Re: Considerazioni generali sulla qualità del cibo industriale
Faccio un esempio pratico: compro CatzFinefood Purr all'agnello da una vita, perché mi sembra l'etichetta più chiara di tutte le monoproteiche all'agnello:
70% agnello (costituito da cuore, carne e fegato), 28,8 % brodo, 1% minerali, 0,2% olio di enotera.
l'azienda mi ha assicurato che il brodo di cottura è quello dell'agnello e che il gelificante non è la solita gomma cassia (più allergenica) ma un mix di erbe usato anche per l'alimentazione dei neonati. Costa 9,47 euro al chilo, abbastanza esoso, ma meno del prezzo al chilo della carne di agnello (calcolando poi che avendo tanti ossicini, la resa è bassa).
Un po' di tempo fa, apro una scatoletta e puzza orribilmente, tanfa di stalla, ma proprio di cacca insomma.. butto via la scatoletta, ne apro una seconda e mi accorgo che puzza uguale. Contatto zooplus che mi manda una seconda partita di scatolette. Puzzano anche loro uguale. Contatto l'azienda spiegando il problema. Loro mi rispondono che sicuramente il cambiamento di odore è dovuto ad una leggera variazione della ricetta, ovvero le frattaglie potrebbero essersi depositate sul fondo quindi queste scatolette potrebbero avere più percentuale di frattaglie. Dicono che dai loro esami di laboratorio è tutto ok. La spiegazione lascia molto il tempo che trova, le frattaglie (fegato, cuore) non dovrebbero puzzare, magari se ci fosse della trippa allora sì, e comunque se la dose cambia in maniera così considerevole da alterare l'odore, non dovrebbero modificarsi anche i valori dei componenti in etichetta (es più fegato=più ferro)? E questo è un cibo super premium, un'azienda SERIA del settore.
Mi fido dell'azienda e decido di dare comunque le scatolette alla gatta, che le mangia volentieri come al solito e senza problemi. Al terzo riordino dopo un mese, le scatolette magicamente smettono di puzzare.
Le mie considerazioni sono: tutto questo non sarebbe potuto succedere per un alimento a consumo umano. I cibi non possono cambiare odore da un giorno all'altro, la Simmenthal non può diventare puzzolente di topo morto o i tortellini Rana sapere improvvisamente di vomito "perché lo chef ha cambiato ricetta". Scoppierebbero dei mega-casini a livello mediatico e l'azienda ci perderebbe la faccia. Invece nel mondo del petfood tutto è lecito, l'unica arma del consumatore è cambiare marca ma comunque il livello medio è penoso, i controlli sono inesistenti, già il fatto che tutte le maggiori marche siano tedesche o dell'est europa fa abbastanza rabbrividire, perché in quei paesi non c'è la cultura del controllo alimentare che c'è in Italia e negli allevamenti industriali intensivi si usa qualsiasi mezzo più o meno lecito per guadagnare.
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