Visualizza Versione Completa : ...e allora chi?
Non so se questa sia la sezione adatta: se non dovesse esserlo, prego qualche moderatore di spostare il topic in quella più conveniente.
Arrivo subito al punto.
Mi sono letta avidamente in questi ultimi giorni alcuni libri di Vicky Halls, consigliati da più parti qui sul forum. Molto interessanti, non c'è che dire.
Vi ho trovato spiegazioni utilissime e soluzioni plausibili a problemi che affliggono molti genitori putativi di mici.
Però c'è una cosa che non riesco ad inquadrare. L'autrice raccomanda continuamente di adottare gatti di cui si conosca il passato, l'infanzia e via discorrendo ed in alcuni punti sconsiglia vivamente di adottare mici con problemi comportamentali (ivi compresa l'eccessiva timidezza) o meno gestibili.
Bè...ma allora non potremmo più considerare la maggior parte dei mici in gattile.
Ed ecco la mia domanda: allora chi se li piglia, i mici problematici?
Io non ho attitudine ai gesti plateali, ma ho adottato 4 mici che a detta dei volontari del gattile avevano bisogno di un'ultima chance e non mi trovo per nulla pentita. Magari non sono i caratteri dei miei sogni, ma questo non mi impedisce di essere felice di scoprire queste creature giorno per giorno.
E di splendide sorprese ne sono arrivate davvero tantissime!!
Comprendo che l'autrice analizzi quella che dovrebbe essere la situazione ideale, ma tutti noi sappiamo bene quanto questo sia difficile da attuare nella realtà.
Quanti di noi conoscono effettivamente il passato e l'infanzia del proprio micio adottato in gattile, già adulto? Difficilissimo, se non impossibile.
Diciamo che mi è spiaciuto vederlo ribadito più volte in un libro che considero eccellente sotto tutti gli altri punti di vista.
Mi sarebbe anzi piaciuto trovare una sezione approfondita riguardante proprio questi casi più "estremi".
Che ne pensate?
Mi piacerebbe confrontarmi con voi, in merito alla questione.
violapensiero
13-03-2011, 14:41
Io ho adottato quasi sempre mici bisognosi. E su 4, tre avevano problemi comportamentali. Stella era stata più volte abbandonata, Sissi idem, come pure Minou. Solo Cielo, proveniente da un allevamento, è stata la più tranquilla, ma aveva 3 anni.
Sottoscrivo la tua domanda, se si adottassero solo mici tranquilli e magari anche piccoli di età, rimarrebbero fuori un sacco di mici bisognosi. Io nella mia vita ho adottato due mici adulti su quattro, e non me ne sono mai pentita...
Un conto è suggerire di fare analisi fiv, felv, un conto è suggerire di prendere solo mici tranquilli.
Ricordo poi che anche miciotti con un passato sicuro, possono sviluppare problemi, ricordo a proposito una micia nata in casa, Penelope, che ho contribuito a far adottare, che prima di imparare adeguatamente ad usare la lettiera ha dato non pochi problemi ai suoi umani di riferimento...
fedefaith
13-03-2011, 15:06
Non ho letto i libri di Vicky Halls (mea culpa), però credo che non sia possibile determinare ogni aspetto del carattere del micio che si va ad adottare. Spesso dopo anni di convivenza, anche i nostri parenti e amici più stretti rivelano dei lati (positivi o negativi) che non immaginavamo.
Purtroppo certi comportamenti sono dovuti a traumi che se non fosse per le persone che decidono di prendersene cura non verrebbero mai risolti.
Altre volte il comportamento cambia anche in base all'interazione con gli umani (ai loro comportamenti, atteggiamenti) e quello con gli altri gatti.
Credo che bisognerebbe affrontare analisi accurate proprio su questi casi "particolari" e scoprire come risolverli, piuttosto che suggerire di prendere prima di tutto gatti dei quali si conosce il passato e dal carattere docile e tranquillo. Se dovessimo attenerci a questa regola dovremmo scegliere solo gatti di certi allevamenti ( e solo certe razze), ma anche in questo caso non potremmo mai avere la certezza al 100%
kasssandra
13-03-2011, 15:17
Io ho letto due libri della Halls e lei effettivamente consiglia sempre di evitare di prendere i casi più disperati sono perchè ci fanno pietà ma di ponderare sempre bene se effettivamente saremmo in grado di prenderci cura di quel micio... prendere il gattino più asociale e timido di tutti, secondo la halls, vorrebbe dire sacrificarsi moltissimo per prendersene cura con risultato spesso non auspicabili (gatti che per tutta la vita si trascinano mille problemi comportamentali)... è un pensiero che non condivido in pieno però effettivamente soprattutto una persona di buona volontà, ma che non ha molta esperienza con i gatti, dovrebbe evitare di imbarcarsi in situazioni difficili di questo tipo... quante se ne sentono, anche qua sul forum, di persone che riportano il micio in gattile perchè fa la pipì fuori piuttosto che è aggressivo? purtroppo tante... è bene che solo persone con una certa familiarità di questi casi si prendano cura di mici problematici..
io potrei capire se dicesse una cosa del genere per evitare che qualcuno un po' sprovveduto si faccia commuovere dalla storia di un gatto ma poi non sia in grado di gestirlo e lo riabbandoni.
in tutti gli altri casi, trovo questa affermazione sconcertante.
io ho 4 gatte, di cui tre prese da gattili e 1 trovata per strada. stanno tutte benone.
Sono d'accordo con te ed anche io ci sono rimasta malissimo per la cosa dei mici sfortunelli.
Tanto più che l'autrice afferma di aver lavorato anni per rifugi ed aver accolto mici bisognosi lei stessa.
Quanto ai problemi che anche mici dal passato sicuro possono dare confermo: ho un'amica che ha fatto figliare la gatta (nonostante tutte le mie campagne per l'adozione di un micino bisognoso), la piccola, nata e cresciuta in casa con sua madre, con tutte le cure e le attenzioni del caso, non ha mai imparato ad usare la lettiera ed ancora oggi che ha due anni una volta alla settimana circa fa cacca qua e là, nonostante siano stati esclusi tutti i parassiti e possibili problemi.
