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Vecchio 27-06-2018, 08:56   #4
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Malinka
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Predefinito Re: Libro di Sonia Campa e dubbi

Anch'io non conosco il libro di Sonia Campa, quello che ho accennato in tema di sterilizzazioni è un mio pensiero.
Sono indubbiamente favorevole a sterilizzare quando il gatto, indipendentemente dal fatto che viva in casa o che sia libero di andare anche fuori, è comunque un gatto che ha un "proprietario" umano, una persona cioè che, bene o male, si preoccupa di fornire cibo.
Sono favorevole alla sterilizzazione quando si tratta di colonie feline, dove comunque ci sono degli umani che si occupano degli animali.
Sono favorevole in ogni caso nel quale gli umani interferiscono con la vita del gatto, quando cioè il gatto dipende dall'uomo per i suoi bisogni primari, come il cibo.
Quindi tra gli estremi di gatti selvatici e gattini abbandonati, c'è tutto un mondo assai variegato, che va valutato volta per volta.

Porto un esempio pratico di caso in cui non sono favorevole alla sterilizzazione.
Il margaro da cui compro il latte ha la stalla a un centinaio di metri o forse più da casa sua; tutt'intorno ci sono solo prati e bosco, non c'è neppure una strada degna di questo nome, solo una traccia che percorre col trattore.
Luogo dunque tranquillo, dove rare persone si vedono nel periodo della raccolta delle erbe selvatiche per la minestra o quando è ora della fienagione.
E vengo al dunque: lì alla stalla vivono diversi gatti, maschi e femmine, che non hanno padrone e che si arrangiano a procurarsi il cibo.
Il margaro dice che fin da quando era bambino ha sempre visto gatti nei dintorni della stalla, ma non erano di loro proprietà, semplicemente sono sempre stati lì, a volte aumentavano di numero perché arrivava un nuovo mico da chissà dove, altre volte diminuivano, ma non è mai successo che sparissero completamente e neppure che il numero crescesse in modo esagerato e questo nonostante ci fossero maschi e femmine e nessuno si fosse mai preoccupato di sterilizzarli.
Sono selvatici, diffidenti, non si lasciano toccare neppure dal margaro anche se lo vedono tutti i giorni; si limitano a stare a distanza se arriva qualche umano.
A volte mi capita di essere là e di sentirmi degli sguardi puntati addosso: è qualche micio che mi osserva da sopra le rotoballe di fieno o che sbircia da dietro la porta accostata.
I maschi sono bellissimi, grossi, con un magnifico pelo folto; le femmine, più piccine, un paio di volte l'anno sono circondate dai loro cuccioli.

Cacciano per procurarsi il cibo; grazie anche alla stalla, i topini ovviamente non mancano, così come non mancano gli uccellini.
Il margaro è contento che ci siano i gatti; i gatti sono contenti di avere un riparo e una riserva di caccia; è una sorta di mutua assistenza, dove ognuna delle due parti trae un vantaggio e al tempo stesso "offre un servizio" all'altra.

Naturalmente non tutti i piccoli sopravvivono, ci sono predatori come volpi, tassi, grossi rapaci diurni e notturni.
In tal modo la popolazione resta numericamente bilanciata, è niente di più e niente di meno che selezione naturale, quindi a volte il numero cresce leggermente, a volte cala.
Naturalmente anche gli adulti non vivono in eterno e il pericolo costituito dai predatori esiste anche per loro.
E ovviamente ci saranno anche le malattie, nessun essere vivente ne è esente.

Questi gatti, come ho già detto in partenza non sono sterilizzati e secondo me il margaro fa benissimo a lasciarli interi, in modo che vivano la loro vita secondo le leggi della natura e non secondo quelle degli uomini.

Certo quando penso a quei piccini, ai rischi che corrono e ai cuccioli che sono come spariti nel nulla, provo una stretta al cuore, ma noi umani non possiamo ergerci a salvatori di ogni vita, non possiamo pensare di assoggettare la natura stravolgendone le leggi.

Chi è a favore della sterilizzazione sempre e comunque, fortunatamente non può materialmente aver accesso a tutti i gatti di questo mondo, altrimenti la specie si sarebbe già estinta da un pezzo, per mancanza di possibilità di riprodursi, salvo poi trovarsi assediati da topi e ratti e godersi la pestilenza di turno.
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