Micimiao Forum di discussione per tutti i gattofili e amici degli animali
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07-02-2017, 15:03 | #141 |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
allora manda via mail il pedigree dei tuoi gatti così nel giro di max un mese saranno pubblicati e poterai calcolare l'inbreeding
... A meow massages the heart ... |
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07-02-2017, 15:15 | #142 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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io mi chiedo: è meglio per chi? per la linea di sangue, forse si. per il gatto che deve farsi sballottare qua e là, certamente no. per me continua a non valerne la pena... per noi l'allevamento è un bel gioco ma per i gatti, anche se hanno la fortuna di essere gestiti dal più coscienzioso tra gli allevatori, resta sempre un'incombenza che genera situazioni stressanti e che non sceglierebbero mai spontaneamente. Anna Leo Ludo Tesla Sestosenso Conrad-Cispi ... Sharon Bender Trippy Romeo, Buscemino e Biri sotto il salice, Rourki sotto la quercia |
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07-02-2017, 15:45 | #143 | ||
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
Marialuce grazie mille del link!
Morghi, grazie delle info... Ma quindi mi sorge spontanea una domanda un allevatore che vuole prendere dei riproduttori chiedendo il pedigree chiede, in parole povere, un albero genealogico giusto? Ma esiste una specie di database (o qualcosa di simile) che permette di vedere, nell'albero genealogico del proprio gatto, che malattie ci sono state? Un po' come si fa negli esercizietti di genetica tipo questo? http://www.hosting.universalsite.org...E_5899E757.jpg Perché altrimenti un allevatore su cosa si può basare per capire se è il caso di usarlo come riproduttore o meno? Quote:
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07-02-2017, 15:55 | #144 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Ora giustamente tu mi chiedi.... e come cappero fa un allevatore a sapere se nelle linee di quel gatto ci sono nascoste malattie genetiche? ehhhhhhh non è facile risponderti.... un allevatore coscienzioso studia studia studia.... legge pedigree... conosce le problematiche che hanno sviluppato alcuni gatti e si fa una sua tabella mentale... Io per esempio ho tutto un grosso database mio personale in cui ho segnato tutte le linee che portano determinate malattie genetiche.... Però è ovvio che per fare questo ci vuole esperienza.... e voglia, tanta voglia di studiare... e poi non basta nemmeno quella perchè la sfortuna è sempre dietro l'angolo... Ti dico solo che per comprare l'ultimo mio riproduttore, escludendo TOT linee di sangue e ricercando un inbreeding non troppo alto, ci ho messo più di un anno!!!!! e ovviamente non l'ho preso in Italia.... ... A meow massages the heart ... |
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07-02-2017, 16:20 | #145 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Anche perché quindi per sapere se i genitori/nonni/zii/prozii ecc di quel gatto si sono ammalati di qualche malattia geneticamente trasmissibile (poi il fatto che ancora nessuno si sia ammalato non esclude che non sia stato "****" e comunque non tutte sono malattie monogeniche a penetranza completa) praticamente uno deve chiedere all'allevatore che gli venderebbe il gatto, no? E non è neanche detto che questo allevatore si sia preoccupato di verificare a sua volta i genitori, nonni, zii di quel suo stesso gatto. Quindi devi in un certo senso "fidarti", immagino e non si sa neanche fino a che generazione si può risalire, no? Insomma un vero casino Se per lo meno fosse obbligatorio registrare in ogni pedigree anche le malattie (ovviamente diagnosticate) di cui ha sofferto ogni componente sarebbe un passo avanti. Non una certezza, naturalmente; ma già (insieme alla percentuale di inbreeding del gatto - che in realtà se si può analizzare in toto l'albero genealogico acquista importanza relativa) e magari ai test genetici disponibili uno un po' di certezze in più le avrebbe. |