Concordo sui commenti precedenti
Noi abbiamo preso un micio che veniva maltrattato, picchiato e non nutrito e curato. Durante il primo mese pensavamo di non poter riuscire a tenerlo con noi, tanto era aggressivo e ci stavamo informando per farlo a qualche mio amico con casa in collina.
Ma abbiamo provato, gli abbiamo dato tempo e abbiamo cercato di fargli capire quanto lo amavamo, con pazienza e senza mai urlargli dietro. Beh, nel giro di qualche mese si e' trasformato nel gatto piu' dolce del mondo - anche il vet ha commentato, sbalordito, che non sembrava più nemmeno lo stesso gatto (aggiungendo che ci voleva madare a casa tutti i gatti con problemi comportamentali)
Ora e' un micione di 7 kg al quale si puo' fare di tutto - persino la detrartrasi, senza manco tenerlo fermo.
Se avessimo seguito il libro che citi non lo avremo tenuto
Come non avremmo preso l'ultima michetta che, a 7 mesi, e' stata gia' riportata indietro 3 volte e in una settimana a casa nostra da schizzata che era sta diventando sempre piu' serena - nonostante le somministrazioni di antibiotici!!
A volte i mici problematici sono anche quelli che ti danno piu' affetto una volta conquistati, forse perche' apprezano la differenza con quello che hanno gia' passato.
Poi ci sono quelli che comunque restano un po' schivi (ne ho uno così') ma son grandi soddisfazioni, secondo me.
iottisan
13-03-2011, 15:54
Io ho letto "Cat Confidential" e devo dire che non ne sono rimasta entusiasta... sì, alcuni consigli sono validi, ma mi pare che sopra tutto aleggi un'eccessiva supponenza dell'autrice, come se fosse la sola e unica detentrice del Sapere.... per questo ho accantonato il libro e non ne ho letti altri.
Preferisco le esperienze di vita vissuta, quelle che posso leggere tutti i giorni qui sul forum, e non i consigli che da' una che scrive libri per guadagnarci su.....
lunanera
13-03-2011, 15:58
Però c'è una cosa che non riesco ad inquadrare. L'autrice raccomanda continuamente di adottare gatti di cui si conosca il passato, l'infanzia e via discorrendo ed in alcuni punti sconsiglia vivamente di adottare mici con problemi comportamentali (ivi compresa l'eccessiva timidezza) o meno gestibili.
.....
è successo anche a me, non ricordo chi sia l'autrice anche perchè devo dire che non sono riuscita ad andare oltre... già nelle prime pagine c'erano tante di quelle fesserie, tipo questa, solo mici tranquilli e non timidi...e già gli altri li diamo in pasto ai coccodrilli :mad:
lunanera
13-03-2011, 16:06
...
A volte i mici problematici sono anche quelli che ti danno piu' affetto una volta conquistati, forse perche' apprezano la differenza con quello che hanno gia' passato.
Poi ci sono quelli che comunque restano un po' schivi (ne ho uno così') ma son grandi soddisfazioni, secondo me.
scusate mi ero persa questo passaggio e non posso che dire brava dobe tu si che hai davvero capito !!! :)
ci vuole forse di più ma che soddisfazioni !!!
DonPepeDeVega
13-03-2011, 16:15
Io ho letto "Cat Confidential" e devo dire che non ne sono rimasta entusiasta... sì, alcuni consigli sono validi, ma mi pare che sopra tutto aleggi un'eccessiva supponenza dell'autrice, come se fosse la sola e unica detentrice del Sapere.... per questo ho accantonato il libro e non ne ho letti altri.
.. e'la stessa impressione che ha fatto a me... ;)
alepuffola
13-03-2011, 17:03
Io ho letto due libri della Halls e lei effettivamente consiglia sempre di evitare di prendere i casi più disperati sono perchè ci fanno pietà ma di ponderare sempre bene se effettivamente saremmo in grado di prenderci cura di quel micio...
....se effettivamente siamo proprio sicuri sicuri di poter risolvere la situazione senza dover soffrire manco un pochino e mantenere intatte tutte i nostri egoism...pardon, comodità? ma per favore!
complimenti, bell'insegnamento che dà questa signora, . Visto che c'era poteva pure scrivere " attenzione anche se il micio sembra non dare problemi, assicuratevi che ci sia qualcuno a cui poterlo sbolognare se cominciasse a fare la pisciatina fuori dalla lettiera" in modo da non compromettere il tempo da dedicare alla nostra immagine sociale di persone perbene.
Non l'ho ami letto e grazie a questo post mai ne leggerò, da una che scrive cretinate del genere.
Non mi sono azzardata ad esprimere la mia sensazione riguardo la presunzione dell'autrice, perché non volevo apparire esagerata e supponente a mia volta.
Ora, dopo alcuni interventi, mi permetto di concordare: nonostante molte intuizioni siano davvero eccellenti, non sono completamente convinta riguardo alcune affermazioni come quella concernente i gatti "problematici" e per la generale atmosfera di autoreferenzialità che traspare dagli scritti.
Sono concorde con chi dice che ci vuole una certa cautela quando si affidano gatti particolarmente difficili (per problemi di salute o di carattere) a persone con poca esperienza, ma in generale penso che si debba insegnare la pazienza e la calma a chiunque voglia relazionarsi con uno o più gatti.
Magari seguendo qualche consiglio di buon senso, anche pescando in libri come questi.
Rilancio con un'ennesima perplessità.
Capisco che molti problemi comportamentali possano diventare quasi impossibili da gestire, ma pensare di risolverli quasi tutti mettendo "una lettiera per gatto più una" (e cose del genere) mi pare una generalizzazione leggermente ingenua.
Oltretutto una cosa del genere farebbe desistere moltissime persone a prendere più di un gatto, vuoi per motivi di spazio o di gestione...e via di questo passo.
Ed infatti V.H. stessa afferma più volte che la convivenza di più gatti sarebbe una cosa da evitare...ed anche in seguito a questa affermazione sono rimasta basita.
