Discussione: La città dei gatti
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Vecchio 25-04-2018, 12:08   #26
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Aletto
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Predefinito Re: La città dei gatti

Discorsi complessi e pensieri appena abbozzati:

Io in realtà penso che la morte sia un problema, di quale natura e quindi come approcciarlo non lo so.
La storia dell'umanità dice che è è un problema (parzialmente) risolto con una sorte di vita oltre la morte.
Alcuni filosofi dicono che durante la vita bisogna imparare a morire. E per definire la morte bisogna definire la vita, cosa a guardar bene, tutt'altro che semplice

Penso anche che sia stata l'evoluzione della mente a "creare" un meccanismo adattativo al problema morte. Siamo portati a pensarci come una dualità mente-corpo, da una parte c'è la mia attività mentale e dall'altra c'è il mio corpo che mi dà una mano. Questo modo di percepirci secondo me facilita l'ingresso del pensiero che ci sia qualcosa che sopravviva alla morte del corpo. E se c'è e cos'è non lo sappiamo

Poi, per quanto riguarda il fatto che siamo più evoluti di altre specie, penso che bisogna riflettere su quanto detto da Darwin e cioè che il processo evolutivo è un processo di specializzazione e non di progresso, non c'è direzionalità in questo senso, e pensare in termini di chi è più evoluto e chi meno è un esercizio antropocentrico elementare dal quale l'adulto non riesce a distaccarsi.

Penso spesso a cose di questo tipo:
-ma l'uomo ha prodotto la nona di Beethoven (per dirne una)
e mi rispondo:
-ma anche il ragno ha prodotto la sua "nona", la ragnatela, perfetta come la nona
noi non abbiamo strumenti per fare una ragnatela, come il ragno non ha strumenti comporre la nona.
A noi non serve una ragnatela, ai ragni non serve una nona
Specie diverse, specializzazioni diverse

Siamo una delle tante specie e soggetta, come le altre, ad un processo evolutivo che esula dalle nostre aspettative

Discorsi complessi, pensieri appena abbozzati appunto


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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