@TheBlackCat@
06-10-2011, 20:26
Ciao a tutti!
Con qualcuno di voi ho già avuto modo di scambiare qualche messaggio in altre sezioni e conoscono già il mio amore Artù!
L'infanzia di Artù è stata un po' travagliata e, come già dicevo nella presentazione, ho conosciuto questo forum proprio durante una delle mie ricerche frenetiche su internet quando gli è stata diagnosticata la FIP intorno ai sei mesi.
Ma vorrei spiegarvi da principio come sono andate le cose.
Artù è un certosino senza pedigree, nato in casa da genitori visibili testati per FIV e FELV (all'epoca io non conoscevo assolutamente la FIP e perciò non chiesi accertamenti più approfonditi).
E' arrivato a casa alla fine di settembre dell'anno scorso quando aveva 65 giorni: è il nostro terzo gatto, dopo le due femmine Marta di 12 anni e Golia di 5. Dopo i vari accertamenti e vaccinazioni, Artù si inserisce perfettamente nell'ambiente familiare, è un cucciolo giocherellone e pazzerello e riesce subito a conquistare anche le due "ziette"!
Intorno alla Befana mentre metto via gli addobbi natalizi, Artù e Golia si rincorrono fra scatoloni e nastri facendo una gran confusione. Sono bellissimi e sveglio anche le mie figlie affinchè possano vederli.
Un attimo dopo mi giro e noto qualcosa di strano negli occhi del piccolo. Artù è accoccolato in cima alla scala di legno, l’occhietto destro è appannato, velato di color rossastro e la pupilla sottile come un ago, immobile.
Lo prendo immediatamente, cerco la pila e gliela punto sull’occhio… niente la pupilla non risponde. Lui non capisce cosa faccio e gioca con la pila ma io spaventata chiamo subito il veterinario senza considerare che è un sabato di ponte.
Lui gentilissimo lo visita dopo neanche un’ora, gli dico che penso ad un graffio dell’altra gatta mentre giocavano e, seppur dubbioso, lui annuisce anche se sostiene che sia stato un colpo di piatto (non un’unghiata perché ci sarebbe il segno).
Mi prescrive 3 colliri: Atropina per dilatare la pupilla, Voltaren per il dolore e Colbiocin per eventuali infezioni batteriche.
Nel giro di 4-5 giorni l’occhio torna normale e la successiva visita è positiva, non ci sono lesioni visibili né nella cornea né sulla palpebra esterna. Artù è guarito.
Passano 15 giorni, una domenica bellissima trascorriamo la giornata in giardino a potare rose e bouganville. Tutti i nostri pelosi stanno fuori tutto il giorno a giocare e a prendere il sole di metà gennaio. Alla sera prima di andare a letto mi accorgo che l’occhietto destro lacrima.
Non mi preoccupo e penso ad un colpo d’aria, la giornata era bella sì ma molto fredda e ventosa. Dopotutto forse era ancora debole.
La mattina dopo l’occhietto oltre a lacrimare, si presenta gonfio e la terza palpebra esposta. Di mia iniziativa metto un impacco di camomilla per disinfiammare l’occhio ma anche il giorno dopo è sempre uguale.
Richiamo il veterinario che fa un nuovo controllo. Non è convinto si tratti di una conseguenza dell’altro episodio anche se l’occhio è lo stesso. Crede sia una forma allergica e inietta del cortisone che nel giro di qualche minuto gli fa rientrare la palpebra.
Mi prescrive BetaBioptal collirio per una settimana e l’occhio ritorna normale.
Intanto arriviamo ai primi di febbraio. Artù sta bene fisicamente, mangia, dorme, fa i bisogni regolari, gioca e si lava ma ogni tanto la palpebra si chiude e lui tiene aperto solamente un occhio. Sempre più spesso ha bisogno di riposare e se ne sta rannicchiato con gli occhi chiusi sopra la cesta.
