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Aletto 21-04-2018 07:48

La città dei gatti
 
Arriva anche in Italia questo film, dal 22 maggio al cinema
spero di riuscire ad andare a vederlo


https://www.youtube.com/watch?v=m2hYHw6G96c

Malinka 21-04-2018 14:33

Re: La città dei gatti
 
E' bello anche il trailer spagnolo, completa quello italiano e inglese.
https://www.youtube.com/watch?v=cK7NiDPfyBY

Certo che Istanbul è forse ciò che più si avvicina al paradiso dei gatti, niente a che vedere con la vita grama che generalmente fanno nelle nostre città.
Il diverso modo di considerare i felini credo dipenda in parte dall'essere sempre stata Istanbul una città cosmopolita, ma soprattutto perché la Turchia è un Paese a maggiornaza musulmana e nell'Islam i gatti hanno sempre avuto un posto importante, rispetto e amore, cosa che non si può proprio dire per le altre grandi religioni monoiteiste, soprattutto per quella cattolica.

Aletto 22-04-2018 09:42

Re: La città dei gatti
 
Dal punto di vista del piccolo felino sì, Istanbul è la metropoli che accoglie e permette il prosperare dei gatti. Un esempio di quanto siano abili nell'adattarsi anche a contesti urbani, una coesistenza equilibrata tra le loro necessità e la devozione degli abitanti umani che ricordano quanto Maometto amasse i gatti e quindi questo senso di rispetto e dedizione si estende a tutto l'Islam.
Il contrario di quanto è successo qui dove invece nel medioevo ha rischiato l'estinzione perché considerato peccaminoso, lascivo, alzando la coda scopre l'ano! ed era addirittura assimilato a satana. Poi per fortuna è stato riabilitato, ma se l'è vista brutta

violapensiero 22-04-2018 17:29

Re: La città dei gatti
 
Non in tutti i contesti islamici il gatto è benvisto purtroppo....

laura 22-04-2018 19:45

Re: La città dei gatti
 
Paradiso dei gatti ma non degli agnelli .....

Malinka 22-04-2018 20:40

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da violapensiero (Messaggio 2124748)
Non in tutti i contesti islamici il gatto è benvisto purtroppo....

Certamente quelli dell'isis non li amano e ne hanno dato prova tangibile.

Quote:

Originariamente inviato da laura (Messaggio 2124750)
Paradiso dei gatti ma non degli agnelli .....

Ovini e caprini, sia cuccioli che adulti, non se la passano per niente bene nemmeno qui da noi, come la Pasqua cristiana docet....

laura 23-04-2018 06:58

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da Malinka (Messaggio 2124755)
Certamente quelli dell'isis non li amano e ne hanno dato prova tangibile.


Ovini e caprini, sia cuccioli che adulti, non se la passano per niente bene nemmeno qui da noi, come la Pasqua cristiana docet....

Appunto, il paradiso degli animali non credo esista....non sulla terra almeno.

Malinka 23-04-2018 08:11

Re: La città dei gatti
 
Secondo me il paradiso non esiste né per gli animali né per gli uomini; ovunque lo si voglia collocare, lo ritengo solo un parto della mente umana e come tale ha le stesse probabilità di esistere del mitico unicorno.
E' rarissimo incappare in qualcosa che gli si avvicini a grandi linee, pertanto al massimo possiamo trovare un "quasi paradiso", per questo o per quell'essere vivente, ma certo non per tutti in blocco.

L'inferno invece da sempre prospera sul nostro pianeta, ci basta guardarci intorno e non avremo nessuna difficoltà a vederne degli esempi.
Anche l'inferno è un parto della nostra mente, solo che l'uomo ci mette molto più impegno per renderlo reale, rispetto al quasi inesistente impegno per realizzare un paradiso.

