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Il comportamento dei vostri a-mici Se avete dubbi, domande o esperienze sul comportamenteo dei vostri a-mici postate qui.

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Vecchio 21-03-2023, 22:07   #41
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leucio
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Predefinito Re: Gatto che piange davanti alle porte

Dimenticavo, stavolta torniamo alle origini: c'è anche una specie di colonna sonora:

https://youtube.com/watch?v=f59p7-VPwi0&feature=shares

che non c'entra niente con te, e nemmeno col giovane commerciante o con le diavolerie tecnologiche. E' solo un modo di condividere una melanconia che mi pervade in questi giorni. Forse di esorcizzarla.
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Vecchio 24-03-2023, 22:52   #42
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Meroko
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Cioè ragazzi, ma seri? Bannatemi pure, e scusate i toni, ma secondo me state perdendo la bussola. Ora capisco perché il forum è mezzo abbandonato e girate in soliti "tre gatti". Discorsi sulla filosofia della vita per aver fatto una domanda che tutti quelli che hanno un gatto hanno fatto almeno una volta. Errore mio aver chiesto nel posto sbagliato evidentemente, qui non ci conosciamo e il rispetto per me arriva prima di tutto. Non mi sono piaciuti i torni che vedo comunque non sono stati usati solo con me.

Ultima Modifica di Meroko; 24-03-2023 at 22:55.
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Vecchio 25-03-2023, 06:47   #43
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leucio
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Predefinito Re: Gatto che piange davanti alle porte

Quello che mi spaventa, leggendo sia il tuo primo post che quello di ieri sera è l'idea che per te sia "normale" privare un essere vivente di ogni stimolo, di ogni curiosità, di ogni voglia. E chiamare tutto questo "amore".
Per il tipo di relazione che immagini tu con il gatto recluso al 41 bis da te, più che un sito in cui si discute a volte male, a volte esasperando i toni (forse) ma sinceramente, di gatti, sarebbe più indicato rivolgersi ad un imbalsamatore.
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Vecchio 25-03-2023, 19:56   #44
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Ginger
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Predefinito Re: Gatto che piange davanti alle porte

Ciao a tutti, ho letto tutta questa discussione in silenzio, dalla iniziale richiesta di Meroko fino all'ultimo post odierno di leucio che conclude con "sarebbe più indicato rivolgersi ad un imbalsamatore". Un forum è, o dovrebbe essere, un luogo di scambio di idee, nel rispetto di tutti gli utenti e nel rispetto del tipo di forum. Questo è un forum di gatti "micimiao". Più che legittimo chiedere consigli agli altri utenti a come far vivere felice un gatto in casa, oltremodo legittimo chiedere come far uscire un gatto in terrazza/balcone in sicurezza, ancora come farlo uscire fuori all'aperto. Ho sempre avuto gatti, vivo in una grande città con traffico ed i miei gatti sono sempre vissuti in casa, con uscite in sicurezza in terrazza e non sono risultati mai traumatizzati, affetti dalla sindrome di Stoccolma o imbalsamati come è stato detto nei vari post. Tralascio tutti i fuori programma inseriti nei vari post. Riallacciandomi all'ultimo post di leucio a me sinceramente spaventano questi giudizi dati con così grande presunzione, secondo te veder morire un gatto di 1 anno investito da un auto perché lo hai fatto andare fuori e concludere "almeno ha vissuto" è sintomo di amore? Se ne potrebbe discutere, ma ancora meglio sarebbe rispettare le idee delle persone iscritte in questo forum senza usare paroloni che non servono a nulla se non a uno sterile autocompiacimento.
Ho notato anche io, con dispiacere, che molti utenti, anche storici, hanno abbandonato questo forum probabilmente trovandone altri meno saccenti o altri ancora dove non si viene crocifissi perché non la si pensa come 2/3 utenti. Vuoi lasciare il tuo gatto in libertà? fallo, nessuno ti critica. Cerca di fare altrettanto con gli altri. Saluti a tutti


Lulù - Peperina - Puffetta - Minù sempre nel mio cuore
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Vecchio 26-03-2023, 10:28   #45
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Predefinito Re: Gatto che piange davanti alle porte

