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Vecchio 14-07-2018, 10:02   #5
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Aletto
Supergatto
 
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Predefinito Re: TOTE, Intelligenza e Mente animale

Cerco di rispondere, ma non è detto che ci riesca

Per dirla con Bekoff: "Un buon etologo si chiede cosa significa essere l'animale che sta studiando e cerca di capire quali sono i sensi che gli animali utilizzano singolarmente o in combinazione tra loro. È assai improbabile che gli individui appartenenti ad altre specie animali percepiscano la realtà nel modo in cui noi la percepiamo, ed è addirittura improbabile che persino i membri della stessa specie abbiano sempre la stessa percezione della realtà"

Dunque, in questa frase apparentemente semplice, se leggiamo tra le righe, entrano in gioco un po’ di cose:
-la differenza di specie ed i suoi paletti;
-l'indispensabile riproducibilità dell’osservazione/deduzione dell’etologo, e quindi il fatto che tale osservazione/deduzione non debba essere operatore dipendente;
-e poi c’è: come e se l’animale osservato mette insieme o no gli strumenti di percezione e di conseguenza
-come il percepito viene accolto a seconda del suo stato disposizionale (questo è molto importante!) e come questa informazione viene passata alle componenti elaborative della mente animale
ecco perché i membri della stessa specie non hanno sempre la stessa percezione della realtà, ed ecco la soggettività dell'individuo oltreché della specie
Questo ovviamente per sommi capi

Bambini cresciuti con animali:
Sono storture di sviluppo ontogenetico veramente abnormi e per fortuna assai rare. Purtroppo, a causa di eventi, è più frequente che sia un altro animale ad essere cresciuto dall’uomo
L’uomo ha anche bisogno di sviluppare il linguaggio per comunicare, questo rientra nei paletti di specie e l’abbassamento della faringe è stata un evento anche rischioso per la nostra specie perché impedisce di deglutire e respirare nello stesso tempo. I neonati umani fino a circa due anni di età hanno ancora la faringe alta. Essere diventati umani è un fatto recente e, per dirla con gli evoluzionisti, possiamo considerarci più che esseri umani, dei divenienti umani

Come per gli altri animali, anche il cucciolo d’uomo ha periodi sensibili, cioè periodi in cui è facile e veloce l’apprendimento di una cosa piuttosto che un’altra. Il linguista Lenneberg, contrariamente a quanto affermato da Chomsky (studiosi che conosco troppo marginalmente), ipotizzò che esistesse un intervallo di tempo in cui il linguaggio umano viene appreso rapidamente ed automaticamente, a condizione che l'esposizione ad esso si verifichi in un definito periodo dello sviluppo "sensibile" che coincidesse con la fase evolutiva caratterizzata da una maggiore plasticità neurale.
Il non essere esposti all’opportunità di apprendere è una privazione importante, è drammatica, coinvolge una “potatura” di sinapsi che vengono considerate in esubero. Apprendimenti acquisiti dopo gli opportuni periodi sensibili saranno in totale discronia e poco o nulla recepiti, questo vale per l’uomo ma anche per il gatto, il cane ecc.

Questi problemi legati all’età evolutiva giovanile li notiamo nella nostra specie ma ci è più difficile notarli in un’altra specie, ossia, non me la sentirei di dire che avendo cresciuto un micino abbandonato alla nascita ed in assenza di altri gatti io sia stata in grado di farlo crescere come gatto a 360°. Incontrando un altro gatto “normale” all’età di due anni, quel micino come si rapporterebbe al consimile? Chi dei due sarebbe in grado di interpretare i tipici segnali di specie? Chi dei due sarebbe in grado di predare? Chi dei due saprebbe come esprimere il competitivo? Chi dei due ecc ecc……….?.
In questi casi limite i piccoli di uomo come anche i piccoli di altre specie mettono in atto misure di adattamento ma non di adattabilità, e l’adattamento a mio avviso rientra nel welfare e non nel well being


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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