Aletto 23-04-2018 09:17

Re: La città dei gatti
 
Malinka ha scritto infatti che: è forse ciò che più si avvicina al paradiso dei gatti.
E' un modo per definire quella che è per noi una situazione in equilibrio armonico

"La città dei gatti" sottotitolo: Antropologia animalista di Essaouira è anche il titolo del libro di Annamaria Rivera che violapensiero segnalò un po' di tempo fa e narra della coabitazione pacifica e rispettosa tra gli abitanti di una città del Marocco, Essaouira, ed i gatti. Copioincollo una recensione
......... l’autrice disegna un ritratto singolare di questa città del Sud-Ovest del Marocco, contraddistinta da una presenza di gatti così numerosa e accettata da segnare nettamente il paesaggio urbano. Il volume, corredato da un apparato fotografico inedito, ha per tema centrale il rapporto degli abitanti di Essaouira con i gatti, ma anche con i gabbiani e i cani: questi, all’opposto dei primi, di solito poco apprezzati nelle società a maggioranza musulmana. Rivera mostra come al carattere cosmopolita della città e alla sua pluralità culturale e religiosa corrispondano relazioni con i non-umani per lo più guidate da tolleranza, empatia, compassione. E ciò riguarda soprattutto gli strati subalterni della società, che si concedono così quel che l’autrice definisce “il lusso dei poveri”. Ciò nonostante, anche qui si pratica il sacrificio rituale di animali, tema cui l’antropologa dedica una parte della sua riflessione.

Al gatto, a differenza del cane, l'Islam attribuisce il ruolo di (copio dal testo della Rivera)

animale puro, incarnante uno degli spiriti benefici; è membro della famiglia degli umani.....uno dei più fedeli compagni del Profeta, Abu Hurayra che letteralmente significa "padre dei gattini": soprannome che allude al fatto che era solito accompagnarsi con dei gatti.
Quanto alla tradizione ebraica, che ha avuto un ruolo così importante nella storia di Mogador (Essaouira), qui lo statuto del gatto sembra essere meno positivo. Secondo la sintesi di una raccolta ragionata di fonti proposta dal rabbino-capo di Roma ..... il gatto è un animale selvatico, in alcuni casi pericoloso per l'uomo, che procura danni e ferite a piccoli animali, ma che viene allevato in casa dove è utile per uccidere topi e serpenti, e va rispettato per questo. Simbolicamente ha significati ambivalenti, sia positivi che negativi.


Ma penso che il film siccome segue la vita giornaliera di alcuni di loro, sia interessante per capire qualcosa in più dell'adattabilità (non adattamento, che ha un significato passivo) del piccolo felino con cui viviamo
:)

linguadigatto 23-04-2018 10:27

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da laura (Messaggio 2124750)
Paradiso dei gatti ma non degli agnelli .....

per non parlare di curdi e giornalisti!

chissà se un giorno capiremo che umani e animali meritano lo stesso rispetto, senza distinzione di etnia, specie, religione e opinioni!

comunque mi guarderò molto volentieri questo documentario

alimiao 23-04-2018 11:22

Re: La città dei gatti
 
Se fossi un gatto, più che a Istanbul, preferirei vivere in Giappone, a Tashirojima:

http://www.cinetecamilano.it/film/cat-heaven-island-

(per chi è di Milano, il film sarà proiettato dal 23 aprile al 2 maggio)

Devo dire la verità, anche come essere umano, se dovessi scegliere, preferirei vivere a Tashirojima. Anche se il Giappone è una società con tante problematiche non da poco, però diciamo che preferisco le problematiche giapponesi a quelle turche.

laura 23-04-2018 12:04

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da Malinka (Messaggio 2124760)
Secondo me il paradiso non esiste né per gli animali né per gli uomini; ovunque lo si voglia collocare, lo ritengo solo un parto della mente umana e come tale ha le stesse probabilità di esistere del mitico unicorno.
E' rarissimo incappare in qualcosa che gli si avvicini a grandi linee, pertanto al massimo possiamo trovare un "quasi paradiso", per questo o per quell'essere vivente, ma certo non per tutti in blocco.

L'inferno invece da sempre prospera sul nostro pianeta, ci basta guardarci intorno e non avremo nessuna difficoltà a vederne degli esempi.
Anche l'inferno è un parto della nostra mente, solo che l'uomo ci mette molto più impegno per renderlo reale, rispetto al quasi inesistente impegno per realizzare un paradiso.

Condivido tutto....ma essendo in un forum di gatti penso sia normale parlare esclusivamente di loro e degli altri amici pelosi ;)...