C’è molto più amore nella scelta di chi lascia che un qualsiasi essere vivente (umano, rinoceronte, gatto, toporagno proboscidato, etc.) cresca seguendo le sue caratteristiche di specie, in armonia con la sua natura, con le dovute cautele che talvolta sono necessarie (per salute e abilità del gatto, caratteristiche della zona in cui si vive), che nella scelta di chi, magari con la migliore intenzione di questo mondo, rinchiude un vivente in uno spazio chiuso, precludendogli ogni possibilità di crescita armoniosa ed equilibrata sotto il profilo psicofisico. Tu, cara Ginger, cosa penseresti di una coppia di genitori che allevano il proprio figlio impedendogli di correre, saltare, giocare con gli amichetti, arrampicarsi, insomma fare tutte le cose che un bambino deve necessariamente fare per avere una crescita equilibrata e felice? Probabilmente che stanno crescendo un futuro disadattato, se non addirittura un serial killer. «Ma è per proteggerlo dai rischi del mondo là fuori», il traffico caotico della città oppure le baby gang che vagano in gruppetti per la zona. La via dell'inferno è lastricata di buone intenzioni.
Con qualsiasi altra specie vivente, funziona allo stesso modo. Privarli delle stimolazioni sensoriali indispensabili alla loro crescita, di un territorio vitale in cui muoversi significa creare le condizioni per forme di malessere che, una volta verificata l’impossibilità di sfuggire alla reclusione, il gatto dirige contro se stesso, sia attraverso comportamenti autolesionistici (più raramente) che attraverso reazioni di somatizzazione (trasformazione di un malessere psicologico accumulato in malattie, esattamente come accade per noi umani con alcune asme, gastriti etc. .
E allora, di fronte all’insorgenza di un qualsiasi problema, che spesso è solo la manifestazione di un desiderio di autonomia o di un disagio, se non dell’impossibilità tout court di adattarsi ad uno stile di vita innaturale, le risposte possibili sono due.
Rinchiudere, negare il problema. O anestetizzare, trovare la pilloletta magica che sedi il vivente, bambino o gattino che sia, e risolva non il suo problema, ma appaghi il nostro desiderio di stare ‘senza pensieri’ quando rientriamo a casa. Una scelta che vanta precedenti storici famosi come la pratica diffusa fra la classe operaia inglese di Manchester o di Londra durante la II° rivoluzione industriale di somministrare ai bambini sciroppi a base di oppio per farli smettere di piangere (Per chi volesse approfondire, ci sono gli studi di Frederick Engels e quelli di Jessie White Mario, una combattiva donna inglese sposata ad un mazziniano -da qui il cognome Mario- che durante l’occupazione garibaldina del Mezzogiorno assunse la responsabilità di riorganizzare le varie Opere Pie e i luoghi di assistenza per i bisognosi a Napoli e nel Regno delle Due Sicilie).
Questa è l’idea di fondo del ‘calmarli’ che usava Meroko nel primo post. Tant’è che quando nel mio primo, breve intervento in questa discussione ho prospettato molto genericamente alcune soluzioni per un’uscita ‘guidata’ fuori dalle mura domestiche, non ho avuto da lei alcuna risposta. Strano che Ginger non lo abbia notato, visto che afferma di aver letto con attenzione tutta la discussione. Così come è strano che nella chiusura del suo intervento Ginger dimentichi che ho esposto proprio su questo post i motivi che mi costringono a NON far uscire il gatto, con mio grande dolore ma senso di responsabilità. Attenzione a ‘geometria variabile’, insomma.
L’alternativa è aprirsi. A nuove idee e pratiche diverse che non ci si è mai neanche sognati di immaginare. Impegnarsi, riflettere, capire come un diverso modo di intendere il rapporto con gli altri viventi possa tradursi in pratiche nuove, calibrate sulle condizioni reali in cui si opera e vive. Solo per questa via si può crescere individualmente, e garantire al proprio ‘convivente non umano’ il maggior grado di serenità ed appagamento delle sue esigenze possibile. Il che si riverbera inevitabilmente anche nella conquista di una tranquillità e di una serenità maggiore anche nostra la le pareti di casa. Un gatto che sta bene, che si sente rispettato nella sua individualità di specie, è un gatto che in casa ‘non fa danni’ e ‘non disturba’ con comportamenti estremi, e che quando lo porti con te in casa di amici è tranquillo e rispettoso dei luoghi e delle persone. E che ha meno probabilità di ammalarsi.
La scelta tra questi due approcci ci dice molto più di quanto immaginiamo su che razza di individui siamo. Ognuno preso singolarmente, ma anche come specie.
Ecco perché affrontare le teorie ‘filosofiche’ sul rapporto tra noi e l’ambiente che ci circonda non è un vezzo intellettualistico un pò snob, ma è dotarsi degli strumenti e dei punti di riferimento che ci possono aiutare a trovare ogni volta la soluzione migliore ad un problema. Per far girare armoniosamente le rotelle del nostro cervello, oltre che ad avercelo dobbiamo stimolarlo. E allora se su questo Forum appaiono contributi appassionati di persone che hanno competenze scientifiche e sensibilità e acume nell’affrontare i problemi posti dagli altri utenti, e magari sono pure capaci di aprire discussioni su argomenti alla lunga molto più utili del problema spicciolo che generalmente si affronta su queste pagine, trovo davvero triste vedere come queste persone siano esposte al dileggio, aggredite ed insultate per la sola colpa di avere provato, magari talvolta in modo brusco (ma il parlar chiaro non è una caratteristica del rapporto di amicizia?) a porre questioni generali di metodo e di approccio al ‘mondo degli altri viventi’, o tentato di spiegarci come dietro certi comportamenti dei gatti con cui viviamo si celino problemi molto seri, e come andrebbero affrontati.
Ma nel mondo in cui viviamo oggi, quello vero che ci sporca la faccia e il cuore tutti i giorni, dominano teorie diventate ormai senso comune di massa. L’idea della fine di ogni vincolo sociale e la concezione dell’homo proprietarius che agisce secondo il solo criterio assoluto del soddisfacimento di un suo bisogno individuale, diventano a livello di vita quotidiana la pretesa di rappresentare il massimo grado possibile ed insuperabile del nostro sviluppo di specie.
Ne consegue che se Tizia o Caio ‘usano paroloni’ che naturalmente ‘non servono a niente’ , è soltanto per ‘autocompiacimento’. Diventa difficile trovare qualcuno che si renda conto che certi paroloni sono in realtà i termini scientifici più appropriati per definire le cose di cui di volta in volta si parla. E che le persone dotate di un minimo di curiosità, se non di intelligenza, di fronte al ‘parolone’ hanno l’umiltà di chiedere a chi le usa il significato di quel termine (io l’ho fatto, ed ho avuto con chiarezza e pazienza le risposte che cercavo), per capire bene cosa si dice prima di esprimere una valutazione su un qualsiasi argomento. Oppure se lo vanno a cercare sul vocabolario.
Ma perché fare tutta questa fatica? In fondo già sappiamo tutto, e nessuno ha il diritto di dirci quello che potremmo fare, di distoglierci dalle nostre abitudini. «Vuoi lasciare il tuo gatto in libertà? fallo, nessuno ti critica. Cerca di fare altrettanto con gli altri». L’assonanza culturale con «nessuno ha il diritto di impedirmi di usare la mia lacca per capelli preferita con la scusa del buco dell’ozono» è sconcertante. Ecco la vera presunzione, l’arroganza dell’ignoranza esaltata come valore fondante della vita umana, che ammorbano e intossicano non tanto questo Forum, ma la vita intorno a noi là fuori.

