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Storie di mici e a-mici Fatti esilaranti e non della vita dei vostri A-mici.

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Vecchio 09-03-2015, 16:38   #1
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Mary67
Cucciolino
 
Utente dal: 03 2015
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Predefinito In memoria di Deva

Inesorabilmente, spietatamente, una settimana è già trascorsa. Sette giorni, da quel maledetto lunedì. Il dolore è ancora qui. vibrante e implacabile, immobile come acqua stagnante a nutrire un oceano di sofferenza. Lacrime ne alimentano il flusso. Lacrime come rivoli ardenti . Lacrime come larve infestano un ricordo. Un fiume che ha rotto gli argini è questo tormento, questa assenza. Un abisso di tenebra in cui annaspo alla ricerca di ossigeno. Di te. Ma tu non ci sei più. Tu non ci sei. Ondate di freddo nella mia consapevolezza. Un' arida distesa di neve questo primo assaggio di primavera. Il giardino è un tripudio di colori ma per me è solo una distesa monocromatica di gelo che tutto avvolge. Ed è un silenzio che tutto permea. Una gravidanza oscena. Tocco il terreno che ti ricopre e nella mia mente immagini di un' impossibile resurrezione. Ho interrato un alberello, un corbezzolo, proprio dove tu giaci, e delle violette, in memoria di ciò che abbiamo fatto durante la mattina di quel giorno orribile, al mio ritorno dal lavoro. Quel giorno… avevo estirpato le erbacce cresciute tra le violette in fiore. E tu subito a controllare, ad annusare. Assetata di cose nuove, di gesti, della vita che ormai più non ti appartiene. Gironzolavi intorno a me, intralciandomi, spesso. Quelle stesse violette ora cercano di attecchire sulla tua tomba, avvolgendo il tuo ultimo letto con un profumo delicato. Oggi è un nuovo lunedì, il primo senza te dal 2009, da quando arrivasti nella nostra casa, dolce persianina blu, timida ma vivace, curiosa e combina guai già da allora. Dopo qualche ora eri già nella conduttura del nostro termocamino ancora non rivestito, facendoci smontare tutto per prenderti. Due mesi, e si e no mezzo chilo di gatto. Due occhi grandi, furbetti, non ancora della tonalità arancio che tanto ti faceva somigliare ad un gufetto. Nemmeno miagolasti un pochino, la prima notte da noi. Già eri nel guscio del mio amore e ti sentivi al sicuro. Una cesta piccolina, come te, divenne la tua cuccia. In seguito, un' altra cesta più grande sostituì quella della tua infanzia. Accanto al mio letto, tonda, come piaceva a te. Anche quella era diventata troppo piccola per contenerti adesso, ma tu ti ostinavi a volerci dormire dentro pur lasciando penzolare fuori una zampina e la coda. Sempre accanto a me. Quando ti ammalasti, tre anni fa, il tuo amore per me ti salvò. Mangiavi solo dalle mie mani, e solo per amore, non per fame . Lo sapevo, lo leggevo nel tuo sguardo che volevi arrenderti. Stanca di iniezioni, flebo, pastiglie, ecografie, radiografie. Due settimane di torture mediche. Ma io però non mi arrendevo. Ti prendevo da sotto al letto dove ti nascondevi nutrendoti a forza, dissetandoti a forza. Poi tutto passò, come era venuto: all'improvviso, un lunedì. Tre veterinari non sono mai riusciti a capire cosa ti fosse accaduto. Tre veterinari si sono sempre chiesti come tu avessi fatto a guarire. Ma noi due sapevamo. Il nostro reciproco amore ti aveva guarita. E da allora non avesti più bisogno di nessuno. Solo di me. E io di te. Un amore tossico, che mi toglieva il respiro quando ti attardavi a rientrare la sera. Come quando ti allontanasti per la prima volta, nel gennaio del 2010, per 20 giorni.. E per una seconda volta, la domenica del 5 ottobre 2014, per quattro interminabili giorni . Un'agonia terminata quando, come se nulla fosse, entrasti dalla finestra e, come sempre facevi, mi svegliasti salendo sul comodino e reclamando la tua colazione. Questa invece è stata la tua ultima fuga, l’ultima. E non c’è ritorno. Non stavolta. Non esiste ricompensa che io possa offrire e non serve a nulla gridare il tuo nome nel vento. Nessuna scatola di crocchette da agitare. Nessun volantino da affiggere. Nessuna supplica ad una qualche indifferente divinità . Il 2 marzo 2015 la morte ti ha rapito e non ti restituirà a me. Oggi i ricordi si susseguono incessanti, impietosi, nella mia mente ancora incredula ed attonita. Annichilita. Un pezzo consistente del mio cuore si è come disintegrato in un