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Vecchio 25-03-2021, 16:27   #10
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nonnapapera
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Predefinito Re: Micio che si devasta la coda dopo morte della sua umana

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Originariamente inviato da babaferu Visualizza Messaggio
Mi spiace infinitamente. Non credo sia una questione di solitudine, ma di mancanza di quella sicurezza e di quegli stimoli che gli dava la vostra mamma. Ti invito a guardare il video che ho postato nella sezione "comportamento" Perché da alcuni spunti su come aiutare un gatto a vivere meglio in appartamento. Mi sembra che il vostro gatto si sia fermato al lutto e non abbia più trovato niente di interessante per lui....
Mi ti prometto di scriverti ancora con più calma, intanto vi do il benvenuto!
Ba
PS cambierei alimentazione... Se assaggia con interesse cibi umani, proponete gli carne scottata, non sempre li nella solita ciotola...

grazie mille anche a te! Guarderò senz'altro il video.
Eh.. sì , l'impressione è quella anche per i mille comportamenti di "attesa" e di abitudini legate a mamma che dopo qualche mese si sono fatti molto ripetitivi.
Non abbiamo superato molto bene neanche noi, a dire il vero. Abbiamo anche paura che sia la nostra tristezza che in qualche modo "passa" e arriva a lui, non sappiamo che pensare.

Con lui comunque si gioca, si coccola, lui fa le fusa e facciamo le abituali "chiacchierate" - lui è un micio molto "chiacchierino" e con mamma "parlava" frequentemente, insomma si mantengono le sue abitudini. Era un micio contento con quello che aveva, si inseguiva la coda anche prima ma mai un graffio era un gioco come un altro, passava giornate a giocare da solo coinvolgendo mamma ogni tanto - avevano i loro "rituali" , noi li copiamo ma con scarso successo , proviamo a inventarne altri ma funzionano e non funzionano . Oppure semplicemente a ronfare beato e spaparanzato accanto a lei. Sicuramente ha risentito della mancanza del fratellone:hanno familiarizzato in modo diciamo burrascoso lui era impertinente e battagliero anche se minuscolo, felicissimo di avere un gatto adulto accanto al quale si "accozzava", ma ha superato.
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