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Il comportamento dei vostri a-mici Se avete dubbi, domande o esperienze sul comportamenteo dei vostri a-mici postate qui.

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Vecchio 07-04-2016, 12:53   #61
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Damoncat
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Non credete sia anche un fatto culturale o meglio...legato ai tempi?
Quando ero piccina (si parla di 45 - 50 anni fa), nella mia casa in campagna avevo dei gattini che venivano in casa a mangiare o a prendere le coccole, ma per il resto vivevano in giardino
Mai mi sarei sognata di chiudere il gatto in casa con tutto quel bel verde fuori, mi sarebbe sembrata una crudeltà. Il giardino non era in sicurezza e...diciamo che, brutto dirlo, ma sopravvivevano solo i più forti e fortunati
Già allora io e la mia famiglia eravamo considerati "strani" e io "viziata" dai nostri vicini, cultura contadina, perché facevamo entrare il gatto in casa e lo nutrivamo invece di affamarlo per fargli prendere i topi
Non parliamo poi di sterilizzazione ....questa sconosciuta
Come anche l'allevamento di un gatto di razza...tanto demonizzato da alcuni mi pare....era un fenomeno molto meno diffuso (forse c'era qualche siamese..)
Anche il tipo di vita che facciamo fare ai nostri animali, come la nostra, forse è un fenomeno in evoluzione (o in "involuzione"?)
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Vecchio 07-04-2016, 12:53   #62
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Aletto
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Quote:
Originariamente inviato da Ritpetit Visualizza Messaggio
Se dopo che ho scritto pagine e pagine ti fermi sulla semantica di una parola, credo non sia necessario dare nessuna spiegazione.
Infatti, hai spiegato già benissimo
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Vecchio 07-04-2016, 13:02   #63
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Aletto
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Quote:
Originariamente inviato da alepuffola Visualizza Messaggio
....
Forse la filosofia che vorrei far capire è quella descritta dal detto: "Il posto più sicuro e confortevole per una nave è il porto. Ma non è per stare lì che è stata costruita, anche se non lo sa."
Carino questo detto, chiaro e sintetico
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Vecchio 07-04-2016, 13:17   #64
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Mirrina
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Se vogliamo fare della filosofia sullo stato di natura (il "male" che ci fa Rousseau dopo 200 e rotti anni è ancora evidente) dobbiamo però definirlo: quando si parla di natura a quale epoca e luogo ci riferiamo? Comprendiamo in questa natura la presenza dell'uomo? Le campagne della pianura padana cinquant'anni fa? L'Europa continentale del '300? L'Egitto dei faraoni? Quale di queste è natura? Se lo sono tutte allora quale differenza discriminante c'è tra queste realtà e la nostra urbana?
(Ovviamente escludo da questo mio ragionamento una realtà "alla Disney", mi sembra chiaro a tutti che non sia mai esistita)
Se le nostre case non sono natura, non lo sono nemmeno i nostri giardini: sono imitatio naturae, mettiamo assieme piante che non crescerebbero negli stessi luoghi, tagliamo l'erba. Allargando il discorso, anche sforzandoci il più possibile, non alimentiamo i nostri animali nel modo in cui lo fanno in natura; non catturerebbero mai un manzo. Anche avendo lo stomaco di dare prede intere sarebbero già morte e surgelate.
Bisogna chiarire il significato di "natura"; ma anche questo è un problema eminentemente umano
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Vecchio 07-04-2016, 13:21   #65
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alimiao
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Quote:
Originariamente inviato da babaferu Visualizza Messaggio
Però Alimiao permettimi di dirti che il tuo pensiero è molto oggettivante, loro sono "da affezione" perchè noi abbiamo deciso cosa devono essere (abbiamo scelto uno tra mille) e devono durare il più possibile per non darci dispiacere.... e questo è anche sicuramente il meglio per loro (però il punto di vista è sempre il nostro....).
In questa discussione non penso ci siano verità assolute, ma solo punti di vista tutti rispettabili, che dipendono anche dalla diversa sensibilità di ognuno.

