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Vecchio 16-07-2018, 07:54   #6
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Aletto
Supergatto
 
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Predefinito Re: Terapia comportamentale o farmacologica?

Neppure io ho letto quel libro.
Quello che penso è che il comportamento sia espressione della mente e non del cervello e quindi la terapia comportamentale e quella farmacologica agiscono su due entità distinte seppure correlate: l'una sul sistema mente e l'altra sul sistema dei neurotrasmettitori e modulatori cerebrali
Il cervello da solo non produce comportamento, il cervello è il presupposto per cui ciò avvenga
La mente invece essendo correlata sia all'ambiente interno (quello corporeo dell'individuo) che a quello esterno (la realtà così come la interpreta), produce pensiero e comportamento. Quindi cervello e mente sono entrambi necessari

A volte la terapia farmacologica è necessaria ma è poco utile se dietro non c'è un progetto terapeutico comportamentale, questo vale sia per noi che per gli altri animali
Il fatto è che una volta intrapresa la terapia farmacologica sia su di noi che, ad es, sul gatto, tutto sembra risolto e quindi quella comportamentale sembra superflua, invece il problema è solo insabbiato.

Quindi non penso sia questione di pregiudizi da parte di etologi ma al contrario di necessità di capire lo stato reale del paziente -cioè non mascherato da effetti farmacologici- da parte del terapeuta, chiunque egli sia,
Faccio un esempio sul gatto: se dovessimo intervenire su un soggetto che vive in casa sbilanciato sul predatorio, sul competitivo o sul territoriale e ce lo ritroviamo bello sedato col solito zylkene e non esprime più quelle motivazioni in modo "fastidioso", come faremmo a riequilibrarle?

Dalla parte chi dovrebbe stare un etologo, da quella del gatto al quale per esasperazione o per necessità sono sorti problemi comportamentali o dalla parte del proprietario che non vuole che quel gatto li manifesti perché non sa come gestirli?


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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