse vero (che poi è facile parlare con il senno di poi)... Non andava detto per il semplice motivo che è una considerazione inutile oltre che dolorosa!!!
Cioè volendo malignare potrei quasi pensare che lo abbia detto per screditare altri colleghi e quindi cercare di averti come cliente. Ma forse non è neanche così, é solo stata una persona assolutamente insensibile!!!

Redmaine
17-10-2024, 09:56
Elos, il gatto è più affettuoso adesso?
secondo me è tale e quale a prima, solo che ora fa più freddo e cerca il contatto.
Non ci sono solo gli stati emotivi in questo mondo, c'è anche la fisica e la pragmatica.

Iska
17-10-2024, 15:38
@ Elos
Il micio ti vuole bene, non dubitare mai di questo.
Ogni gatto ha un suo modo esclusivo di manifestarlo; non ne troverai mai con lo stesso modo di fare.

Il ricordo del micio che non c'è più ti accompagnerà per sempre, ma come ti hanno già detto, non fare paragoni col nuovo micio; mi pare però di aver capito che sei perfettamente consapevole che l'ultimo non sarà mai come l'altro che hai tanto amato, ma sarà semplicemente se stesso.

Amerai in modo totalizzante anche questo micio, ma te ne renderai pienamente conto man mano che passerà il tempo e che vivrete insieme.

Butta al vento i sensi di colpa che ti perseguitano; servono solo a farti star male e a far star male quelli che ami e ti amano.
Di quel che è successo all'altro micio non hai proprio nessuna colpa.
Può capitare a chiunque di ammalarsi, anche gravemente e con certe malattie, purtroppo, l'esito è quasi scontato.

Quanto alle parole che ti ha detto quel veterinario in occasione dell'eutanasia del tuo micio, cerca di non stare ancora a pensarci su, che ti fai solo del male; quel veterinario, oltre che privo anche solo di un'ombra di empatia, era un vero cretino assoluto.
Ma come si è permesso di dirti quelle parole?
Ma che caxxo ne sapeva lui di cosa potevi o non potevi fare o di cosa avevi fatto per il tuo gatto? (che poi vivere 16 anni per un gatto con la sua malattia non era poco, era tanto)

Non capisco come certa gente dall'alto della propria qualifica professionale possa permettersi di tranciar giudizi su persone che neppure conosce e su casi clinici che non ha seguito, se non alla fine.
Queste cose mi fanno proprio andare in bestia...
Manda mentalmente affan...'sto deficiente, insensibile e presuntuoso...e un domani, casualmente, te ne capitasse l'occasione, mandacelo pure di persona, se dovesse tirar fuori ancora certe str0nzate.

Non lasciarti più condizionare dal passato; il tuo micio che non c'è più, anche se non lo vedi con gli occhi, ti sta sempre accanto e sa benissimo che per lui hai fatto tutto il possibile e di sicuro gli dispiace di vederti angosciata per colpe che non hai.
Lui ora protegge te e il nuovo micio; è arrivato il momento di guardare al futuro e a tutte le cose belle che ti aspettano, perché di sicuro ce ne saranno, anzi, una è già lì con te ed è il tuo "nuovo" pelosino.

Elos
18-10-2024, 12:04
Grazie, ragazzi, per tutte le vostre parole. Mi avete dato conforto. Sì, il veterinario di quella clinica è stato davvero pietoso. Ma tutto il personale, vi dovrei mandare le recensioni su google. Tanti che hanno speso anche migliaia di euro presi dal panico, per poi ricevere diagnosi sbagliate, veder morire i loro animali per questo e poi tanti saluti come fossero giocattoli. Che tristezza. Ho comunque cambiato anche il mio vet per il nuovo piccolo, perché lo portavo e ogni volta non ricordava nemmeno chi fosse lui e molte altre cose (non sapeva neppure che gli scottish fold possono avere problemi alle cartilagini e che non devono essere accoppiati tra loro...)