Ripeto: i problemi ci sono, possono "scoppiare", ma non penso che la soluzione sia di ritrovarci tutti con gatti unici, dei quali conosciamo la nascita, l'infanzia e l'adolescenza...
La trovo un po'...estremista e poco utile per la questione sociale del problema "gattili".
Oltretutto la sua conoscenza è data di certo da una lunga esperienza di osservazione, ma il suo metodo mi pare talvolta troppo semplicistico e poco scientifico, fermo restando che alcune delle soluzioni proposte possano funzionare o meno.
Lo stimolo che mi hanno dato le letture di questi libri è stato di affinare l'occhio ed osservare i miei compagni pelosi con uno sguardo attento, meno a misura d'uomo e più a misura di gatto.
Per il resto, mi hanno lasciato un sapore di (posso dirlo?) pretesa superiorità anglosassone che in genere mi da un po' sui nervi.
Per concludere mi sembra appropriata la frase "non dire gatto finché non l'hai nel sacco"! :p
iottisan
14-03-2011, 07:48
Capisco che molti problemi comportamentali possano diventare quasi impossibili da gestire, ma pensare di risolverli quasi tutti mettendo "una lettiera per gatto più una" (e cose del genere) mi pare una generalizzazione leggermente ingenua.
Questa cosa delle lettiere anche a me è rimasta particolarmente impressa!!! La ripeterà 1000 volte durante il libro! Come uno slogan: "problemi con il tuo gatto? Una lettiera a testa più una e risolverai ogni situazione!!!" Ma vaaaaaaaaaa
L'autrice raccomanda continuamente di adottare gatti di cui si conosca il passato, l'infanzia e via discorrendo ed in alcuni punti sconsiglia vivamente di adottare mici con problemi comportamentali (ivi compresa l'eccessiva timidezza) o meno gestibili.
Bè...ma allora non potremmo più considerare la maggior parte dei mici in gattile.
Ed ecco la mia domanda: allora chi se li piglia, i mici problematici?
Vedo due argomenti diversi e li tratto separatamente.
1) Riguardo al <<non potremmo più considerare la maggior parte dei mici in gattile>>: no, anzi!
Il comportamento dei mici in gattile è osservato giorno per giorno da persone espertissime (le gattare), che magari non hanno mai letto libri sul comportamento ma che dopo aver seguito dal vivo tremilacinquecento gatti una certa idea sul carattere dei singoli se la sono fatta.
Se entri in gattile e chiedi un gatto socievole ti sarà dato, nella stragrande maggioranza dei casi, un gatto socievole. I due gatti che abbiamo adottato qui corrispondono *perfettamente* alle descrizioni che ne erano state fatte su internet, anche se nei primissimi giorni in uno dei due casi poteva sembrare diversamente.
2) Riguardo al consiglio riportato nei libri su come scegliere il gatto: bisogna sempre considerare *a chi* sono diretti i libri.
Faccio un esempio banale: un fisico o un chimico di fama internazionale troverà molto semplicistico un qualsiasi libro di fisica o di chimica in commercio nelle comuni librerie. Magari quel libro non è fatto male, ma molto semplicemente non è diretto a lui.
Nel nostro caso l'autrice scrive *non* per la ristretta schiera degli ultra-appassionati di gatti, ma per un pubblico ultra-generalista di gente che non ha mai avuto un gatto o se ce l'ha lo tiene magari in maniera che noi giudicheremmo poco ortodossa.
Forse è meglio che un certo pubblico non si ritrovi in casa un gatto che se ne sta nascosto per un mese intero sotto il divano, perchè è probabile che *quel* pubblico si sbarazzerebbe del gatto molto prima che sia trascorso il mese ...
Poi sì, magari la Halls poteva anche scrivere che comunque aiutare un "gatto difficile" può dare tante soddisfazioni, e che ogni suo miglioramento è un premio, eccetera eccetera. Ma l'ottica di insieme imho è quella che ho scritto sopra: non è certo ai super-appassionati che si rivolge.
Nota: sulla questione di evitare i "gatti difficili" ci sono in commercio, nelle comuni librerie, libri molto più estremi di quello della Halls.
NicodelQuartino
14-03-2011, 08:53
Anche io ho letto Cat confidential di Vicky Halls, mi ha creato qualche senso di colpa e più di una paranoia, finchè ho deciso di prenderlo per quello che è : l’esperienza di una esperta che ne sa molto più di me (come voi tutte e tutti qui, tra l’altro) e da cui posso prendere alcuni suggerimenti: la lettiera in più, l’attenzione per le “zampine pigre”, il nascondere il del cibo in polvere (avrà voluto dire crocchette? Ma chi l’ha tradotto? ) in qualche angolo nascosto per stimolare l’intraprendenza felina.;)
Ma soprattutto parafrasando Aram “Lo stimolo che mi hanno dato le letture di questi libri è stato di affinare l'occhio ed osservare i miei compagni pelosi con uno sguardo attento, meno a misura d'uomo e più a misura di gatto.”
Ed è per questo che è una lettura che consiglio: da leggere, ma con le pinze…. come qualsiasi cosa tra l’altro.
P.S. Una cosa mi ha fatto raccapricciare però…..in alcune storie di convivenze difficili, si parla addirittura di “considerare l’eutanasia dell’animale” .:shy:
Questa cosa delle lettiere anche a me è rimasta particolarmente impressa!!! La ripeterà 1000 volte durante il libro! Come uno slogan: "problemi con il tuo gatto? Una lettiera a testa più una e risolverai ogni situazione!!!" Ma vaaaaaaaaaa
Magari sbaglio io, ma mi risulta che sia ormai ampiamente dimostrata una *forte* correlazione statistica tra i problemi con i gatti in casa e la scarsità di cassette.
Il suo consiglio di "una lettiera a testa più una" è chiaramente inattuabile nelle nostre case di città, ma personalmente non ho dubbi che ai nostri gatti farebbe piacere.