istante, ieri,oggi,domani. La parte migliore di me. E tutto è cambiato. In peggio. Vado avanti e indietro nel tempo, nello spazio, dentro casa e fuori casa e non ho pace. E’ un vagare nella notte più buia. Vorrei riavvolgere il tempo. Mi basterebbe un minuto prima della tragedia. Mi basterebbe, per capire cosa è accaduto, se non per salvarti. Eri distesa al sole, strano per te che di solito cercavi l’ombra, nella terra, vicino al viale. Occhi sbarrati e corpo immobile. Come addormentata. Attimi prima mangiavi e rincorrevi tua figlia e cacciavi le prime lucertole e t’arrampicavi sugli alberi e bevevi e.... e poi non ci sei stata più. Ti vedo ancora, e ancora. Sei calda, e morbida, il tuo mantello un velluto grigio perla. Ma i tuoi occhi d’ambra sono fissi, non mi vedono. Le pupille dilatate come a volersi colmare di un' ultima visione di quel giardino in cui amavi girovagare. Quel giardino che ora sarà tuo per sempre. Ti prendo in braccio, un corpo ancora caldo, ma inerte, troppo. Corro, cado sul viale e… Dio, il rumore soffuso del tuo corpo che mi sfugge dalle braccia... Una caduta da qualche centimetro d’altezza, non di più, ma l’immagine della tua testolina che sbatte sull’erba è da allora un coltello che mi trafigge senza sosta. Mi rialzo subito, la mano e il ginocchio feriti. Devo telefonare, chiamare il veterinario per avvisare che sto andando da lui, subito, alle tre del pomeriggio. Non trovo il telefono. Non riesco a trovare il numero in rubrica. Sono cieca, sorda, paralizzata. E poi cinque interminabili minuti di corsa folle con l’auto, con te in grembo, abbracciata a te, solo per sentirmi dire che sei morta da poco, pochissimo. Che la tua temperatura interna è di 37,5 gradi, che non ci sono segni di traumi sul tuo corpo e che probabilmente hai avuto un arresto cardiaco. Improbabile, possibile. Poi la domanda fatale ' Ha manifestato segni di una qualche sofferenza in precedenza? Vomito, tosse?'. E l’inevitabile risposta 'No, no, stava benissimo, benissimo'. E il pianto che non esce. E l'incredulità'. E l'inutile speranza in un errore…in un risveglio… da un momento all’altro… E il ritorno a casa, con te in una cesta, ultimo regalo del tuo medico. Non voglio ancora metterti a nanna. Non ancora. Ho bisogno di guardarti ancora, di toccarti ancora. E poi sei ancora calda, e profumi..di te. Chiudo i tuoi occhi. Prendo un mio maglione grigio, il più caldo, il più usato, in modo che i nostri odori si uniscano, si confondano. Ti copro perché tu non abbia freddo… e aspetto. Aspetto il mattino seguente. Aspetto per più di dodici ore. Il tuo corpo è di ghiaccio ora, e rigido. Taglio una ciocca grigia e la conservo come il più prezioso dei tesori e come un maniaco la tocco ed annuso prima di andare a dormire. Ha il tuo odore e mi tranquillizza. E intanto è l’ora di dirti addio. E ti depongo nella terra fredda, in un freddo mattino di marzo. De profundis. Dopo sei anni insieme ora tu sei sola ma io ancora di più. Ieri spazzolavo te, che a pancia all’aria facevi sommessamente le fusa. Oggi rassetto con il rastrello il terreno della tua tomba. Ricaccio indietro le lacrime e vado avanti, per finta. Lavoro, mangio, curo la casa, rido, mi occupo dei figli, del marito e dell’altra gattina, Nimue, tua figlia, così diversa da te. Ma è finzione. Non voglio parlare, cancello tutti i messaggi senza leggerli. Voglio solo guardare le foto che ti ritraggono. Sei così bella. Risplendi dal mio desktop, stellina mia. Dal portatile accanto al quale amavi sdraiarti per starmi più vicino, o che mandavi in tilt passeggiando sui tasti, soprattutto quando mi serviva per lavorarci. Anche dal cellulare mi guardi, anzi, ogni tanto lo sblocco giusto per vederti ancora. Follia! Accarezzo un’ immagine. Lasciatemi in pace penso, non capite, voglio piangere in pace, e dormire, e piangere. Ho freddo nell’anima. Lasciate che questo dolore mi avvolga come un oblio e mi consumi. Aspettami sul ponte, dolce bambolina mia. Aspettami Deva, ti prego. Guidami per il sentiero quando arriverà anche la mia ora. [/SIZE]
Mary67 non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 09-03-2015, 17:03   #2
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Vecchio 09-03-2015, 17:14   #3
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Ti chiedo scusa.....sono riuscita a leggere solo poche righe...il tuo dolore è così tangibile che non sono riuscita ad andare avanti.....Coraggio, ti sono nel cuore!


