Pupa
04-04-2011, 01:22
Oggi girando per la rete mi sono imbattuta in una vecchia "conoscenza",
e mi sono ricordata..
una donna speciale, una giornalista, teologa, scrittrice ed infine "eremita",
con grande amore per la natura e per i gatti..
Adriana Zarri.
Dal pensiero religioso ma indipendente, coraggioso, spesso in contrasto
con le "verità" e i dogmi della chiesa, ma fedelissima al pensiero di Dio.
Si è allontanata dalla "religione" senza allontanarsi dal senso religioso di Dio,
ha preso le distanze dalla Chiesa che impone dogmi e non lascia libertà di pensiero,
insomma, una vera intellettuale "scomoda" ;)
Io sono atea ma l'ho ammirata, è stata sempre sincera e onesta e mai ipocrita.
Tra le varie cose che ha scritto, un libro riporta gli anni della maturità,
quando ha deciso di isolarsi in campagna e vivere da eremita,
con i suoi amati gatti :p
Erba della mia Erba, dove narra la sua vita da eremita e dei suoi problemi
quotidiani, e del rapporto con i gatti..
Bel libro, per i cristiani che amano il pensiero libero e gli animali..
cosa scrive sui gatti:
"Dei gatti amo tutto: la bellezza, la morbidezza, le fusa che gorgogliano nella loro tiepida gola; ed amo anche gli amatori dell’amato felino che sono molti: tra uomini donne, laici ed ecclesiastici, papa compreso. Anche il papa(n.b.papa polacco..).
Non so i precedenti, ma il pontefice attuale è, lui pure, un amante dei gatti, e io gli perdono certe direttive che mi lasciano perplessa per via di questo amore comune per i mici. Naturalmente questo amore è poco per sbilanciare la perplessità che è molta, ma sempre qualcosa è e insieme al suo amore per la musica, mi rende simpatico anche lui che - per tanti altri versi - simpatico proprio non sarebbe. Evviva quindi il gatto che svolge persino una funzione ecclesiale"
"Un sera la mia micia, spinta dal freddo […] tentò d’insinuarsi garbatamente sotto le coperte; ma io […] la dissuasi […]. Dopo qualche sera, mentre stentavo a riscaldarmi, mi ricordai dell’offerta e la chiamai. Saltò di corsa, quasi non credendo ai suoi orecchi e s’infilò beata, con sinfonia di fusa. Credo che sfusacchiasse per mezz’ora almeno, a un volume mai udito, finché si addormentò, ed io con lei, arrotolate insieme, l’una sull’altra. Da quella sera fu un diritto acquisito, per entrambe […] Quando il letto si è intiepidito, tira fuori la testina e la posa sul guanciale […] e così lei rimane: il corpo sotto e la testa sul cuscino. […] Dorme beata e immobile, tutta la notte. Al mattino, quando mi sveglio, la trovo ancora lì, ancora gli occhietti chiusi. E poiché lei non deve scendere in cappella, a cantar mattutino, ce la lascio finché non risalgo e non rifaccio il letto. […] Se qualcuno mi chiede ancora come mi scaldo, rispondo: “Un po’ a gas, un po’ a legna e un po’… a gatto”.
Commovente, l'epigrafe che lei scrisse per se stessa:
"Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un’epigrafe d’erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri"
fonte:http://www.graphe.it/GM/2010/11/18/adriana-zarri-1919-2010
e mi sono ricordata..
una donna speciale, una giornalista, teologa, scrittrice ed infine "eremita",
con grande amore per la natura e per i gatti..
Adriana Zarri.
Dal pensiero religioso ma indipendente, coraggioso, spesso in contrasto
con le "verità" e i dogmi della chiesa, ma fedelissima al pensiero di Dio.
Si è allontanata dalla "religione" senza allontanarsi dal senso religioso di Dio,
ha preso le distanze dalla Chiesa che impone dogmi e non lascia libertà di pensiero,
insomma, una vera intellettuale "scomoda" ;)
Io sono atea ma l'ho ammirata, è stata sempre sincera e onesta e mai ipocrita.
Tra le varie cose che ha scritto, un libro riporta gli anni della maturità,
quando ha deciso di isolarsi in campagna e vivere da eremita,
con i suoi amati gatti :p
Erba della mia Erba, dove narra la sua vita da eremita e dei suoi problemi
quotidiani, e del rapporto con i gatti..
Bel libro, per i cristiani che amano il pensiero libero e gli animali..
cosa scrive sui gatti:
"Dei gatti amo tutto: la bellezza, la morbidezza, le fusa che gorgogliano nella loro tiepida gola; ed amo anche gli amatori dell’amato felino che sono molti: tra uomini donne, laici ed ecclesiastici, papa compreso. Anche il papa(n.b.papa polacco..).
Non so i precedenti, ma il pontefice attuale è, lui pure, un amante dei gatti, e io gli perdono certe direttive che mi lasciano perplessa per via di questo amore comune per i mici. Naturalmente questo amore è poco per sbilanciare la perplessità che è molta, ma sempre qualcosa è e insieme al suo amore per la musica, mi rende simpatico anche lui che - per tanti altri versi - simpatico proprio non sarebbe. Evviva quindi il gatto che svolge persino una funzione ecclesiale"
"Un sera la mia micia, spinta dal freddo […] tentò d’insinuarsi garbatamente sotto le coperte; ma io […] la dissuasi […]. Dopo qualche sera, mentre stentavo a riscaldarmi, mi ricordai dell’offerta e la chiamai. Saltò di corsa, quasi non credendo ai suoi orecchi e s’infilò beata, con sinfonia di fusa. Credo che sfusacchiasse per mezz’ora almeno, a un volume mai udito, finché si addormentò, ed io con lei, arrotolate insieme, l’una sull’altra. Da quella sera fu un diritto acquisito, per entrambe […] Quando il letto si è intiepidito, tira fuori la testina e la posa sul guanciale […] e così lei rimane: il corpo sotto e la testa sul cuscino. […] Dorme beata e immobile, tutta la notte. Al mattino, quando mi sveglio, la trovo ancora lì, ancora gli occhietti chiusi. E poiché lei non deve scendere in cappella, a cantar mattutino, ce la lascio finché non risalgo e non rifaccio il letto. […] Se qualcuno mi chiede ancora come mi scaldo, rispondo: “Un po’ a gas, un po’ a legna e un po’… a gatto”.
Commovente, l'epigrafe che lei scrisse per se stessa:
"Non mi vestite di nero:
è triste e funebre.
Non mi vestite di bianco:
è superbo e retorico.
Vestitemi
a fiori gialli e rossi
e con ali di uccelli.
E tu, Signore, guarda le mie mani.
Forse c’è una corona.
Forse
ci hanno messo una croce.
Hanno sbagliato.
In mano ho foglie verdi
e sulla croce,
la tua resurrezione.
E, sulla tomba,
non mi mettete marmo freddo
con sopra le solite bugie
che consolano i vivi.
Lasciate solo la terra
che scriva, a primavera,
un’epigrafe d’erba.
E dirà
che ho vissuto,
che attendo.
E scriverà il mio nome e il tuo,
uniti come due bocche di papaveri"
fonte:http://www.graphe.it/GM/2010/11/18/adriana-zarri-1919-2010