Princi
23-01-2007, 06:55
Nel cervello un bel gatto, un dolce, fiero
incantevole gatto mi passeggia,
come fosse il padrone dell'alloggio
e miagola con timbro sė leggero
e tenero che quasi non lo intendo;
pur questa voce sua ricca e profonda
sia che brontoli o placida s'effonda,
racchiude un incantesimo stupendo.
Si sgrana e filtra dentro in lente spire
fino al fondo di me pių cieco e perso;
mi sazia come il battito d'un verso,
e mi delizia come un elisire.
Sopisce i mali pių crudi, contiene
per chi l'ascolta ogni estasi e sogno;
di parole giammai non ha bisogno
per intrecciare le frasi pių piene.
No, non so archetto che meglio mi morda
il cuore, ineguagliabile strumento,
e ne ricavi pių regale accento,
facendone vibrar l'ultima corda,
della tua voce, o strana, o misteriosa
creatura, serafico soriano,
in cui, come in un angelo, all'arcano
pių sottile una musica si sposa.
Sė forti aromi la sua bionda e bruna
pelliccia esala che, una sera, quasi
fin nell'anima intriso ne rimasi:
colpa d'una carezza, solo d'una!
Genio del luogo e spirito natio,
tutto egli giudica, tutto presiede
e ispira dalla sua regale sede:
chissā, forse č una fata, forse č un dio.
Quando a lui gli occhi miei docili giro,
obbedendo a un magnetico richiamo
che m'incatena all'essere che amo,
e la mia stessa anima rimiro
vedo con meraviglia come arda
un fuoco nelle sue pupille pallide,
opali vivide, lanterne gialle,
di fronte a me, che immobili mi guardano.
Charles Baudelaire
incantevole gatto mi passeggia,
come fosse il padrone dell'alloggio
e miagola con timbro sė leggero
e tenero che quasi non lo intendo;
pur questa voce sua ricca e profonda
sia che brontoli o placida s'effonda,
racchiude un incantesimo stupendo.
Si sgrana e filtra dentro in lente spire
fino al fondo di me pių cieco e perso;
mi sazia come il battito d'un verso,
e mi delizia come un elisire.
Sopisce i mali pių crudi, contiene
per chi l'ascolta ogni estasi e sogno;
di parole giammai non ha bisogno
per intrecciare le frasi pių piene.
No, non so archetto che meglio mi morda
il cuore, ineguagliabile strumento,
e ne ricavi pių regale accento,
facendone vibrar l'ultima corda,
della tua voce, o strana, o misteriosa
creatura, serafico soriano,
in cui, come in un angelo, all'arcano
pių sottile una musica si sposa.
Sė forti aromi la sua bionda e bruna
pelliccia esala che, una sera, quasi
fin nell'anima intriso ne rimasi:
colpa d'una carezza, solo d'una!
Genio del luogo e spirito natio,
tutto egli giudica, tutto presiede
e ispira dalla sua regale sede:
chissā, forse č una fata, forse č un dio.
Quando a lui gli occhi miei docili giro,
obbedendo a un magnetico richiamo
che m'incatena all'essere che amo,
e la mia stessa anima rimiro
vedo con meraviglia come arda
un fuoco nelle sue pupille pallide,
opali vivide, lanterne gialle,
di fronte a me, che immobili mi guardano.
Charles Baudelaire