Per come sono fatta io, sì, i miei gatti sono da affezione (perchè l'ho scelto io), sono "quei" gatti scelti da me (addirittura selezionati da un allevatore, e di una razza, il devon rex, che in natura sarebbe già estinta da 30 anni), devono durare il più a lungo possibile per non darmi dispiacere (nei limiti del possibile e della mia sensibilità.. ad es balconi in sicurezza, uscire fuori col guinzaglio no, vaccini, antiparassitari, però non sono neanche una che fa gli esami del sangue annuali se il gatto sta bene, per dire, altri lo fanno perchè hanno una diversa sensibilità/ansia, io li rispetto). Però non ho mai detto che questo sia meglio per il gatto in assoluto. Ho provato a chiederlo al mio gatto in effetti, ma non mi ha risposto (anzi mi ha guardato come a dire "scemina che fai ancora lì a fissare uno schermo? vieni a giocare!" ) Questo è il meglio per il MIO gatto SECONDO me.
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Vecchio 07-04-2016, 13:26   #66
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Mialuce
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Quanto avete scritto .
Comunque, no, non ho nessun dubbio esistenziale riguardo al fare uscire i gatti, anche se in genere sono una persona che si fa un sacco di problemi e molte domande.
Poi è chiaro che ognuno deve comportarsi secondo coscienza.
Per me la questione è questa: o consideriamo il gatto un animale selvatico, e allora lo lasciamo in natura, nei boschi, in un parco, a fare il suo ciclo naturale di vita, riproduzione compresa o lo consideriamo domestico, e allora divide la vita del umani e abbiamo delle responsabilità nei suoi confronti.
C'è chi parla del "diritto" di tenere un animale in casa, io lo vedo come il "dovere" di proteggerlo e nel caso di Mia e Tigre io sento di aver mancato a questo dovere.
Responsabilità significa fare delle scelte e il caso dell'animale domestico per me è come quello di un bambino, che segue degli istinti ma non sempre si rende conto delle conseguenze.
Nel caso di Tigre, ad esempio, il suo istinto lo avrebbe portato a morire a 13 mesi, perché non s'era reso conto del pericolo rappresentato da un cane: perché NON E' un gatto selvatico, la cui madre gli ha insegnato a diffidare dai predatori, ma è nato in una casa dove c'erano cani che gli è stato insegnato a considerare amici ed è entrato in un altra casa dove i cani erano amici.
Nel caso di Mia, il suo istinto l'avrebbe portata a morire a 3 anni, perché è nata in un agriturismo dove nessuno le ha insegnato a temere le auto.
La situazione ibrida, animale domestico libero di uscire, secondo me è molto pericolosa perché un animale nato e vissuto in casa NON HA le stesse risorse di un animale selvatico: non ha la diffidenza e lo stato di allarme perenne necessari per sopravvivere.
Quindi per me la domanda somma non è fuori sì o fuori no, ma è: come dobbiamo considerare il gatto? Un animale domestico o selvatico?
Già in una discussione del genere ho parlato di un documentario che avevo visto: parco australiano in cui gli animali vivono veramente secondo natura. C'è una giovane madre canguro incapace, nn abbastanza brava da insegnare ai cuccioli a sopravvivere: anno dopo anno, il cucciolo le muore e nel documentario filmano la morte del cucciolo, senza che nessuno intervenga perché appunto, le regole sono quelle. Ed è giusto che la madre "incapace" non trasmetta i sui geni.
E' la selezione naturale, sopravvive il più forte, ed è crudele, per me.
Dei miei 3 gatti, sarebbe sopravvissuta solo Lizzie, evidentemente è la più "attrezzata", ed infatti è la più diffidente e selvatica, anche con gli umani: se arriva qualcuno in casa Mia e Tigre vanno a farsi far coccole, lei si nasconde e non esce più.


Lizzie Tigre Morgan

Mia sul Ponte.
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Vecchio 07-04-2016, 13:29   #67
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Secondo me, oltre che al problema nella sua complessità globale, bisogna anche differenziare tra gatto e gatto; penso anch'io che l'unico punto fermo sia che amiamo i nostri gatti e, proprio perché li amiamo, ci facciamo un numero esorbitante di paranoie su cosa possiamo fare per farli star bene psicologicamente, oltre che fisicamente.
Io nella mia vita ho avuto diversi gatti e, riguardo alla questione "uscite", non ce n'erano due che la pensassero allo stesso modo; i casi più estremi erano Maktum (per cui uscire in mezzo al traffico di Torino, con noi che lo tenevamo al guinzaglio, era essenziale come respirare) e Sophie (che in campagna ha smesso di mangiare per lo stress di essere portata in un ambiente diverso dal suo, passando 2 settimane rintanata sotto un letto, tanto che alla fine ho dovuto riportarla in fretta e furia al chiuso dell'appartamento di Torino, insieme a Chiquita per farle coraggio e tenerle compagnia, e qui è "rinata" in men che non si dica). Esmeralda ha passato 8/10 anni in campagna, poi l'abbiamo adottata ed è venuta a vivere in appartamento con noi: lei era la più camaleontica, quando era a Torino, faceva la gatta di appartamento, appena la riportavamo in campagna, usciva a farsi le sue passeggiate, andava a caccia, ecc... Edhel e Chiquita si adattano bene tanto ad un contesto cittadino che alla campagna, anche se non cacciano (cioé, ci hanno provato il primo anno con una talpa, poi si sono prese paura e non l'hanno più fatto); il problema, semmai, è portarcele in campagna, visto che in macchina ci tirano scemi a forza di miagolii.
Quindi, secondo me, non si può parlare in astratto del benessere psicologico di un gatto, senza specificare a quale gatto ci stiamo riferendo, perché, giusto per citare di nuovo i miei, far uscire Maktum era fargli la cosa più gradita al mondo, far uscire Sophie era infliggerle attimi di puro terrore (peggio che portarla dal veterinario). Poi in mezzo ci sono infinite sfumature di gatti che forse sarebbero felici di poter andare fuori, ma non è che soffrano da matti in casa. Personalmente credo che i pericoli sopravanzino il beneficio psicologico e quindi, a meno di avere una proprietà recintatissima e a prova di felino (la mia in campagna non lo è), io mi sentirei meno in colpa a sapere di averlo condannato ad anni di noia, che non a rimpiangere di averlo fatto uscire perché poi l'ha preso sotto una macchina, l'ha sbranato il cane dei vicini, ecc...