Aletto 23-04-2018 12:14

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da linguadigatto (Messaggio 2124771)
per non parlare di curdi e giornalisti!

chissà se un giorno capiremo che umani e animali meritano lo stesso rispetto, senza distinzione di etnia, specie, religione e opinioni!

comunque mi guarderò molto volentieri questo documentario

Penso di no, sarò pessimista ma al momento penso di no, non ne vedo i presupposti, forse tra un paio di millenni
Poi penso anche che guardando e valorizzando l'alterità, in quanto antispecista, il rispetto debba essere riferito ed orientato ad ogni singola specie, fermo restando il valore del rispetto in assoluto. E qui torniamo al solito discorso che i diritti degli altri animali non sono semplicemente quelli del Brambell report

violapensiero 23-04-2018 15:17

Re: La città dei gatti
 
Anche se le religioni esulano dal regolamento, basta solo pensare che tutte loro, dipendono dal retroterra culturale. E purtroppo la cultura la fa da padrone sempre, in quanto ha il ruolo di nascondere le angosce del vivere, che alcuni gruppi sociali catalizzano nella violenza contro i deboli, che diventano capri espiatori.

Nessuna civiltà è immune da questo purtroppo. E nemmeno gli animali, che catalizzano le violenze a volte, contro i loro stessi simili malati.

Paradiso e inferno non c'entrano nulla. C'entra l'essere uomini.

Malinka 24-04-2018 00:09

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da Aletto (Messaggio 2124766)
Malinka ha scritto infatti che: è forse ciò che più si avvicina al paradiso dei gatti.
E' un modo per definire quella che è per noi una situazione in equilibrio armonico

E' proprio quello che intendevo dire!

Riguardo al modo di considerare il gatto nell'Ebraismo, qualche anno fa avevo letto il sito Morasha e infatti mi era parso che il gatto fosse un animale fondamentalmente disprezzato e per certi versi temuto, ma all'atto pratico opportunisticamente apprezzato e di conseguenza tollerato unicamente perché utile per il controllo delle popolazioni di topi e ratti.

Nell'Islam i cani sono poco apprezzati da quel che ho capito perché sono ritenuti "porcaccioni" e possibili portatori di malattie e non viene loro consentito di entrare in casa o di mangiare nelle stoviglie per uso umano; in effetti mettono la bocca dove mai un gatto si sognerebbe di mettere la sua...
Al giorno d'oggi però le cose stanno un po' cambiando e nei Paesi a maggioranza musulmana, anche se probabilmente solo nelle città, sono in aumento le persone che scelgono di condividere la vita con un cane.

Quote:

Originariamente inviato da linguadigatto (Messaggio 2124771)
per non parlare di curdi e giornalisti!

chissà se un giorno capiremo che umani e animali meritano lo stesso rispetto, senza distinzione di etnia, specie, religione e opinioni!

comunque mi guarderò molto volentieri questo documentario

Non sono ottimista come te, ma neppure leggermente pessimista come Aletto, che dice "forse fra un paio di millenni".
Temo che ce ne vorranno almeno il doppio, a meno che la nostra specie umana non venga rimpiazzata da una migliore.

alepuffola 24-04-2018 01:11

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da laura (Messaggio 2124778)
Condivido tutto....ma essendo in un forum di gatti penso sia normale parlare esclusivamente di loro e degli altri amici pelosi ;)...

Oddio... del tutto normale non direi, si dovrebbe poter parlare anche di argomenti molto più "caldi" ma temo che come si dice in Sicilia, finirebbe a schifiu in pochi post :D:p
Io comunque, al di là di vedute religiose, credo alla tesi di Gustav Jung ;)

Aletto 24-04-2018 08:55

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da Malinka (Messaggio 2124812)
.........Non sono ottimista come te, ma neppure leggermente pessimista come Aletto, che dice "forse fra un paio di millenni".
Temo che ce ne vorranno almeno il doppio, a meno che la nostra specie umana non venga rimpiazzata da una migliore.

