Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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02-02-2017, 12:01 | #41 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Ecco, lui dal veterinario si accozza a noi iniziando a fare delle fortissime fusa, senza tentare di scappare, e facendosi fare di tutto. io percepisco chiaramente il suo terrore, mi spezza il cuore vederlo così il mio selvatichino... ebbene, l'ultima volta una signora fa: oh che carino, gli piace venire dal veterinario, senti che fusa! Anna Leo Ludo Tesla Sestosenso Conrad-Cispi ... Sharon Bender Trippy Romeo, Buscemino e Biri sotto il salice, Rourki sotto la quercia |
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02-02-2017, 12:03 | #42 |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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02-02-2017, 12:03 | #43 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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L'unica allevatrice umana che ho visto avrei voluto abbracciarla ,aveva pochi mici ma li faceva uscire dai gabbiotti e permetteva ai bambini di avvicinarsi e farli gocare con la cannetta o di dargli un bocconcino ovviamente non numerosi.Era un'allevatrice di maine coon bellissimi e mi ha fatto ricordare Morghi la nostra forumista allevatrice.I gatti sono creature meravigliose e vanno trattati con il rispetto che a loro compete non come burattini per una coppa o una coccarda in più Minnie-Luana-Alba |
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02-02-2017, 12:36 | #44 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Avevo scritto che oltre al lybica ci sono stati anche i contributi dei gatti asiatici e nordeuropei Io non so cosa intendiate per evoluzione, che avviene e sta avvenendo e continuerà a manifestarsi in tutte le specie prescindendo dalla presenza umana, se non per le attuali e drastiche variazioni ambientali, troppo veloci per un adattamento all'ambiente, ma da un articolo di Repubblica.it scienza e tecnologia del quasi lontano 2006.... "Enrico Alleva, zoologo dell'Istituto superiore di sanità, è convinto che il successo evolutivo dei felini, e dei gatti in particolare, non sia frutto del caso. "La natura li ha apparecchiati per tendere agguati. Sono predatori perfetti. Veloci, agili, dotati di sensi molto sviluppati grazie a strumenti sofisticati come le vibrisse, a proprio agio sia di giorno che di notte. Essendo animali piccoli, si accontentano di poco per nutrirsi e si spostano da una regione all'altra con facilità. Niente a che vedere con i rettili o gli animali di grandi dimensioni, molto rallentati nelle migrazioni. Immagino i primi gatti aggrappati a un tronco mentre vengono trasportati dalla corrente e colonizzano nuove aree". Così rapida è stata l'evoluzione dei felini che la ricostruzione dell'albero genealogico ha richiesto più fatica del previsto. "La suddivisione in specie - confermano gli studiosi - è stata recente e tumultuosa. Le differenze in termini di scheletro e denti sono minime e i resti fossili di cui disponiamo sono scarsi. Ma alla fine siamo riusciti a tracciare un albero suddiviso in otto rami". Il primo a staccarsi dai felidi e formare una linea a sé, una decina di milioni di anni fa, è stato il ramo "feroce", di cui fanno parte leoni, giaguari, leopardi delle nevi e tigri. Sono seguiti il caracal, l'ocelot, la lince e il puma. Sei milioni e mezzo fa sono apparsi i leopardi asiatici e per ultimi sono arrivati i gatti domestici. Sono passati 6,2 milioni di anni da allora. La culla dei gatti moderni è l'Asia. "Da lì - spiegano i ricercatori di Science - questi animali hanno viaggiato, arrivando a compiere dieci migrazioni intercontinentali nel giro di una manciata di milioni di anni. Veramente un bel record". Popolata a dovere la Terra, i gatti hanno stretto un'alleanza con l'uomo. Due anni fa alcuni archeologi francesi ritrovarono a Cipro i resti di un gatto domestico. Le sue ossa erano all'interno di una tomba del neolitico risalente a circa 9 mila anni fa, accanto a quello che probabilmente era stato il suo padrone. "La simbiosi fra uomini e felini - prosegue Alleva - inizi con la diffusione dell'agricoltura. I prodotti della terra venivano conservati nei magazzini e i topi ne furono subito attratti. Perdere il grano per colpa dei roditori, in un'epoca in cui le carestie erano ricorrenti, rappresentava una vera tragedia. Per questo la presenza dei gatti era così importante". Non è un caso che gli antichi egizi attribuissero al felino i connotati della divinità." "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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02-02-2017, 12:48 | #45 |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
Mi sento chiamata in causa, vi spiego come affronto e vivo la "questione" esposizione.