I primi di febbraio dobbiamo partire per la settimana bianca. Non me la sento di lasciarlo a casa in queste condizioni (il veterinario continua a dire che c’è qualcosa che gli scatena allergia ma non riusciamo a capire cosa e va avanti a cortisone senza risultati soddisfacenti).
Il giovedì decido così di portarlo alla clinica veterinaria dove portavo le mie gatte prima del trasloco. E’ un po’ lontana ma Artù non soffre i viaggi in macchina e se ne sta tranquillo nella gabbietta porgendomi le zampette.
Casualmente poche ore prime (intorno a mezzogiorno) l’occhio si è miracolosamente aperto e all’apparenza sembra normale.
Espongo alla dottoressa che lo visita tutta la sua storia clinica e lei richiede immediatamente un test per la FIP che risulta debolmente positivo.
Le altre analisi sono perfette ma quella leggera linea rosa sul test ELISA fa paura. Decidiamo per inviare il sangue ad un laboratorio esterno per ripetere il test e nel frattempo partiamo portandoci dietro anche Artù con l’occhietto sempre più chiuso e lacrimante. Lui è sempre attivo e d’appetito, non sembra patire o avere dolore, solo a volte si lava perché le lacrime gli bagnano il pelo all’esterno dell’occhio.
Il lunedì il responso: il laboratorio ha confermato la positività alla FIP.
La dottoressa prescrive il collirio Piroftal per alleviare il fastidio ma è come dare acqua fresca. Il giorno prima del rientro anche l’altro occhio comincia a lacrimare e il lunedì successivo è praticamente chiuso anche quello.
Mi dice di sospendere tutte le cure che è solo questione di tempo e mi prepara al peggio...:cry:
Ma Artù non si abbatte e continua la sua vita di cucciolo esuberante e vivace guardando dall’angolino rimasto aperto, gira completamente la testa per vedere ma è testardo, lotta sempre con l’altra gatta e si arrampica sugli alberi del giardino come ha sempre fatto.
Nel frattempo io mi informo, passo i miei momenti liberi su internet alla ricerca di una speranza, leggo articoli, forum (ecco come vi ho conosciuto!!!), ma ovunque la conclusione è sempre la stessa… non c’è cura. Scarico immagini e video e mi convinco che quegli occhi non sono caratteristica della malattia… paragono foto, riguardo tutte quelle scattate nei mesi scorsi quando stava bene e mi rendo conto che l’occhio destro è sempre stato più piccolo e “schiacciato” all’esterno.
Non mi arrendo perché lo vedo “vivo” mentre il primo sintomo di quella malattia è l’apatia.
Venerdì 25 febbraio decido di riportarlo alla clinica. Voglio esporgli i miei dubbi anche se dovessero prendermi per pazza.
La dottoressa che l'ha visitato la prima volta è in ferie e Artù viene visitato dal primario della clinica che riscontra la sua buona salute: non ha febbre, non ha linfonodi ingrossati e/o versamenti, cuore e polmoni sono perfetti. Poi guarda gli occhi e capisce cosa non va… Artù ha un entropio ad entrambi gli occhi.
La palpebra inferiore è completamente girata all’interno dell’occhio e crescendo gli produce una lesione alla cornea e per difesa la terza palpebra si chiude. Gli occhi sono appena velati probabilmente per la presenza della FIP che però non è causa del problema agli occhi.
Mi spiega che la positività alla FIP può essere legata agli anticorpi passati dalla madre alla nascita o durante l’allattamento e che anche i suoi fratellini potrebbero essere positivi ad un controllo. Tale positività potrebbe tornare negativa in un prossimo futuro e che bisognerà rifare il controllo, dandomi appuntamento a fine ottobre quando dovrà fare anche il richiamo del vaccino.
