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Originariamente inviato da babaferu
Non è vero affatto, perché i gatti non sono mossi solo dalla motivazione riproduttiva.... Aletto ti spiegherà meglio.  ...... |
Ba, come faccio a spiegare?
@ WERTHER il testo di Marchesini qual è? Sono stata e sarò ancora sua allieva, ma in questo settore non si finisce mai di imparare. Il mio consiglio è di non focalizzarsi sul gatto ma sull'animalità
E' vero che leggere e capire sono due cose diverse e ne so qualcosa perché sto leggendo un testo che credo di capire, ma in realtà sto capendo solo l'italiano.
Ma se non si capisce l'animalità (anche la nostra) come entità desiderante, emotiva, legata al territorio, al suo benessere in quel territorio, e che trovare un libro è solo il punto di partenza perché altrimenti si cade nel determinismo, se la cosa che (non tu) ci si chiede è se c'è un modo per farla smettere perché "sta dando il peggio", e non come mai e che sta succedendo a questo essere. Se non si considerano l'aggressione ed il disagio come risorse e non come difetti, se non riusciamo a capire che sta flettendo la realtà esterna ai suoi bisogni, cosa spiego?
Capisco che molti sono modi di dire, ma le parole hanno un peso
Dopo questo sfogo diretto a ba (e me ne scuso)
- Il gatto si è evoluto come solitario, socievole se e quando vuole
- Ha le sue motivazioni di specie: cosa fa e come lo fa, tra cui qui spiccano la territorialità e la competitività
- Ha motivazioni di specie spesso trascurate (neglette) a causa dell'ambiente in cui vive che vanno a rafforzare le altre che riesce ad esprimere
- Come può abbandonarsi alle coccole se probabilmente ha attaccamento insicuro-ambiguo-ambivalente ecc
- Ha emozioni forti e cerca coerenza emozionale
Un libro può aiutare ma non darà risposte alla sua soggettività, la buona volontà di capire di VEI-6 Vesuvius è comunque lodevole