Elos
28-10-2024, 11:20
Alla fine ho fatto la prova del nove, ragazzi. L'avevo vista in un documentario. Ci si siede per terra con altre persone, e il micio va verso la persona che è il suo punto di riferimento. L'ho fatto col mio compagno. È andato da lui, ha cominciato a strusciarsi, fare fusa e gli ha dato delle leccatine. Direi che a questo punto non ho molte altre domande da farmi. Il fatto che senta che non è affezionato a me, o in modo speciale, è assodato. Questo mi fa sentire davvero sola. I gatti scelgono un punto di riferimento, non sono io. Forse se sin dall'inizio fossimo stati soli sarebbe stato diverso (anzi, è ovvio). Quindi tutte le mie paure direi che sono fondate. Sì, ok, non significa certo che mi voglia male. Ma quello che provavo aveva effettivamente un senso

Redmaine
28-10-2024, 11:37
Anche io se fossi stato il gatto avrei scelto il tuo compagno e non te, solo per vendicarmi del fatto che qualcuno vuole mettermi alla prova.
Il gatto non è un soggetto da mettere costantemente sotto una cartina tornasole per fare le proprie valutazioni sul nostro potere attrattivo.
Un gatto va amato indiscriminatamente per quello che è, e lui lo capirà e saprà ricambiare. Questo deve essere quello che ha fatto il tuo compagno. Tu probabilmente no. Tu cerchi di capire sei sei all'altezza, se puoi ricevere affetto e consumandoti in queste cose non ne dai. Tu stai giocando la parte della figlia con il micio metre tu dovresti essere il genitore.

Aletto
28-10-2024, 14:31
Alla fine ho fatto la prova del nove, ragazzi. L'avevo vista in un documentario. Ci si siede per terra con altre persone, e il micio va verso la persona che è il suo punto di riferimento. L'ho fatto col mio compagno. È andato da lui, ha cominciato a strusciarsi, fare fusa e gli ha dato delle leccatine. Direi che a questo punto non ho molte altre domande da farmi. Il fatto che senta che non è affezionato a me, o in modo speciale, è assodato. Questo mi fa sentire davvero sola. I gatti scelgono un punto di riferimento, non sono io. Forse se sin dall'inizio fossimo stati soli sarebbe stato diverso (anzi, è ovvio). Quindi tutte le mie paure direi che sono fondate. Sì, ok, non significa certo che mi voglia male. Ma quello che provavo aveva effettivamente un senso
Queste “prove” lasciano il tempo che trovano perché non si fanno così in modo maccheronico.
Si fanno in ambiente controllato, tempi di entrata ed uscita della persona standardizzati, si valutano zone considerate neutre e zone più sensibili che a volte si sovrappongono parzialmente e tanti altri accorgimenti per valutare cosa? I principali tipi di attaccamento, sono:
sicuro.
insicuro-evitante.
insicuro-ambivalente.
disorganizzato
Chi è stato in grado di affermare con certezza quale di questi tipi abbia manifestato il gatto?
C’era un esperto?
Ci sono solo due studi attendibili in merito, e portano a risultati divergenti.
Ci sono anche evoluzioni di questi studi che si conducono SEMPRE in ambienti controllati.

Questi studi, furono fatti a suo tempo sui bambini e sempre in ambiente controllato. Poi furono estesi a cani e infine ai gatti. E valutati da esperti del settore.

Ti consiglio di fare attenzione, perché anche col proprio genitore (e noi non siamo i genitori dei gatti con cui viviamo) può esserci uno stile di attaccamento non idilliaco tra quelli citati sopra. Figuriamoci tra noi ed il micio di casa!
Invece tu supponi che tra il tuo compagno ed il gatto lo stile di attaccamento sia quello perfetto.
Dai su!

Se poi preferisci pensarla diversamente, ok.

Iska
22-04-2025, 18:46
Avevo inserito qui un messaggio destinato ad un'altra discussione di Elos, quindi lo cancello.