Mi rassicura anche sul contagio alle mie altre due gatte. Mi spiega che anche per loro è necessario un controllo fra un anno e che al momento non c’è da preoccuparsi (solo dividere le ciotole e la sabbia, cosa un po’ più difficile da fare) perché la grande è sicuramente immune e probabilmente anche l’altra è già venuta a contatto con il virus e ha sviluppato gli anticorpi. Il problema sussisterebbe se ci fossero altri cuccioli in casa.
Artù viene così operato e in contemporanea sterilizzato, perché ormai è alla soglia della pubertà. Il dottore dice che con questa riduzione della palpebra l’occhio dovrebbe tornare normale, a parte la velatura della pupilla che quella è data dalla malattia. Se il suo sistema immunitario riuscisse a combatterla potrebbe fermarsi lì e restare un pochino miope e quello sarebbe davvero il minore dei mali.
Un altro inconveniente è che essendo in crescita, l'operazione agli occhi potrebbe dover essere ripetuta in quanto non ha ancora raggiunto la sua conformazione fisica definitiva e le palpepre tendono comunque a girarsi all'interno.
Alla fine è arrivato ottobre.
Artù è cresciuto ed è diventato un gattone bellissimo. Gli occhi sono perfetti e non sembra neppure che abbia fatto un "lifting". Tra qualche settimana dovrà sottoporsi nuovamente al test per confermare o smentire la diagnosi ed io sono già qui che tremo di paura.
Tra l'altro come se non bastasse da ieri sera l'occhio destro (il primo dal quale tutto è partito) ha ricominciato a lacrimare e ora temo anche che possa essere nuovamente operato!
Scusate se mi sono dilungata troppo, ma ho aspettato tanto a scrivere su questo forum e ora ho riversato qui un fiume di parole!
Ho evidenziato alcuni passaggi sperando che qualcuno di voi sappia darmi delle informazioni a proposito, ossia se posso aggrapparmi a questa piccola speranza che mi ha dato il veterinario o la positività del test non lascia scampo?
E inoltre qualcuno di voi ha avuto a che fare con un caso di entropio? E in caso qual'è stato il decorso della malattia?
Grazie a tutti per l'interessamento!
Simona
Con qualcuno di voi ho già avuto modo di scambiare qualche messaggio in altre sezioni e conoscono già il mio amore Artù!
L'infanzia di Artù è stata un po' travagliata e, come già dicevo nella presentazione, ho conosciuto questo forum proprio durante una delle mie ricerche frenetiche su internet quando gli è stata diagnosticata la FIP intorno ai sei mesi.
Ma vorrei spiegarvi da principio come sono andate le cose.
Artù è un certosino senza pedigree, nato in casa da genitori visibili testati per FIV e FELV (all'epoca io non conoscevo assolutamente la FIP e perciò non chiesi accertamenti più approfonditi).
E' arrivato a casa alla fine di settembre dell'anno scorso quando aveva 65 giorni: è il nostro terzo gatto, dopo le due femmine Marta di 12 anni e Golia di 5. Dopo i vari accertamenti e vaccinazioni, Artù si inserisce perfettamente nell'ambiente familiare, è un cucciolo giocherellone e pazzerello e riesce subito a conquistare anche le due "ziette"!
Intorno alla Befana mentre metto via gli addobbi natalizi, Artù e Golia si rincorrono fra scatoloni e nastri facendo una gran confusione. Sono bellissimi e sveglio anche le mie figlie affinchè possano vederli.
Un attimo dopo mi giro e noto qualcosa di strano negli occhi del piccolo. Artù è accoccolato in cima alla scala di legno, l’occhietto destro è appannato, velato di color rossastro e la pupilla sottile come un ago, immobile.
Lo prendo immediatamente, cerco la pila e gliela punto sull’occhio… niente la pupilla non risponde. Lui non capisce cosa faccio e gioca con la pila ma io spaventata chiamo subito il veterinario senza considerare che è un sabato di ponte.
Lui gentilissimo lo visita dopo neanche un’ora, gli dico che penso ad un graffio dell’altra gatta mentre giocavano e, seppur dubbioso, lui annuisce anche se sostiene che sia stato un colpo di piatto (non un’unghiata perché ci sarebbe il segno).