Ultima Modifica di leucio; 26-03-2023 at 10:37.
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Vecchio 31-03-2023, 16:25   #46
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Predefinito Re: Gatto che piange davanti alle porte

Bene, allora, noi poveri cristi che viviamo in appartamento e non possiamo fare uscire i nostri gatti perchè li ritroveremmo spiaccicati sull'asfalto, prendiamoli per una zampa e buttiamoli nel fiume.
E, naturalmente, non sterilizziamoli per carità.
Lasciamo che vivano da gatti, lasciamoli al loro destino, lasciamoli vivere, perdio! Vivranno gran poco in verità: ma chi se ne frega, almeno avranno vissuto una dignitosa vita da gatti.
Giusto? Ho capito ed imparato bene la lezione?
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Vecchio 31-03-2023, 16:36   #47
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Predefinito Re: Gatto che piange davanti alle porte

Quote:
Originariamente inviato da Meroko Visualizza Messaggio
Cioè ragazzi, ma seri? Bannatemi pure, e scusate i toni, ma secondo me state perdendo la bussola. Ora capisco perché il forum è mezzo abbandonato e girate in soliti "tre gatti". Discorsi sulla filosofia della vita per aver fatto una domanda che tutti quelli che hanno un gatto hanno fatto almeno una volta. Errore mio aver chiesto nel posto sbagliato evidentemente, qui non ci conosciamo e il rispetto per me arriva prima di tutto. Non mi sono piaciuti i torni che vedo comunque non sono stati usati solo con me.
Lasciamoli nel loro brodo primordiale, a parlare del nulla: si divertono molto. Io mi sento catapultata ai tempio di Adolf Hitler. Questo forum non fa proprio per me! A parte che non è un forum, ma un piccolissimo salotto privato tra quattro gatti. Cari saluti. Continuate a divertirvi: intanto le coppie di gatti non sterilizzati partoriranno enormità di gatttini che ovviamente non potranno essere tenuti in casa povere anime. Lasciamoli liberi di vivere 3 /4 anni, se va bene, malati, affamati: sempre meglio che stare relegati in casa: giusto?
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Vecchio 01-04-2023, 07:33   #48
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Predefinito Re: Gatto che piange davanti alle porte