Una cosa che mi turba sempre molto è leggere, sul numero di lettiere come su mille altre cose, che <<tanto per i miei gatti è lo stesso, non manifestano alcun disagio>>.
Per i gatti avere una lettiera in più o in meno *non* è affatto lo stesso (identico discorso ovviamente vale per qualsiasi altra cosa, dallo spazio ai giochi alle coccole degli umani: anche se il gatto bontà sua non manifesta apertamente disagio, preferisce averne di più che averne di meno, di tutte queste cose).
Poi certo, la proposta della Halls è inattuabile, ma non dobbiamo raccontare a noi stessi e al mondo versioni di comodo. Tenendo un numero di lettiere inferiore o molto inferiore al numero dei gatti stiamo cercando un - per carità sacrosanto!!!! - accomodamento tra le - per carità giustissime!!!! - necessità di noi esseri umani (che lavoriamo, fatichiamo, paghiamo il mutuo) e quelle dei nostri amici felini.
Stiamo togliendo qualcosa ai gatti per aggiungere qualità della vita a noi stessi, che facciamo già tanto per loro e *meritiamo* tanto a nostra volta.
Non c'è nulla di male, ma dobbiamo esserne consapevoli. Non tutti lo sono.
Scusate lo sfogo, ma se c'è una cosa giusta che scrive la Halls è che molti neppure percepiscono di avere dei problemi in casa (parlo di problemi in generale, non di lettiere) e lo scoprono solo tre anni (tre anni) dopo l'insorgere di tali problemi quando il gatto, esasperato all'inverosimile, *finalmente* fa pipì in salotto.
iottisan
14-03-2011, 09:16
Certo, quella delle lettiere è una verità, e mi è successo di dover aumentare il numero delle lettiere per ristabilire l'ordine in casa, quindi SO che è una cosa corretta.
Ma lei dice di risolvere in questo modo più di metà dei suoi "casi"!!! Ora, capisco che sia una cosa sottovalutata dai più, ma credo che se questa fosse la panacea di tutti i mali comportamentali, i veterinari comportamentalisti potrebbero pure andare in pensione!!!!
Ciuto, capisco benissimo il tuo punto, ma mi sento d'affermare che fortunatamente non tutte le situazioni di compromesso debbano sfociare in problematiche come quelle descritte nei libri della Halls.
Ovviamente, in quanto comportamentalista, V.H. porta ad esempio episodi limite e la loro relativa soluzione, ma bisogna anche rimanere oggettivi e prendere questi libri (come tanti altri) per quello che sono, come hai già detto tu.
Il fatto è che sia noi che i nostri animali viviamo in condizioni lontane da ciò che sarebbe naturale.
Ed infatti i problemi comportamentali riguardano uomini ed animali.
Noi esprimiamo il nostro disagio in maniere differenti ed ai nostri beniamini non resta che farci capire come possono quando la misura è colma.
Però.
Secondo me la questione "lettiera" non è il solo punto.
Concordo che possa certamente risolvere alcune (pure numerose) problematiche, ma non credo sia la panacea per ogni cosa.
Oltretutto ribadisco che ripeterlo continuamente può tradursi in meno adozioni multiple, vista l'impossibilità di avere tante lettiere nelle nostre case.
Ed io mi dico: certo...il gatto che scoppia dopo tre anni e comincia a fare pipì in giro, manifesta un disagio...ma allora che si fa?
Si lasciano in gattile perché non possiamo permetterci lettiere in ogni dove?
Si lasciano "liberi" di morire in natura (che non esiste più, grazie a noi), perché troppi gatti tutti insieme la vivono male?
Credo che qui si debba scegliere il male minore e (come nel caso della sterilizzazione) tocca a noi scegliere per loro, visto che abbiamo creato noi in questa situazione di allarme sociale.
Il compromesso non sarà ideale, ma ritengo che molti di noi possano testimoniare anche situazioni di buona convivenza, senza incidenti apocalittici come quelli descritti dalla Halls.
Poi magari fra qualche mese mi ritroverò qui sul forum a disperarmi perché qualcuno dei miei mici fa bisogni per casa.
A quel punto proverò vari rimedi, ivi compresi quelli proposti dalla Halls...ed accetterò di buon grado i vari "te l'avevo detto".
Resto però convinta che questi libri non siano così "eccellenti" come mi sono stati presentati.
Li trovo, anzi, abbastanza superficiali da un punto di vista etologico.
Che molti non si rendano conto di avere problemi fino a che non succede il PATATRAC, credo sia naturale: accade anche con i figli o con qualsiasi altro tipo di convivenza...dico solo che non sempre la soluzione risiede in "una lettiera a testa + una".
:)
Aram, sono d'accordo su molte cose se non su tutte.
Dico solo che dobbiamo essere consapevoli che per loro avere di meno (meno lettiere, meno spazio, meno giochi, meno coccole) non è la stessa cosa che avere di più.
Nella vita reale è necessario trovare un compromesso tra le loro esigenze e le nostre; l'importante è essere consapevoli del fatto che si tratta per l'appunto di un (sacrosanto) compromesso.
Nella vita reale è necessario trovare un compromesso tra le loro esigenze e le nostre; l'importante è essere consapevoli del fatto che si tratta per l'appunto di un (sacrosanto) compromesso.
Siam d'accordo.
:)
Mi fa molto piacere che ne sia scaturita una discussione interessante.
Avevo davvero bisogno di confrontarmi con voi dopo la lettura di questi libri.
Devo dire che già il titolo (La Bibbia del Gatto) mi aveva messa di pessimo umore...
:p
Io lascio qui la mia testimonianza perchè la discussione mi ha colpito molto (e io stessa mi sono riconosciuta un pò qua e là) :)
Il libro in questione l'ho letto e assieme a questo ne ho divorati moltissimi altri.
Ne ho tratto molti consigli utili ma su determinati argomenti mi sono presa la libertà di dissentire. Oddio, io dovrei dissentire anche nei confronti di quello che anche lo stesso veterinario mi ha detto :D nonchè amici, conoscenti, commesse dei negozi.