Mi prescrive 3 colliri: Atropina per dilatare la pupilla, Voltaren per il dolore e Colbiocin per eventuali infezioni batteriche.
Nel giro di 4-5 giorni l’occhio torna normale e la successiva visita è positiva, non ci sono lesioni visibili né nella cornea né sulla palpebra esterna. Artù è guarito.
Passano 15 giorni, una domenica bellissima trascorriamo la giornata in giardino a potare rose e bouganville. Tutti i nostri pelosi stanno fuori tutto il giorno a giocare e a prendere il sole di metà gennaio. Alla sera prima di andare a letto mi accorgo che l’occhietto destro lacrima.
Non mi preoccupo e penso ad un colpo d’aria, la giornata era bella sì ma molto fredda e ventosa. Dopotutto forse era ancora debole.
La mattina dopo l’occhietto oltre a lacrimare, si presenta gonfio e la terza palpebra esposta. Di mia iniziativa metto un impacco di camomilla per disinfiammare l’occhio ma anche il giorno dopo è sempre uguale.
Richiamo il veterinario che fa un nuovo controllo. Non è convinto si tratti di una conseguenza dell’altro episodio anche se l’occhio è lo stesso. Crede sia una forma allergica e inietta del cortisone che nel giro di qualche minuto gli fa rientrare la palpebra.
Mi prescrive BetaBioptal collirio per una settimana e l’occhio ritorna normale.
Intanto arriviamo ai primi di febbraio. Artù sta bene fisicamente, mangia, dorme, fa i bisogni regolari, gioca e si lava ma ogni tanto la palpebra si chiude e lui tiene aperto solamente un occhio. Sempre più spesso ha bisogno di riposare e se ne sta rannicchiato con gli occhi chiusi sopra la cesta.
I primi di febbraio dobbiamo partire per la settimana bianca. Non me la sento di lasciarlo a casa in queste condizioni (il veterinario continua a dire che c’è qualcosa che gli scatena allergia ma non riusciamo a capire cosa e va avanti a cortisone senza risultati soddisfacenti).
Il giovedì decido così di portarlo alla clinica veterinaria dove portavo le mie gatte prima del trasloco. E’ un po’ lontana ma Artù non soffre i viaggi in macchina e se ne sta tranquillo nella gabbietta porgendomi le zampette.
Casualmente poche ore prime (intorno a mezzogiorno) l’occhio si è miracolosamente aperto e all’apparenza sembra normale.
Espongo alla dottoressa che lo visita tutta la sua storia clinica e lei richiede immediatamente un test per la FIP che risulta debolmente positivo.
Le altre analisi sono perfette ma quella leggera linea rosa sul test ELISA fa paura. Decidiamo per inviare il sangue ad un laboratorio esterno per ripetere il test e nel frattempo partiamo portandoci dietro anche Artù con l’occhietto sempre più chiuso e lacrimante. Lui è sempre attivo e d’appetito, non sembra patire o avere dolore, solo a volte si lava perché le lacrime gli bagnano il pelo all’esterno dell’occhio.
Il lunedì il responso: il laboratorio ha confermato la positività alla FIP.
La dottoressa prescrive il collirio Piroftal per alleviare il fastidio ma è come dare acqua fresca. Il giorno prima del rientro anche l’altro occhio comincia a lacrimare e il lunedì successivo è praticamente chiuso anche quello.
Mi dice di sospendere tutte le cure che è solo questione di tempo e mi prepara al peggio...:cry:
Ma Artù non si abbatte e continua la sua vita di cucciolo esuberante e vivace guardando dall’angolino rimasto aperto, gira completamente la testa per vedere ma è testardo, lotta sempre con l’altra gatta e si arrampica sugli alberi del giardino come ha sempre fatto.
