LaGattara
28-08-2011, 21:03
Ragazze/i, voi ne sapete qualcosa?
Finisco sul lastrico allora, visto che con Nedina ogni mese sono dal veterinario :eek:
"Qualcuno dice che è morto di crepacuore, qualcun altro di stress, altri ancora che è stata una mera casualità. Scrivo di Axel, il Bulldog inglese morto subito dopo Mara, la sua padrona con la quale condivideva l’appartamento alla periferia di Bologna da sette anni. Vita dimessa, niente collari con gli strass, niente guinzagli firmati e, da mangiare, scatolette da prezzo, zuppa e carne di spolpo che il macellaio teneva per l’anziana signora e per quel suo simpatico quadrupede tamponato. Lusso e sfarzi non importavano ad Axel, come non importano agli animali. Siamo noi che li facciamo diventare ridicoli barboncini tosati come meretrici (con tutto il rispetto che ho per loro, e non scherzo) o patetici oggetti animati con la griffe, da mostrare all’ingegnere e al notaio che domani sera vengono a cena e portano la figlia con il suo Chihuahua da zainetto che fuoriesce da un costoso borsello di Prada.
Per chi non avesse letto la storia conviene riassumere brevemente. Mara, anziana pensionata bolognese di 74 anni, aveva conosciuto Axel sette anni prima. Amore a prima vista, erano diventati l’uno il bastone dell’altra. Sempre assieme, vivevano nel piccolo appartamento che Mara si poteva concedere a Calderara di Reno, periferia della città felsinea. Amici nessuno, conoscenti pochissimi, il mondo di Mara e Axel era un microcosmo di carezze, sguardi e intese, un linguaggio che solo gli anziani e i loro cani o gatti conoscono compiutamente.
Poche notti fa, il cuore di Mara ha ceduto e, mentre l’anziana moriva, Axel abbaiava disperatamente cercando di aiutarla. I vicini avvertono i carabinieri che, con l’aiuto di un lontano parente, apronola porta. La donna è defunta e Axel è di fianco a lei. Arrivano gli incaricati delle pompe funebri e, mentre il parente sbriga la burocrazia necessaria in questi casi, Axel si accascia accanto al cadavere di Mara e muore. Crepacuore, stress respiratorio o shock cardiaco per avere abbaiato troppo, shock da colpo di calore in una notte bollente? Chiamatelo come volete, la morte ha sempre una causa. Anche chi vede il proprio bambino finire sotto una macchina e viene colto da infarto muore perché, alla fine, il cuore si ferma. Conosco poche persone che vivono con il cuore fermo.
Se credete che sia una storia, magari commovente, ma isolata, eccezionale, ebbene vi sbagliate. Non avete idea di quanti anziani soli ho visto andarsene dopo che gli era morto il cane o il gatto, l’unico “familiare” (potrei togliere le virgolette) che gli fosse rimasto accanto.
E ora dobbiamo anche sopportare che, nella manovra economica, si aumenti l’IVA dal 20 al 21% sulle visite, terapie, esami e chirurgia di questi cani e gatti, la stessa aliquota che vige per aragoste, champagne, diamanti e riviste pornografiche? E nessuno dice niente. Ma dove sono la LAV, l’ENPA, l’OIPA, l’AIDAA e le altre 500 associazioni animaliste di questo sgangherato paese? Dove sono i colleghi veterinari che, a parte l’associazione Assovet, aspettano imbelli e accidiosi che il loro ruolo venga ancora calpestato dai ragionieri di turno? A parte Tremonti, che gli animali li ha visti sul sussidiario e non gli sono mai piaciuti, dove sono tutti i parlamentari, i ministri che sdalgono sui palcoscenici la domenica a prendere gli applausi, riempiendosi la bocca sull’abbandono, il randagismo e l’immancabile pet therapy? Massì, prendiamocela con gli anziani e i loro unici “beni”. Sono sempre i deboli a pagare il prezzo più salato, in un sistema malato."
