April
16-05-2011, 16:07
Spesso le prime ore del pomeriggio, le passo insieme a nonno Gigio, un anziano signore che incontro al parco.
Seduto su una panchina, l'immancabile giornale e il bastone, accanto a lui.
Sono lontani i giorni in cui mi salutava appena, facendo una battuta scherzosa sulla mia velocità in carrozzina.
Ormai, quando arrivo, ripiega il giornale, mi sorride, un bellissimo sorriso che illumina i suoi occhi azzurro cielo e, inizia a parlare. Mi racconta della moglie, che manca da diversi anni, di suo figlio che non vede mai perchè lavora in Brasile o forse in Africa, ormai chi lo sa più, dei vecchi tempi, quando era soldato.
Parliamo, io e nonno Gigio...a volte mi fermo accanto a lui e rimaniamo in silenzio, a guardare il parco, i cani, i bambini...i gochi d'acqua delle fontana in lontananza.
Un giorno, eravamo vicini, lui sulla panchina e io sulla carrozzina.
Era un giorno di sole, dopo molti di pioggia...del resto era ottobre.
Mentre ci godevamo i raggi del sole che filtravano dai rami degli alberi, ormai quasi spogli, ho sentito un flebile suono...all'inizio non ci ho fatto molto caso, avevo gli occhi chiusi e stavo bene, ma poi ho risentito quasto suono, più vicino.
Ho aperto gli occhi..un micino piccolissimo, si stava avvicinando lentamente, miagolando piano.
E' arrivato accanto a noi e si è afflosciato, proprio nel senso letterale, sui piedi di nonno Gigio.
Lui si è chinato e lo ha preso nelle sua mani, un po' tremanti e, posandosi il micino in grembo, ha iniziato ad accarezzarlo.
Inizialmente esitatnti e poi più forti, si sono sentite delle fusa.
Nonno Gigio ha sollevato il micino tenendolo contro di se. "Non ho mai avuto un gatto" mi ha detto, sorridendo "bene, sembra proprio che adesso ne abbia uno".
Gli ho dato dei rifornimenti di emergenza, un paio di scatolette, una piccola lettiera che avevo dei miei mici quando erano piccolini e un po' di sabbia, oltre all'indirizzo del veterinario migliore in zona.
Poi, è arrivato l'inverno e non ho più visto nonno Gigio, ogni tanto stavo per andare a trovarlo, ma poi una cosa o un'altra e non andavo.
A primavera l'ho rivisto. Seduto sulla solita panchina, l'immancabile giornale.
Mi sono fermata e mi ha sorriso...stavo per prorompere in domande sul micino, quando lui mi ha dato una fotografia.
Un mico grande e bello, bianco e nero con gli occhi verdissimi, uno sguardo sereno...
"E' Felix" mi ha detto nonno Gigio, felice e orgoglioso...abbiamo parlato un po' del micio, ma dopo poco ha guardato l'orologio e si è alzato "Felix mi aspetta" ha detto, poi mi ha preso la mano "non hai idea di quanta compagnia mi fa e come è bello tronare a casa e non trovarl più vuota"...aveva gli occho lucidi, nonno Gigio e l'ho abbracciato di slancio "lo so" ho sussurrato.
Lui si è asciugato gli occhi e si è incamminato verso casa, il giornale in tasca, il bastone e le spalle erette, come un giovanotto.
Vedo spesso nonno Gigio, come l'anno scorso, lui sulla panchina e io sulla carrozzina.
Parliamo un po', poi lui va a casa. A casa da Felix.
Seduto su una panchina, l'immancabile giornale e il bastone, accanto a lui.
Sono lontani i giorni in cui mi salutava appena, facendo una battuta scherzosa sulla mia velocità in carrozzina.
Ormai, quando arrivo, ripiega il giornale, mi sorride, un bellissimo sorriso che illumina i suoi occhi azzurro cielo e, inizia a parlare. Mi racconta della moglie, che manca da diversi anni, di suo figlio che non vede mai perchè lavora in Brasile o forse in Africa, ormai chi lo sa più, dei vecchi tempi, quando era soldato.
Parliamo, io e nonno Gigio...a volte mi fermo accanto a lui e rimaniamo in silenzio, a guardare il parco, i cani, i bambini...i gochi d'acqua delle fontana in lontananza.
Un giorno, eravamo vicini, lui sulla panchina e io sulla carrozzina.
Era un giorno di sole, dopo molti di pioggia...del resto era ottobre.
Mentre ci godevamo i raggi del sole che filtravano dai rami degli alberi, ormai quasi spogli, ho sentito un flebile suono...all'inizio non ci ho fatto molto caso, avevo gli occhi chiusi e stavo bene, ma poi ho risentito quasto suono, più vicino.
Ho aperto gli occhi..un micino piccolissimo, si stava avvicinando lentamente, miagolando piano.
E' arrivato accanto a noi e si è afflosciato, proprio nel senso letterale, sui piedi di nonno Gigio.
Lui si è chinato e lo ha preso nelle sua mani, un po' tremanti e, posandosi il micino in grembo, ha iniziato ad accarezzarlo.
Inizialmente esitatnti e poi più forti, si sono sentite delle fusa.
Nonno Gigio ha sollevato il micino tenendolo contro di se. "Non ho mai avuto un gatto" mi ha detto, sorridendo "bene, sembra proprio che adesso ne abbia uno".
Gli ho dato dei rifornimenti di emergenza, un paio di scatolette, una piccola lettiera che avevo dei miei mici quando erano piccolini e un po' di sabbia, oltre all'indirizzo del veterinario migliore in zona.
Poi, è arrivato l'inverno e non ho più visto nonno Gigio, ogni tanto stavo per andare a trovarlo, ma poi una cosa o un'altra e non andavo.
A primavera l'ho rivisto. Seduto sulla solita panchina, l'immancabile giornale.
Mi sono fermata e mi ha sorriso...stavo per prorompere in domande sul micino, quando lui mi ha dato una fotografia.
Un mico grande e bello, bianco e nero con gli occhi verdissimi, uno sguardo sereno...
"E' Felix" mi ha detto nonno Gigio, felice e orgoglioso...abbiamo parlato un po' del micio, ma dopo poco ha guardato l'orologio e si è alzato "Felix mi aspetta" ha detto, poi mi ha preso la mano "non hai idea di quanta compagnia mi fa e come è bello tronare a casa e non trovarl più vuota"...aveva gli occho lucidi, nonno Gigio e l'ho abbracciato di slancio "lo so" ho sussurrato.
Lui si è asciugato gli occhi e si è incamminato verso casa, il giornale in tasca, il bastone e le spalle erette, come un giovanotto.
Vedo spesso nonno Gigio, come l'anno scorso, lui sulla panchina e io sulla carrozzina.
Parliamo un po', poi lui va a casa. A casa da Felix.