April
24-02-2011, 10:14
E' arrivata una mattina, ai bagni della Valletta.
Era una micina magra, con il pelo arruffatto. Si era accucciata dietro al bar e il barista, impietosito, le aveva dato qualcosa da mangiare.
La gattina aveva divorato quel cibo, e poi si era profusa in fusa e strusciatine, che avevano quasi commosso il vecchio barista, Otello.
Dopo pochi giorni, uno scatolone imbottito con un vecchio asciugamano era diventato il letto della micina, vicino a due posaceneri che erano diventati ciotole per acqua e pappa...il vecchio Otello aveva provveduto anche a una scatola di croccantini.
La gattina era ormai la mascotte del centro balneare, si strusciava contro le gambe e prendeva carezze e regalava a tutti le sue fusa...in cambio, riceveva scatolette che, Otello, versava in un altro posacenere.
In breve tempo la micina rifiorì, il pelo tigrato liscio e morbido, gli occhi ambra belli puliti e non era più magra...anzi, era grassottella e aveva un buon profumo, di mare, di salsedine.
Ma fu una gran sorpresa quando Otello, una mattina, la trovò nello scatolone in compagnia di quattro micini appena nati.
Al momento sconcertato, ma poi fu gioia.
Lo scatolone diventò off-limit, solo pochissimi erano ammessi a visitare la famiglia e il vecchio Otello vigilava, affinchè nessuno disturbasse.
I gattini crebbero in fretta e, per loro, fu trovata facilmente una famiglia.
L'estate era ormai agli sgoccioli e molti e fidati amici, avevano voglia di portare dal mare uno splendido, piccolo souvenir!
Ma la gattina...no, il vecchio Otello non voleva darla a nessuno.
E, alla fine della stagione, la micina andò a casa con lui, tornando spesso alla Valletta con Otello.
Diventò una micia bellissima, sempre dolce...Otello la portò dal veterinario, anche per scongiurare altre nascite.
Sono tornata solo una volta alla Valletta, dopo tre anni.
La micina era lì e, come mi ha visto, è subito venuta a strusciarsi, ronfando come un motorino. Mi sono chinata e l'ho accarezzata, mentre lei mi guardava, con i suo occhi fiduciosi e dolci.
Ma dopo poco si è allontanata per salutare qualcun altro.
Otello, sulla porta del bar la guardava sorridendo "come si chiama?"ho chiesto
"Micia Marina" mi ha risposto "la mamma del mare".
Era una micina magra, con il pelo arruffatto. Si era accucciata dietro al bar e il barista, impietosito, le aveva dato qualcosa da mangiare.
La gattina aveva divorato quel cibo, e poi si era profusa in fusa e strusciatine, che avevano quasi commosso il vecchio barista, Otello.
Dopo pochi giorni, uno scatolone imbottito con un vecchio asciugamano era diventato il letto della micina, vicino a due posaceneri che erano diventati ciotole per acqua e pappa...il vecchio Otello aveva provveduto anche a una scatola di croccantini.
La gattina era ormai la mascotte del centro balneare, si strusciava contro le gambe e prendeva carezze e regalava a tutti le sue fusa...in cambio, riceveva scatolette che, Otello, versava in un altro posacenere.
In breve tempo la micina rifiorì, il pelo tigrato liscio e morbido, gli occhi ambra belli puliti e non era più magra...anzi, era grassottella e aveva un buon profumo, di mare, di salsedine.
Ma fu una gran sorpresa quando Otello, una mattina, la trovò nello scatolone in compagnia di quattro micini appena nati.
Al momento sconcertato, ma poi fu gioia.
Lo scatolone diventò off-limit, solo pochissimi erano ammessi a visitare la famiglia e il vecchio Otello vigilava, affinchè nessuno disturbasse.
I gattini crebbero in fretta e, per loro, fu trovata facilmente una famiglia.
L'estate era ormai agli sgoccioli e molti e fidati amici, avevano voglia di portare dal mare uno splendido, piccolo souvenir!
Ma la gattina...no, il vecchio Otello non voleva darla a nessuno.
E, alla fine della stagione, la micina andò a casa con lui, tornando spesso alla Valletta con Otello.
Diventò una micia bellissima, sempre dolce...Otello la portò dal veterinario, anche per scongiurare altre nascite.
Sono tornata solo una volta alla Valletta, dopo tre anni.
La micina era lì e, come mi ha visto, è subito venuta a strusciarsi, ronfando come un motorino. Mi sono chinata e l'ho accarezzata, mentre lei mi guardava, con i suo occhi fiduciosi e dolci.
Ma dopo poco si è allontanata per salutare qualcun altro.
Otello, sulla porta del bar la guardava sorridendo "come si chiama?"ho chiesto
"Micia Marina" mi ha risposto "la mamma del mare".