Sai, PaoloaGatto, mi piacerebbe davvero essere nel brodo primordiale. E’ lì che è nata la vita, al suo stato embrionale, con tutte le possibilità di sviluppo e di evoluzione ancora aperte. Tutto da scoprire, da inventare, da conoscere, da fare. E se davvero potessi adesso ripartire da lì, e magari chiudendo gli occhi immaginare una storia diversa, ci metterei dentro, nel nostro patrimonio genetico e nella nostra coscienza di specie, tutti i sani estremismi e la passione (dal greco pathos, in tutte le sue mille sfaccettature di significato) di Aletto, e l’empatia e la sincerità nell’articolazione di un ragionamento di Riri.
Se questa fosse stata la linea evolutiva prevalente della nostra specie, non capiterebbe mai a nessuno, e non solo a me, di avere a che fare con gente che nelle discussioni, intorno a qualsiasi argomento vertano, nel mondo reale o in quello virtuale, falsifica sistematicamente le posizioni delle persone con cui non è d’accordo o gli attribuisce posizioni di comodo: per malafede o estrema "leggerezza" .
Nella discussione, soltanto tu hai posto la questione sterilizzazione. Nessun altro. Te la sei cantata e te la sei suonata da sola.
Tutti, quando abbiamo affrontato la questione di se e come far uscire liberamente i gatti, abbiamo sempre specificato che si tratta di garantirgli di fare una vita "quanto più da gatto è possibile", tenendo conto delle condizioni reali in cui si vive.
E’ mai possibile leggere tanto distrattamente, sciattamente, da non riconoscere, magari solo a furia di sentirlo ripetere, un concetto ricorrente in tutti gli interventi?
Io stesso ho spiegato dettagliatamente per due volte in questa discussione come e perché non faccio più uscire dall’appartamento in cui viviamo il gatto, e non sono disposto a farlo per una terza volta. Mi sono scocciato.
Noi puoi attribuire a vanvera le posizioni che ti fanno più comodo. E da lì a cascata delineare una fisionomia dei tuoi interlocutori tagliata su misura per tentare di buttarla in rissa. Senza mai fornire un minimo di argomentazione che non superi per ricchezza lessicale la lallazione.
C’è stato anche chi (Straycat2) ha sostenuto tesi diverse dalle mie, ma si è discusso, con nettezza e fatica, e forse ci si può cominciare a capire, tanto che lei ha chiuso il suo ultimo post augurando la buonanotte a me e al gatto con cui condivido il territorio. E che ho avuto l’insensibilità di non ricambiare. Me ne scuso qui, in forma pubblica.
A meno che tu non consideri discutere su un Forum come entrare nella piscina della lotta nel fango. La logica lì è che si lotta per "vincere", con qualsiasi mezzo, e il più sleale è sempre il migliore. Oppure hai come riferimento il modo di "discutere" dei talk show televisivi, che della lotta nel fango rappresentano una forma più raffinata e socialmente accettata. Ma così nessuno impara qualcosa, cresce, se non altro ponendosi dei dubbi e quindi riflettendo. Pensando. Attività sempre più insolite se non rare nel tempo in cui viviamo, me ne rendo conto.
Perciò tra le due ipotesi iniziali, malafede o "leggerezza", io propendo per la seconda, confortato dall’incipit del tuo ultimo post, «lasciamoli … a parlare del nulla: si divertono molto», che temo renda l’esatta misura della tua curiosità e vivacità intellettuale, oltre che della totale assenza di qualsiasi traccia di sense of humor.
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Vecchio 04-04-2023, 17:15   #49
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Predefinito Re: Gatto che piange davanti alle porte

Il thread è stato segnalato ai moderatori, lo valuteremo al più presto

Intervengo solo adesso per incombenze personali che spesso mi impediscono di seguire e me ne scuso con tutti gli utenti del forum e con i miei moderatori. È un periodo che finirà presto, comunque qualche settimana al massimo, dopo di che potrò seguire meglio.


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...gatta frettolosibus fecit gattini guerces..

Ultima Modifica di alepuffola; 04-04-2023 at 17:17.
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Vecchio 04-04-2023, 20:51   #50
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Riri
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Predefinito Re: Gatto che piange davanti alle porte

Non avevo visto tutto questo polverone. Che dire, sicuramente sono andata spaventosamente OT, me ne scuso e mi prenderò tutte le eventuali sanzioni che eventualmente comporterà. Sono però piuttosto shoccata dal comportamento aggressivo di chi si sente attaccato sul personale, quando era chiaramente un dibattito. Acceso, certo, ma non volto a esporre nessuno alla pubblica gogna.
A chi provocatoriamente domanda se chi tiene il gatto in casa non debba prenderlo per una zampa e gettarlo nel fiume, rispondo che personalmente se dovessi tenerlo chiuso in casa non terrei un gatto. Ma ribadisco, personalmente. Qui non mi pare si sia mai portato nessuno a processo, semmai si sono difesi con passione punti di vista e idee. E se questo ha comportato, e comporta, l'uscire dall'argomento ristretto e spaziare... be', lo trovo un arricchimento, più che un limite. Ma di nuovo, punti di vista
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