Brioche & Billy
Un gatto non vuole che tutto il mondo lo ami, solo quelli che lui ha scelto di amare (H. Thompson).
Brioche:) non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 09-03-2015, 17:35   #4
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Predefinito Re: In memoria di Deva

Anche la mia Abby è morta all'improvviso ma di notte, io non ho potuto neanche salutarla. L'abbiamo trovata la mattina sul letto, accanto a noi. Ci ha cercati anche nella morte. I suoi occhi erano bianchi, lontani, ma il pelo era ancora lucido e morbido. L'ho accarezzata tanto, la chiamavo e le chiedevo di svegliarsi. Come una stupida pensavo che aveva ancora dei nodi che non ero riuscita a toglierle.
Ho imparato che questo tipo di morte improvvisa capita e nei MC i problemi cardiaci ci sono eccome. I medici dicevano che stava bene e noi ci siamo fidati.
Io preferisco pensare che ci amava tanto che il suo piccolo cuore non ha retto a tutto questo affetto. Da poco sono passati tre anni e mi sembra di aver sofferto secoli di dolore. Speravo che il tempo attenuasse il senso di perdita immane, ma non è stato così e a me resta solo una cicatrice sull'anima che ogni tanto accarezzo per sentirmi meno sola.
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Vecchio 09-03-2015, 17:39   #5
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Ho letto senza poter trattenere le lacrime....

Sii serena sul Ponte Deva tanto amata, R.I.P. dolcissimo angioletto
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Vecchio 09-03-2015, 19:57   #6
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Mi dispiace, conosco questo dolore, non ci sono parole per consolarlo. Un abbraccio.
Buon viaggio Deva.


Lizzie Tigre Morgan

Mia sul Ponte.
Mialuce non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 09-03-2015, 20:09   #7
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Predefinito Re: In memoria di Deva

che dolore straziante... non son riuscita a trattenere le lacrime.


un abbraccio a te ed uno a Deva.


Mamma di Patata e Lenticchia
kiakim non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 09-03-2015, 20:37   #8
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Predefinito Re: In memoria di Deva

Cara Mary, ti vorrei tanto abbracciare. Mi hai commossa, ho vissuto quel tremendo momento insieme a te. Un giorno, e spero sia presto, ricorderai la tua Deva con la dolcezza nel cuore di chi può pensare solo a quanto di buono a portato, e non al fatto che non ci sia più. Un giorno rimarrà solo la gioia di averla potuta amare, e un pizzico di nostalgia. Quindi tieni duro fino a quel giorno cara Mary, perché Deva dal Ponte sarà sempre con te, con gli occhi pieni di quel giardino che ha tanto amato.
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Vecchio 09-03-2015, 22:11   #9
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Predefinito Re: In memoria di Deva

L'unica amara consolazione, è che non ha sofferto. Ed è tanto. La mia Celestina è andata via con un ictus e tanto dolore...
Nulla potrà mai ridartela, ma ora è nella pace. E se vede la tua disperazione, non è felice.
Fatti coraggio. Lei non ti ha lasciato davvero...


Quando tutto crolla, viene voglia di buttarsi insieme...
violapensiero non è collegato   Rispondi Citando Vai in cima
Vecchio 10-03-2015, 08:42   #10
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Predefinito Re: In memoria di Deva

Le tue parole descrivono così bene il dolore che stai provando adesso che mi è sembrato di rivivere attimo dopo attimo, nei piccoli gesti, nell'ossessione e nell'incredulità, i giorni che hanno seguito la scomparsa di ogni mio micio e che sono sicura, già lo so, rivivrò di nuovo quando arriverà l'ora di salutare Molly, Brillo o Trici, i miei tre amori che fanno parte adesso della mia vita.

Noi ci siamo, noi ti capiamo e io ti dico, piangi e urla il tuo dolore per deva, lei non era "solo un gatto" come molti al di fuori di qui pensano e non capiscono perché il cuore si strazi a questo punto per un animale...noi, solo noi, ognuno di noi, sa, comprende e ricorda l'amore, i giorni, le risate e i pianti fatti con i nostri amici pelosi; noi, solo noi, ognuno di noi capisce il dolore della perdita, come quella di un figlio o di una madre o di un padre: per molti questo è incomprensibile e impossibile, ma non per noi, non qui.

Sei arrivata in un momento di disperazione assoluta, che toglie il fiato: sappi che noi ci siamo qui, noi, solo noi, ognuno di noi. Un abbraccio e un inutile, quanto vuoto di significato adesso, coraggio.


Ciccio Tommy Milka Bahlsen e Gunther

Molly Brillo Trici Pikula Boh
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