In effetti il mio è un pessimismo assai tenue, guidato dal non ci sarò
E non so neppure se considerare ottimismo l'uno e pessimismo l'altro, dato che l'evoluzione non prevede soluzioni definitive, giuste, ingiuste. E' importante secondo me distinguere tra aggressività e violenza in generale -molto diffusa in natura facendo parte dell'ecologia, delle relazioni competitive o cooperative nell'ambito della stessa specie- e guerra che prevede pianificazione, strategia intenzionale e via dicendo. La guerra è tipica della nostra specie ed è apparsa, almeno da documentazioni archeologiche, dal neolitico in poi, da quando è stato importante difendere espandere o conquistare un territorio. Anche nella guerra siamo cooperativi e solidali con quello che identifichiamo come "nostro gruppo", l'istinto alla cooperazione e l'istinto al conflitto sembrano essere strettamente correlati, possiamo essere cooperativi e solidali per le peggiori o le migliori intenzioni
Anche la guerra rientra nella trasmissione culturale, e diversa è la trasmissione culturale in altre specie
Quando parliamo di lotte tra gruppi di scimpanzé o tra gruppi di altri animali che vivono in società (dai lemuri alle formiche) rischiamo di fare una gran confusione applicando i criteri di giustizia, moralità della nostra specie ad altre specie -questo sempre nel rispetto di diversità di altre specie- quindi, secondo me, l'aggressività tra animali non è da considerare un atto riprovevole (tra l'altro raramente porta alla morte) perché si manifesta quando l'individuo o il gruppo si trova in una situazione di dover difendere qualcosa che in quel momento è molto importante. E' uno strumento essenziale la sua esistenza.
Questo, sempre secondo me, è valido anche per l'essere umano purtroppo.

Ma purtroppo poi perché? Secondo me perché abbiamo una visione dell'homo sapiens come specie superiore alle altre, non semplicemente diversa come lo sono tutte tra loro ma superiore, e in quanto tale ha doveri diversi.

Essendo una specie diversa, ha motivazioni ed obbiettivi diversi che ad oggi non è riuscita a convogliare in modo opportuno per la sua esistenza e di conseguenza, per quella di altre specie, non riesce a vivere in modo ecologicamente compatibilmente

il sapiens, come altre specie, credo sia destinato a scomparire. Rimpiazzato? forse, ma da una specie che non sappiamo se sarà poi così diversa

linguadigatto 24-04-2018 10:46

Re: La città dei gatti
 
non mi sento particolarmente ottimista, il mio è solo un chissà se..

Malinka 24-04-2018 11:14

Re: La città dei gatti
 
http://www.jungitalia.it/2017/09/28/...oghi-psichici/

alepuffola 24-04-2018 13:27

Re: La città dei gatti
 
Nello scrivere "tesi di Jung" mi riferivo a come descriveva a l'esperienza di coma profondo vissuta nel 1944. In particolare alla parte in corsivo.
Quel che viene dopo la morte è qualcosa di uno splendore talmente indicibile, che la nostra immaginazione e la nostra sensibilità non potrebbero concepire nemmeno approssimativamente... Prima o poi, i morti diventeranno un tutt'uno con noi; ma, nella realtà attuale, sappiamo poco o nulla di quel modo d'essere. Cosa sapremo di questa terra, dopo la morte? La dissoluzione della nostra forma temporanea nell'eternità non comporta una perdita di significato: piuttosto, ci sentiremo tutti membri di un unico corpo »

Malinka 24-04-2018 14:13

Re: La città dei gatti
 
Per come la vedo io, Jung ha fatto una eclatante forzatura assimilando il coma profondo alla morte.
Anche supponendo che lo stadio del suo coma fosse stato il quarto, quindi l'ultimo, quello oltre il quale c'è solo la morte, resta il fatto che Jung non ha superato quello stadio e la prova è che non è morto.
L'unica volta che ha superato il quarto stadio è stato il 6 giugno 1961 quando morto per davvero.

Aletto 24-04-2018 14:16

Re: La città dei gatti
 
Qualcosa sulla terra la sappiamo fin d'ora.
Il sole tra 3/5 miliardi di anni diventerà una gigante rossa ed ingloberà mercurio e venere. La terra, se le andrà bene, sarà come vaporizzata. Poi il sole diventerà una nana bianca emettendo assai poca luce rispetto ad ora. Ma non tutta la comunità scientifica concorda con questi calcoli, potrebbe anche essere sparata fuori dall'orbita a causa dei forti venti solari
Certo è che anche le stelle hanno una durata di vita. Betelgeuse, nella costellazione di Orione, credo che non esista già più.
Questi scenari poco tranquillizzanti ma assai probabili, li vedo su programmi alla tele e mi chiedo: a che scopo allora tutto sto casino?

linguadigatto 24-04-2018 16:59

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da Malinka (Messaggio 2124828)
L'unica volta che ha superato il quarto stadio è stato il 6 giugno 1961 quando morto per davvero.