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07-02-2017, 17:25 | #146 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Insomma, per le mie passate esperienze, il carattere è sempre stato qualcosa di strettamente individuale e una sorpresa per tutti i gatti che ho avuto fin qui, che fossero entrati nella mia vita da adulti o da cuccioli. Ecco perché mi riesce difficile pensare che ad una data razza corrisponda un certo temperamento, perché per i randagi non è così, mentre invece è ovvio che lo sia nei gatti di razza, dato che la selezione ha lavorato anche su quello. Poi dicevo quella per i Maine Coon è una folgorazione legata all'aspetto fisico (l'altra sera ho visto lo stallone di un allevamento, nero solido e sono rimasta ipnotizzata con la mascella cascante: troppo bello per descrivervelo, aveva qualcosa di mistico), magari approfondendo meglio la descrizione della razza e avendo la possibilità di incontrarne uno dal vivo, scopro che non è il gatto che fa per me, perché troppo cozza o troppo possessivo: chissà... |
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07-02-2017, 19:59 | #147 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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07-02-2017, 20:30 | #148 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Comunque per risponderti, credo se ne stia zitto. Fra l'altro mi viene in mente di aver letto (non so più se in questo o su un altro forum) di un'allevatrice di persiani che aveva reagito con estrema veemenza di fronte alla notizia di un suo cucciolo ammalatosi di Fip. Ecco, mi chiedo, se un allevatore scopre (o sospetta) in seguito alla morte di un cucciolo venduto, che alcuni (o tutti) i suoi riproduttori siano positivi al Coronavirus (non so se vengano testati; in genere il test per il Coronavirus ha poco senso nei mici di casa, che però non sono destinati alla riproduzione, mentre quelli di allevamento ovviamente sì, quindi può darsi che faccia parte del pannello di esami a cui vengono sottoposti di routine e che pertanto non sia possibile che un loro cucciolo si ammali di Fip per aver contratto la forma benigna del virus mentre era ancora in allevamento) e che quindi potrebbero trasmetterlo alla discendenza e questa a sua volta potrebbe morire di Fip, se il virus muta, che cosa dovrebbe fare? Sterilizzare i suoi gatti, darli via e ricominciare da zero dopo un periodo di quarantena? Oppure, come nel caso del novellino, se ne frega e va avanti con le sue linee di sangue portatrici del coronavirus? |
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07-02-2017, 21:51 | #149 | ||
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Sarà stata sicuramente una brava persona, ma queste cose, se ami gli animali, sul web non si scrivono alla leggera Per quanto riguarda l'allevatrice di cui mi sono fidata e di cui continuerò a fidarmi, scrive a chiare lettere anche i nomi dei laboratori presso cui fa eseguire i test PK-def e PRA e dove si trovano, ed altrettanto a chiare lettere le collaborazioni internazionali di cui si avvale. Ho impiegato almeno un annetto documentandomi e spaccandomi la testa su quei nomi assurdi dei gatti di vari allevamenti cercando di capire la provenienza degli avi prima di decidere di rivolgermi a lei, oltre i venti e passa anni passati saltuariamente a prendere in considerazione la scelta di quella razza. Decisamente troppo tempo "Quando mi trastullo con la mia gatta chissà se essa non faccia di me il proprio passatempo più di quanto io faccia con lei" Montaigne |
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08-02-2017, 02:08 | #150 | |
Re: non tutti i gatti soffrono in expo (?)
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Vedeva gli scucciolatori, ma anche gli allevatori poco seri, come fumo negli occhi. In quanto alla percezione dell'animale, non può arrivare certo da un articolo che spiega la modalità di trasmissione dei geni, che per forza di cose usa parole tecniche. Arriva però da tutti gli altri articoli del sito che parlano di alimentazione, di comportamento, ecc.ecc. nei quali il rispetto e l'amore per i cani non mancano mai. Un allevatore serio non può prescindere dalle regole della genetica, che sono quelle e sono anche fredda matematica, ma questo non ha nulla a che vedere con l'amore che prova per gli animali. Gli allevatori (parlo di quelli seri) hanno, oltre all'amore per gli animali, una passione per la razza che allevano, sono due cose diverse ma parallele. "Selezionare per migliorare" non è antitesi con l'amore, è allevamento. L'allevatore non può allevare senza tenere conto dello standard di razza. Scegliere chi riprodurre e chi no fa parte della selezione. Lizzie Tigre Morgan Mia sul Ponte. |
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