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Storie di mici e a-mici Fatti esilaranti e non della vita dei vostri A-mici.

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Vecchio 03-05-2019, 19:25   #1
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Predefinito Lo sterminio dei gatti in Australia

In questi giorni sul web si legge molto dello sterminio dei gatti in Australia. Il Paese sta portando avanti questa procedura dal 2015, applicandola sui feral cats, i gatti randagi non socializzati con l'uomo. I gatti feral in Australia sono considerati una gravissima minaccia alla fauna autoctona. Tra le misure previste ci sono trappole, cibo avvelenato...
Ovviamente le associazioni animaliste stanno protestando, ma il governo australiano pare intenzionato a portare avanti questa misura molto drastica che sta indignando il mondo intero.

Vi metto il link a un articolo che spiega piuttosto bene la situazione: https://www.ilpost.it/2019/04/28/gat...lia-sterminio/

A mio parere, è una situazione molto controversa. I gatti - come si legge nell'articolo - sono stati introdotti in Australia probabilmente tramite le imbarcazioni provenienti da paesi europei ormai molti anni fa. I gatti si sono poi stanziati e riprodotti molto rapidamente. Il gatto ha un innato istinto di caccia e potrebbe creare seri problemi alla fauna australiana, molto variegata e soprattutto unica nel suo genere.
Lo trovo però un abominio a livello etico, uccidere due milioni di gatti senza alcuna prova scientifica è assurdo. I censimenti sono stati effettuati senza fondamento alcuno e questo numero, due milioni, non ha alcuna base.
Sicuramente possono rappresentare una minaccia alle specie autoctone, ma un piano così violento e su larga scala andrebbe assolutamente motivato meglio, prevedendo ricerche più approfondite e seguendo un metodo scientifico.

Vita dura, quella dei gatti del XXI secolo...


There are two means of refuge from the misery of life: music and cats.
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Vecchio 03-05-2019, 20:30   #2
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

Sembra che non sia vero che "fatti non fummo per viver come bruti..."
Immettere una specie estranea in un qualsiasi ambiente e qualsiasi sia la specie, anche quelle vegetali, crea squilibri incredibili. Il gatto è stato portato lì dall'uomo.
Ma penso anche ad un altro caso, diverso: a Mao che volle sterminare i passeri perché siccome mangiavano (anche) granaglie lui pensava che ci sarebbe stato più cibo per i cinesi. Il risultato fu che i passeri furono sterminati ma ci fu un'invasione anomala di cavallette (che sono uno dei cibi dei passeri) che distrussero i raccolti e ci fu una carestia.
Tutto questo per dire che la soluzione più semplice per l'uomo è uccidere, senza pensare alle conseguenze.
Coraggio, avanti così che stiamo facendo un buon lavoro per il pianeta


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
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Vecchio 05-05-2019, 10:49   #3
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

Quote:
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...
Tutto questo per dire che la soluzione più semplice per l'uomo è uccidere, senza pensare alle conseguenze.
Coraggio, avanti così che stiamo facendo un buon lavoro per il pianeta
Concordo in pieno.


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Vecchio 06-05-2019, 15:31   #4
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

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Tutto questo per dire che la soluzione più semplice per l'uomo è uccidere, senza pensare alle conseguenze.
Più semplice e sbrigativo... ad esempio, in Piemonte è stato avviato un progetto di sterilizzazione delle nutrie; il costo è modesto, ma implica una volontà di fare che è pur sempre un impegno; molto più facile dare mano libera, come qui in Veneto, ai cacciatori (e non solo a loro) per quella che è chiamata "eradicazione" ma che in realtà è uno sterminio. Per quanto riguarda quanto fatto in Piemonte, è stato calcolato che nel giro di 4-5 anni laddove sono state fatte queste sterilizzazioni la nutria sarà di fatto scomparsa, quindi sembrerebbe una soluzione definitva ma almeno incruenta...

https://www.quotidianopiemontese.it/...nutrie-torino/


Romino, meraviglia di grazia e dolcezza...
Marzolina,solo la Morte Crudele ha diviso le nostre vite,ma sarà la Morte Pietosa che un giorno le riunirà!.
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Vecchio 06-05-2019, 16:03   #5
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

Ho sentito anche io questa notizia agghiacciante. Noi umani decidiamo sempre per tutti, facciamo quello che ci pare con la natura in modo del tutto egoista.
A proposito della sterilizzazione, anche io ho pensato "ma perchè ucciderli?" sterilizziamo queste bestiole e la situazione rientrerà da sè. Poi mi stupisce come un paese così attento come l'Australia abbia permesso questa proliferazione, non potevano contenere il problema prima? Iniziando a sterilizzare in tempo non sarebbe successo...
Non condivido, mi dissocio


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Vecchio 06-05-2019, 22:48   #6
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

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........
....... ho pensato "ma perchè ucciderli?" sterilizziamo queste bestiole e la situazione rientrerà da sè.....
Magari fosse così semplice!
Secondo me dal punto di vista evolutivo non abbiamo né il diritto né la capacità di stabilire chi deve sopravvivere e chi no.
Che lo si faccia in modo cruento o meno il risultato sarà comunque uno sterminio. Non è che sterilizzando si stermina di meno. E' questione di forma ma non di contenuto. E sterminare senza uccidere sembra senz'altro più accettabile.

L'intero pianeta è un ecosistema nel quale sopravvive il più adatto.
Ma chi ci dice che noi siamo tra i più adatti?

Qualunque modifica si apporta ad un ecosistema che non conosciamo anche se facciamo parte, avrà conseguenze imprevedibili. Prevederle è impossibile, Darwin scrisse: "sarebbe senza speranza come gettare una manciata di segatura o di piume in una giornata di vento e tentare di prevedere dove ogni singola particella cadrà".

Non abbiamo idea di quale sarà la portata di questa sesta estinzione di massa che grazie all'intervento umano sta procedendo assai più velocemente delle precedenti. Secondo uno studio pubblicato su Science Advances l’attuale tasso di estinzione è di circa 100 volte più elevato del normale.
Serve sterminare anche nutrie e gatti? Nel senso: serve sterminare chi si sta dimostrando evolutivamente adatto?
Cosa significa salvare la biodiversità se non sappiamo come procederà l'evoluzione?
Come facciamo a salvare tante specie se produciamo tante sostanze tossiche che le uccidono?
Perché l'uomo che rientra nello 0,3% della biomassa animale, fa tanto casino?

....Giocare con qualcosa di cui non si conoscono bene i meccanismi di funzionamento è ovviamente pericoloso: le conseguenze possono essere del tutto imprevedibili. La forza delle comunità ecologiche è uno dei motori della vita sulla Terra. A qualsiasi livello, dal microscopico al macroscopico, sono le comunità, intese come relazioni tra viventi, che permettono la persistenza della vita.[...] L'intero pianeta andrebbe considerato come un unico essere vivente - è la teoria di Gaia - i cui meccanismi equilibratori (in termini più tecnici si parla di omeostasi) sono in grado di generare le forze e le controforze necessarie a smorzare le oscillazioni di un ambiente continuamente mutevole. Per capirci, qualcosa di simile ai meccanismi che rendono costante la nostra temperatura nonostante la temperatura dell'ambiente che ci circonda sia in continua variazione. La vita si è evoluta attraverso queste comunità e potrà continuare ad esistere soltanto se all'uomo sarà vietato di interferire."
(S. Mancuso - La nazione delle piante).


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Vecchio 07-05-2019, 09:01   #7
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

Il problema siamo proprio noi, abbiamo sballato l'ecosistema decidendo per tutti e intossicando il mondo.
Noi siamo i più adatti solo perchè siamo evoluti a tal punto da prevaricare su tutto il resto e per questo abbiamo la presunzione di poterlo fare


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Vecchio 07-05-2019, 10:57   #8
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

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......Noi siamo i più adatti solo perchè siamo evoluti a tal punto da prevaricare su tutto il resto e per questo abbiamo la presunzione di poterlo fare
Anche i dinosauri sembravano tanto adatti e nel periodo dell'estinzione erano anche evoluti, ma di fatto non si sono dimostrati adatti mentre lo sono stati alcuni piccoli mammiferi, alcune piante ed altri animali. L'evoluzione non procede verso la perfezione, verso una presunta altezza gerarchica, piuttosto, se volessimo rappresentarla, sarebbe più simile ad una ramificazione su un solo piano, andrebbe in lunghezza larghezza ma non in "altezza"

Dalla nostra parte al momento abbiamo la consapevolezza del problema, abbiamo i dati, cosa che nelle precedenti estinzioni di massa logicamente non c'era. Ma non scommetterei sul nostro grande cervello.

Da Pikaia, portale dell'evoluzione:
"Siamo nel pieno della sesta estinzione di massa: in assenza di contromisure adeguate si rischia di perdere buona parte della megafauna in pochi decenni. Un declino a cui la natura potrà rispondere soltanto in milioni di anni, nei casi migliori.
Stando a un recente lavoro pubblicato su PNAS, nelle prossime 5-10 decadi si assisterà al collasso delle specie di mammiferi presenti sulla Terra. Saranno soprattutto le specie di taglia grande a subire gli effetti di questa estinzione di massa, dopo la quale bisognerà attendere tra i 3 e i 5 milioni di anni per assistere ad una ripresa della biodiversità.....Fino a qualche migliaio di anni fa, in tutti i continenti viveva una moltitudine di specie animali di grosse dimensioni, la cosiddetta megafauna. Per citarne solo alcuni mammiferi, mammut, tigri dai denti a sciabola e rinoceronti lanosi popolavano le fredde terre delle regioni boreali di Eurasia e Nordamerica, megateri e gliptodonti (stretti parenti rispettivamente di bradipi e armadilli) vivevano invece a latitudini più basse del continente americano, mentre l’Australia era dominata da enormi marsupiali, quali il leone marsupiale (Thylacoleo) o il vombato gigante (Diprotodon). E la situazione era simile anche per gli uccelli, dato che Madagascar e Nuova Zelanda erano abitate da specie giganti, quali gli uccelli elefante e i moa. Cosa provocò la loro scomparsa?

La coincidenza temporale dell’arrivo dell’uomo in queste regioni e della concomitante scomparsa della megafauna ha da sempre fatto propendere per la causa umana della loro estinzione: alcune specie furono decimate a causa della caccia indiscriminata a scopo alimentare che subirono direttamente, mentre altre, i carnivori, risentirono fortemente della riduzione delle loro prede sempre ad opera dell’uomo. E non sembra un caso che la maggior parte delle specie animali di grosse dimensioni vivano oggi in Africa, il continente in cui la nostra specie e i suoi antenati si sono originati, coevolvendosi con le altre: solo nel continente africano, infatti, gli animali si sarebbero adattati ad eludere la predazione umana, al contrario degli altri continenti in cui l’uomo non era visto come una minaccia da parte delle altre specie......
Nonostante queste informazioni incontrovertibili, un altro possibile fattore potrebbe aver contribuito in maniera decisiva alla scomparsa di queste specie: il cambiamento delle condizioni climatiche del nostro pianeta. Negli ultimi 100.000 anni, infatti, la Terra è stata interessata dalle imponenti fasi glaciali del Quaternario, che potrebbero aver pesantemente influito sulla sopravvivenza e sulla distribuzione delle specie. Insomma, uomo o clima? Finora gli studi non hanno risposto in maniera esauriente a questo quesito.

Un recente articolo, pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences, propende decisamente per la prima ipotesi. Lo studio si è concentrato su ben 177 specie di grosse dimensioni (superiori ai 10 kg di peso) estintesi in tutti i continenti nell’arco degli ultimi 132.000 anni, periodo in cui l’uomo si è originato ed ha colonizzato ogni angolo abitabile del pianeta, e ha utilizzato una scala spaziale molto più fine rispetto a tutte le precedenti ricerche che avevano tentato di dirimere la questione. I risultati mostrano in maniera chiara che l’arrivo dell’uomo in tutte le località considerate, a prescindere dalla latitudine e dal bioma prevalente nell’area, coincide con la scomparsa in tempi rapidi della fauna locale di grosse dimensioni. Gli effetti dei cambiamenti del clima sono invece praticamente nulli ovunque ad eccezione dell’Eurasia settentrionale, dove contribuirono, anche se parzialmente, all’estinzione della megafauna.

Fin dalla sua comparsa sulla faccia della Terra, la nostra specie ha dunque pesantemente alterato la composizione della biodiversità mondiale: all’inizio la pressione antropica fu solo sugli animali di grossa taglia in quanto fornivano cibo abbondante, ma poi si è allargato a tutte le altre componenti della biodiversità, che ancora contribuiamo pesantemente a distruggere, causando quella che oggi viene definita come ‘sesta estinzione di massa’. L’impatto della nostra specie sulla biodiversità mondiale non si è infatti minimamente arrestato e, se non modificheremo profondamente le nostre abitudini, è destinato ad aumentare in maniera esponenziale."

In questo scenario noi cerchiamo di sterminare scientemente gatti e nutrie. Chissà se qui nella mia zona stanno cercando di sterminare i cinghiali. Poi forse toccherà ai pappagalli. Secondo me siamo un po' patetici.


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Vecchio 07-05-2019, 21:27   #9
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

Aletto, i tuoi interventi come sempre offrono degli spunti di riflessione davvero interessanti e per nulla scontati.

Quote:
Anche i dinosauri sembravano tanto adatti e nel periodo dell'estinzione erano anche evoluti, ma di fatto non si sono dimostrati adatti mentre lo sono stati alcuni piccoli mammiferi, alcune piante ed altri animali. L'evoluzione non procede verso la perfezione, verso una presunta altezza gerarchica, piuttosto, se volessimo rappresentarla, sarebbe più simile ad una ramificazione su un solo piano, andrebbe in lunghezza larghezza ma non in "altezza"
Davvero stimolante come concetto. Da quando mi sono iscritta al forum ho cercato di immedesimarmi di più nel gatto, grazie ai vostri interventi ma soprattutto a come tu, Aletto, spesso scrivi. Ho capito che noi esseri umani, me compresa, abbiamo questa visione antropocentrica che spesso ci preclude molto nel rapporto coi nostri amici felini... quando poi si arriva a pensare a quanti danni gravi abbia provocato questa nostra visione... allevamenti intensivi, animali trattati come oggetti, rinchiusi in piccole gabbie, al buio... questo è solo uno degli innumerevoli esempi del genere che mi vengono in mente.
Abbiamo modificato il nostro habitat a nostro piacimento rendendolo invivibile per tante specie animali, che si sono ormai estinte.

Quote:
L’impatto della nostra specie sulla biodiversità mondiale non si è infatti minimamente arrestato e, se non modificheremo profondamente le nostre abitudini, è destinato ad aumentare in maniera esponenziale."
Già. Se almeno ognuno di noi avesse quella piccola consapevolezza... tutto sarebbe diverso.


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Vecchio 12-05-2019, 19:51   #10
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Predefinito Re: Lo sterminio dei gatti in Australia

Sono in ritardo? Se sì cancellate il post

Innanzi tutto, grazie Muset!
Poi vorrei dire che uscire dell’antropocentrismo è difficile. Almeno per il momento secondo me, lo si può fare a sprazzi ma non avere continuamente una percezione decentralizzata rispetto al nostro essere.

Siamo da sempre abituati a servirci di quello che ci offre la natura in modo più o meno consapevole e quando parlo di modo “meno consapevole” intendo la sensazione innata che sia normale fare alcune cose che vanno dall’utilizzo di alcuni animali come compagnia ed altri come cibo (normalissimo vero? E non sono vegana!), all’utilizzo di alcune piante come ornamentali (la scelgo solo perché è bella o perché fa dei bei fiori) ed altre come cibo. Tutto normale. Tutto normale? Forse no, forse dovremmo considerare diversamente il valore di queste identità di cui ci serviamo quotidianamente.
Partiamo da un presupposto abbastanza duro da mandar giù: "l’antropocentrismo è quel sistema metafisico secondo cui una particolare specie, Homo Sapiens, abbia un qualche tipo di relazione privilegiata con gli oggetti del mondo."(Leonardo Caffo)

Torno sugli stermini di massa.

Siamo in un periodo destabilizzante per il pianeta, non è il gatto a far danni, purtroppo è l’homo sapiens (così ci siamo autodefiniti).
Ci sono state cinque crisi fondamentali a partire da 500.000.000 di anni fa. La biodiversità è andata calando vertiginosamente con piccoli picchi di ripresa.
Qui si vede bene, le frecce gialle indicano le cinque crisi fondamentali nell’ambito di perdita di biodiversità, le frecce blu indicano quelle meno drammatiche:
https://www.google.com/url?sa=i&sour...57759768806154

250.000.000 di anni fa fu drammaticissima, 65.000.000 di anni fa si sono estinti i dinosauri e parecchie altre specie. Le cause più o meno le conosciamo: cambiamenti climatici, asteroidi eruzioni vulcaniche e così via nel tempo. In quei tempi non erano presenti primati ed ominidi. Secondo i paleontologi c’era uno schema con tre elementi comuni, ossia cambiamento climatico accelerato, alterazione della composizione dell’atmosfera, il terzo elemento comune è lo stress ecologico molto forte e veloce, tale non poter essere assorbito ed elaborato dalla vita presente sul pianeta. Queste tre condizioni tutte assieme formano la tempesta perfetta.

https://ai2-s2-public.s3.amazonaws.c...-Figure2-1.png

L’elemento presente nella sesta estinzione che determina stress ecologico non è né un asteroide né un vulcano, ma è homo sapiens. Negli ultimi cinque secoli solamente l’uomo ha lasciato un’impronta geologica e geofisica tale da nominare questo periodo come Antropocene.
Deviamo corsi di fiumi, deforestiamo, aumenta la desertificazione, immettiamo anidride carbonica ed altri gas tossici, immettiamo animali estranei alla fauna locale, estraiamo combustibili fossili, consumiamo acqua, cresciamo di numero………
Il termine Antropocene ancora non è ufficiale, ma solo perché non si mettono d’accordo su quando farlo iniziare, probabilmente lo faranno cominciare a partire dal fallout radioattivo del 1945 perché è una firma drammatica, geologica, che si riscontrerà anche tra 10.000.000 di anni.

Questo è quanto sta succedendo, si vede bene quanto è veloce il cambiamento e, aggiungo, quanto sia difficile la reversibilità di questi valori:

https://www.google.com/url?sa=i&sour...57762539866841

Tornare indietro non si può, ma, secondo Edward Wilson considerato un padre della biodiversità, ci si può fermare salvaguardando il 50% della terra (oceani inclusi), ora siamo al 18%.

Rodolfo Dirzo, Stanford University, studioso di ecologia evolutiva delle interazioni tra specie, ha recentemente coniato il termine “defaunazione”:
"Tra i vertebrati terrestri, 322 specie si sono estinte dal 1500, e le popolazioni delle restanti specie mostrano un calo medio del 25% in abbondanza. Gli schemi degli invertebrati sono ugualmente disastrosi: il 67% delle popolazioni monitorate mostra un calo medio dell'abbondanza del 45%. Tale declino degli animali avrà influenza sul funzionamento degli ecosistemi e sul benessere umano. Molto rimane sconosciuto su questa "defaunazione antropocenica"; queste lacune nelle conoscenze ostacolano la nostra capacità di prevedere e limitare gli impatti sulla defaunazione......"

Homo sapiens sta distruggendo il proprio ambiente e sta arrivando al punto di non poter più sopravvivere dignitosamente. La specie umana sembrerebbe la prima specie autominacciata. La sfida è quella di riuscire a garantire lo standard di benessere attuale, non di migliorarlo.

Durante le estinzioni di massa quasi mai i dominatori del periodo precedente sopravvivono nel successivo. E noi siamo i dominatori di questo periodo.

La terra ha visto periodi più caldi e più freddi, ma mai si era verificato che la causa potesse essere una sola sola specie (ma con circa sette miliardi e passa di individui!)

I dati che ho riportato sono stati esposti da Temo Pievani che a sua volta li ha evidenziati in conferenza. Appartengono a pubblicazioni su Science e su Nature, non sono riviste di militanza ecologica -alle quali non voglio con questo togliere credibilità-, ma sono le riviste scientifiche più autorevoli, gli articoli subiscono fino a tre severe revisioni prima di essere pubblicati. Possiamo considerarli attendibili ahimé

Capisco che homo sapiens se la prenda ora con una specie e poi con un'altra, poi con i lupi
e poi sarà il turno del gambero della Louisiana e chissà quanti altri animali. Vedere la trave nei propri occhi è difficile anche se ce lo fanno notare.


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