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Originariamente inviato da Malinka
...Su cosa potresti basarti per definire la sottile linea di demarcazione fra una vita di sofferenza senza speranza (una vita che tu sembri voler far continuare quasi a tutti i costi) e la possibilità di prendere in considerazione l'eutanasia?
Se aspetti che un ipotetico gatto malato terminale urli e si contorca dal dolore, chiedendoti in lingua umana di fare cessare il suo tormento, aspetteresti invano.
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Trovo molto lucide le tue considerazioni, complimenti.
Penso che l'amore per un essere vivente non possa esimerci dal prendere la decisione più giusta. E possiamo riuscirci solo facendoci guidare dalla ragione, dal buon senso. Personalmente ho pensato a lei come se dovessi prendere una decisione su me stesso. E non detesto la vita, tutt'altro. Ma penso che la vita non sia sempre degna di essere vissuta se è fatta soprattutto di sofferenza. Farla vivere il più a lungo mi trova d'accordo, farla soffrire il più a lungo no. Ora sta bene, ha ripreso anche un po' di entusiasmo, la fasciatura la fa stare meglio, forse anche sentire meglio perché rende quella parte meno vulnerabile. Sto diventando pure bravo, mi sento il suo personale Dr House, come assistente alla medicazione c'è mio fratello, che la tiene per la collottola. Ormai è un rito quotidiano. La situazione al momento è gestibile. Il veterinario ci ha detto che se siamo fortunati potremmo tenerla per altri mesi, ci affideremo alla sua esperienza per capire quando sarà il giusto momento. Anche se qualcosa mi dice che lo capiremo soprattutto dal comportamento della nostra micia più che dall'evoluzione del tumore.
Ma forse sul giusto atteggiamento da assumere in questi casi siamo tutti d'accordo, metafore colorite a parte.
Un abbraccio a tutti.