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Vecchio 25-09-2016, 08:37   #7
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alimiao
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Predefinito Re: Considerazioni generali sulla qualità del cibo industriale

Secondo me è vero che nel campo del petfood la qualità media è molto, molto bassa. Stiamo parlando di aziende che in pratica comprano gli scarti di lavorazione delle industrie alimentari (a bassissimo costo quindi), li cuociono ad altissime temperature, ammazzando tutto (sia batteri che quasi tutti i principi nutritivi della carne) e poi ci mettono integratori di sintesi che rispondono alla formula magica dell' "integrazione perfetta". Magari qualche conservante per farlo durare di più, qualche appetizzante per non farlo puzzare. Poi inscatolano tutto per bene e sta roba sta lì sugli scaffali per settimane, mesi o anni. Sulla scatola però ci mettono una bella foto di una lince siberiana che pesca il salmone dalle cascate del Niagara o di un ghepardo che agguanta la gazzella nella savana, e poi danno al tutto nomi invitanti tipo "Taste of the Wild" o "Real nature". Una roba che per farla avranno speso 1 euro te la fanno pagare 10 euro al chilo. E comunque non sai cosa c'è dentro, ti devi fidare della dichiarazione delle aziende, ti devi fidare che non usino carne di animali morti per mucca pazza o aviaria o febbre suina, per dire.

Le aziende cosidette "super-premium" tipo Orijen, Acana, Catzfinefood, Terra Faelis certo fanno prodotti con composizioni un po' migliori, almeno non mettono zucchero, sale, appetizzanti, cereali a tutti spiano, robe strane e incomprensibili.. però il concetto è sempre quello, usare lo scarto di lavorazione, "ammazzarlo" con cotture elevatissime, sostituire vitamine e minerali "ammazzati" con quelli di sintesi, impacchettare tutto con un bel packaging e venderlo a 10 volte il prezzo di produzione.

Detto ciò, non capisco tutta questa diffidenza nei confronti della dieta casalinga. Si tratta di sostituire lo scarto di lavorazione di provenienza incerta conservato in una latta o estruso o idrolizzato con carne "vera" a consumo umano fresca e sottoposta a controlli igienici-sanitari seri. E in più, se del caso, aggiungere degli integratori di sintesi, come fanno le industrie del petfood. Sinceramente non credo che una grande azienda di petfood sia più attenta alla salute del mio gatto di quanto possa esserlo io. Non credo che ci siano dietro dei team di veterinari che si scervellano per individuare le giuste composizioni e i giusti rapporti calcio/fosforo e quant'altro. Più che altro avranno dei grandi team di marketing e di branding, secondo me. Una persona come l'utente medio del forum, così attento alla salute del proprio gatto da far fare controlli periodici, esami del sangue ogni due per tre, che passa il tempo a studiare le composizioni e le percentuali dei cibi, seondo me è MOLTO più in grado di studiare una dieta casalinga equilibrata e bilanciata per il proprio gatto rispetto all'azienda media di petfood. Se proprio si avessero delle difficoltà, esistono vet nutrizionisti, esistono libri, esistono forum, esistono gruppi facebook. Certo che se si parte dal concetto che è una cosa difficilissima e che se sbagli l'integrazione al millesimo rischi di far ammalare il gatto, allora ci si rende la vita difficile da soli e alla prima difficoltà (vomito, diarrea, gatto che rifiuta) si rinuncia e si torna al più "rassicurante" industriale. Senza tener conto che gli stessi problemi (vomito, diarrea, gatto che rifiuta) li passiamo comunque anche con 9 cibi industriali, prima di arrivare al decimo che va bene.

Poi c'è il discorso costi e tempo. Se è vero che comunque un'alimentazione casalinga, se calcoliamo i prezzi al chilo, non costa molto di più di un'alimentazione industriale di qualità, è vero che ci vuole molto più tempo ed organizzazione. Bisogna comprare, preparare, porzionare, surgelare, ricordarsi di sgelare, mettere a scaldare, aggiungere l'integratore, lavare il pentolino.. e non si può lasciare cibo a disposizione come si farebbe coi crocchi. Sinceramente quando la mia gatta ha avuto problemi di vomito con la dieta casalinga, invece di stare ad indagare sul come aggiustare la dieta (e sicuramente si poteva aggiustarla, come si può aggiustare con l'industriale) sono ritornata felicemente all'umido industriale, perchè era un bel po' di impegno in meno. Apri la scatoletta, la metti in ciotola e la dai. Lei è contenta, io sono contenta. Soprattutto se si è soli e si hanno molti gatti, o se si ha una vita già piena di impegni, figli piccoli ecc, la dieta casalinga a parità di costo è parecchio più impegnativa di quella industriale. E' per questo che poi alla fine molti rinunciano, secondo me, e non si può del tutto biasimarli.

Ultima Modifica di alimiao; 25-09-2016 at 08:39.
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