Ora però mi sento di parlare perchè, mentre anche solo poche settimane fa, pensavo avessero ragione loro, oggi sono molto più sicura di me stessa.
La mia storia è la seguente. Ho sempre amato gli animali e mi sono sempre ripromessa un giorno di adottare un gatto, però per tutta una serie di motivi non è stato possibile. Poi finalmente lo scorso anno mi sono decisa e sono andata a visitare un gattile (grande) della mia città. La procedura richiedeva la compilazione di un modulo (credo anche adesso sia così) con dati, riferimenti, risposta a determinate domande, etc, sulla base della quale loro avrebbero, nel giro di qualche giorno e previa conferma dell' idoneità per l'adozione, richiamato. Lì mi innamorai di un gatto bellissimo, da me ribattezzato Omero. Era un micio non vedente, tenuto in uno spazio apposito, lontano da altri gatti, nello spazio riservato a gatti sordi e ciechi. La perdita della vista era dovuta alle percosse ricevute prima di essere accolto nella struttura. Feci presente che avrei voluto adottarlo. Tornai a casa e per una settimana non ebbi nessuna chiamata x l'adozione. Mi decisi a chiamare io e la stessa volontaria con cui avevo parlato mi disse che ero risultata inidonea. Chiesi il motivo e mi risposero solo che (testuali parole) non ero "idonea a stare a contatto con gli animali". Feci presente la storia di Omero e di nuovo queste parole "lei non ha capito: l'abbiamo giudicata inidonea a tenere anche il più gestibile, figuriamoci un gatto con delle problematiche".
Ho impiegato un anno per smaltire una simile batosta. Qualsiasi parola non renderebbe mai ciò che ho provato in quel momento.
Per un anno mi sono "convinta" di essere "inidonea" anche a coccolare i gatti delle mie amiche. In definitiva, questo giudizio mi era stato dato da una persona che ci lavorava a stretto contatto da anni ed io ho sempre avuto una scarsa stima di me stessa.
Poi (ma questa parte della storia l'ho già raccontata nel forum) in modo del tutto casuale mi sono imbattuta in Luna, la mia bellissima micina con una valanga di problemi comportamentali, datami in adozione da un mio amico che lavora, in qualità di volontario, in un'altra struttura della mia zona.
Lui ha avuto fiducia in me, io gli avevo raccontato tutta questa storia della inidoneità, ma lui mi ha spinto a farmi avanti.
Così ho portato Luna a casa. Per intere settimane il veterinario (e altre persone) non hanno fatto altro che ripetermi "questa gatta andrebbe affidata a chi ha una lunghissima esperienza con i gatti. Dubito che lei riesca". Io, in tutta la mia vita, ho avuto solo 2 pesci rossi e zero contatti con gli animali (eccezion fatta x qualche visita a casa di amici che li hanno). Io ero quella che, pur amando molto gli animali, avevo difficoltà pure ad avvicinarmici o che gli animali stessi, avvertendo ansia e paura, iniziavano ad agitarsi.
Vabbeh, ho sempre avuto questo carattere assurdo.
Sono partita da zero con Luna, mi sono informata, ho letto valanghe di consigli, ho rotto le scatole a tutti i negozi di animali per farmi dire cosa significava quando un gatto faceva così, oppure così, oppure così.
Mi sono armata di pazienza, rispetto, calma, forza di volontà e oggi, a distanza di un mese e poco più, Luna è una gatta dolcissima, attaccatissima a me, forse un filino gelosa quando qualcuno mi sta accanto, ma in grado di darmi amore, affetto incondizionato.
E' veramente speciale.
E' cambiata molto rispetto ai primi giorni ma sono cambiata molto anche io.
Sono molto più sicura di me stessa, molto meno ansiosa, molto più matura e consapevole. Ed è passato solo un mese.
Ai più Luna oggi è irriconoscibile, lontanissima dalla gatta che soffiava, ringhiava e graffiava a destra e manca. Usa la lettiera, non si nasconde più, mi segue ovunque.
In una parola: è una gatta speciale.
Forse sono in OT (in questo caso mi scuso) ma ho voluto solo testimoniare anch'io che una gatta "con problemi" può cambiare moltissimo, può dare amore incondizionato e può -come nel mio caso- davvero cambiarti la vita.
:)
Quando poche ore fa scrivevo che il pubblico generalista è ben diverso da quello che frequenta i forum specializzati...
Racconto un aneddoto di dieci minuti fa, una scoperta di quando ho aperto la posta.
Venerdì in un sito di inserzioni leggo "regalo micini a partire dai 40 giorni di età".
Ho un sobbalzo.
Scrivo all'inserzionista di aspettare *almeno* sino alle 9 settimane, ma meglio sino ai tre mesi, perchè dando via i gattini a 40 gg. farà un danno sia a loro che agli umani che li adotteranno e bla bla bla (solite cose che sappiamo).
Mi ha risposto una persona gentilissima che mi ringrazia per la sensibilità e dice che terrà conto di quanto ho scritto e che non li darà via a 40 gg. come pensava di fare.
Evidentemente trattasi di una persona che vuole sì bene ai gatti, ma probabilmente non sa nulla di sterilizzazione e tutto il resto.
Ecco, io credo che quel genere di amanti dei gatti sia più diffuso del genere che frequenta i forum specializzati.
Però c'è una cosa che non riesco ad inquadrare. L'autrice raccomanda continuamente di adottare gatti di cui si conosca il passato, l'infanzia e via discorrendo ed in alcuni punti sconsiglia vivamente di adottare mici con problemi comportamentali (ivi compresa l'eccessiva timidezza) o meno gestibili.
qualche anno fa ne ho letti diversi, libri come questo,
scritti da veterinari comportamentali...
forse ho letto anche i suoi.., non ricordo più i nomi degli autori..
e forse allora non ho fatto caso alle menzioni sui randagi e sfortunelli..mah..
quoto tutti,
non si può ribadire un concetto così poco realista e così poco civile..
io ho adottato tutti mici adulti,
raccolti dalla strada, e non so assolutamente nulla del loro passato..
