Questo weekend sono andata al mare, dove mio figlio è da una settimana con la nonna.
Venerdì ho lasciato Giampiero con tutte le sue cose, le pappe, le medicine e l'aerosol ad un'amica gattara
Tra l'altro finalmente una stanzetta tutta per lui, la possibilità di potersi muovere in tranquillità.
La mia amica è iperansiosa, si è fatta spiegare due volte tutto.
Prima di uscire sono tornata indietro e gli ho dato un saluto, lui era dentro al trasportino che faceva l'aerosol, non ho potuto fargli l'ultimo grattino
Sabato tutto bene, lui aveva mangiato, era mediamente attivo, aveva preso le sue medicine.
Domenica mattina mi squilla il telefono.
Silvana.
"Non so come dirtelo Eli.
Stamattina sono venuta da Giampiero, l'ho trovato morto"
Non ha dato segnali, non c'è stato modo di far nulla. Alla sera era vivo, al mattino era morto.
Troppo gravi le sue condizioni, non sappiamo nemmeno la causa della morte, ma.... è importante? Probabilmente ormai era in cachessia, sicuramente aveva un problema respiratorio grave, quella pancia enorme non presagiva nulla di buono, il fatto che fosse ancora intero lasciava aleggiare lo spettro di Fiv e forse anche Felv.
Probabilmente aveva problemi ai reni, presumibilmente anche al cuore.
Non sapere il nome del mostro che l'ha ucciso non cambia i fatti.
Abbiamo provato a combattere, ma era una battaglia persa in partenza.
Ma io non ero con lui
Mi manca, il mio Mocciolino, mi manca tantissimo.
Mi mancano i suoi grugniti e il suo miagolio rauco, le sue testatine.
Non è giusto, non è giusto che un micio abbia solo 10 giorni di coccole e pappa buona come risarcimento per una vita di indifferenza. Non è giusto.
Giampiero doveva perlomeno stabilizzarsi, fare i suoi esami, avere una terapia per aggiustare gli acciacchi, doveva passare con me l'estate in montagna, libero in giardino di giorno e nel suo gabbione di notte, prendersi le coccole di tutti noi ogni giorno.
E poi, a settembre, andare da Simona, in un posto che potesse finalmente chiamare CASA.
Non doveva finire così.