Per rispondere ad Ivo, riguardo ai gatti di allevamento vs trovatelli (che esula dall'argomento di questo thread), anch'io preferisco dare una possibilità ad un gatto di gattile e spendere i soldi che avrei speso per comprarlo da un allevatore in pappe di buona qualità, cure veterinarie, accessori sfiziosi , ma devo confessare che vado matta per i maine coon, quindi magari prima o poi avrò anch'io un gatto di allevamento (preferibilmente un adulto). Però anche qui non possiamo generalizzare: magari una persona ha raccolto un gattino da una strada o l'ha adottato da un gattile e poi ha scoperto che quel gattino era ammalato di fiv/felv e magari, nel dolore, ha deciso che d'ora in poi avrebbe preferito andare sul sicuro prendendo il cucciolo da un allevamento anziché rischiare di nuovo con un orfanello. Insomma voglio dire che chi prende il gatto di razza da un allevamento può avere mille altre ragioni, tutte comprensibilissime, oltre alla vanità di volere il gatto crema, blu, con gli occhi ambra/azzurri/verde smeraldo, ecc...

Ehm, che si diceva a proposito di romanzi?
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Vecchio 07-04-2016, 13:46   #68
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Serena, hai perfettamente ragione sull'individualità di ogni gatto. Io ad esempio temevo che Lizzie avrebbe sofferto trovandosi limitata da una recinzione, lei che era abituata a cacciare fuori, invece no, si è adattata benissimo, come controparte di non poter uscire dal giardino è diventata molto più coccolona.
Certo che se l'avessi vista miagolare sotto la recinzione come un'anima in pena un problema l'avrei avuto, perché non è che sono insensibile ai loro desideri.


Lizzie Tigre Morgan

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Vecchio 07-04-2016, 14:10   #69
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

Purtroppo Maktum si metteva davanti alla porta e piangeva disperato; a mia mamma è rimasta una sorta di imprinting, tanto che ancora adesso pensa che i nostri gatti soffrano a restare chiusi in casa per undici mesi all'anno. Chiquy ad esempio non perde occasione per lanciarsi su per le scale condominiali ogni volta che trova la porta di casa aperta (e poi mi tocca fare n piani a piedi per riportarla all'ovile); ma secondo me più che (in)sofferenza, è curiosità, la stessa curiosità, un po' sprovveduta, che può portare un bambino piccolo ad allontanarsi dai genitori e ad esplorare un posto in cui non è mai stato e che lo attrae.
Comunque, vista l'angoscia che mi piglia ogni volta che in campagna non la/le troviamo più nonostante medagliette, bossoli porta indirizzi, ecc..., io preferisco che si divertano un po' di meno, ma campino un po' di più (anche perché il primo anno Chiquita ci ha dato un saggio della sua avvedutezza di fronte ai pericoli: mentre stavamo trafficando in giardino, ad un certo punto un tizio ci chiama per chiederci se era nostro il gatto. "Quale gatto?" rispondo e intanto butto l'occhio giù in strada. E chi vedo? Chiquy piazzata in mezzo alla carreggiata, comodamente seduta sull'asfalto a mezzo metro dal muso di una Panda. E posso solo ringraziare che il conducente l'abbia visto, perché a lei non è nemmeno balenato per la mente di spostarsi).
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Vecchio 07-04-2016, 14:40   #70
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Predefinito Re: Fuori sì o fuori no?

C'è l'etogramma che è comune a tutti gli esponenti della specie, anche l'uomo lo ha, poi ci sono le tendenze caratteriali che differenziano gli individui, una di queste è l'atteggiamento verso il territorio che può essere espansivo o difensivo, quindi un micio si comporta diversamente da un altro, se lo ritrovo stasera vi metto il link dove questo è molto chiaro
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