:rolleyes::rolleyes: eh si

le questioni spirituali sul dopo morte, per quanto ne vogliamo discutere, restano un personale atto di immaginazione in entrambi i casi. che si creda in un aldilà o meno, l'unica certezza per tutti resta che ora siamo vivi, tutti insieme, su questo pianeta... concentriamoci su questo, diamo valore al nostro tempo, alle nostre energie, alle nostre opere e alle relazioni con gli altri. per morire c'è sempre tempo, alla morte ci penseremo da morti :D

Malinka 24-04-2018 17:41

Re: La città dei gatti
 
Quote:

Originariamente inviato da linguadigatto (Messaggio 2124831)
:rolleyes::rolleyes: eh si

le questioni spirituali sul dopo morte, per quanto ne vogliamo discutere, restano un personale atto di immaginazione in entrambi i casi. che si creda in un aldilà o meno, l'unica certezza per tutti resta che ora siamo vivi, tutti insieme, su questo pianeta... concentriamoci su questo, diamo valore al nostro tempo, alle nostre energie, alle nostre opere e alle relazioni con gli altri. per morire c'è sempre tempo, alla morte ci penseremo da morti :D

Sul dopo morte non avremo mai certezze, né in un senso e neppure in quello opposto, per quel che ne so io nessuno è mai tornato indietro a raccontare cosa c'è dopo, quindi concordo con te, meglio dirigere i nostri sforzi verso altri obiettivi, più alla nostra portata umana ma non per questo meno importanti, anzi!

violapensiero 24-04-2018 21:27

Re: La città dei gatti
 
Ma non capisco il problema della morte ragazzi. Ognuno continua a pensarla come vuole, apparteniamo alla specie animale più evoluta, ma sempre primati siamo, forse poco capaci di astrazione pura.
Per quanto la fisica quantistica, anche in medicina, sta davvero rivoluzionando le cose, più che la genetica.
Avere certezze sul domani è possibile solo parlando di ambiente, ma anche con carte alla mano, poco e nulla si fa. Quindi fondamentalmente il primate uomo è stupidino. Pensa alla sua misera e breve vita, e non a quella dei suoi figli e nipoti, questa non è intelligenza è imbecillità allo stato puro, anche se fatta per guadagno sempre imbecillità rimane.

Aletto 25-04-2018 11:08

Re: La città dei gatti
 
Discorsi complessi e pensieri appena abbozzati:

Io in realtà penso che la morte sia un problema, di quale natura e quindi come approcciarlo non lo so.
La storia dell'umanità dice che è è un problema (parzialmente) risolto con una sorte di vita oltre la morte.
Alcuni filosofi dicono che durante la vita bisogna imparare a morire. E per definire la morte bisogna definire la vita, cosa a guardar bene, tutt'altro che semplice

Penso anche che sia stata l'evoluzione della mente a "creare" un meccanismo adattativo al problema morte. Siamo portati a pensarci come una dualità mente-corpo, da una parte c'è la mia attività mentale e dall'altra c'è il mio corpo che mi dà una mano. Questo modo di percepirci secondo me facilita l'ingresso del pensiero che ci sia qualcosa che sopravviva alla morte del corpo. E se c'è e cos'è non lo sappiamo

Poi, per quanto riguarda il fatto che siamo più evoluti di altre specie, penso che bisogna riflettere su quanto detto da Darwin e cioè che il processo evolutivo è un processo di specializzazione e non di progresso, non c'è direzionalità in questo senso, e pensare in termini di chi è più evoluto e chi meno è un esercizio antropocentrico elementare dal quale l'adulto non riesce a distaccarsi.

Penso spesso a cose di questo tipo:
-ma l'uomo ha prodotto la nona di Beethoven (per dirne una)
e mi rispondo:
-ma anche il ragno ha prodotto la sua "nona", la ragnatela, perfetta come la nona
noi non abbiamo strumenti per fare una ragnatela, come il ragno non ha strumenti comporre la nona.
A noi non serve una ragnatela, ai ragni non serve una nona
Specie diverse, specializzazioni diverse

Siamo una delle tante specie e soggetta, come le altre, ad un processo evolutivo che esula dalle nostre aspettative

Discorsi complessi, pensieri appena abbozzati appunto

violapensiero 26-04-2018 10:28

Re: La città dei gatti
 
Complessi certo. Pensa a Piattelli Palmarini ed alle loro critiche godibilissime e molto argomentate su Darwin...