Grazie per la testimonianza, Luna. :kisses:
@Ciuto
Per questo motivo per qualche mese ho risposto a tutte le domande della sezione gatti su yahoo answers, sino a diventare tra le 10 migliori risponditrici d'Italia. Ma ho dovuto rinunciare perchè mi faceva malissimo leggere tante cose, tante storie orribili, anche se ora mi sento in colpa perchè senza nessuno che dia consigli sensati le cose continueranno ad andare di m*rda.
[QUOTE=Luna;1551053]Chiesi il motivo e mi risposero solo che (testuali parole) non ero "idonea a stare a contatto con gli animali". Feci presente la storia di Omero e di nuovo queste parole "lei non ha capito: l'abbiamo giudicata inidonea a tenere anche il più gestibile, figuriamoci un gatto con delle problematiche".
complimenti alle signore che si sono dimostrate anche psicologhe leggendo solo un paio risposte...
ma la signora che ha scritto il libro non è una comportamentalista?
evidentemente conosce appieno il disagio che può avere un gatto senza un'adeguata lettiera...è una mia ipotesi...ehhh
io penso che se non puoi accudire appieno un gatto (quindi con tutte le lettiere a seguito se del caso...) non te ne prendi 4 - 5 ..ma forse 1 o 2 possono bastare...mi è piaciuto l'intervento di un persona del forum che diceva che, comunque si guardi la cosa, è sempre e sarà sempre un compromesso..e allora cerchiamo di renderlo il meno difficile per il peloso.
iottisan
14-03-2011, 12:37
Grazie per la testimonianza, Luna. :kisses:
@Ciuto
Per questo motivo per qualche mese ho risposto a tutte le domande della sezione gatti su yahoo answers, sino a diventare tra le 10 migliori risponditrici d'Italia. Ma ho dovuto rinunciare perchè mi faceva malissimo leggere tante cose, tante storie orribili, anche se ora mi sento in colpa perchè senza nessuno che dia consigli sensati le cose continueranno ad andare di m*rda.
Sai che anche io, un paio di anni fa, ci ho provato? Ho tentato di spiegare per mesi ad adolescenti che avevano o volevano un animale che lo potevano prendere in canile, che lo dovevano sterilizzare, ecc.... E' una guerra contro i mulini a vento... anche io, dopo mesi, ho desistito a malincuore, ma non ce la facevo più....
...è una lettura che consiglio: da leggere, ma con le pinze…. come qualsiasi cosa tra l’altro.
Esatto!
Mantenendo sempre una visione molto relativa...
Altrimenti il 90% di noi dovrebbe sbarazzarsi dei propri gatti per questo o quel problema comportamentale!!
:shy:
Io lascio qui la mia testimonianza...
Splendida!
Proprio come tante/i qui dentro.
Il mio Bigio mi è stato dato come gatto percosso-timido-pauroso-schivo.
Ora è la luce dei miei occhi: il rapporto che abbiamo a distanza di quattro anni ce lo siamo guadagnato giorno per giorno, lavorando sulla fiducia reciproca.
Un passo io, uno lui. Un compromesso io, uno lui...questo gatto è la mia gioia!
Ecco, io credo che quel genere di amanti dei gatti sia più diffuso del genere che frequenta i forum specializzati.
Concordo.
Molti di coloro che si autodefiniscono "amanti dei gatti" si limitano ad amarne una figura idealizza, senza avere la minima conoscenza del reale problema sociale riguardante questi splendidi animali!
...senza nessuno che dia consigli sensati le cose continueranno ad andare di m*rda.
E dire che anche con i consigli non si va poi molto meglio... :(
evidentemente conosce appieno il disagio che può avere un gatto senza un'adeguata lettiera...
Ma certo.
Nessuno mette in dubbio l'esperienza di V.H.
Il punto del discorso verteva sull'eccesso di semplificazione che potrebbe portare chi non se ne intenda molto a fare l'equazione: poco spazio per le lettiere ---> meno gatti in casa. Questo il solo modo di risolvere né il problema comportamentale, né quello di allarme sociale.
penso che se non puoi accudire appieno un gatto (quindi con tutte le lettiere a seguito se del caso...) non te ne prendi 4 - 5 ..ma forse 1 o 2 possono bastare...mi è piaciuto l'intervento di un persona del forum che diceva che, comunque si guardi la cosa, è sempre e sarà sempre un compromesso..e allora cerchiamo di renderlo il meno difficile per il peloso.
Secondo me la questione non è quanti gatti ti possano bastare, ma scegliere il compromesso che ci pare meno pesante.
OK: non adotto più di due o tre gatti perché non mi posso mettere 4 lettiere in casa.
E i gatti che non adotto io, dove stanno?
In gattile, con sicuramente meno lettiere per gatto e meno comfort/coccole personali in confronto ad una casa.
Si tratta di scelte.
In effetti, per come la vedo io, preferisco rinunciare a qualche mia comodità (inclusa la possibilità che micio spisciazzi in casa) per poter dare un rapporto personale ed un focolare al maggior numero di gatti che penso di poter curare ad un buon livello.
Anche se non posso mettere 5 lettiere in giro per casa (ho 4 mici, al momento).
:)
alepuffola
14-03-2011, 15:06
Ciuto, mi piacciono le tue riflessioni e la tua lungimiranza (dirai , ma chissene.. no vabbè era solo per dirlo ;))
ma
Il suo consiglio di "una lettiera a testa più una" è chiaramente inattuabile nelle nostre case di città, ma personalmente non ho dubbi che ai nostri gatti farebbe piacere.
nel mio caso ho sperimentato esattamente il contrario.
Ovvero con l'ingresso di Croccantina ho aggiunto un'altra lettiera e Puffola ha benpensato dopo qualche giorno di ignorare definitivamente la sua lettiera e usare anche lei quella della newentry.
Con buona pace della dottoressa halls.
Sarò duro, ma mi trattengo a stento, dopo aver letto quello che è successo a Luna.
