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Originariamente inviato da Franco64
Preciso il mio intervento precedente: non voglio essere polemico. E' che, se da una parte comprendo perfettamente il punto di vista "etologico" moderno, dall'altra faccio ancora una grossa fatica a conciliarlo con quelle che sono le necessità dell'accoppiata "gatto-uomo" (o triangolo, quadrato etc ), quale si trova nella vita reale per i mici tenuti in un appartamento o comunque che hanno contatti con questo invadente e presuntuoso bipede.
Anzi, se Aletto (che mi sembra abbia studiato l'argomento) o qualcun altro ha delle letture "basiche" sul tema da consigliarmi, sarei interessatissimo.
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Il punto di vista etologico attuale considera l'animale
soggetto di studio e non oggetto di studio.
Le mie letture preferite sono
-Marc Bekoff, es: "Dalla parte degli animali, etologia della mente e del cuore" oppure "la vita emozionale degli animali"
-Frans de Waal, es: "Siamo così intelligenti da capire l'intelligenza degli animali?"
e logicamente anche i testi del mio prof Roberto Marchesini.
Puoi provare a consultare
http://www.academia.edu/36827022/mar...ia_ed_etologia
-Konrad Lorenz, "L'anello di re Salomone", "L'altra faccia dello specchio" ecc
Ma nessuno dei testi citati parla del gatto, perché?
Perché non ce n'è bisogno, ma c'è bisogno di immergersi nell'animalità dell'altro, in primo luogo per capire la nostra e poi la comprensione delle altre animalità arriva da sola come logica conseguenza