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Originariamente inviato da Franziska
......Cioè, il fatto stesso che ci piacerebbe far uscire i nostri gatti in un ambiente, però sicuro, e il fatto che l'ambiente di per sé non è sicuro, non ci pone già in una visione antropocentrica? Nel senso che il gatto non cerca di proteggere gli altri gatti da tutti i pericoli, anche mamma gatta ad un certo punto, dopo aver insegnato loro quello che può, dice ai suoi micini "andate con Dio"
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Dunque, posto che nessun ambiente è privo di potenziali pericoli e neppure la casa stessa, ad es a Berenice piace mangiare sotto una mensola che io apro spesso perché mentre lei mangia preparo da mangiare anche per me e le potrebbe cadere qualcosa addosso in un momento in cui lei, mangiando, ha abbassato lo stato di allerta bla bla e bla bla, penso che non si tratti di antropocentrismo ma di empatia. La protezione dei nostri cari è tipica della nostra specie e viene esasperata dalle fobie, dalle ansie generalizzate, da tutte quelle sovrastrutture che ci portiamo dietro per carattere, insegnamenti familiari, dal fatto che i nostri figli devono essere seguiti per molti anni perché la nostra corteccia frontale finisce di svilupparsi attorno ai 20/22 anni mentre quella dei gatti finisce di svilupparsi attorno ai due anni. Il che non significa che i gatti o altri animali abbiano una corteccia meno sviluppata in senso assoluto, ma che ogni specie diventa individuo adulto ed adatto e pronto a vivere nel suo mondo in tempi diversi. La mamma gatta insegna tutto quel che c'è da insegnare ai suoi piccoli nel periodo in cui loro hanno più bisogno e sono più recettivi, questo li rende pronti a vivere da gatti cominciando a sfruttare e coniugare l'innato con l'appreso ognuno secondo il suo essere soggetto. Se ci pensi anche a noi ad un certo punto, in un certo senso è stato detto "vai con Dio", e alcuni di noi questo "vai-con-dio" se lo sono conquistato a fatica se i genitori sono stati iperprotettivi