Nel frattempo io mi informo, passo i miei momenti liberi su internet alla ricerca di una speranza, leggo articoli, forum (ecco come vi ho conosciuto!!!), ma ovunque la conclusione è sempre la stessa… non c’è cura. Scarico immagini e video e mi convinco che quegli occhi non sono caratteristica della malattia… paragono foto, riguardo tutte quelle scattate nei mesi scorsi quando stava bene e mi rendo conto che l’occhio destro è sempre stato più piccolo e “schiacciato” all’esterno.
Non mi arrendo perché lo vedo “vivo” mentre il primo sintomo di quella malattia è l’apatia.
Venerdì 25 febbraio decido di riportarlo alla clinica. Voglio esporgli i miei dubbi anche se dovessero prendermi per pazza.
La dottoressa che l'ha visitato la prima volta è in ferie e Artù viene visitato dal primario della clinica che riscontra la sua buona salute: non ha febbre, non ha linfonodi ingrossati e/o versamenti, cuore e polmoni sono perfetti. Poi guarda gli occhi e capisce cosa non va… Artù ha un entropio ad entrambi gli occhi.
La palpebra inferiore è completamente girata all’interno dell’occhio e crescendo gli produce una lesione alla cornea e per difesa la terza palpebra si chiude. Gli occhi sono appena velati probabilmente per la presenza della FIP che però non è causa del problema agli occhi.
Mi spiega che la positività alla FIP può essere legata agli anticorpi passati dalla madre alla nascita o durante l’allattamento e che anche i suoi fratellini potrebbero essere positivi ad un controllo. Tale positività potrebbe tornare negativa in un prossimo futuro e che bisognerà rifare il controllo, dandomi appuntamento a fine ottobre quando dovrà fare anche il richiamo del vaccino.
Mi rassicura anche sul contagio alle mie altre due gatte. Mi spiega che anche per loro è necessario un controllo fra un anno e che al momento non c’è da preoccuparsi (solo dividere le ciotole e la sabbia, cosa un po’ più difficile da fare) perché la grande è sicuramente immune e probabilmente anche l’altra è già venuta a contatto con il virus e ha sviluppato gli anticorpi. Il problema sussisterebbe se ci fossero altri cuccioli in casa.
Artù viene così operato e in contemporanea sterilizzato, perché ormai è alla soglia della pubertà. Il dottore dice che con questa riduzione della palpebra l’occhio dovrebbe tornare normale, a parte la velatura della pupilla che quella è data dalla malattia. Se il suo sistema immunitario riuscisse a combatterla potrebbe fermarsi lì e restare un pochino miope e quello sarebbe davvero il minore dei mali.
Un altro inconveniente è che essendo in crescita, l'operazione agli occhi potrebbe dover essere ripetuta in quanto non ha ancora raggiunto la sua conformazione fisica definitiva e le palpepre tendono comunque a girarsi all'interno.
Alla fine è arrivato ottobre.
Artù è cresciuto ed è diventato un gattone bellissimo. Gli occhi sono perfetti e non sembra neppure che abbia fatto un "lifting". Tra qualche settimana dovrà sottoporsi nuovamente al test per confermare o smentire la diagnosi ed io sono già qui che tremo di paura.
Tra l'altro come se non bastasse da ieri sera l'occhio destro (il primo dal quale tutto è partito) ha ricominciato a lacrimare e ora temo anche che possa essere nuovamente operato!
Scusate se mi sono dilungata troppo, ma ho aspettato tanto a scrivere su questo forum e ora ho riversato qui un fiume di parole!
Ho evidenziato alcuni passaggi sperando che qualcuno di voi sappia darmi delle informazioni a proposito, ossia se posso aggrapparmi a questa piccola speranza che mi ha dato il veterinario o la positività del test non lascia scampo?
E inoltre qualcuno di voi ha avuto a che fare con un caso di entropio? E in caso qual'è stato il decorso della malattia?
Grazie a tutti per l'interessamento!
Simona