Faccio una premessa... Le esposizioni volenti o nolenti per gli allevatori sono praticamente obbligatorie. Nella mia associazione (Anfi) è richiesto che un gatto, perchè possa diventare riproduttore, debba ricevere almeno un ex (eccellenza) da un giudice e questo sinceramente non lo trovo nemmeno scorretto (se no finisce che si allevano british coon e devon delle foreste norvegesi). Quindi ogni riproduttore deve fare ALMENO una expò. Sono anche necessarie se si vuole allevare in modo corretto, perchè solo il giudizio dei giudici e il confronto con gli altri gatti può fare capire a chi vuole allevare (almeno all'inizio) se si è nella direzione giusta o se si sta diventando solo degli scucciolatori. Detto questo... sono pienamente d'accordo con voi che il gatto in expò non si diverte, sta sicuramente meglio a casa sua sul tiragraffi. Però... prima di tutto bisogna fare una distinzione tra il gatto "che regge" e il gatto "che non regge". Quello che non regge, ovvero che ha paura, che soffia, che si innervosisce DEVE restare a casa. Quello che "regge" (ovvero il gatto che anche a casa non ha paura degli estranei, dei rumori ecc..) si può portare tranquillamente facendolo però abituare. Per farlo abituare bisogna portarlo in expò più volte possibile quando è cucciolo (ovvero quando è più adattabile ad ogni situazione), bisogna abituarlo ai rumori (magari portandolo fuori con il passeggino o nello zaino), bisogna abituarlo al bagnetto. Con tutto questo, non dico che in esposizione si divertirà, ma sicuramente la vivrà in maniera tranquilla e serena.... ... A meow massages the heart ... |
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02-02-2017, 13:00 | #46 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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L'evoluzione è un processo che va avanti da sé, su questo sono d'accordo, ma non è impermeabile alle influenze che provengono dall'ambiente e da altre specie, almeno credo. P.s.: oddio l'immagine di un gatto aggrappato ad un tronco e trascinato dalla corrente di un fiume mi fa star male... |
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02-02-2017, 13:16 | #47 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Mi chiedo inoltre quanto queste expo (sia quelle feline che canine, equine...) non siano colpite da un aderiva feticistica: gatti con la messinpiega, cavalli con gli occhi truccati esibiti come pupazzi... insomma che c'entra tutto questo con la selezione di una razza nella sua purezza? E infine, ultima domanda: non sarebbe più logico che i giudici diventassero itineranti con macchine fotografiche, pc e supporti digitali al seguito e guardassero/valutassero il gatto nel suo ambiente per vedere anche qual è il suo comportamento abituale e che magari può essere falsato dalla compresenza di diversi altri esemplari interi di altri allevamenti messi gli uni accanto agli altri in un ambiente estraneo? Anche perché credo che il giudizio si basi (o quantomeno, a mio modesto modo di vedere, dovrebbe basarsi) anche sul carattere del gatto, non soltanto sulla sua corrispondenza a determinati standard (altezza, ossatura, forma del cranio, taglio degli occhi, distanza delle orecchie...). Non lo so mi sembra una forzatura, anche se forse può essere necessaria. Poi gli allevatori per capire se e quanto sono fuori strada potrebbero farsi visita l'un l'altro. P.s.: belli i British coon e i devon delle foreste norvegesi; quasi quasi ci faccio un pensierino! Magari un domani esisteranno davvero, chissà... |
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02-02-2017, 13:19 | #48 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
Quote:
"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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02-02-2017, 13:52 | #49 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
Quote:
è un mio limite? Anna Leo Ludo Tesla Sestosenso Conrad-Cispi ... Sharon Bender Trippy Romeo, Buscemino e Biri sotto il salice, Rourki sotto la quercia |
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02-02-2017, 14:03 | #50 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Ma i privati, tipo il nostro ex vicino di campagna, che cappero portano i gatti in expo a fare? Non gli basta aver sborsato una quantità folle di soldi per aver comprato in Francia un siamese di rara bruttezza, ma con un pedigree lungo fino alla dinastia giulio-claudia? Cosa se ne fa di un titolo? Boh, i primi due anni il gatto è rimasto intero, quindi forse gli pagavano le monte (e più aveva vinto, più salivano le tariffe), ma, dacché la moglie gli ha imposto di castrarlo, perché ha continuato a trascinarlo in su e in giù per l'Italia alle mostre? Hanno proprio bisogno di sentirsi dire da un giudice che hanno un bel gatto?! |
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