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Vecchio 06-08-2023, 14:07   #12
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Iska
Gattone
 
Utente dal: 06 2023
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Predefinito Re: Iska, la rossa dagli occhi di luna

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Originariamente inviato da leucio Visualizza Messaggio
Quando Iska (la gatta) deciderà di entrare in casa farà una bella differenza non solo per la sua sicurezza (e la sua salute, sopratutto quando arriveranno i mesi freddi), ma anche per Iska (l'umana) che toccherà il settimo -e meritato- cielo per la felicità !
O mi sbaglio?
Eh sì, ne sarei davvero felice e vorrei proprio riuscire a non farle passare un altro inverno al freddo; mi faceva una gran pena quando vedevo il suo respiro condensarsi in una nebbiolina o quando arrivava a mangiare bagnata fradicia perché doveva attraversare un prato incolto e pioveva da giorni.

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Originariamente inviato da leucio Visualizza Messaggio
Ti farà sorridere, ma io mi sento (sociologicamente) molto vicino ai cinque sventurati "cittadini" che sono venuti ad abitare nei tuoi paraggi.
Sono napoletano, ma ho vissuto molti, troppi anni a Caserta prima di trasferirmi qui, attratto dalla bellezza sconvolgente dei panorami e dalla possibilità di prendere, con poca spesa (relativamente) una casa con un affaccio sul mare: il sogno della mia vita.

Io sono uno di quelli che la mattina scende in città a lavorare, e tornato a casa ha poche o nulle relazioni con il territorio circostante.
Anche perché sono su una stradina di montagna stretta e lunga ed irta. Più di un chilometro di ripido viottolo di campagna per raggiungere la strada che porta alle zone più popolate della periferia di Pozzuoli, e la tangenziale, che ti porta in un battibaleno a Napoli o sulla rete autostradale.
Montagna per modo di dire, qui sono poco più di 300 metri sul livello del mare.
Intorno solo bosco, vigne, agrumeti e qualche campo coltivato più in basso.
E il mare, tantissimo mare a perdifiato di fronte.
Ho però rapporti molto cordiali con gli abitanti delle varie tribù arroccate sulla collina improntati allo scambio di piccole gentilezze, di sorrisi.
E se succede un casino, e qualcuno ha bisogno di una mano, ci sono anch'io.

Tanto per cambiare, come in ufficio sono l'unico che riesce ad avere buoni rapporti con il pazzo della zona, uno che strilla e urla e delira H24 contro tutto e contro tutti, ma con me è gentile ed educato.
Forse perché l'ho sempre trattato col rispetto dovuto, secondo me, ad ogni essere umano.

Qui sono, alternativamente, L'Inquilino oppure Quello che porta a spasso il gatto (probabilmente, tra di loro, la dizione completa era: quel matto che porta a spasso il gatto, ma va bene lo stesso).
Gli altri foresti, che nemmeno salutano se ti incontrano per la strada, non sono ritenuti degni di alcuna attenzione.
Qui vivono 19 famiglie, 6 delle quali alloctone; lo si capisce dai cognomi, tipici della zona.
Le restanti 13 famiglie, tra cui la mia, non sono originarie del luogo, quindi siamo alloctoni.
Sono nata e vissuta al nord, in una città di provincia di quasi centomila abitanti e ci sono rimasta fino a quando mi sono sposata; qui siamo approdati 25 anni fa; eravamo alla ricerca di un posto tranquillo nel verde, finalmente lontani dall'asfalto e dal cemento che hanno caratterizzato gran parte delle nostre vite e l'abbiamo trovato su queste alture, dalle quali non vediamo l'immensità del tuo mare, ma uno dei grandi laghi del nord Italia, ma più dell'acqua amiamo mille volte di più le montagne da cui siamo circondati.
La zona del Gauro la conosco in foto o tramite le mie escursioni su Google Earth (viaggio sovente in questa modalità, un po' in tutto il mondo!) e devo dire che è proprio un bel posto; ho visto anche alcuni caciottielli, evidentemente sono parecchio diffusi, come dicevi tu, se li ha immortalati anche la Google Car.

Qui i rapporti interpersonali potrebbero essere molto migliori di quanto in realtà non siano.
Gli autoctoni sono molto chiusi, sia caratterialmente, quanto per la mentalità decisamente arretrata.
Quelli che nel precedente messaggio ho definito come "ultimi venuti" hanno comprato casa qui da 15-16 anni, ma per gli autoctoni anche tu abitassi qui da cent'anni sei e resterai sempre "diverso". E a questo punto dico "per fortuna che non sono come voi".
Nonostante questo io mi definisco "locale" perché ho messo qui le mie radici e sento di appartenere alla natura di questa terra; mi ci trovo bene.

Certo se qui ti aspetti piccole cortesie, aspetti un pezzo; non si va oltre il saluto cortese, il sorriso di circostanza e i discorsi triti e ritriti sul tempo meteorologico; pronti però sì, alloctoni e autoctoni, a chiedere aiuto, ma assolutamente assenti come sensibilità nei confronti di chi potrebbe aver bisogno di una mano.
Naturalmente non si può far di tutta l'erba un fascio; un nostro confinante, autoctono, era una persona ben diversa dagli altri suoi paesani, ma purtroppo è morto a inizio anno.
I peggiori, i più scostanti e pieni di sè li abbiamo incontrati, e spiace dirlo, tra gli alloctoni con istruzione superiore, nella fattispecie un medico di medicina generale, un laureato in economia e commercio, una pediatra, un bancario, un ingegnere, una PR, una coppia di professori, che sono letteralmente gli ultimi arrivati, nel senso che hanno preso casa qui da poco più di un anno e l'appellativo "mummie" è riferito espressamente a loro, perché non parlano con nessuno nel vero senso della parola, addirittura non salutano mai per primi, limitandosi a farlo se vengono salutati...però se hanno bisogno di un piacere, guarda caso, come per incanto gli si scioglie la lingua.

A differenza che qui al nord, lì al sud la gente è diversa, siete più aperti, comunicativi (a volte magari anche un po' troppo!) pronti a dare una mano, sarà perché nei secoli siete venuti a contatto con una moltitudine di altri popoli e anche l'essere in gran parte sul mare ha facilitato gli incontri con altre culture, la curiosità di conoscere l'altro e la solidarietà di fronte al pericolo.


Iska la rossa dagli occhi di luna
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