Credo che l'unica cosa da dire a un'adottante è che stabilire dei presupposti significa non dar retta alle proprie emozioni ma creare un contratto e i contratti sono per chi ha paura, non c'è spazio per l'amore.
littlemicia
14-03-2011, 15:07
Ho letto tutto con estremo interesse e come sempre. In questo forum ci sono talmente tante informazioni che di libri se ne può fare anche a meno. E' vero anche che non tutti gli amanti di micioli hano voglia o interesse a cercare, come abbiamo fatto tutti, informazioni sui nostri pelosi e quindi trovare un forum come questo. Anche io ne ho letti tanti di libri, l'esperienza in qualche modo te la devi fare. Ma credo che nei libri si generalizza troppo e forse si rivolge ad un pubblico poco avvezzo a trattare gatti perchè, alla fine, si trovano sempre le solite poche indicazioni assolutamente insoddisfacenti. Leggendo sempre le stesse cose mi chiedo come mai ancora non le abbiamo capite e perchè continuiamo a prendere cuccioli di poco più di un mese per educarli come vogliamo. Sono andata un pò lunga, ma quello che volevo dire che non esistono libri in grado di fornire informazioni come un forum. E questo tipo di letture, anche se fonte delle prime informazioni, sono sempre semplicistiche e e inutilmente categoriche.
Starmaia
14-03-2011, 15:16
Io invece idolatro V.H. perché quel che scrive l'ho trovato spesso utile, nel mio caso di gatti problematici.
Vero è che alla fine, per venirne fuori ho dovuto ricorrere a una comportamentalista che è venuta a casa perché sappiamo bene che ogni caso è un caso a parte.
Anche qui nel forum, possiamo sommergere la gente di consigli ma nel 99% dei casi stiamo sparando alla cieca... la stessa cosa che fa V.H. nei suoi libri.
Ma lei dà delle dritte che spessissimo la gente inesperta non ha la più vaga idea che si possano applicare.
"La bibbia del gatto" poi l'ho trovato assolutamente imprescindibile (il fatto che in italiano abbiano tradotto con bibbia mi ha lasciata piuttosto indifferente... il senso è quello ;)), si dice la stragrande maggioranza delle cose che diciamo qui.
Certo, lei alla fine ne guadagna con la vendita del libro mentre noi siamo qui aggratis ma tant'è ;)
Comunque, per portare anche la mia esperienza, quando presi Merlino e "gatto" non sapevo nemmeno cosa volesse dire, c'era tra i papabili un gattino nero in una gabbia (aperta) che soffiava disperato contro tutto e tutti. Il tizio del gattile mi disse "Se è il suoi primo gatto, si orienti su qualcosa di non evidentemente problematico. Quelli è meglio lasciarli a chi ha più esperienza".
Credo sia questo il senso ultimo di suggerimenti come quelli di V.H., se prendi un gatto problematico e non sai come trattarlo, 9 volte su 10 fai un danno a tutti, umani e felini. Poi non è detto che quell'unico caso (Luna) vada bene ma per l'appunto, dalla mia esperienza, è un'eccezione. Oltretutto anche Luna s'è informata, solo che invece del libro ha preso qua e là. Ma sapete meglio di me che di consigli balzani su come trattare i gatti è pieno il mondo.
Poi vabbè, ironia della sorte al posto del soffiatore m'è capitato Merlino ma nel frattempo mi ero attrezzata :253:
alepuffola
14-03-2011, 15:54
Star, non credo sia la stessa cosa, qui siamo tante voci e c'è un contraddittorio.
Non ho letto il suo libro, ma la sua fonte è lei stessa o qualcosa di verificabile? perchè a me sta cosa della lettiera proprio non risulta come comportamento standard.
infatti è quello che intendevo io...se pensi che il compromesso sia per te a livello ottimale, sei a posto con te stessa :)
Idolatrarla no.
Trovo che alcuni consigli siano molto utili, altri meno, ma tutti devono necessariamente essere filtrati da altro (un consulto vero e proprio, un'osservazione più oggettiva della propria situazione), tant'è che Star stessa ammette di essere poi dovuta ricorrere ad un comportamentalista in carne ed ossa, perché giustamente ogni caso è a sé.
Tengo a precisare che non volevo fare un "processo" a V.H. ma semplicemente esprimere alcune fra le numerose perplessità che mi sono sorte durante la lettura di questi libri. Li ho trovati interessanti, ma (forse necessariamente, come ha ben fatto notare Ciuto) un po' troppo superficiali per quanto concerne certe affermazioni, IMHO.
Per il resto, ognuno di noi si fa la propria esperienza "sul campo" tutti i giorni, sbagliando, imparando...insieme ai propri pelosi!
Ed in questo i consigli del Forum di MiciMiao sono impagabili!!
:)
Starmaia
14-03-2011, 16:19
Ma per forza, nessun libro mai e nemmeno i consigli del forum possono avere valore assoluto.
Se provi 'sta cosa delle lettiere e vedi che non funziona, passi oltre. Così come i centomila consigli che possono andare bene per centomila gatti ma per il tuo no (esempio classicissimo... è cosa nota che il gatto insistente va ignorato. Merlino no, lui va assecondato. Ma questo non te lo possono scrivere se no sarebbe una serie di libri del tipo "provate tutto e il contrario di tutto", a quel punto tanto vale non scrivere niente.
Credo che V.H. (e tutti quelli che come lei hanno scritto del comportamento anomalo dei felini domestici) possa dare consigli sulla base della sua esperienza. Ha trattato (faccio per dire) 1000 gatti e 990 hanno risposto in questa maniera... è probabile che gran parte dei gatti reagisca così. Ma ci sono sempre quei 10 fuori range.
Così sul fatto di non prendere gatti problematici o di trovare un'altra casa a un gatto troppo stressato.
Tanto che la tipa che venne da me disse in effetti come soluzione assai auspicabile, che il gatto più stressato (Merlino) si sarebbe dovuto trovare un'altra sistemazione. Ma tempo 5 minuti cambiò idea dopo averci visti assieme (disse, testuali parole, "se il gatto trovasse un'altra casa, lei dovrebbe andare con lui" :D).