Aletto 26-04-2018 11:40

Re: La città dei gatti
 
Darwin è tuttora un cantiere aperto, ci sono molte persone che lo studiano attentamente approfondendo ed altrettante che prendono altre strade
I nuovi filoni di ricerca portano a una teoria dell’ "evoluzione estesa" come già disse tempo fa Stephen J. Gould, che è "darwiniana nel suo nucleo, ma più allargata e pluralista."

Tutti attingono da quello studioso scomodo che intuì che sarebbero volute generazioni per la comprensione della sua teoria. Al suo amico Huxley in una lettera dice: "calma, prudenza, ci vorranno generazioni, secoli, prima che la gente metabolizzi questa teoria.....che l'evoluzione non preveda alcun disegno è molto dura da accettare perché è troppo potente l'influenza del fraintendimento intenzionale"
Nel frattempo la scienza è andata avanti, tuttavia Darwin è ancora un cantiere aperto, ed è giusto che sia così

Pievani risponde così a Fodor e Piattelli Palmarini
Perché vi sia teoria rivale, i fattori interni dovrebbero render conto degli innumerevoli fenomeni che la teoria esistente sa spiegare, aggiungere fatti nuovi e ottenere tutto ciò adottando principi non riducibili a quelli darwiniani: una triplice sfida assai impegnativa. Nel libro prevale la pars destruens.
Gli « errori dei neodarwinisti» discenderebbero dall’aver inteso la selezione e l’adattamento come leggi universali, e inconfessabilmente finalistiche.
Le ricerche empiriche future stabiliranno se è alle porte un probabile darwinismo riveduto, oppure qualcosa di interamente nuovo, o viceversa un restyling superficiale. Il libro ha comunque il merito di evidenziare l’inconsistenza di quell’ «adattazionismo» caricaturale che alcuni storici e filosofi vorrebbero applicare a ogni campo dello scibile, di recente persino agli orientamenti politici. Ma l’obiettivo polemico passa dagli eccessi della psicologia evoluzionistica all’intera logica dell’evoluzione. Gli autori dedicano l’apertura a una netta presa di distanza da qualsivoglia dottrina del «Disegno Intelligente». Un gesto di chiarezza, che forse tradisce il timore che i presunti «errori di Darwin» siano strumentalizzati dai creazionisti: ma questa visione strutturalista sarebbe altrettanto integralmente naturalistica, oltre che più meccanicistica, di quella darwiniana. E’ utile quindi distinguere un’opposizione argomentata, per quanto difficilmente condivisibile sia, dalle polemiche di detrattori che usano ancora slogan ottocenteschi. La differenza sta proprio qui: in quanto scienza alle prese con i fatti, la teoria dell’evoluzione si sta evolvendo.
Telmo Pievani


Dibattiti sempre aperti!

violapensiero 26-04-2018 15:59

Re: La città dei gatti
 
Sempre, ma è buona cosa che lo siano, perchè a volte i darwinisti non accettano altre idee se non le loro, anche se a volte le teorie non sono confermate dalla realtà. Chi studia genetica sa quanto a volte, le ricombinazioni casuali mandino tante cose all'aria. e quello che definiamo ora casuale, domani, viste le influenze che il Dna ha da cibo, ambiente e comportamento, casuale non lo sarà più...tutto affascinante, anche se molto complesso.

Aletto 27-04-2018 12:12

Re: La città dei gatti
 
I genetisti infatti collaborano al progetto di evoluzione della teoria evoluzionistica.
Scusate il gioco di parole.
Lo stesso Pievani ha introdotto il concetto di pattern evolutivi suddivisi in 4 gruppi fondamentali di cui pattern variazionali includono, per forza di cose, fattori genetici ed epigenetici; tra i neutralistici c'è la deriva genetica. In pratica nulla viene trascurato.

E meno male che a noi arrivano solo le briciole!!!!!


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