http://notizie.tiscali.it/opinioni/Grazioli/1806/articoli/Aumentare-l-Iva-sui-cani-significa-prendersela-con-gli-unici-affetti-rimasti-agli-anziani.html
Finisco sul lastrico allora, visto che con Nedina ogni mese sono dal veterinario :eek:
"Qualcuno dice che è morto di crepacuore, qualcun altro di stress, altri ancora che è stata una mera casualità. Scrivo di Axel, il Bulldog inglese morto subito dopo Mara, la sua padrona con la quale condivideva l’appartamento alla periferia di Bologna da sette anni. Vita dimessa, niente collari con gli strass, niente guinzagli firmati e, da mangiare, scatolette da prezzo, zuppa e carne di spolpo che il macellaio teneva per l’anziana signora e per quel suo simpatico quadrupede tamponato. Lusso e sfarzi non importavano ad Axel, come non importano agli animali. Siamo noi che li facciamo diventare ridicoli barboncini tosati come meretrici (con tutto il rispetto che ho per loro, e non scherzo) o patetici oggetti animati con la griffe, da mostrare all’ingegnere e al notaio che domani sera vengono a cena e portano la figlia con il suo Chihuahua da zainetto che fuoriesce da un costoso borsello di Prada.
Per chi non avesse letto la storia conviene riassumere brevemente. Mara, anziana pensionata bolognese di 74 anni, aveva conosciuto Axel sette anni prima. Amore a prima vista, erano diventati l’uno il bastone dell’altra. Sempre assieme, vivevano nel piccolo appartamento che Mara si poteva concedere a Calderara di Reno, periferia della città felsinea. Amici nessuno, conoscenti pochissimi, il mondo di Mara e Axel era un microcosmo di carezze, sguardi e intese, un linguaggio che solo gli anziani e i loro cani o gatti conoscono compiutamente.
Poche notti fa, il cuore di Mara ha ceduto e, mentre l’anziana moriva, Axel abbaiava disperatamente cercando di aiutarla. I vicini avvertono i carabinieri che, con l’aiuto di un lontano parente, apronola porta. La donna è defunta e Axel è di fianco a lei. Arrivano gli incaricati delle pompe funebri e, mentre il parente sbriga la burocrazia necessaria in questi casi, Axel si accascia accanto al cadavere di Mara e muore. Crepacuore, stress respiratorio o shock cardiaco per avere abbaiato troppo, shock da colpo di calore in una notte bollente? Chiamatelo come volete, la morte ha sempre una causa. Anche chi vede il proprio bambino finire sotto una macchina e viene colto da infarto muore perché, alla fine, il cuore si ferma. Conosco poche persone che vivono con il cuore fermo.
Se credete che sia una storia, magari commovente, ma isolata, eccezionale, ebbene vi sbagliate. Non avete idea di quanti anziani soli ho visto andarsene dopo che gli era morto il cane o il gatto, l’unico “familiare” (potrei togliere le virgolette) che gli fosse rimasto accanto.
E ora dobbiamo anche sopportare che, nella manovra economica, si aumenti l’IVA dal 20 al 21% sulle visite, terapie, esami e chirurgia di questi cani e gatti, la stessa aliquota che vige per aragoste, champagne, diamanti e riviste pornografiche? E nessuno dice niente. Ma dove sono la LAV, l’ENPA, l’OIPA, l’AIDAA e le altre 500 associazioni animaliste di questo sgangherato paese? Dove sono i colleghi veterinari che, a parte l’associazione Assovet, aspettano imbelli e accidiosi che il loro ruolo venga ancora calpestato dai ragionieri di turno? A parte Tremonti, che gli animali li ha visti sul sussidiario e non gli sono mai piaciuti, dove sono tutti i parlamentari, i ministri che sdalgono sui palcoscenici la domenica a prendere gli applausi, riempiendosi la bocca sull’abbandono, il randagismo e l’immancabile pet therapy? Massì, prendiamocela con gli anziani e i loro unici “beni”. Sono sempre i deboli a pagare il prezzo più salato, in un sistema malato."
http://notizie.tiscali.it/opinioni/Grazioli/1806/articoli/Aumentare-l-Iva-sui-cani-significa-prendersela-con-gli-unici-affetti-rimasti-agli-anziani.html