Princi
12-04-2008, 11:28
Questo racconto l'ha scritto il mio compagno pensando a ......... leggete fino in fondo e lo scoprirete
Era vero.
Da quel momento mi resi conto che l’amore non può sottostare ad alcuna regola.
Io che avevo sempre cinicamente criticato la facilità con la quale perdono la testa le veline per i calciatori o le attricette per le grandi stars del cinema, dovetti improvvisamente fare un passo indietro.
Non era assolutamente previsto ma era capitato anche a me.
No, non volevo fuggire con il centravanti della Salernitana e nemmeno condividere il resto della mia vita con il protagonista di Centovetrine.
Il mio cuore, questo cuore, è stato sezionato, sfibrato, annientato, ridotto ad un ammasso gelatinoso che, non so ancora come, riesce miracolosamente a svolgere una sembianza di lavoro.
Ho il muscolo cardiaco in cassa integrazione.
Qualcosa lo ha ridotto così.
Io so cosa.
Faccio fatica a camminare, a pensare, a far passare il tempo.
Vivo in un corpo fatto d’ acqua e sento la mente galleggiare su cellule in tempesta e su globuli sotto pressione.
Era vero.
Mai incrociare lo sguardo con chi sembra essere nato apposta per quel preciso momento, inconsapevole ma colpevole di cotanto fascino.
Mai prestarsi al gioco suicida della forza attrattiva degli occhi, che vagano fino a focalizzarsi sul punto più indifeso del tuo cervello.
Nulla è più imprevedibile, inimmaginabile, irruento di uno sguardo.
E’ un laser che brucia gangli, terminazioni nervose, capillari pulsanti.
In un attimo sei fottuto.
Era vero.
Ha fottuto anche me.
L’eterno dilemma, lo straordinario interrogativo che da sempre ci pone davanti alla “scelta”: cedere o resistere, si era materializzato nel mio essere senza che potessi avere alcuna possibilità.
Era vero.
Non avevo vie d’uscita.
L’amore non può sottostare ad alcuna regola.
Attimi, eterni microsecondi, senzienti e decisivi.
La ferita nel cervello si è improvvisamente autosigillata, il cuore ha ripreso consistenza e ora batte, accellerato, ma batte.
Mi chino, allungo la mano e cerco un contatto.
Quegli occhi mi fissano ancora, sfrontati e impavidi.
Non faccio alcuna fatica a stringere al petto pochi chili di pelo caldo.
Giusto il tempo di sentire le sue fusa e, come temevo, il cervello si è liquefatto bagnandomi un cuore in affannosa ascesa.
Era vero.
Dedicato a Violetta, la micia rubacuori...... umani :161:
Era vero.
Da quel momento mi resi conto che l’amore non può sottostare ad alcuna regola.
Io che avevo sempre cinicamente criticato la facilità con la quale perdono la testa le veline per i calciatori o le attricette per le grandi stars del cinema, dovetti improvvisamente fare un passo indietro.
Non era assolutamente previsto ma era capitato anche a me.
No, non volevo fuggire con il centravanti della Salernitana e nemmeno condividere il resto della mia vita con il protagonista di Centovetrine.
Il mio cuore, questo cuore, è stato sezionato, sfibrato, annientato, ridotto ad un ammasso gelatinoso che, non so ancora come, riesce miracolosamente a svolgere una sembianza di lavoro.
Ho il muscolo cardiaco in cassa integrazione.
Qualcosa lo ha ridotto così.
Io so cosa.
Faccio fatica a camminare, a pensare, a far passare il tempo.
Vivo in un corpo fatto d’ acqua e sento la mente galleggiare su cellule in tempesta e su globuli sotto pressione.
Era vero.
Mai incrociare lo sguardo con chi sembra essere nato apposta per quel preciso momento, inconsapevole ma colpevole di cotanto fascino.
Mai prestarsi al gioco suicida della forza attrattiva degli occhi, che vagano fino a focalizzarsi sul punto più indifeso del tuo cervello.
Nulla è più imprevedibile, inimmaginabile, irruento di uno sguardo.
E’ un laser che brucia gangli, terminazioni nervose, capillari pulsanti.
In un attimo sei fottuto.
Era vero.
Ha fottuto anche me.
L’eterno dilemma, lo straordinario interrogativo che da sempre ci pone davanti alla “scelta”: cedere o resistere, si era materializzato nel mio essere senza che potessi avere alcuna possibilità.
Era vero.
Non avevo vie d’uscita.
L’amore non può sottostare ad alcuna regola.
Attimi, eterni microsecondi, senzienti e decisivi.
La ferita nel cervello si è improvvisamente autosigillata, il cuore ha ripreso consistenza e ora batte, accellerato, ma batte.
Mi chino, allungo la mano e cerco un contatto.
Quegli occhi mi fissano ancora, sfrontati e impavidi.
Non faccio alcuna fatica a stringere al petto pochi chili di pelo caldo.
Giusto il tempo di sentire le sue fusa e, come temevo, il cervello si è liquefatto bagnandomi un cuore in affannosa ascesa.
Era vero.
Dedicato a Violetta, la micia rubacuori...... umani :161: