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Il comportamento dei vostri a-mici Se avete dubbi, domande o esperienze sul comportamenteo dei vostri a-mici postate qui.

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Vecchio 19-02-2017, 11:42   #1
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Predefinito Terzo millennio: ascesa degli altri animali? Breve :( storia dell'etologia

Forse questo sarà il millennio degli altri animali, per una loro maggiore considerazione da parte nostra

Già Aristotele si occupò del comportamento degli animali, ma solo secoli dopo Porfirio centrò il problema: per salvare gli animali e le piante l’uomo deve “sminuire se stesso”, ecco che questo passo è inumano (Felice Cimatti)

L’etologia come termine fu utilizzato alla fine del 1700/inizio 1800, l’etogramma, come concetto, risale alla seconda metà del 1700, ma fu con Darwin e con l‘avvento della teoria evoluzionistica, che l’etologia ebbe un grande scossone ed il suo libro “L’origine dell’uomo” (1871) rivoluzionò il modo di pensare mettendo in crisi tematiche importanti e scottanti perché obbligava a fare i conti con la prospettiva tradizionale ben radicata e profondamente consolatoria, anche perché la scienza stava diventando sempre più raffinata e perciò più credibile. Ecco cosa annotò in un suo taccuino: “Che l’uomo vada a vedere l’Orango in domesticazione, ascolti i suoi espressivi lamenti, veda la sua intelligenza quando gli si parla; come se capisse ogni parola detta. Che veda la sua affezione per quelli che conosce. Che osservi la sua passione e la sua collera, i suoi malumori e i suoi veri atti di disperazione; che guardi il selvaggio che arrostisce il genitore, nudo, senz’arte, incapace di migliorare se stesso, e che ora si provi a vantare la sua orgogliosa preminenza”
Ma fino ad allora, ed anche dopo, i riflessi e l’istinto sembravano essere responsabili del comportamento animale.

Verso la fine del 1800 con un quadro abbastanza completo e concreto cominciarono a nascere le scuole di pensiero sul comportamento animale. Per sommi capi:
-nascono il purposivismo con W. Mc Dougall (purpose=scopo) che riteneva che il comportamento dovesse avere uno scopo, quindi era finalizzato a qualcosa, ed il vitalismo che interpreta l’istinto come una forza vitale un po’ misteriosa. Per ambedue il comportamento era riconducibile all’istinto e sull’istinto non era necessario indagare, e per il periodo storico ci si poteva accontentare. Strascichi di queste scuole di pensiero si hanno fino al 1940 circa.

-in contrapposizione a queste scuole di pensiero, attorno al 1910/20 nacquero in America il behaviourismo (behaviour=comportamento) ed in centro Europa l’etologia classica (interessata al significato evolutivo del comportamento) e la Gestalt (significa forma/configurazione), il cui motto è il famoso “il tutto è più della somma delle sue parti” e cioè oltre le percezioni sensoriali c’è qualcosa in più che permette di comprendere la forma nella sua totalità. Sono scuole di pensiero talmente diverse che secondo me devono essere trattate separatamente. In quel periodo Lorenz ha ancora una ventina di anni e Griffin (vedremo dopo chi è) è ancora più giovane essendo nato nel 1903.

Il behaviourismoche ebbe come padre ideologico Watson e come padre metodologico Thorndike che studiò la connessione tra stimolo e risposta durante l’apprendimento rilevando la costante linearità tra i due: S-R ignorando la presenza della mente. Il behaviourismo si dà una finalità assolutamente scientifica ottenuta con la sperimentazione e questo soddisfaceva molto il pubblico interessato all’etologia. Poi fu l’epoca di Skinner, quasi sempre in camice bianco e famoso per le sue scatole. I behaviouristi studiano l’animale esclusivamente in laboratorio perdendo di vista il vero agire dell’animale perché li addestravano a compiere attività insolite e programmate sotto l’influenza di stimoli artificiali, mentre per gli animali liberi gli stimoli sono molteplici, di diversa natura e assai più complessi. Per loro gli animali, compreso l’uomo, nascono come tabula rasa e da quel momento in poi tutto deriva dall’apprendimento e l’istinto (come la mente) viene completamente trascurato, bypassato. Watson disse: datemi un bambino e farò di lui ciò che volete, un medico, un avvocato……. Tristemente famosi sono gli esperimenti di Watson col bambino Albert ed il topo a causa dei quali fu incriminato. Il tutto era sempre compatibile col periodo storico/politico

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Negli stessi anni, al di qua dell’oceano in Russia, lavora Pavlov facendo esperimenti abbastanza raccapriccianti (normale per l’epoca, perché ci si riferiva all’animale-macchina cartesiana) e criticando i behaviouristi i quali invece usufruirono dei suoi risultati. Nei suoi esperimenti gli animali sviluppavano comportamenti patologici, ma almeno Pavlov riscontrò che queste nevrosi –termine utilizzato per la prima volta riferendosi ad animali- erano sovrapponibili a quelle umane e negli anni 50 del secolo scorso i testi di etologia animale si riferivano sempre alla psicologia animale. Ma era ancora troppo presto per prendere in seria considerazione la psicologia animale.
Nel 1936 Pavolov morì e l’anno successivo Lorenz, dopo essersi laureato in medicina per volere del padre, ottenne una borsa di studio che gli permise di continuare i suoi studi sugli animali. Durante la seconda guerra mondiale fu reclutato e mandato in Russia dove fu fatto prigioniero e, piccolo aneddoto, lì scrisse di etologia su sacchi di cemento usando il permanganato di potassio come inchiostro. Questi scritti al suo rilascio dovettero passare per la censura prima di essergli riconsegnati.
Nel 1973 assieme a Timbergen (suo stretto collaboratore) e von Frisch ebbe il Nobel per la medicina e fisiologia perché l’etologia non era annoverata tra le discipline classiche. Tra il 1960 ed il 1980 sorse un altro gigante dell’etologia, un allievo di Lorenz, Eibl-Eibesfeldt che si occupò di etologia umana e ne è considerato il padre fondatore. Ma Lorenz prima ancora di essere uno scienziato era veramente un appassionato degli animali. Nell’ultima parte del suo libro “L’anello di re Salomone” descrive come nei cani ci sia una forma di pentimento, quindi sentimento ed autocoscienza, argomento di cui si occupa l’etologia contemporanea.


Con Lorenz Whitman ed altri, in campo etologico tornò in auge l’istinto tanto mortificato dai behaviouristi contrapponendosi così a quella scuola di pensiero ancora ben salda. Prima cosa importantissima: Lorenz sostenne che quegli studi fossero totalmente sbagliati perché gli animali chiusi in laboratorio se non addirittura in scatole e gabbie macchinose, non avessero libertà di espressione e che per studiare il loro comportamento ed apprendimento bisognava che fossero inseriti in un ambiente che fosse il più naturale possibile. Seconda cosa importantissima: seguendo gli insegnamenti darwiniani definì i concetti di analogia ed omologia rapportandoli all’evoluzione ed al comportamento che va considerato come un organo che si è evoluto nelle specie come conseguenza della selezione naturale. Terza cosa importantissima ed innovativa: il comportamento non è solo dato dall’istinto o dall’apprendimento ma dalla interazione tra i due, ontogenesi e filogenesi, l’innato e l’appreso, gli animali li fanno lavorare assieme. Per capirci, un esempio di comportamento innato: il corteggiamento, che è un comportamento complesso, esiste anche in animali depauperati mediante la privazione dell’esperienza, quindi è un a-priori specifico per ogni specie. Un comportamento appreso è quello di usare strumenti, saper aprire una porta ecc. Queste tre cose sono molto più importanti dello studio dell’imprinting parlando del quale di solito facciamo subito riferimento a Lorenz e alle sue anatre


Sempre in quegli anni (1910/1920) nasce la psicologia della Gestalt, tra i suoi esponenti di rilevo c’è Kohler e poi vedremo perché ci riguarda. La Gestalt dà molta importanza alla coscienza e consapevolezza/percezione e pensiero, la prima coglie l’oggettività fisica del reale e la seconda trasforma quell’oggettività in sensi e significati, e possiamo dire che è matrice dell’esperienza. Nel campo dell’apprendimento, oltre all’importanza della percezione anche l’intelligenza la soluzione dei problemi e lo studio dell’apprendimento animale, introducono un fatto del tutto innovativo, il concetto di insight. L’apprendimento tramite questa “visione interna” produce l’intuizione nella sua forma immediata ed improvvisa (più o meno altrimenti poi la faccio troppo lunga ) e lo studia e lo scopre quel Kohler di cui parlavo poco fa con i suoi studi che dal 1913 al 1920 si occuparono del comportamento degli scimpanzè e come risolvevano i problemi: li mise di fronte ad un problema e cioè un casco di banane appeso in alto, apparentemente irraggiungibile, ma gli fornì nello stesso ambiente degli scatoloni sparsi qua e là. L’animale prova a prenderle ma non ci riesce e torna a quello che stava facendo prima, poi manipolando le scatole ha un insight, le prende le sposta le impila e le usa come estensioni del suo corpo arrivando a prendere le banane non tramite tentativi ed errori ma riconfigurando gli strumenti che aveva a disposizione, quindi l’apprendimento è il risultato di saper valutare quello abbiamo intorno ed utilizzarlo facendone un uso diverso, ristrutturando il proprio campo cognitivo con una ridefinizione del sistema da parte del soggetto pur di raggiungere lo scopo voluto. A differenza del problem solving dove la soluzione avviene tramite una costruzione analitica e consequenziale, l’insight avviene inaspettatamente in un unico passo nella mente dell’animale.

http://catsandsquirrels.com/wp-conte...x371-98299.jpg

Torno brevemente a Lorenz il quale nell’ultimo periodo della sua vita, come fece peraltro Darwin ma anche altri etologi, si dedicò molto alla filosofia ed è bellissimo il libro “Il futuro è aperto” che riporta un dialogo tra lui e Popper (amici d’infanzia, giocavano assieme agli indiani) nel quale c’è l’importante lascito da parte dei due grandi vecchietti: vivere è imparare e apprendere, è risolvere i problemi cioè costruire nuove teorie sul mondo. Da qui parte il primo principio dell’approccio cognitivo che ritiene l’apprendimento un processo di soluzione di un problema specifico per un individuo. Come Darwin, anche Lorenz fu un personaggio scomodo, pensiamo al fatto che riconobbe nell’uomo i comportamenti innati (istinti) mettendolo sullo stesso piano degli altri animali e con la sua morte l'interesse per l’etologia diminuì molto tra il pubblico.


Ma nel frattempo dalle teorie della Gestalt che fanno costante riferimento alla coscienza e alla fenomenologia soggettiva e dall’etologia classica (quella di Lorenz) nasce come sua diramazione l’etologia cognitiva rapportata agli altri animali, e nasce -forse- col libro di quel Griffin cui ho parlato prima “The question of animal awareness” (=la questione della consapevolezza animale), e finalmente l’animale comincia ad essere visto a 360° perché l’etologia cognitiva studia la black box che sta tra lo stimolo ed il comportamento, quindi studia la mente animale, sia quella nostra che quella degli altri animali, con tutte le ripercussioni che si hanno a carico del comportamento


L’approccio etologico cognitivo ponendo al centro la mente ritiene:
-che il comportamento sia espressione di uno stato mentale cioè un preciso modo di coniugarsi al mondo esterno sulla base dei propri obbiettivi
-che quella espressione sia il tentativo di raggiungere tali obbiettivi ovvero risolvere il problema (la lacuna) che si frappone tra l’individuo e gli obbiettivi e quindi questo tentativo deve essere una risposta risolutiva e non basata su tentativi casuali
-che il comportamento appreso sia quello che consente di raggiungere l’obbiettivo chiudendo il cerchio tra il desiderato e l’ottenuto
-che l’apprendimento conduca ad una sorta di mappa o schema solutivo (conoscenza) riutilizzabile per risolvere lo stesso problema (operante) o problemi simili (euristica)
Ma per l’approccio cognitivo questo non vuol dire solo risolvere un problema ma
1) porsi un problema
2) individuarlo
3) immergersi in esso
4) capirlo

In realtà tra queste righe schematiche c’è molto di più perché mentre l’etologia classica prevede l’utilizzo del comportamento per ottenere qualcosa, l’etologia cognitiva considera il comportamento un’esercitazione e l’apprendimento è considerato un processo di crescita, e la coscienza non si identifica con la mente ma è una delle sue funzioni elaborative e nemmeno la più complessa perché la soggettività è assai più complessa della coscienza perché la coscienza ci mette costantemente in contatto con stati particolari del corpo: paura, gioia, sofferenza, benessere ecc. La soggettività è uno stare nel tempo ed utilizzare le proprie dotazioni come strumenti da utilizzare e non come imperativi a cui obbedire, la soggettività interpreta il mondo e con i suoi strumenti in dotazione, essendone titolare, li utilizza in modo libero, flessibile e creativo. La soggettività non è basata su predicati funzionali (intelligenza, coscienza ecc) perché avremo sempre una macchina che avrà quella o quelle funzioni, ma affronta di volta in volta la singolarità del reale la quale ci pone di fronte a situazioni magari simili ma mai identiche, e quei contesti non sarebbe possibile affrontarli se l’animale uomo gatto cane orso ecc non fosse titolare delle proprie dotazioni per poterle gestire in modo autonomo, singolare e creativo. Non è l’istinto (dotazione) a muovere noi e gli altri animali ma siamo noi tutti a plasmare l’istinto e ad utilizzarlo. E c’è una bella differenza in questo. E non è la complessità della dotazione a stabilire che gli altri animali sono soggetti e quanto sono intelligenti, e non è nella coscienza la prova che l’animale è un soggetto altrimenti quando ci addormentiamo smetteremmo di essere soggetti perché lo stato cosciente smette di funzionare. La soggettività resta attiva anche nel sonno.
Un esempio comprensibile anche a me che non ne capisco nulla: il software word che sto usando in questo momento. Da questo software non ricavo il testo, perché questo software non è in grado di dirmi niente sul testo, e se fosse in grado di dirmelo non sarebbe necessaria la mia soggettività, non ci sarebbe bisogno di me cioè del soggetto.

http://www.geapress.org/wp-content/u...te-animale.jpg

Grazie a chi ha avuto voglia di leggere fin qui

Fonti
Neuroscienze.net, Le radici dell’epistemologia evoluzionistica-Università di Milano Bicocca-tesi di dottorato di Massimo Debernardi,
Emotività animali, ricerche e discipline a confronto -(Marc Bekoff et al)- sez. Marchesini
Etologia - Pierluca Costa
Nuovi dialoghi sulle lingue e sul linguaggio- sez.S.Gensini + bozza non citabile
Modelli cognitivi e comportamento animale- R.Marchesini


"Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne
Aletto non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 19-02-2017, 12:25   #2
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Predefinito Re: Terzo millennio: ascesa degli altri animali? Breve :( storia dell'etologia

Grazie per questo riassunto, molto interessante
Su diverse cose avevo un'infarinatura, ma era diciamo più che altro finalizzata a trarre conclusioni sul comportamento umano. Le euristiche di Kahneman e Tversky, le teorie sull'apprendimento (il condizionamento classico di Pavlov, il condizionamento operante fra cui i lavori di Skinner, e poi il cognitivismo con l'approccio per insight di Koler e la teoria sull'apprendimento per imitazione, fino all'esperimento della bambola di brandura e l'inquietante esperimento di Milgram sull'obbedienza), la teoria della gestalt in riferimento agli studi sulla percezione... però seguendo un po' l'ordine che hai elencato sarebbe interessante andare a rivedere un po' di cose per vederle da prospettive un po' più ampie
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Vecchio 19-02-2017, 12:39   #3
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Predefinito Re: Terzo millennio: ascesa degli altri animali? Breve :( storia dell'etologia

Grazie a te per aver letto quella pappardella disarmante. Di solito sono di poche parole, ma in questo caso non ci sono riuscita, anche se a dire il vero ho omesso moltissimo, ma citando ad esempio Vygotskij mi addentravo dove forse non c'era bisogno per questo contesto.
Per quanto mi riguarda le cose le vedo in una prospettiva indirizzata agli altri animali perché in questo campo la scienza e l'etologia hanno fatto passi da gigante, assieme alla filosofia naturalmente. E' il comune pensare ed agire che li stanno togliendo dalle acque stagnanti in cui sono stati per troppi secoli


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Vecchio 20-02-2017, 11:38   #4
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Predefinito Re: Terzo millennio: ascesa degli altri animali? Breve :( storia dell'etologia

Come sai, sto facendo un percorso da autodidatta proprio su questi temi per un progetto, e anche se il naufragar m'è dolce, è davvero un mare immenso in cui orientarsi. quindi:

ora mi stampo il post.


Anna Leo Ludo Tesla Sestosenso Conrad-Cispi ... Sharon Bender Trippy Romeo, Buscemino e Biri sotto il salice, Rourki sotto la quercia
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Vecchio 20-02-2017, 12:21   #5
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Predefinito Re: Terzo millennio: ascesa degli altri animali? Breve :( storia dell'etologia

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Come sai, sto facendo un percorso da autodidatta proprio su questi temi per un progetto, e anche se il naufragar m'è dolce, è davvero un mare immenso in cui orientarsi......
Infatti è facile naufragando approdare in lidi meravigliosi, perdendo di vista la vera meta, un po' come il viaggio di Ulisse
Ho omesso tante cose, c'era da inserire un brano significativo che titola "da Cartesio a Darwin", il legame di amicizia tra Lorenz e Tinbergen ed il voltafaccia di quest'ultimo tradendo gli studi fatti fino a quel momento con Lorenz e tanto tanto altro

Ma quello che traspare e che mi piace di più, bypassando la freddezza di Pavlov e dei behaviouristi, è lo studio fatto con amore e rispetto per le altre specie, le considerazioni personali di etologi e naturalisti. Credo sia di Lorenz un pensiero che dice più o meno: l'osservare la natura e gli animali mi rende felice, mi ripaga dall'essere stato cacciato dall'Eden.


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Vecchio 20-02-2017, 14:33   #6
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Infatti è facile naufragando approdare in lidi meravigliosi, perdendo di vista la vera meta, un po' come il viaggio di Ulisse
altrochè. sono partita sabato da un saggio di Giannetto su Heideger e Derrida, e domenica sera navigavo nelle chiare fresche e dolci acque della pedagogia libertaria


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Vecchio 20-02-2017, 14:41   #7
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tra parentesi: visto l'interesse dell'argomento, e la fatica e l'impegno con cui Aletto ha scritto questo ed il precedente post sull'antropocentrismo, si potrebbe valutare di metterli in rilievo..?


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Vecchio 20-02-2017, 15:12   #8
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tra parentesi: visto l'interesse dell'argomento, e la fatica e l'impegno con cui Aletto ha scritto questo ed il precedente post sull'antropocentrismo, si potrebbe valutare di metterli in rilievo..?
Grazie per la proposta , l'interesse per quello sull'antropocentrismo è stato veramente inaspettato e ne sono felice per i nostri amici e per noi, per una relazione più equilibrata.

Questo sull'etologia.....mi sono talmente stancata per metterlo insieme....le fonti sono state soppesate, mescolate, le mille domande che mi ponevo a cui non sapevo dare una risposta logica prima di scrivere, per valutare se fosse stato necessario citare Chomsky ci ho messo tre giorni..... e forse avrei dovuto dare più rilevanza a Bekoff (che se la merita tutta), perché in fondo è l'etologia contemporanea che riguarda più da vicino gli altri animali.... che poi per semplificare e non annoiare, secondo me ne è uscito un testo più freddo
Tu che ne pensi? è freddo?


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Vecchio 20-02-2017, 15:15   #9
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Tu che ne pensi? è freddo?
più che freddo, direi razionale e discorsivo, ma non lo trovo un difetto. la cosa più importante è che sia chiaro, e lo è!


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Vecchio 20-02-2017, 17:33   #10
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Grazie per la proposta , l'interesse per quello sull'antropocentrismo è stato veramente inaspettato e ne sono felice per i nostri amici e per noi, per una relazione più equilibrata.

Questo sull'etologia.....mi sono talmente stancata per metterlo insieme....le fonti sono state soppesate, mescolate, le mille domande che mi ponevo a cui non sapevo dare una risposta logica prima di scrivere, per valutare se fosse stato necessario citare Chomsky ci ho messo tre giorni..... e forse avrei dovuto dare più rilevanza a Bekoff (che se la merita tutta), perché in fondo è l'etologia contemporanea che riguarda più da vicino gli altri animali.... che poi per semplificare e non annoiare, secondo me ne è uscito un testo più freddo
Tu che ne pensi? è freddo?


Non so se è freddo, ma è interessante e ben esposto.
Ovviamente sarebbe ancora più interessante se si avessero basi di conoscenza dell'argomento più ampie (parlo per me of course), ma questo non è certo colpa del "relatore" ma dell'ignoranza dell'auditore


Sogno di risentire il tuo musetto sul mio viso. Il mio cuore sarà sempre con te, questa sarà sempre casa tua. Buona Fortuna Pedro, mio micione desaparecido
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