allora partiamo da ciò che abbiamo in comune: una idea molto bella di mondo futuro
E poi apriamo gli occhi, guardiamo la Natura e poniamoci una semplice domanda: Lei, ai problemi complessi che il suo essere sistema autoregolante ed autopoietico le pone, quale risposta ha trovato? Differenziazione e biodiversità (fra le tante, L. Margulis parla anche per esempio di interconnessione mettendo profondamente in discussione le teorie darwiniane). Cioè, sono 5 MILIARDI DI ANNI che il nostro pianeta si autoregola rispondendo in modo complesso e differenziato ai problemi che mano a mano si presentano, e noi, da tutto questo cosa abbiamo imparato? Molto poco. Continuiamo a provare a cercare e a trovare risposte univoche, autorefenziali alla specie umana, semplificanti e categorizzanti. Siamo ancora fermi alle tassonomie...perlomeno in ambito accademico. Anche se ti assicuro che in ambienti esterni a quelli istituzionali esistono studiosi e scienziati che stanno percorrendo questa strada ma che, non rispondendo e anzi contestando un sistema che deve rispondere alle esigenze di pochi rappresentanti della ricchezza (che nel nostro mondo equivale a potere di comando e governo), vengono tenuti ai margini. Quindi, giustamente tu, aderendo a questo sistema di pensiero, elenchi uno per volta tutti i problemi che hai elencato, e io convengo con te, ci sono e poi provi a dare risposta ad essi prendendoli uno per uno, analizzandoli in modo separato, vincolando la risoluzione dell'uno prima di poter passare anche solo a pensare a cercare la soluzione dell'altro. E' su questa modalità che io non convengo: non convengo sul cercare risposte univoche e non complesse non convengo nel cercare le risposte all'interno dello sistema che ha creato i problemi ("non puoi risolvere un problema con lo stesso pensiero che hai usato per crearlo" Einstein) non convengo sul continuare a considerare i problemi separatamente non convengo sul fatto che anzichè provare a cambiare linea di azione si resta fermi all'elenco dei problemi aspettando che qualcuno dall'alto li risolva, e accettando che quel qualcuno, dall'alto, dica che non è possibile farlo. Io credo invece che si debba iniziare a percorrere nuove vie, credo sia necessario iniziare a pensarci liberi dal sistema consumistico e provare a noi stessi che è possibile, senza perdersi in discussioni sterili, polemiche e difensive riguardanti la coerenza perfetta giustificando in questo modo l'adesione e la permanenza all'interno di un sistema che sta crollando. A questo punto meglio dire: condivido la società dei consumi, condivido lo sfruttamento e quindi condivido sia il fatto di sfruttare che il fatto di essere sfruttata/o. Ma se il sistema non va, se su questo si è d'accordo allora è il tempo di fare ciò che ognuno può per cambiarlo (chi vegano e chi no, chi lottando contro la vivisezione e chi, sostenendo solo quella farmaceutica, lotta contro tutti gli altri tipi di vivisezione, chi usando il riscaldamento a legna, chi quello con pompa di calore e fotovoltaico, chi con energia geotermica, chi con eolica, chi con biomasse...e via così discorrendo. Tante risposte, interconnesse, locali nel globale. Internet è uno splendido esempio di locali interconnesi in rete a formare il globale, uno splendido esempio di "villaggio globale" (McLuan). E' ora di smettere di sentirsi isolati e infelici (sentimento utile alla società dei consumi, come ben sa ogni pubblicitario di successo: un consumatore felice e soddisfatto non consuma, la soddisfazione non è propedeutica al consumo e alla risposta a bisogni indotti dal mercato) è ora di muovere critiche e rivendicare il diritto al benessere psicologico ed emotivo, è ora di chiedere e pretendere un nuovo tipo di progresso. Tutte le evoluzioni umane, in qualunque ambito, da quello scientifico a quello umano, prima di divenire realtà sono state utopie. (cosa si credeva della genetica 100 anni fa? materia buona per libri di fantascienza, un'idea lolto bella, ma utopica
) "Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finchè arriva uno sprovveduto che non lo sa e se la inventa" (A. Einstein)