Questo lo può fare una che ti vede col tuo gatto. Una che scrive un libro può presentare come papabile la soluzione di trovargli un'altra casa, assieme (o come ultima ratio) a cento altre soluzioni.
Comunque basta parlare male di V.H. o non ti aiuterò mai più coi tuoi gatti strani :p
Comunque basta parlare male di V.H. o non ti aiuterò mai più coi tuoi gatti strani :p
Gatti strani?
Qui?
Io non ne ho visti...
:cool:
OPS! Dovevo togliere gli occhiali scuri! Eccoli!
Tornando seri, credo che la casistica sia molto più ampia di quella proposta dall'autrice.
Resto dell'idea che l'esperienza personale della Halls sia utilissima, ma troppo autoreferenziale per essere considerata da un punto di vista prettamente scientifico/etologico. Mi piacerebbe uno studio più comparativo fra osservazioni diverse di osservatori differenti.
Ovvio che poi ognuno di noi debba rifarsi al proprio caso personale...
Però..."bibbia"...hihihih! :D
nel mio caso ho sperimentato esattamente il contrario.
Ovvero con l'ingresso di Croccantina ho aggiunto un'altra lettiera e Puffola ha benpensato dopo qualche giorno di ignorare definitivamente la sua lettiera e usare anche lei quella della newentry. .
Beh, per dire che è accaduto "esattamente il contrario" bisognerebbe che Croccantina e Puffola avessero espresso disagio per la presenza di una lettiera in più, il che non credo che sia accaduto. :)
Diciamo che in quel periodo hanno mostrato di poter fare a meno della seconda lettiera, ma ...
***Mode Avvocato del diavolo ON***
...per quanto tempo hanno usato la stessa lettiera, prima che tu togliessi l'altra?
Sei sicuro al mille per mille che l'altra lettiera non interessava in quel momento e non sarebbe mai più interessata in futuro?
Le mie gatte ad esempio hanno già cambiato il rapporto tra loro e con le lettiere cinquanta volte in cinque mesi: riguardo a come si ripartiscono le lettiere quello che è vero oggi non sarà vero domani (anche loro ogni tanto hanno il periodo "entrambe di qua" o "entrambe di là", poi passa, e poi torna, e poi passa...).
***Mode Avvocato del diavolo OFF***
Mi sembra assai probabile che nel tuo caso la lettiera in più desse ai mici un vantaggio minimo e marginale, se non proprio nullo, per cui giustamente hai privilegiato le necessità umane.
Ma non sarei certo al 100% che loro preferiscano avere una lettiera sola invece che due, è una preferenza assai strana sia per un gatto che per un umano ... :)
Starmaia
14-03-2011, 16:39
Ma soprattutto, secondo me, c'è ancora poco studio, in termine temporale, per poter parlare di casistica.
Il comportamento del gatto è ancora per grandissima parte misterioso e gli studiosi dicono tutto e niente perché non solo il gatto è relativamente da poco tempo che è diventato domestico e quindi ha cominciato a relazionarsi in maniera massiccia con l'uomo (fino ai tempi di mia nonna il gatto era un arredo e uno strumento antitopi, non un animale di affezione) ma è da poco che ha iniziato a manifestare comportamenti anomali rispetto a quelli che ha da gatto libero.
Il processo di addomesticamento è ancora all'inizio se con questo intendiamo lo stretto legame che può esserci con i nostri gatti.
Il cane, ad esempio, ha una storia molto più lunga da questo punto di vista.
Ma soprattutto, secondo me, c'è ancora poco studio, in termine temporale, per poter parlare di casistica.
Il comportamento del gatto è ancora per grandissima parte misterioso e gli studiosi dicono tutto e niente perché non solo il gatto è relativamente da poco tempo che è diventato domestico e quindi ha cominciato a relazionarsi in maniera massiccia con l'uomo (fino ai tempi di mia nonna il gatto era un arredo e uno strumento antitopi, non un animale di affezione) ma è da poco che ha iniziato a manifestare comportamenti anomali rispetto a quelli che ha da gatto libero.
Il processo di addomesticamento è ancora all'inizio se con questo intendiamo lo stretto legame che può esserci con i nostri gatti.
Il cane, ad esempio, ha una storia molto più lunga da questo punto di vista.
Concordo pienamente.
C'è moltissimo lavoro da fare, ancora.
Nel frattempo ci godiamo i nostri "disastrini" pelosi.
:)
alepuffola
14-03-2011, 16:41
La lettiera che ha finito per non usare più ( la sua storica che ha usato da due anni a questa parte) non l'ho mai tolta, è ancora al suo posto con la sabbia dentro fresca e asciutta. Semplicemente un bel giorno ha deciso di abbandonarla e rivolgersi a quella di croccantina, che fra l'altro e anche più piccola e in due gatti la riempiono in un amen.
Credo che sia gelosa dell'altra e voglia coprirne l'odore, altrimenti non si spiega.
Starmaia
14-03-2011, 16:46
In effetti sulle lettiere c'è un curioso caso anche a casa Starmaia: 4 gatti, il massimo che sono riuscita a mettere è stato tre lettiere (per 5 non avevo materialmente posto).
Ne hanno sempre usate due snobbando la terza.
Nella vecchia casa poi hanno usato parimenti le due lettiere, una in bagno e una in veranda.
Dopo il trasloco ho messo una lettiera in bagno e una in cucina (lontano dalle ciotole). Dopo 5 mesi, quella in bagno è usata allo sfinimento; quella in cucina quasi zero.
Quindi alla fine, la mia casistica è che 4 gatti sono in grado di usare anche una sola lettiera senza fare storie.
Per ora non mi sento pronta a dare il mio parere sulla mia situazione, ancora in divenire.
Diciamo che al momento i 4 mici di casa usano due mega lettiere (che coprono la superficie equivalente di 4 grandi lettiere) apparentemente senza problemi.
Vedremo...
:)
vBulletin® v3.8.11, Copyright ©2000-2025, vBulletin Solutions Inc.